Se hai un’azienda sostenibile sai di fare parte di un sistema che si basa su una salutare dinamica di elementi naturali ed elementi costruiti dall’uomo.
Le aziende come la tua, prendono degli input, li elaborano (aggiungendo valore), quindi generano degli output.
Se ti rispecchi in quello che ho appena detto devi sapere che un’azienda realmente sostenibile deve aspirare principalmente a:
- utilizzare gli scarti di altri processi come input;
- ridurre al minimo o eliminare l’impiego di materiali nuovi estratti dalla terra;
- creare output che possono essere utilizzati da altri processi o riportati allo stato naturale ed eliminare i rifiuti che non è possibile utilizzare o riportare allo stato naturale;
- utilizzare la minor quantità possibile di energia per raggiungere il risultato desiderato;
- impiegare energia essenzialmente prodotta da fonti rinnovabili.
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ToggleÈ quello che stai già facendo o ti manca qualche tassello?
Devi sapere anche che in un’azienda sostenibile, la sostenibilità si manifesta su vari livelli all’interno dell’azienda. Vuoi scoprire quali sono e se anche tu la stai applicando su questi livelli?
In caso contrario non e mai troppo tardi per iniziare.
Azienda sostenibile: strategia, catena di approvvigionamento e reti di valore
Se parliamo di strategia devi sapere che alcune aziende decidono cosa produrre o fare in base a modelli aziendali sostenibili.
Prendi ad esempio Stonyfield Farms che ha fatto della responsabilità sociale e ambientale una parte centrale della propria strategia aziendale sin dagli inizi.
Per quanto riguarda la catena di approvvigionamento e le reti di valore, Walmart richiede ai propri fornitori di valutare e rivelare l’intero impatto ambientale dei loro prodotti.
Continua a diffondersi una sempre maggiore attenzione verso la così detta ecologia industriale.
Ecologia che analizza i flussi di materiali ed energetici degli interi sistemi industriali, spesso andando ben oltre il settore di una singola azienda.
Come avvengono le operazioni e lo sviluppo e progettazione dei prodotti?
Le decisioni su come fabbricare e movimentare i prodotti riflettono sempre più i possibili impatti ambientali.
Nel caso della pavimentazione dell’azienda Interface, quella che è divenuta una delle storie di successo di vera azienda sostenibile è iniziata riconsiderando gli impatti sociale e ambientale delle sue operazioni.
In molti casi, le aziende hanno istituito sistemi di gestione ambientale (EMS, Environmental Management Systems).
Aziende che hanno reso operativa la registrazione, la documentazione e il reporting degli impatti ambientali causati dall’azienda. Esiste anche uno specifico standard ISO (ISO 14001:2004) che regola i sistemi EMS.
Per quanto riguarda lo sviluppo e la progettazione dei prodotti, le aziende hanno incorporato la sostenibilità nei propri processi di sviluppo di nuovi prodotti che vanno dalla creazione specifica di prodotti “verdi” (ad es., Brooks Green Silence, con la sua intersuola in mescola biodegradabile BioMoGo) alla riduzione dell’impatto ambientale dei propri prodotti “normali” (ad es., l’impiego da parte di Apple di un rivestimento in alluminio riciclabile per il suo computer Mac Pro).
Quali sono i vantaggi nell’essere un’azienda sostenibile?
Devi sapere che un approccio sostenibile nella gestione aziendale garantisce vantaggi alle imprese sotto diversi punti di vista.
Vantaggi per quanto riguarda la sostenibilità sociale quale garanzia e rispetto degli stakeholder interni ed esterni (lavoratori, fornitori, clienti, investitori etc.) che ha impatti positivi sulla fiducia che questi nutrono verso l’azienda.
Nel caso dei dipendenti, un maggiore attaccamento all’organizzazione aziendale per la quale lavorano.
Una riduzione del turn-over porta meno perdite di know-how e di talenti, meno dispendio di risorse e tempo nella selezione e nella formazione.Analogo discorso di loyalty può riguardare clienti e investitori.
Vantaggi relativi alla sostenibilità ambientale, come scelta per pratiche a basso impatto sull’ambiente. Questo ha ricadute positive sui costi.
L’efficientamento dei processi, così come l’adozione di misure di efficienza energetica, sono in grado di portare a importanti risparmi monetari.
Adottare pratiche di sostenibilità si ripercuote anche sulla catena dei fornitori.
Lavorare con dei principi e delle regole di sostenibilità e con chi queste regole le rispetta, fornisce più garanzie e minimizza i rischi.
In questo senso scegliere solo quei fornitori che si sono sottoposti a un processo di certificazione significa abbassare i pericoli di inadempienze e avere più garanzie di serietà e rispetto dei contratti.
Con evidenti vantaggi sulla business continuity che più difficilmente subirà interruzioni legate a un mancato rispetto delle norme.
Quanto è importante per un’azienda un approccio sostenibile?
Ci sono due tipologie di aziende per quanto riguarda l’approccio sostenibile: le aziende pioniere ossia quelle che hanno guardato avanti informandosi e immaginando il futuro.
Quelle che hanno sposato una politica di sostenibilità quando ancora la parola non era entrata nel dibattito pubblico.
In queste aziende, che percentualmente non arrivano al 10% del totale, l’atteggiamento pionieristico e coraggioso si è saldato a una politica lungimirante e una calcolata strategia a medio-lungo termine.
Esse integrano la sostenibilità nel piano industriale, facendola coincidere con la gestione stessa dell’azienda.
Oggi, ad almeno dieci anni di distanza, cominciano a raccogliere i frutti di quanto seminato ossia
- la riduzione dei costi;
- l’efficientamento dei processi;
- la reputazione e il vantaggio competitivo.
Solitamente vi sono due elementi che indicano quando un’azienda punta su un approccio sostenibile ovvero:
- la presenza nel piano d’impresa di reali obiettivi di sostenibilità;
- i criteri di valutazione dell’operato del management tengono in considerazione anche gli obiettivi di sostenibilità (e non solo voci come “vendite, costi e risparmi, etc.”).
L’altra tipologia di imprese riguarda quelle aziende che pur non essendo arrivate all’integrazione propria delle prime, stanno proseguendo il percorso verso la sostenibilità.
Rispetto alle pioniere, l’azione risulta essere sporadica e meno integrata ma è comunque presente nella vita dell’azienda.
Questo fa ben sperare per un incremento dell’approccio sostenibile all’interno dei processi, tanto per quantità come per qualità.
Cosa spinge un’azienda a diventare sostenibile?
Non è sempre la convenienza a spingere un’azienda verso un approccio più sostenibile. O meglio, accade che i benefici in termini economici e i risvolti positivi sull’organizzazione e sui processi aziendali vengano compresi solo in un secondo momento.
Spesso il driver che muove al cambiamento viene dall’esterno ed è riconducibile alle richieste più o meno esplicite di clienti e stakeholder. È evidente nel caso di grandi aziende o marchi che hanno a che fare con il mercato B2C.
Tuttavia, non bisogna nemmeno cadere nell’errore di considerare il consumatore come la sola e unica guida dell’azione e delle decisioni delle imprese.
Anzi, quando si è cominciato a ragionare di responsabilità sociale, sono state le aziende e il loro management a vedere nell’adozione e nell’integrazione della sostenibilità nelle politiche aziendali un’opportunità.
Ricondurre un tale cambio di prospettiva nella cultura d’impresa solo a una richiesta esterna o alla volontà di svolgere azioni di comunicazione o marketing è riduttivo.
Esso non tiene in considerazione almeno due elementi, e cioè:
- che per conseguire dei risultati misurabili in termini di sostenibilità sono necessari molti sforzi e tempi medio-lunghi;
- che l’adozione di una politica di sostenibilità ha impatti duraturi sull’organizzazione aziendale (e dunque non è una questione che si può attivare e disattivare senza conseguenze).
Piuttosto si può immaginare che, in diversi casi, vi sia stata la capacità di anticipare le richieste dei consumatori o meglio, di tradurre in realtà un bisogno inespresso o un sentimento solo accennato.
Azienda sostenibile e brand
Cosa spinge un’azienda a rendere un brand sostenibile?
Perché una strategia sostenibile ti porta a migliorare la fidelizzazione e a migliorare il tuo fatturato.
Devi sapere che il 52% dei consumatori, del bacino di connazionali intervistato da Nielsen, una società leader nelle indagini di mercato, dichiara che è disposta a spendere di più se il brand adotta delle politiche di sostenibilità.
Un’azienda sostenibile attira maggiormente un cliente che adotta politiche sostenibili e questo influisce positivamente sul fatturato dell’azienda.
Oggi l’azienda sostenibile che decide di investire in strategie green non si limita ad essere positiva per l’ambiente e la comunità.
Si assicura un vantaggio competitivo ed economico ormai comprovato. Non è un caso che sempre più grandi aziende annuncino nuovi sforzi e progetti di sostenibilità ogni giorno.
Prendi ad esempio Enel, leader internazionale nel settore dell’energia, si aggiudica la palma d’oro delle aziende più sostenibili in Italia, guadagnando un posto nella top ten a livello globale con l’ottava posizione.
Di recente alla ESG Business Conference di Milano sono stati condivisi i risultati dell’Integrated Governance Index, l’Osservatorio nazionale “sul grado di integrazione della sostenibilità nelle strategie aziendali”.
Nella top 10 presentata durante la conferenza troviamo Poste Italiane come prima della classe.
Gli altri due posti sul podio sono invece occupati da ENI e dalla già citata Generali. A dispetto del traguardo internazionale raggiunto, Enel arriva quarta in questa graduatoria, a pari merito con SNAM.
Questo per farti capire soprattutto nella nuova era quanto è importante essere un’azienda sostenibile ma soprattutto quanto è importante investire in progetti sostenibili.
Voglio chiudere in bellezza questo post, svelandoti un’altra chicca sul perché, se ancora non lo sei, devi diventare un’azienda sostenibile.
I 4 pilastri della sostenibilità
Solidità e stabilità finanziaria.
Ti dico questo perché se navighi in cattive acque, non puoi pensare ad altro, se non a salvare te stesso. In altre parole, non esiste una politica di sostenibilità se l’azienda non ha una posizione solida sul mercato.
La solidità non nasce solo dalla capacità di un buon amministratore di governare un’azienda.
Quando solidità diventa una delle accezioni della sostenibilità, si trasforma in un percorso per farsi carico delle necessità dei propri clienti, cercando di migliorare la qualità della loro vita.
I rapporti che un brand stabilisce con i suoi clienti.
Qui il tema della sostenibilità si può declinare in tre interessanti sottoinsiemi: personalizzazione, sicurezza e innovazione.
La personalizzazione è un concetto fondamentale. Come fare a garantire al cliente un’offerta sempre in linea con le sue esigenze?
Il dialogo è lo strumento principe. La fortuna di un’azienda oggi, è che i canali per dialogare con i consumatori sono infiniti: al telefono e all’incontro vis a vis (sempre più rari), si affiancano i social e i blog, così come le app di messaggistica istantanea.
Sicurezza è un altro valore che entra di diritto nella sfera della sostenibilità. Sicurezza per un istituto bancario significa, soprattutto, governare e concentrare i rischi per gli investitori. Per farlo, diventa fondamentale la preparazione e la professionalità dei collaboratori.
Non c’è sicurezza senza innovazione.
Pensa al mondo finanziario, ai tanti algoritmi d’avanguardia che consentono di monitorare i dati sugli investimenti, elaborare delle case history e prevedere la fortuna o meno di un’operazione.
Senza questi strumenti, sarebbe oggi impossibile garantire sicurezza agli investitori.
La digitalizzazione dei servizi.
Questa si lega strettamente al punto precedente: un brand sostenibile facilita l’accessibilità degli utenti ai suoi servizi o prodotti. Il concetto di digitalizzazione, infatti, va di pari passo con quello di accessibilità. Mediolanum, per esempio, ha puntato sulla digitalizzazione dei servizi: i clienti possono accedere a distanza alla banca (a portata di clic) e avere un family banker reperibile con facilità.
Per il suo impegno nell’innovazione, Banca Mediolanum ha vinto il premio “Eccellenze d’impresa 2017”.
Questo premio è stato promosso dalla società di consulenza GEA e dalla rivista di management Harvard Business Review Italia. Come brand, devi allora chiederti quali sono gli ostacoli che si frappongono tra te e il tuo cliente e adottare strategie per eliminarli.
La gestione dei dipendenti.
Per un brand, la formazione dei dipendenti diventa un vero e proprio atto rivoluzionario. Rivoluzionario nell’accezione di “disruption”, termine ripreso dal mondo delle startup.
In un contesto economico che si muove a velocità incredibili, che cambia continuamente i sistemi tecnologici, puoi restare al passo solo se non lasci indietro nessuna persona del tuo team.
Naturalmente in tutto questo non bisogna dimenticare l’impegno da parte dell’azienda verso l’ambiente e la collettività.
Il fine ultimo di un’azienda sostenibile è quello di essere a supporto di un mondo sempre più green ed ecosostenibile.
La sostenibilità è un tema sfaccettato che abbraccia tanti aspetti legati gli uni agli altri. Per un’azienda, piccola o media che sia, pensare di agire subito su tutti i campi citati, può sembrare un obiettivo utopico.
Tuttavia, partire da uno dei rami dell’albero, per permettere poi lo sviluppo degli altri nel tempo, diventa il punto di partenza per la costruzione di un brand responsabile.
Hai un’azienda sostenibile ma vorresti approfondire i temi di cui ti ho parlato in questo articolo?
Che ne dici di affidarti ad un team di professionisti con esperienza pluriennale nel ramo della sostenibilità e dell’innovazione?
Ti basta compilare il form qui sotto e richiedere la tua consulenza gratuita. Un nostro esperto sarà a tua disposizione per analizzare la tua attuale situazione.
Valuterà poi quali sono i tuoi punti di forza e i punti critici su cui andare a lavorare per rendere la tua azienda sostenibile al 100%, a prova di competitor!