Agritech e sostenibilità a braccetto verso il futuro

Agritech è l’insieme di applicazioni e integrazioni delle tecnologie di ultima generazione con i processi di produzione e controllo nel settore agroalimentare.

L’obiettivo è quello di supportare l’imprenditore agricolo nel prendere decisioni che ottimizzino i rendimenti aziendali in termini di maggiore produttività in chiave rigorosamente sostenibile.

L’aumento della popolazione da un lato e i cambiamenti climatici dall’altro ci costringono a rivedere i modelli di produzione agricola. La sfida “produrre di più con meno impatto” va affrontata per garantire l’alimentazione alla popolazione mondiale nel rispetto della biodiversità.

Gli investimenti e le innovazioni nel settore agricolo hanno l’obiettivo di:

  • limitare l’impatto antropico sul paesaggio, sugli ecosistemi, sul suolo;
  • non inquinare;
  • non sfruttare le risorse. 

Agritech nella sostenibilità e ricerca

Agritech è il nuovo Centro Nazionale per lo sviluppo delle Nuove Tecnologie in Agricoltura. Il suo obiettivo è quello di rendere l’industria agroalimentare italiana più competitiva e sostenibile attraverso: resilienza, basso impatto, circolarità, recupero e tracciabilità. 

Promosso e coordinato dall’Università Federico II di Napoli e coinvolge 28 università, 5 centri di ricerca, 18 imprese.

L’ateneo napoletano è responsabile dell’hub nazionale e coordina nove nodi di ricerca distribuiti equamente tra Nord, Centro e Sud.

Lo scopo di ridurre i divari esistenti in Italia, secondo quanto prescritto dal PNRR che ha finanziato l’iniziativa.

Gli obiettivi del Centro

Il Centro Nazionale di Tecnologie per l’Agricoltura – Agritech dell’Università degli Studi di Napoli Federico  svolge ricerca e promuove lo sviluppo di tecnologie innovative nel settore agricolo. L’obiettivo è quello di migliorare quantità e qualità delle produzioni.

In questo modo si garantisce l’adattamento sostenibile ai cambiamenti climatici. In che modo? Attraverso la prevenzione, la resistenza e la resilienza rispetto ai rischi (siccità, emergenze sanitarie, impoverimento dei suoli).

Il Centro sfrutta le tecnologie abilitanti come l’intelligenza artificiale e le produzioni avanzate. L’obiettivo è quello di promuovere l’agricoltura di precisione volta a contenere l’agrochimica e le emissioni di gas serra. Si va così a preservare la tutela delle risorse naturali, e riducendo perdite produttive e sprechi.

Attraverso gli approcci biotecnologici e di economia circolare sarà inoltre possibile valorizzare biomasse di scarto.

Si favorirà così lo sviluppo di filiere alternative in grado di rendere sostenibili le attività anche per i piccoli e medi agricoltori.

Un ulteriore tema del Centro riguarda l’applicazione di sistemi di intelligenza artificiale in agricoltura e nell’indotto per implementare la sicurezza, la tracciabilità e la tipicità della filiera e dei prodotti agricoli.

Le azioni di ricerca e innovazione del Centro Agritech sono fondamentali anche per individuare soluzioni efficaci per aree agricole marginali e a rischio di erosione generando innovazione e aggregazione di portatori di interesse per promuovere la resilienza e la sostenibilità delle imprese agricole, agro-alimentari e di produzioni non-food.

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Agritech, per un’agricoltura innovativa, digitale, avanzata

L’agritech ha un ruolo fondamentale nei confronti dell’agricoltura, perché per innovare sono necessarie conoscenze integrate e approfondite che permettano di scegliere e agire in maniera consapevole.

L’agricoltura è protagonista del settore primario, massima imputata per inquinamento per emissione di gas nocivi, deforestazione, depauperamento della fertilità, sprechi di acqua, solo per citarne alcuni. 

Le innovazioni genetiche saranno in grado di ridurre l’impatto ambientale dell’agricoltura rendendola più sostenibile.

Al tempo stesso un’agricoltura digitale è un’innovazione di processo che permette di definire piani strategici di gestione della filiera agricola.

L’agricoltura di precisone è sempre più digitale. Si parla di agricoltura data-driven quando le scelte agronomiche non seguono gli approcci tradizionali. Si accelerano i processi decisionali e si ottimizza l’uso delle risorse.

Ricevere informazioni in tempo reale permette di anticipare esigenze e gestire la variabilità. I sensori dislocati sul campo sono un esempio di tecnologie a supporto dell’uomo, come quello sviluppato da evja, azienda italiana. 

Lo sviluppo di sistemi di agricoltura di precisione automatizzata condurrà ad un approccio sistematico alla digitalizzazione del settore agricolo, con l’obiettivo di generare un ecosistema agritech.

Si tratta di tecnologie digitali come sensori, satelliti, mappe di precisione, intelligenza artificiale che hanno permesso di produrre di più e meglio. Le tecnologie meccaniche e digitali consolidate hanno colmato la mancanza di manodopera specializzata.

Quali potenzialità ha l’Agritech in Italia?

Il settore ha enormi potenzialità di crescita, soprattutto in Italia. Sono sempre più numerose le aziende agricole che cercano di applicare le tecnologie digitali all’agricoltura anche se il potenziale inespresso è ancora alto.

Le aziende agricole che utilizzano almeno una soluzione digitale sono già oltre la metà, 4 su 10 ne impiegano due o più.

Prevalentemente parliamo di sistemi informativi gestionali per l’uso intelligente dei dati: Data Analytics, piattaforme o software di elaborazione e Internet of Things, con applicazioni nelle fasi di coltivazione, semina e raccolta dei prodotti in comparti come l’ortofrutticolo, il vitivinicolo e il cerealicolo.

Tuttavia, solo il 3-4% della superficie agricola è coltivata con strumenti 4.0.

In particolare, tra le principali soluzioni applicative nel campo Agritech sono da segnalare:

  • Droni e Satelliti per il precision farming
  • Biotecnologie ed energie green
  • Tecnologie di precisione (Big Data & Blockchain)
  • Packaging intelligente
  • Serre idroponiche
  • Vertical farm

Uno studio condotto dall’Osservatorio Smart Agrifood della School of Management del Politecnico di Milano e del laboratorio Rise dell’Università di Brescia ha fotografato il mercato dell’Agricoltura 4.0 definendo anche la misura del fenomeno: 1,3 miliardi di euro a fine 2020 arrivati a 1,6 miliardi di euro nel 2021. L’incremento è stato guidato dalla spesa nel digitale di macchine e attrezzature nativamente connesse pari al 47% del mercato.

Soluzioni tecnologiche sono usate anche nel settore della tracciabilità alimentare.

I ricercatori segnalano, inoltre, un aumento (6% nel 2021) della superficie coltivata con strumenti di agricoltura 4.0 e una crescente attenzione ai sistemi di analisi dei dati e supporto delle decisioni, confermata dal 26% di aziende agricole che prevede investimenti in questo ambito dell’agricoltura 4.0 per il prossimo futuro.

Tra le maggiori criticità che costituiscono ostacolo allo sviluppo del settore c’è la carenza di competenze tecniche e tecnologiche specifiche. (Fonte Fimap)

L’agritech: uno strumento strategico per le startup

Economia circolare, lotta agli sprechi, razionalizzazione delle risorse e risparmio energetico: le startup agritech coniugano terra e digitale in chiave di sostenibilità.

Gli esempi, l’utilizzo di big data e nutraceutica, cosa è l’agricoltura idroponica e come si stanno diffondendo nuovi modelli di distribuzione.

L’agritech promette di portare innovazione e nuovi stimoli al settore tradizionale dell’agricoltura, da sempre caratterizzato da spinte trasformative. Produrre di più sprecando meno risorse: sembra questa la grande sfida dell’agricoltura del futuro.

A far da cornice allo sviluppo delle startup agritech è infatti l’idea di sostenibilità, con l’economia circolare come grammatica di riferimento, correlata a risparmio energetico, lotta agli sprechi e limitazione dell’impatto sul suolo.

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I nuovi modelli dei prodotti agricoli

Sulla scorta dei gruppi solidali d’acquisto, stanno nascendo startup e mercati che mettono in contatto i consumatori finali con le aziende produttrici, con l’obiettivo di accorciare la filiera e creare meccanismi produttivi solidali ed equi. In molte nazioni sono nati servizi che favoriscono l’incontro tra domanda e offerta, aggirando la distribuzione organizzata.

In Italia il caso più eclatante è quello di Cortilia, che con oltre 30 milioni di euro di fatturato ormai non è più una startup, ma una sorta di alternativa alla grande distribuzione.

Cortilia consegna il cibo direttamente al consumatore, aggregando l’offerta di produttori locali. dopo un’esperienza totalmente online ha attivato una presenza territoriale con negozi fisici, che in un certo senso fanno la concorrenza ai supermercati tradizionali. L’idea è che il chilometro zero nella produzione corrisponda ad un chilometro zero nell’acquisto.

La filosofia del biologico e del chilometro zero permea la mission dei supermercati di Erbert, startup a impatto sociale di Milano. Il format del supermercato come spazio di vendita al consumatore finale è innovato dall’offerta completamente incentrata su prodotti freschi, a filiera controllata, con percorsi per “il mangiar sano” che aiutano a identificare gli ingredienti necessari per piatti gustosi e sani. L’agritech è anche educazione alimentare.

Perché investire nell’Agritech?

In questa era pandemica un settore che si è molto sviluppato e che ha fatto registrare guadagni da capogiro in Borsa è stato quello dell’Agritech.

Si tratta in sostanza di una serie di startup specializzate nell’agricoltura ma che utilizzano sistemi produttivi ad alto contenuto tecnologico, come droni, sensori e software di gestione.

Nell’anno appena trascorso le quotazioni azionarie del settore sono cresciute in media di quasi l’800%, il che dà una valutazione complessiva di oltre 31 miliardi di dollari. Ad attirare il grande afflusso di denaro degli investitori i numerosi accordi fatti con le SPAC, un fenomeno che ha conosciuto un vero boom negli Stati Uniti nel 2020.

Sebbene ci si trovi molto indietro rispetto agli Stati Uniti, in Italia si comincia a muovere qualcosa su questo versante. La strategia del fondo mira a sviluppare alcuni segmenti dell’agricoltura su cui è possibile svolgere un lavoro di elevato profilo tecnologico come la bio-energy, la chimica verde, la trasformazione industriale dei prodotti agricoli e l’e-commerce degli stessi.

Questi passi avanti comunque tendono a consolidare un settore che negli anni passati ha fatto valere una crescita sostenuta e che ora ha portato il mercato italiano dell’Agritech ad avere una quota del 5% a livello globale, terza forza in Europa.

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