Il Bonus Sud è un’agevolazione sotto forma di Credito d’imposta riconosciuto alle imprese che effettuano investimenti in beni strumentali nel Mezzogiorno d’Italia. Una misura volta a far ottenere un bonus fiscale a fronte di nuovi investimenti tecnologici produttivi nel quadro del più ampio piano di transizione verso l’Industria 4.0
L’obiettivo di questa iniziativa è quello di incentivare le piccole, medie e grandi imprese a rinnovare il proprio apparato produttivo.
Questo le aiuterà a sostenere a livello superiore le sfide di un mercato in imminente ripartenza, con ricadute positive a breve ed a lungo termine sull’indotto e sul territorio.
Oltre alla riconfigurazione degli apparati produttivi secondo un profilo moderno, il credito d’imposta per il Mezzogiorno si traduce in una percentuale non indifferente del recupero immediato di parte dell’investimento.
Ne consegue un ritorno in termini di liquidità disponibile. Il tutto usufruendo di una misura garantita dallo Stato che può sostituirsi al bisogno di ricercare finanziamenti o aperture di credito presso i tradizionali canali privati.
Il Bonus Sud Può essere richiesto – anche retroattivamente – per gli investimenti posti in essere dal 1° gennaio 2016 fino al 31 dicembre 2022.
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ToggleBonus Sud: la proroga 2022
È stata approvata la Carta Italiana degli aiuti a finalità regionale 2022-2027 dalla Commissione Europea che grazie anche al DDL Bilancio 2022 aggiorna la normativa per gli aiuti alle imprese su base regionale.
In particolare, questo documento, prevede un nuovo aggiornamento per la normativa che regola il Bonus Sud 2022 ovvero del Credito d’imposta per investimenti in beni strumentali destinati a strutture produttive ubicate nel Mezzogiorno (L. 208/2015).
Il DDL Bilancio 2022 quindi conferma la proroga del Bonus per il Mezzogiorno a tutto il 2022, proprio come era previsto dalla Legge di Bilancio 2021.
Tuttavia, sebbene fosse prevista a livello normativo, la proroga del Bonus Sud al 2022 non era ancora pienamente operativa a comunicazione alla Commissione Europea della proroga del regime agevolativo riguardava solo il 2021.
Una buona notizia quindi per tutti quegli imprenditori che hanno intenzione di sfruttare questi incentivi per riqualificare la propria azienda. Una riqualificazione che sempre più spesso prevede l’installazione di impianti a fonti rinnovabili.
Sostanzialmente si tratta di una proroga al credito per gli investimenti che le imprese realizzano a decorrere:
- dal 1° gennaio 2016 fino al 31 dicembre 2022, per gli investimenti effettuati nel Mezzogiorno;
- dal 7 aprile 2018 al 31 dicembre 2020, per gli investimenti effettuati nei Comuni delle Regioni Lazio, Umbria, Marche e Abruzzo colpiti dagli eventi sismici succedutisi dal 24 agosto 2016;
- dalla data del DPCM istitutivo della Zona economica speciale (ZES) al 31 dicembre 2022, per gli investimenti effettuati nelle ZES (art. 5 D.L. 91/2017).
In tal modo, la proroga del bonus per tutto il 2022, già prevista dalla Legge di bilancio precedente, diviene pienamente operativa.
Bonus Sud: chi sono i beneficiari e quali sono le percentuali spettanti?
Il Bonus Sud può essere richiesto dai soggetti titolari di reddito d’impresa, che effettuano investimenti in beni strumentali da destinare alle aree produttive nelle aree del Mezzogiorno. Beneficiarie sono quindi tutte le imprese, di qualsiasi dimensione e natura giuridica, al di là del settore economico e dal regime contabile adottato. La disciplina esclude però le seguenti categorie:
- Industria siderurgica;
- Carbonifera;
- Costruzione navale;
- Fibre sintetiche;
- Trasporti;
- Produzione e distribuzione di energia e delle infrastrutture energetiche;
- Settore creditizio e finanziario, assicurativo;
- Imprese in difficoltà.
Anche gli enti non commerciali possono beneficiare del credito d’imposta per investimenti nel Mezzogiorno, ma esclusivamente in relazione alla parte dell’attività commerciale eventualmente esercitata.
Il bonus Sud spetta nelle seguenti percentuali:
- 45% per le piccole imprese (costi ammissibili 3 mln),
- 35% per le medie (10 mln) e
- 25 % per le grandi (15 mln).
Opera nella misura del 30, 20 e 10% rispettivamente per le piccole, medie e grandi imprese situate nelle regioni di Abruzzo e Molise.
Nelle Zone ZES, il bonus è commisurato alla quota del costo complessivo dei beni acquisiti entro il 31 dicembre 2022. Nel limite massimo, per ciascun progetto di investimento, di 50 milioni di euro.
Per presentare le domande c’è tempo fino al 31 dicembre 2022, pertanto il bene agevolabile dovrebbe essere consegnato entro tale data. Non importa però che esso entri in funzione entro questi termini, l’importante è essere in possesso della fattura di saldo.
È necessario utilizzare il software dell’Agenzia delle Entrate (CIM17) per presentare la domanda di richiesta del bonus sud 2022.
Una volta ottenuta l’autorizzazione per la fruizione del credito, sarà possibile utilizzarlo a partire dal 5° giorno successivo, esclusivamente in compensazione.
Quali sono i beni agevolabili e gli investimenti ammissibili?
Sono agevolabili tutti gli investimenti classificabili all’interno delle categorie: impianti, macchinari e attrezzatura varia.
Ai fini del credito d’imposta per gli investimenti nel mezzogiorno, oltre ai beni acquistati in proprietà, possono essere agevolati anche i beni acquisiti tramite contratto di locazione finanziaria (restano esclusi dunque i contratti di locazione operativa).
Sono agevolabili altresì i beni costruiti in economia e i beni complessi (purché il costo delle componenti nuove prevalga su quelle usate). Restano in ogni caso esclusi dall’agevolazione i beni usati o ricondizionati.
Gli investimenti ammissibili sono:
- Creazione di un nuovo stabilimento
- Ampliamento della capacità produttiva di uno stabilimento esistente
- Diversificazione della produzione di uno stabilimento esistente per ottenere prodotti nuovi e mai fabbricati
- Cambiamento fondamentale del processo produttivo complessivo di uno stabilimento esistente
In aggiunta, gli investimenti dovranno ricadere all’interno di un progetto d’investimento iniziale ed essere finalizzati all’acquisto di macchinari, impianti o attrezzature varie.
La legge prevede anche che questi beni strumentali siano destinati a implementare strutture produttive già in essere, oppure che siano installate all’interno del territorio individuato dalla normativa.
Bonus Sud 2022: cosa si intende per struttura produttiva
Al fine di beneficiare dell’agevolazione fiscale è fondamentale capire cosa si intende per struttura produttiva. Con questa accezione, l’Agenzia delle Entrate fa riferimento a ogni singola unità locale o stabilimento che risultano localizzati nei territori previsti dalla legge.
Nello specifico, si può fare riferimento anche a rami autonomi d’azienda, oppure a una diramazione autonoma territoriale.
Rientrano inoltre linee produttive o reparti, purché dotati di autonomia organizzativa. In tal senso, è fondamentale che il richiedente sia dotato di autonomia organizzativa, costituendo un centro autonomo di imputazione di costi.
È fondamentale che non rappresenti la parte integrante del processo produttivo dell’unità locale situata nello stesso territorio comunale (ovvero nella stessa azienda) – Fonte: Notizie Ora.
Bonus Sud: quali sono i vantaggi?
Uno dei principali vantaggi del Bonus Investimenti Sud è la possibilità di cumularlo con altre misure previste dal Piano Transizione 4.0 una tra le quali è il Credito d’imposta 4.0.
Infatti, cumulando il credito d’imposta Bonus Sud con il credito d’imposta beni strumentali 4.0, si avrà l’opportunità di recuperare, per un’azienda ubicata in una delle regioni del Mezzogiorno, fino al 95% del costo del bene agevolato (45% credito mezzogiorno e 50% beni strumentali 4.0).
Come funziona il Credito d’imposta beni strumentali 4.0?
Nell’ambito del Piano Transizione 4.0, il Credito d’Imposta Beni Strumentali ha sostituito Iper Ammortamento e Super Ammortamento.
Il Bonus Beni Strumentali 4.0 è un incentivo fiscale che si applica, con aliquote differenti a seconda del tipo di investimento:
- piani di digitalizzazione (prima riconducibili all’iper-ammortamento)
- beni strumentali all’esercizio aziendali (prima riconducibili al super ammortamento)
Credito d’Imposta per beni strumentali materiali 4.0 (ex Iper Ammortamento)
È un bonus fiscale fruibile sugli investimenti effettuati in beni materiali funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale.
Entro il 30 giugno 2026 qualora l’ordine risulti accettato ed il pagamento degli acconti avvenuto per la quota almeno pari al 20% del costo, il credito d’imposta per investimenti in beni strumentali 4.0 è riconosciuto nelle misure del:
- 20% del costo per la quota di investimenti fino a 2,5 mln di euro
- 10% per la quota superiore a 2,5 mln di euro e fino a 10 mln di euro
- 5% del costo per la quota di investimenti superiori a 10 mln di euro e fino al limite massimo di costi complessivamente ammissibili pari a 20 mln di euro.
Credito d’Imposta per beni immateriali 4.0 (ex Super Ammortamento)
Il Super Ammortamento in Beni Immateriali (allegato B L. 232 del 16 dicembre 2016) è stato sostituito nel 2020 dal Credito d’Imposta Beni immateriali per investimenti in servizi e software digitali.
Con la Legge di Bilancio 2022, il credito d’imposta riconosciuto per i beni immateriali come software, sistemi e system integration, piattaforme e applicazioni viene prorogato di un anno, cioè fino al 31 dicembre 2023.
Era previsto per tutto il 2022, e rimane inalterata la percentuale prevista di bonus, il 20%. Il limite massimo di costi ammissibili è di 1 mln di euro.
Per quanto riguarda gli anni successivi, la percentuale deducibile di credito diminuisce:
- per gli investimenti effettuati a decorrere dal 1° gennaio 2024 e fino al 31 dicembre 2024, ovvero fino al 30 giugno 2025, qualora l’ordine di acquisto sia stato accettato ed il pagamento degli acconti avvenuto fino almeno al 20% del costo, viene riconosciuto un credito d’imposta nella misura del 15% del costo nel limite massimo di costi ammissibili pari a 1 mln di euro.
- In riferimento agli acquisti effettuati per il 2025 (con possibilità di trascinamento fino al 30 giugno 2026) l’unica differenza riguarda la percentuale di credito d’imposta riconosciuto: 10% del costo sostenuto sempre con il limite massimo di costi ammissibili pari a 1 mln di euro.
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