Come recuperare gli investimenti con il Credito d’imposta 4.0

Come recuperare gli investimenti grazie al Credito d’imposta 4.0? Domanda lecita per ogni imprenditore che vuole investire sulla propria attività ma al tempo stesso vuole recuperare i soldi investiti.

Facendo un piano previsionale di investimento per il 2022 è giusto prima sapere quali sono le agevolazioni a favore degli investimenti. Sapere anche in quali settori possono essere recuperabili grazie al Credito d’imposta 4.0

Ma prima di andare nello specifico dei settori in cui investire facciamo chiarezza su quello che è il credito d’imposta 4.0 e a chi è rivolto.

Cos’è il Credito d’imposta 4.0 e a chi è rivolto?

Il credito d’imposta 4.0 è una agevolazione per le imprese che investono in beni strumentali materiali e immateriali. Si tratta di un vero e proprio “rimborso” pari a percentuali variabili del costo sostenuto per l’acquisto dei suddetti beni.

Il credito d’imposta 4.0 è rivolto a tutte le imprese cha hanno sede in Italia, incluse le organizzazioni di soggetti non residenti.

In questa definizione sono quindi incluse tutte le imprese, indipendentemente dal settore, dimensione, regime fiscale o forma giuridica.

Sono inclusi tutti i professionisti (esercenti arti e professioni) che effettuino investimenti in beni strumentali (materiali e immateriali) e destinati a strutture anch’esse ubicate in Italia.

Per avere diritto al credito d’imposta 4.0, tuttavia, l’ordine per beni strumentali deve essere accettato dal fornitore o venditore entro il 31 Dicembre 2022.

In che modo? Con un versamento di acconto da parte dell’acquirente pari ad almeno il 20% del costo totale del bene.

L’ulteriore parametro obbligatorio per avere diritti al credito d’imposta 4.0 è quello di essere in regola con tutte le normative e gli obblighi in materia di sicurezza sul lavoro, contributi previdenziali e assistenziali.

Quali sono i requisititi fondamentali per accedere al Credito d’imposta 4.0 e come può essere utilizzato?

Requisito indispensabile per accedere è l’interconnessione al sistema aziendale di gestione della produzione o alla rete di fornitura.

Quando un bene si definisce «interconnesso»?

Nel momento in cui scambia informazioni con sistemi interni (es. sistema gestionale, sistemi di pianificazione, progettazione, ecc.) e/o esterni (es. clienti, fornitori, partner nella progettazione e sviluppo collaborativo, ecc.) per mezzo di un collegamento basato su specifiche documentate, disponibili pubblicamente e internazionalmente riconosciute.

Quando è identificato univocamente, al fine di riconoscere l’origine delle informazioni. In che modo? Mediante l’utilizzo di standard di indirizzamento internazionalmente riconosciuti (es.: indirizzo IP).

 Il Credito d’Imposta 4.0 è utilizzabile esclusivamente in compensazione in 3 quote annuali di pari importo, a decorrere dall’anno di avvenuta interconnessione.

Come recuperare gli investimenti in beni materiali e immateriali

Per sapere come recuperare questo tipo di investimenti e importante distinguere i beni materiali e immateriali che rientrano in questa agevolazione e le percentuali di recupero.

Beni strumentali materiali

Si intendono tali tutti quei beni materiali destinati allo sviluppo e al miglioramento tecnologico dell’azienda in ottica digitale. L’elenco dei beni strumentali materiali che rientrano nel piano di agevolazione credito d’imposta industria 4.0 si trova nell’allegato A relativo alla legge 232 dell’11 Dicembre 2016.

Si tratta, comunque, di beni strumentali computerizzati, o il cui funzionamento è gestito da sensori e azionamenti. Beni acquisti in ambito meccatronico, robotico, delle nanotecnologie, stampa 3D, sviluppo di materiali.

In realtà per essere certi che i beni materiali, ovvero le macchine, acquistati siano eleggibili per l’ottenimento delle agevolazioni, devono essere dotati di:

  • Controllo per mezzo di PLC (Programmable Logic Controller) e/o CNC (Computer Numerical Control);
  • Interconnessione agli altri sistemi informatici della fabbrica;
  • Integrazione automatica con il sistema logistico della rete di fornitura o della fabbrica stessa e/o con le altre macchine del ciclo di produzione della fabbrica;
  • Avere un’interfaccia semplice e intuitiva;
  • Rispondere ai parametri di sicurezza, salute e igiene sul lavoro.

Le macchine devono essere anche dotate di almeno due tra le seguenti caratteristiche:

  • sistemi di controllo remoto (tele manutenzione e/o telediagnosi);
  • monitoraggio continuo dei parametri mediante sensori;
  • integrazione tra macchina/impianto fisico come la modellizzazione e/o simulazione del proprio comportamento;
  • dispositivi e componenti intelligenti per l’integrazione;
  • filtri e sistemi di recupero acqua, aria, olio, polveri, sostanze chimiche con sistemi di segnalazione di inefficienza;
  • integrazione con il sistema di fabbrica con sistema di avvisi o stop.

Come recuperare investimenti su beni materiali grazie al Credito d’imposta 4.0?

Per gli investimenti avvenuti dal 16/11/2020 e entro il 2021 è previsto un credito d’imposta al:

  • 50% per quote d’investimento fino a 2,5 milioni di euro;
  • 30% per quote d’investimento comprese tra 2,5 e 10 milioni di euro;
  • 10% per quote d’investimento comprese tra 10 e 20 milioni di euro.

Sono eleggibili per il credito d’imposta 4.0 con queste percentuali anche gli investimenti effettuati entro la fine di giugno 2022 purché l’ordine sia stato accettato dal venditore e si sia pagato un acconto di almeno il 20% entro il 31 Dicembre 2021.

Per gli investimenti effettuati nel corso del 2022 gli scaglioni rimangono gli stessi, ma le percentuali relative al credito d’imposta diventano:

  • 40% per quote fino a 2,5 milioni;
  • 20% per quote comprese tra 2,5 e 10 milioni;
  • 10% per quote comprese tra 10 e 20 milioni.

Sono eleggibili per il credito d’imposta 4.0 con queste percentuali di aliquota anche gli investimenti effettuati entro il 30 Giugno 2023, purché entro la fine del 2022 l’ordine sia stato accettato dal venditore e sia stato pagato un acconto pari ad almeno il 20% del totale.

Beni strumentali immateriali

Anche per i beni immateriali vige il principio che essi devono essere destinati al miglioramento tecnologico dell’impresa in ottica digitale. Nei beni strumentali immateriali rientrano quindi software, sistemi, piattaforme, applicazioni ecc.

L’elenco dettagliato dei beni strumentali immateriali il cui acquisto dà diritto alle agevolazioni previste dal credito d’imposta 4.0 è consultabile nell’allegato B della legge che regola in materia, ovvero la 232 dell’11 Dicembre del 2016.

È importante notare che dai beni strumentali immateriali non sono esclusi investimenti per progetti formativi o investimenti in ricerca, sviluppo, innovazione e design.

Come recuperare investimenti su beni immateriali o Software grazie al Credito d’imposta 4.0?

Per gli investimenti in beni strumentali immateriali o software effettuati tra il 16 Novembre 2020 e il 31 Dicembre 2022, le imprese hanno diritto a un credito d’imposta del 20% (limite massimo di costi ammissibili di 1 milione di euro).

Sono eleggibili per queste agevolazioni anche gli investimenti effettuati entro il 30 Giugno 2023, purché l’ordine sia stato accettato- e sia stato pagato un acconto pari ad almeno il 20% – entro il 31 Dicembre 2022.

E se al recupero di investimenti su beni strumentali materiali e immateriali ci aggiungiamo ricerca, innovazione e design e Formazione 4.0?

Come recuperare gli investimenti su ricerca innovazione e design grazie al Credito d’imposta 4.0

Il credito d’imposta ricerca e sviluppo, innovazione e design varia dal 10 al 45% e sostiene gli investimenti effettuati dalle imprese in attività di ricerca e sviluppo, in attività di innovazione tecnologica e in attività di design e ideazione estetica.

Le attività di innovazione o di ricerca di nuovi prodotti da parte delle aziende italiane sono premiate da un bonus che può raggiungere fino al 45% delle spese sostenute.

Per il biennio 2021/2022 la legge di Stabilità ha previsto aliquote maggiorate e diversificate in base agli ambiti delle attività di:

  • ricerca fondamentale, ricerca industriale e sviluppo sperimentale in campo scientifico e tecnologico: credito d’imposta del 20% fino ad un massimo di 3 milioni di euro.
  • Innovazione tecnologica finalizzate alla realizzazione di prodotti o processi di produzione nuovi o sostanzialmente migliorati: credito d’imposta del 10% (limite massimo 2 mln di euro) – credito d’imposta del 15% (limite massimo 2 mln di euro) in caso di attività di innovazione tecnologica finalizzate al raggiungimento di un obiettivo di transizione ecologica o di innovazione digitale 4.0;
  • Design e ideazione estetica per la concezione e realizzazione dei nuovi prodotti e campionari nei settori tessile e della moda, calzaturiero, dell’occhialeria, orafo, del mobile e dell’arredo, della ceramica e altri individuati con decreto ministeriale: credito d’imposta del 15% (limite massimo 2 mln di euro).

Il credito d’imposta ricerca e sviluppo è rivolto a tutte le imprese residenti in Italia, incluse le stabili organizzazioni di soggetti non residenti.

Questo indipendentemente dalla natura giuridica, dal settore economico di appartenenza, dalla dimensione, dal regime contabile e dal sistema di determinazione del reddito ai fini fiscali.

Il credito d’imposta ricerca e sviluppo è utilizzabile esclusivamente in compensazione in tre quote annuali di pari importo a decorrere dal periodo d’imposta successivo a quello di maturazione.

Come recuperare gli investimenti fatti su Formazione 4.0

Formazione 4.0 è una delle misure di agevolazione previste dal Piano Nazionale Impresa 4.0 del Ministero dello Sviluppo Economico. L’obiettivo è quello di sostenere il processo di trasformazione tecnologica e digitale delle imprese stimolando gli investimenti dedicati alla formazione del personale dipendente.

Il credito d’imposta fino al 60% è calcolato sul costo lordo aziendale del personale dipendente impegnato in attività di formazione.

Lungo la trasformazione della propria organizzazione verso il modello di Industria 4.0, è possibile recuperare gli investimenti fatti per mantenersi competitivi all’interno del mercato.

Chi sono i beneficiari?

Tutte le imprese residenti nel territorio dello Stato italiano, incluse le stabili organizzazioni di soggetti non residenti, indipendentemente da:

  • natura giuridica;
  • settore economico di appartenenza;
  • dimensione;
  • regime contabile e dal sistema di determinazione del reddito a fini fiscali.

Possono beneficiare di tale agevolazione anche gli enti non commerciali per l’attività commerciale eventualmente esercitata.
Non possono beneficiare dell’agevolazione i professionisti (o, più precisamente, i soggetti titolari di reddito di lavoro autonomo).

Come sono suddivise le aliquote e gli importi dell’agevolazione?

In base al tipo di impresa le aliquote e importi sono così suddivisi:

  • grandi imprese: 30% delle spese ammissibili sostenute nel periodo d’imposta agevolabile e nel limite massimo di 250.000 euro;
  • medie imprese: 40% delle spese ammissibili sostenute nel periodo d’imposta agevolabile e nel limite massimo di 250.000 euro;
  • piccole imprese: 50% delle spese ammissibili sostenute nel periodo d’imposta agevolabile e nel limite massimo di 300.000 euro;
  • lavoratori svantaggiati: 60% delle spese ammissibili sostenute nel caso in cui i destinatari delle attività di formazione rientrino nelle categorie dei lavoratori svantaggiati.

Come avrai capito in questo articolo l’anno 2022 si prospetta molto interessante per gli imprenditori che vogliono effettuare degli investimenti ed ottenere un cospicuo recupero. Per ottenere il 100% è importante mettere in atto un progetto di investimento che abbraccia almeno due dei settori sopra elencati.

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