Cosa vuol dire innovare all’interno di un’azienda? Significa introdurre per la prima volta nel sistema economico nuovi prodotti. Nuovi servizi, processi, modelli di business o migliorare quelli esistenti.
L’innovazione è uno dei principali driver di sviluppo territoriale. È un fattore determinante per il successo di piccole, medie e grandi imprese. Un fattore fondamentale per conquistare la leadership di mercato o recuperare una posizione di svantaggio competitivo.
Cosa vuol dire realmente innovazione? Sì, perché di innovazione se ne parla tanto, ma troppo spesso senza conoscerne il vero significato.
Ciò comporta che molte imprese, spinte dalla voglia di innovare, si buttino a capofitto nella creazione di nuovi prodotti e servizi senza definire una strategia chiara alla base.
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ToggleCosa vuol dire innovare?
Quando si pensa alla parola innovazione, la prima associazione che viene in mente è legata alle grandi invenzioni del passato. Dalla lampadina alle prime macchine da scrivere. Fino alle tecnologie più recenti come smartphone, tablet e assistenti vocali.
Se è vero che quella di prodotto è la forma di innovazione più visibile e maggiormente radicata nell’immaginario collettivo, è anche vero che nuovi prodotti e servizi non sono le uniche forme di innovazione esistenti.
Sono tantissimi gli autori che a tale scopo hanno provato a creare delle classificazioni per inquadrare i fenomeni innovativi. Tra questi Joseph Schumpeter introduce nel suo famoso “The theory of economic development (1934)” ovvero la suddivisione tra innovazione di processo e innovazione di prodotto. cosa vuol dire e quali sono le differenze?
Innovazione di processo e di prodotto
Secondo l’autore, l’innovazione di processo riguarda tutti quei cambiamenti nelle modalità in cui un’impresa svolge le proprie attività. Dalle tecniche di produzione alla logistica, passando per i sistemi informativi, il marketing e la comunicazione.
A titolo di esempio pensiamo alle ricadute che l’introduzione delle prime catene di montaggio o dei primi macchinari computerizzati hanno avuto sull’intero sistema produttivo mondiale.
O ancora, a come i social network abbiano cambiato il modo di comunicare, vendere e promuovere delle aziende.
Contrariamente, l’innovazione di prodotto riguarda il lancio sul mercato di prodotti e servizi completamente nuovi o interventi finalizzati a incrementare la gamma di prodotti esistenti. Ad esempio il lancio dello smartphone, dei primi computer portatili o di tanti degli elettrodomestici che abbiamo in casa).
Nonostante l’innovazione di prodotto sia quella più visibile, entrambe le tipologie rivestono un’importanza fondamentale nel sostegno della competitività di un’impresa.
In molti casi, infatti, le innovazioni di prodotto e di processo sono simultanee e collegate tra loro, tanto che molti autori evidenziano il loro rapporto di complementarità.
Cosa vuol dire processo di generazione dell’innovazione?
L’innovazione non è sicuramente un processo che nasce in modo spontaneo ma viene generato da strategie e processi di management di cui si avvalgono innovatori di successo.
Il processo in cui si genera l’innovazione si può suddividere in 3 fasi:
- Invenzione: in questa fase l’impresa deve sviluppare il maggior numero di idee innovative attingendo a fonti di conoscenza interne ed esterne, che sia la mente geniale del singolo imprenditore (pensiamo ai casi di Elon Musk e Steve Jobs), ma anche dei dipendenti, dei singoli clienti e, perché no, anche dei competitor. Emblematico è il caso di Ikea che deve il suo successo proprio a un dipendente che, non riuscendo a portare a casa una libreria con la propria automobile, la smontò in più pezzi. Una volta generate le idee, il compito dell’azienda è quello di selezionare quelle più promettenti e scegliere quali far accedere alla fase di sviluppo.
- Innovazione: richiede l’investimento di risorse umane e finanziarie per poter sostenere tutte le fasi di sviluppo, dalla costruzione del prototipo alla sperimentazione, fino alla distribuzione al cliente finale.
- Diffusione: rappresenta il processo attraverso cui le idee e i prodotti innovativi si diffondono tra i membri di un determinato sistema sociale. Tale processo può essere influenzato da diversi fattori come il vantaggio relativo, la compatibilità, l’osservabilità dei risultati, così come dalla presenza di costi da sostenere.
Cosa vuol dire innovare all’interno di un’azienda e perché è importante?
Innovare all’interno delle aziende non è più prerogativa esclusiva dei reparti di Ricerca e Sviluppo e Marketing ma dell’intera organizzazione, a tutti i livelli.
Non si parla più soltanto di innovazione di prodotto o del core business, ma di creare, sviluppare e sostenere nuovi modelli di business.
La caratteristica principale delle aziende innovative oggi è la flessibilità dei processi necessaria a sperimentare nuove strategie. In che modo? Riadattandosi velocemente ai cambiamenti e avendo la capacità di rielaborarle in tempo reale, se non si rivelano efficaci.
Innovare sul core business permette di consolidare la propria posizione sul mercato conosciuto mentre investire e innovare realizzando nuovi modelli di business permette di aprire ed esplorare nuovi mercati.
Investire sui processi porta alle imprese vantaggi da molti punti di vista:
- soddisfazione del personale
- miglioramento del rapporto con clienti e fornitori
- aumento dei risultati e del fatturato nel lungo periodo
Cosa vuol dire diventare un’impresa innovativa 4.0 e come posso farlo?
Per diventare un’impresa innovativa bisogna operare sotto due aspetti fondamentali: gli strumenti a disposizione e la cultura aziendale.
La cultura aziendale innovativa è quella che si sforza di pensare alle cose in modo diverso dal solito e di cambiare sempre in meglio i propri processi, senza rimanere rigidi sulle vecchie abitudini.
In questo modo si è sempre pronti a percepire i nuovi bisogni dei clienti e a individuare prima dei competitor le nuove opportunità di business, senza paura di coglierle.
Le tecnologie digitali e gli strumenti innovativi sono l’altro aspetto di cui oggi è impossibile fare a meno in ogni settore di business.
La rivoluzione digitale ha permesso di sviluppare soluzioni integrate e omnichannel e software gestionali che cambiano radicalmente i processi e li rendono più aperti, efficienti, flessibili e versatili. Spesso un buon software gestionale permette alle imprese di pensare bene, individuando i fattori chiave su cui investire.
Ecco tre modi per fare innovazione d’impresa nel modo giusto
Se si vuole guardare al cambiamento e all’innovazione non come a un rischio ma come a un’opportunità è essenziale tenere conto di questi tre aspetti:
Non confondere il miglioramento con l’innovazione. Investire nel miglioramento delle attività esistenti infatti è estremamente positivo e porta ad aumentare l’efficienza aziendale. Però è diverso dal creare veri e propri sistemi di business complementari o alternativi a quelli esistenti.
Fissare step di sviluppo e obiettivi intermedi. Puntare troppo in alto o darsi obiettivi troppo grandi e ravvicinati nel tempo infatti porta a scoraggiarsi e a perdere il fuoco sulle microattività da definire, monitorare e ridefinire affinché l’innovazione vada a buon fine.
Stabilire correttamente i parametri e le metriche di valutazione dell’innovazione, che spesso non può essere misurata in termine di ROI ma magari nel numero di riconoscimenti, brevetti, prodotti innovativi che si riescono a conseguire a fronte dell’investimento di un dato numero di tempo e risorse. Di fatto questi ultimi parametri sono la buona e solita base che poi consentirà all’innovazione di diventare profittevole nel lungo periodo.
Una guida importante all’innovazione all’interno dell’azienda? L’Innovation Manager
Un manager dell’innovazione è prima di tutto una persona con esperienza di azienda. Spesso molto variegata e ricca. Conosce molti settori, ha lavorato in molte realtà dai servizi alla produzione. Ha ricoperto numerosi ruoli dai più bassi ai vertici di un’azienda. Questa ampia esperienza regala al manager dell’innovazione la capacità di leggere la realtà in cui entra con attenzione e umiltà. Ascolta prima di parlare.
Un manager dell’innovazione è anche una persona con competenze complesse.
Sicuramente non è il miglior progettista, non è il miglior programmatore o il miglior esperto di finanza o di organizzazione del lavoro. Ha però le esperienze e le competenze per dialogare senza grossi problemi con tutti i tuoi esperti. Perché il manager dell’innovazione non ha il compito di trovare le soluzioni al posto dei tuoi dipendenti, ha il compito di trovare le soluzioni ottimali che i tuoi dipendenti non vedono.
Il manager dell’innovazione è un facilitatore. Si tratta di una persona in grado di sviluppare ciò che già è presente in azienda, ma che richiede una organizzazione mirata.
Non introduce stravolgimenti, ma sa esaltare le soluzioni e le attività già presenti in azienda, ma che per problemi interni non riescono ad esprimersi.
Il manager sa quindi trasformare gli spazi (elementi senza vita e senza identità funzionale) in luoghi (elementi fisici o temporali con identità e funzioni precise).
Cosa fa l’Innovation Manager?
Il manager dell’innovazione prima di tutto osserva. Si ti sembrerà strano, ma non è possibile introdurre modelli di innovazione in un’azienda senza averne prima compreso appieno le dinamiche e le peculiarità.
La seconda fase di introduzione modelli di innovazione in un’azienda prevede la redazione di un piano di sviluppo aziendale che delinei tutti gli aspetti e le modalità di intervento. In genere questa diviene una vera e propria offerta commerciale dove il manager dell’innovazione presenta il suo piano di lavoro.
Una volta inserito in struttura il manager dell’innovazione si occupa di analizzare o modelli relazionali, i modelli funzionali, il processo produttivo e perfino il layout aziendale (uffici, percorsi, spazi).
Questa analisi permette di affrontare le disfunzioni più eclatanti, le problematiche più diffuse e macroscopiche. Giù questa prima fase comporta spesso notevoli miglioramenti aziendali.
In un secondo momento il manager dell’innovazione inizia ad introdurre elementi realmente nuovi per l’impresa. Inizia a inserire nuove modalità relazionali, ad aggiustare i processi aziendali, ad introdurre elementi di miglioramento delle relazioni interne.
Solo in ultima analisi il manager dell’innovazione guarda fuori dall’azienda e cerca di portare l’innovazione all’esterno.
Che sia semplicemente il sito internet dell’impresa o che vada a modificare sostanzialmente il parco fornitori o le nicchie di clienti a cui l’impresa si rivolge.
Prima cioè consolida processi di creazione di innovazione interni e solo dopo affronta come portarli all’esterno e monetizzarli. Questo perché affrontare nuovi mercati, immettere nuovi prodotti richiede una solida base alle spalle per evitare flop o danni peggiori.
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