Economia circolare: le novità su Ricerca & Sviluppo

La Legge di Bilancio 2019, e in particolar modo il Decreto Crescita, porta con sé importanti novità e agevolazioni fiscali nell’ambito dell’economia sostenibile e circolare.

Prima di approfondire questo argomento vorrei soffermarmi un attimo sulla definizione di economia circolare: quanti di voi sanno di cosa si tratta?

Secondo la definizione della Ellen MacArthur Foundation, economia circolare «è un termine generico per definire un’economia pensata per potersi rigenerare da sola.

“In un’economia circolare i flussi di materiali sono di due tipi. Quelli biologici, in grado di essere reintegrati nella biosfera, e quelli tecnici, destinati ad essere rivalorizzati senza entrare nella biosfera”.

L’economia circolare è dunque un sistema economico pianificato per riutilizzare i materiali in successivi cicli produttivi, riducendo al minimo gli sprechi.

Per contro invece il modello economico lineare ‘take-make-dispose’ si basa sull’accessibilità a grandi quantità di risorse ed energia.

Questo modello è sempre meno adatto alla realtà in cui ci troviamo a operare.

Le iniziative che lavorano per la riduzione delle risorse e dell’energia fossile consumata per unità di produzione, possono ritardare la crisi del modello economico.

Non sono però sufficienti a risolvere i problemi dati dalla natura finita degli stock.

È necessaria passare dal modello lineare a un modello circolare che, dal consumo a fine vita di un prodotto, sappia cogliere ogni opportunità.

Questo servirebbe a limitare l’apporto di materia ed energia in ingresso e di minimizzare scarti e perdite. Bisogna però prestare attenzione alla prevenzione delle esternalità ambientali negative e alla realizzazione di nuovo valore sociale e territoriale.

In poche parole possiamo definire l’economia circolare come un “un nuovo modo di pensare l’economia. Una nuova maniera di immaginare prodotti e processi di produzione virtuosi, poco impattanti, equi e ad alto valore sociale e territoriale”.

Secondo voi ci potrebbero essere agevolazioni correlate alle attività di Ricerca & Sviluppo? Vediamo cosa ne pensa lo Stato italiano.

Economia circolare: 140 milioni per la Ricerca e Sviluppo

economia circolare - Alzarating

Il Decreto Crescita approvato dal Governo (e finalmente pubblicato il 30 aprile anche in Gazzetta Ufficiale) prevede agevolazioni finanziarie per le attività di Ricerca e Sviluppo.

In particolar modo nell’ambito dell’economia sostenibile e circolare.

“ L’articolo 26 del Decreto Crescita introduce agevolazioni finanziarie “a sostegno di progetti di ricerca e sviluppo, finalizzati a un uso più efficiente e sostenibile delle risorse”.

Questo favorisce la transizione delle attività economiche verso un modello di economia circolare, finalizzata alla riconversione produttiva del tessuto industriale”.

Le agevolazioni previste sono di due tipi:

  • Contributo alla spesa e finanziamento agevolato. In particolare, il finanziamento agevolato per una percentuale delle spese e dei costi ammissibili pari al 50% del totale.
  • Contributo diretto alla spesa fino al 20% delle spese e dei costi ammissibili.

Le risorse finanziarie disponibili per la concessione delle agevolazioni ammontano in tutto a 140 milioni di euro.  Circa 40 milioni destinati alla concessione delle agevolazioni come contributo diretto alla spesa: 100 milioni di euro per la concessione delle agevolazioni come finanziamento agevolato.

I beneficiari

Possono beneficiare delle agevolazioni, le imprese e i centri di ricerca che soddisfano determinate caratteristiche:

  • essere iscritti nel Registro delle imprese.
  • Operare in prevalenza nel settore manifatturiero o in quello dei servizi diretti alle imprese manifatturiere.
  • Aver depositato almeno due bilanci dell’attività.

Queste imprese e centri specializzati possono presentare progetti tra loro o con organismi di ricerca, fino a un massimo di tre soggetti co-proponenti.

I progetti congiunti devono essere realizzati attraverso il ricorso allo strumento del contratto di rete. Possono essere utilizzate altre forme contrattuali di collaborazione, come, il consorzio e l’accordo di partenariato.

Caratteristiche e requisiti dei progetti

I progetti di ricerca e sviluppo devono prevedere:

  • spese e costi ammissibili non inferiori a 500 mila euro e non superiori a 2 milioni di euro.
  • Una durata non inferiore a un anno e non superiore a tre anni.
  • Attività di ricerca e sviluppo strettamente connesse tra loro in relazione all’obiettivo previsto dal progetto.

Tutto ciò attraverso lo sviluppo di tecnologie abilitanti relative a:

  • innovazioni di prodotto e di processo per l’utilizzo efficiente delle risorse e di trattamento e trasformazione dei rifiuti. Questo comprende anche il riutilizzo dei materiali in un’ottica di economia circolare o a ‘rifiuto zero’ e di compatibilità ambientale (innovazioni eco-compatibili).
  • Progettazione e sperimentazione di modelli tecnologici integrati per il rafforzamento dei percorsi di simbiosi industriale. Ad esempio attraverso la definizione di un approccio sistemico alla riduzione, riciclo e riuso degli scarti alimentari e al riciclo delle materie prime.
  • Sistemi e strumenti per lo sviluppo delle tecnologie per la fornitura, l’uso razionale e la sanificazione dell’acqua.
  • Strumenti tecnologici innovativi in grado di aumentare il tempo di vita dei prodotti e di rendere più efficiente il ciclo produttivo.
  • La sperimentazione di nuovi modelli di packaging intelligente (smart packaging) che prevedano l’utilizzo di materiali recuperati.

Gli obiettivi dell’economia sostenibile e circolare

La cosiddetta economia circolare punta, attraverso la ricerca e l’innovazione tecnologica, a rendere i processi produttivi più efficienti.

Questo in termini di tempo e di risorse impiegate è meno impattante per l’ambiente.

Inoltre porterebbe ad una riduzione delle emissioni di gas serra, ad un recupero dei materiali e ad una minimizzazione degli scarti.

Il passaggio dall’attuale modello di economia lineare a quella circolare richiede, per le aziende,  un cambiamento delle strategie di Policy e dei modelli di mercato.

Questo serve per salvaguardare la competitività dei settori industriali e il patrimonio di risorse naturali.

Il sostegno alla ricerca e all’innovazione tecnologica costituisce quindi un fattore decisivo per dare impulso a questi cambiamenti.

L’intervento previsto dal Decreto Crescita sarà attivato nell’ambito del Fondo per la crescita sostenibile (Fcs).

Proroga del credito d’imposta saltata

Il Credito d’Imposta per Ricerca e Sviluppo prevedeva fino allo scorso anno, un’agevolazione pari al 50% delle spese per attività di ricerca e sviluppo.

Attività svolte sia all’interno sia all’esterno dell’azienda, con un tetto massimo di 20 milioni di euro.

Poi la Legge di Bilancio 2019 ha introdotto una duplice riduzione di questo beneficio. Il tetto massimo è sceso da 20 a 10 milioni di euro.

La relativa aliquota è passata dal 50% al 25% per diverse voci. Parliamo di costi del personale impegnato nelle attività di Ricerca e Sviluppo e  soggetti ai quali viene commissionato il progetto.

Il Bonus resta del 50% per le spese che riguardano il personale dipendente interno all’azienda direttamente impiegato nelle attività di Ricerca e Sviluppo.

Stessa cosa per i contratti stipulati con università, enti di ricerca, Startup e Pmi innovative quando non appartengono allo stesso gruppo dell’impresa committente.

Nella tua azienda fate Ricerca & Sviluppo?

Dopo aver letto questo articolo pensi di poter rientrare nelle condizioni e nei parametri indicati dalle leggi per poter beneficiare di queste agevolazioni?

Se è un no mi auguro che questo articolo ti possa essere stato utile a livello informativo o, chissà, sullo sviluppo di progetti futuri.

Se è un non lo so posso darti una bella notizia: chi scrive questo articolo è qui per guidare e aiutare gli imprenditori che fanno attività di Ricerca & Sviluppo.

Attività rivolte all’innovazione e alla competitività, che spesso e volentieri vengono sottovalutate.

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