Finanza aziendale: come salvare un’azienda in crisi

La finanza aziendale raccontata attraverso la storia di un imprenditore

Aldo si potrebbe definire un imprenditore nato dalla gavetta. Uno di quelli che si è fatto da solo, costruendo la sua fortuna passo dopo passo. In passato aveva un naturale fiuto per gli affari, un innato pallino per le vendite ed il coraggio tipico degli imprenditori vecchio stile.

La capacità di buttare sempre il cuore oltre l’ostacolo è una caratteristica che non può mancare in chi decide di fare impresa in Italia.

A 19 anni si era trovato nell’aula della sua università a domandarsi cosa diavolo ci facesse lì, realizzando in un attimo che non avrebbe mai ottenuto ciò che desiderava in quel modo.

Era un ragazzo ambizioso e coraggioso e non poteva certo accontentarsi di un posto da dipendente.

Aveva chiacchiera, bella presenza e faccia tosta tipiche del perfetto commerciale e infatti, come molti, iniziò la sua carriera come agente immobiliare.

Molti degli imprenditori che conosco, quelli che non sono i “tecnici” della loro stessa azienda, hanno iniziato la loro gavetta in piccole agenzie immobiliari di città di provincia.

Nel tempo però hanno abbandonato il settore per dedicarsi a nuove e più stimolanti avventure imprenditoriali.

Aldo era uno di questi e aveva deciso presto di mettersi in proprio per costruire la sua impresa insieme alla donna che sarebbe diventata sua moglie.

Decise di lanciarsi, proprio poco prima della grande crisi immobiliare del 2010. Scelse il  fiorente mercato delle forniture di consumabili per ufficio: toner, risme, penne, evidenziatori, ecc.

Era appena cominciata l’era dei cambiamenti più straordinari nella tecnologia delle attrezzature per ufficio. I produttori delle nuove macchine erano alla ricerca dei distributori dei consumabili.

Partito all’avventura con la futura moglie ed altri due soci si era ritrovato subito a gestire la parte commerciale dell’azienda appena costituita.

Forte della sua esperienza passata e spinto dalla voglia di emergere, era riuscito in poco tempo a gestire la sua finanza aziendale e ad acquisire clienti sempre più importanti. Riuscì a generare un volume d’affari impressionante per un’azienda, che al suo massimo, era arrivata a contare 17 persone in organico.

I soldi entravano senza problemi in azienda, i rapporti erano distesi e tutto sembrava andare per il verso giusto, ma … la ricchezza spesso porta all’avidità.

Quando i soci litigano mettono sempre l’ azienda in crisi

I due soci che si occupavano dell’area tecnica e di quella amministrativa iniziarono a fare investimenti ad alto rischio in operazioni immobiliari speculative con la cassa dell’azienda mettendo a rischio la finanza aziendale 

E mentre il rischio degli investimenti era condiviso, i ricavi delle operazioni andate a buon fine venivano ripartiti tra i due personaggi, in gran segreto. Quando Aldo e la moglie scoprirono l’inganno, scoppiò una lite furibonda. Aldo lasciò istintivamente la società senza nemmeno chiedere la liquidazione della propria quota.

Naturalmente l’orgoglio e l’impulso di voler difendere la sua famiglia, dai rischi ai quali era sottoposta, lo portarono a questa drastica scelta.

Avrebbe dovuto ricominciare tutto da zero, doveva trovare i soldi subito ed era molto determinato.

Dopo aver chiesto in prestito i soldi ai suoi genitori e ai suoi suoceri, costituì quella che sarebbe diventata l’azienda di famiglia. Una società grazie alla quale per tanti anni riuscì a far vivere i suoi cari in maniera più che agiata.

Ad un certo punto però il settore di forniture per l’ufficio venne sconvolto da un nuovo cambiamento: il noleggio delle macchine da stampa.

Fu l’inizio della fine.

Ogni anno la sua azienda perdeva circa il 20% del volume d’affari rispetto all’anno precedente in maniera apparentemente inarrestabile.

Se lasci la tua azienda nelle mani di pochi uomini di fiducia, rischi di mandarla in crisi compromettendo la finanza aziendale.

Gli agenti di commercio, che lavoravano sul campo, ed il loro portafoglio clienti, che poteva essere spostato rapidamente da una società all’altra, diventarono l’ago della bilancia per la sopravvivenza delle aziende del settore.

Margini bassi, prodotti indifferenziati acquistabili ovunque e numero di clienti potenziali in calo. Questi  sono elementi che spingerebbero qualsiasi commerciale a cambiare casacca in base alla migliore offerta.

Per questi motivi Aldo vide molti suoi marinai abbandonare la nave, fino ad arrivare ad averne uno soltanto.

Aldo aveva un’azienda così poco strutturata che vendeva prodotti facilmente sostituibili e putroppo, fece un errore che gli costò molto caro.

Decise di affidare la gestione dei rapporti con la clientela ad una sola persona.

Un’azienda che lavora con margini bassi sulle vendite infatti è molto più esposta al rischio. I cali del fatturato possono creare danni irreparabili all’equilibrio finanziario dell’attività.

Putroppo fu proprio quello che successe all’azienda di Aldo.

Sarebbe stata la fine?

Finanza Aziendale: come risanare un’ azienda in crisi di liquidità?

Finanza Aziendale alzarating 90

L’unica strada percorribile è quella di una revisione del modello di business al fine di concentrarlo su vendite con margini più alti.

Non c’è una strada diversa da quella che passa dall’innalzamento dei margini di profitto, se non si vuole fallire.

La ricerca di prodotti a più alto margine di profitto richiede tempo e sforzo.

La verità è che i margini possono essere incrementati, a parità di condizioni, concentrando la propria energia (e investimenti di marketing) su un’unica categoria di prodotti.

Quello della focalizzazione su un unico prodotto è un principio di marketing che si sposa perfettamente con un approccio strategico al risanamento delle aziende.

Una volta testata l’iniziativa, concentrati gli sforzi economici e personali, il valore delle transazioni inizia ad aumentare e, soprattutto, iniziano a lievitare i profitti.

La parte più difficile del cambiamento del modello di business, in situazioni di questo tipo, non è la ricerca di qualcosa di nuovo da vendere.

Questo perchè, probabilmente, non c’è imprenditore che non abbia nel cassetto un progetto potenzialmente più redditizio di quello che sta portando avanti con sudore e lacrime.

Il problema è che oltre a pensare al prodotto da vendere, a riorganizzare l’azienda, a revisionare le procedure e a rivedere le strategie commerciali, bisogna anche fare fronte alla gestione ordinaria.

È meno semplice di quello che si pensi perché il cambio di modello di business deve essere fatto in corso d’opera in quanto l’azienda non si può fermare.

Arriva dunque un’altra domanda fondamentale:

Come finanziare questo cambiamento radicale?

In una condizione di difficoltà finanziaria, questo cambiamento radicale può essere realizzato soltanto in questo modo.

Intervenendo sul debito già accumulato, sulle uscite di cassa previste per il suo rimborso e sugli importi da restituire.

Le banche non danno più soldi ed è necessario ricavarli da quello che si ha già.

Ora, io non posso sapere come sia messa la tua azienda, quale sia la tua particolare condizione.

Quali sono i rischi che corri, che posizioni scoperte hai, che punti di forza potresti usare in una trattativa con i creditori.

Insomma, non conosco i tuoi problemi in particolare, ma quello che posso dirti è che generalmente ci sono molte aree, gestite dall’imprenditore in maniera errata. Io quelle aree le ho studiate, nel corso degli anni,  per sviscerarne i segreti.

Esiste un Metodo che ti consente di:
  • trovare i soldi per finanziare qualsiasi tuo progetto e per espandere l’azienda come desideri. Tutto questo senza chiedere soldi alle banche e senza dunque pagare interessi destinati a mangiarsi i tuoi guadagni;
  • avere a disposizione la liquidità che ti serve, anche quando sei in difficoltà economica e nessuna banca vuole più concederti un euro;
  • costruire la tua azienda su basi solide e cancellare dal tuo futuro l’ombra del fallimento una volta per tutte, riprendendoti la serenità che avevi perso.
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