Queste sono le bellissime parole dette da Renzo Piano durante il suo discorso nella giornata di lunedì 3 agosto 2020, durante l’inaugurazione del Ponte Genova San Giorgio.
Ho voluto riportare qui di seguito le parole più belle del suo discorso, quelle che segnano, la rinascita, l’unione, la solidarietà e la passione che hanno mostrato tutti coloro che hanno contribuito alla costruzione di questo ponte.
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Toggle“Il ponte Genova San Giorgio è figlio di una tragedia e le tragedie non si possono dimenticare”.
Inizia proprio così il discorso di Renzo Piano l’architetto che ha progettato il nuovo ponte Morandi.
Le tragedie si elaborano, si metabolizzano, ma restano imprigionati nelle nostre coscienze. Diventano l’essenza stessa di quello che noi saremo.
In questo posto ci siamo tutti smarriti due anni fa, nello sgomento di una tragedia, e qui oggi ci ritroviamo anche per ringraziare chi ha costruito questo ponte, per l’energia che ci ha messo con rapidità ma senza fretta.
Io ho dato l’idea di un ponte che attraversa la valle, piano piano, quasi chiedendo il permesso.
Come se fosse una nave, un grande vascello bianco che attraversa la valle”.
È proprio qui è uscita la forza di questo straordinario Paese.
Più di mille persone hanno lavorato per ricostruire il ponte Genova San Giorgio, a cominciare dai commissari fino ai più modesti manovali.
Una cosa straordinaria, il più bel cantiere che abbia mai avuto in vita mia. Alla fine di una grande fatica, ciascuno di noi si aspetta una piccola perla come premio.
E che questa piccola perla sia la riconoscenza.
In questa giornata siamo sospesi tra, il cordoglio di quella tragedia e l’orgoglio di aver ricostruito questo ponte.
Questo non è stato un miracolo. È successa semplicemente una cosa bellissima: c’è stata una grande competenza, energia e generosità da parte di tutti, nessuna lamentela, tutti uniti per un unico obiettivo riunire Genova.
Costruire un ponte è un qualcosa di straordinario. Mentre il ponte prende forma, giorno per giorno, nasce un’altra magia che è quella della forza di squadra, del cantiere.
Un cantiere ricco di persone unite, solidali, con la voglia di ricominciare. La gente dimentica le differenze: il colore della pelle, lo statuto. Prevale l’orgoglio, la solidarietà, la voglia di ricominciare, la passione, l’amore nel farlo insieme.
Questo è il vero miracolo.
Riguardo a questo ponte pur essendo l’erede di una tragedia, io gli auguro di essere amato, di essere adottato dalla gente e che diventi, rapidamente parte della loro esistenza quotidiana.
Credo che sarà amato questo ponte perchè è semplice e forte come lo è Genova. Il ponte Genova San Giorgio sarà amato perché gioca con la luce del mare. Dovete sapere che quando si arrivava, e si arriva su questo ponte dal nord si scopre la luce del mediterraneo.
Una poesia bellissima rappresenta questo ponte. La poesia di un poeta che amava Genova, Giorgio Caproni, che ha scritto: Genova di ferro e aria.
Io vorrei che questo ponte fosse visto proprio così: di ferro e aria. Un ponte costruito in acciaio ma forgiato nel vento.
Lunga vita al Ponte Genova San Giorgio!
Proprio così ha terminato il suo discorso Renzo piano, in un tripudio di applausi e commozione, in un giorno, dove Genova finalmente rinasce.
Non dimentica ma rinasce.
A seguito di Renzo Piano è intervenuto il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e voglio riportare qui sotto quelle che secondo me sono le parole più significative di questo discorso.
Il nostro commosso pensiero è rivolto alle 43 vittime e ai loro familiari che con coraggio e tenacia continuano a mantenere vivo e fecondo il ricordo dei loro cari nella memoria collettiva della nostra unità nazionale.
Questo ponte ci restituisce un’immagine di forza e di leggerezza: 18 piloni ben radicati al suolo e 43 lampioni, ognuno per ogni vittima del crollo del ponte Morandi, che si elevano fino a dominare il mare, 43 steli altissimi, che si accenderanno ogni notte….
Per non dimenticare….
Questo ponte è frutto della forza lavoro del genio italico, di questo cantiere che ha lavorato con tenacia, passione e senza sosta.
Una squadra che ha lavorato con competenza, tenacia e fiducia, mossa dalla necessità di reagire alla tragedia e di costruire un’opera che assume il valore di un riscatto.
Il ponte che oggi inauguriamo è figlio di questa forza d’animo e della volontà di ricomporre ciò che è stato spezzato ma anche delle competenze e dei talenti.
Genova deve ripartire e lo fa da qui oggi! Questo ponte è anche il frutto di una collaborazione tra politica, amministrazione, impresa e lavoro.
La rinascita del Ponte Genova San Giorgio ci insegna che si possono raggiungere grandi risultati quando tutte le risorse umane agiscono in sinergia, con spirito collaborativo per perseguire l’interesse comune.
Ringrazio tutti coloro che con competenza e con passione, hanno partecipato alla realizzazione di questo ponte. Nonostante la pandemia, hanno lavorato senza sosta con tenacia e determinazione creando un modello operativo molto efficace nel pieno rispetto delle regole.
Oggi Genova riparte, forte della sua fiera operosità, così come ha fatto in tanti momenti della sua gloriosa storia, confidando soprattutto nella forza del lavoro.
Genova è la dimostrazione che il nostro paese, al contrario di tanti stereotipi, sa rialzarsi, sa affrontare tante difficoltà e sa tornare a correre.
Questo ponte è il simbolo dell’immagine della vita che riprende, della ritrovata unità morale dopo un periodo di profonda crisi.
Mai più – ha detto il governatore Toti – dei nostri concittadini devono morire perché si sbriciola un ponte nel nostro Paese. Non deve accadere mai più.
Dobbiamo fare sì che questo sacrificio non sia stato vano. Oggi le due sponde sono di nuovo collegate e questo ponte segna la strada. E allora rimettiamoci in cammino, per la Liguria e per l’Italia.
Queste invece sono le parole del sindaco di Genova e commissario straordinario per la ricostruzione, Marco Bucci.
Genova ha oggi costruito un modello di successo, Genova e questo cantiere lanciano un messaggio di fiducia e di speranza per il futuro.
Signor Presidente, abbiamo fatto di Genova un modello per l’Italia, noi vogliamo che l’Italia diventi un modello per l’Europa e per il mondo.
Ognuna di queste autorità ha voluto ricordare la tragedia accaduta il 14 agosto 2018, ma al tempo stesso ha voluto dimostrare che uniti ci si può rialzare.
Si può ricominciare, più forti e più uniti di prima.
Non è un caso che questo ponte sia stato portato avanti nonostante la Pandemia perché anche in questo momento di difficoltà, l’Italia e Genova soprattutto, ha voluto dimostrare che con forza, volontà e determinazione le tempeste si superano, non si dimentica ma si cerca di andare avanti più uniti di prima e con la speranza nel cuore.
Un’inaugurazione sobria ma al tempo stesso ricca di emozione e soprattutto commozione specialmente nel momento in cui sono stati letti i nomi delle 43 vittime della tragedia di cui è figlio il nuovo ponte.
L’inaugurazione si conclude con il taglio del nastro tricolore da parte del Presidente Giuseppe Conte affiancato dal Presidente della Regione Toti e dal Sindaco Bucci
E con il Passaggio delle Frecce Tricolori.
Perché ponte Genova San Giorgio?
A chi legge questo nome verrebbe spontaneo pensare che questo ponte è stato dedicato al patrono di Genova. Ma non è così: il patrono di Genova è San Giovanni Battista, le cui reliquie sono conservate nella cattedrale di San Lorenzo, la sua chiesa più importante.
Ma allora perché San Giorgio?
Perché Genova è profondamente legata al cavaliere che uccise il drago, tanto da ‘adottare’ proprio la croce di San Giorgio, rossa su fondo bianco, come vessillo della Repubblica di Genova. Pare che già fosse in uso nel 1096, ed è tuttora presente nel gonfalone ufficiale del Comune e in quello della Regione. La bandiera con la croce rossa e bianca è apparsa anche sul nuovo ponte durante i lavori di costruzione.
Nella tradizione popolare, San Giorgio è rappresentato nell’atto di uccidere un drago.
Secondo la leggenda era un giovane cavaliere che si trovò a passare nella città di Selem, in Libia, dove un mostro terrorizzava la popolazione chiedendo offerte umane per placare la sua fame. Gli abitanti tiravano a sorte tra i propri figli, e un giorno capitò alla figlia del re. Ma quel giorno arrivò il cavaliere, che promise di uccidere il drago se la popolazione si fosse convertita. E così fu.
La fama di san Giorgio e il suo vessillo circolarono in tutta Europa durante le crociate. Nel 1190, poi, l’Inghilterra chiese a Genova il permesso per utilizzare la bandiera rosso bianca per le sue navi. La flotta genovese era così potente che si dice bastasse mostrare le insegne da lontano per evitare gli scontri in mare e gli assalti di pirati. Poi dal 1277, a causa del suo uso sempre più diffuso, la croce di San Giorgio è diventata la bandiera ufficiale dell’Inghilterra, della città di Londra e della marina militare Royal Navy.
Il ponte Genova San Giorgio: non solo un simbolo della rinascita industriale ma anche dell’innovazione
Il ponte Genova San Giorgio è un simbolo del rilancio, dell’innovazione e di una valle che punta a diventare, nei prossimi anni, un importante polo tecnologico.
Un polo che si svilupperà intorno all’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT), che ha sede proprio nei pressi del ponte. Le attività riguarderanno soprattutto il settore della robotica, con la creazione di un hub per la realizzazione di robot.
Un’opera unica in Italia, intelligente, dotata di sensori e robot che ne verificheranno in tempo il reale lo stato di salute.
Un ponte realizzato in tempo record, per dare viabilità a una Regione che vive del traffico merci del porto di Genova. Il ponte San Giorgio ha comunque alcune caratteristiche innovative che, a oggi, lo rendono un unicum nel panorama italiano.
Sarà un’infrastruttura dotata degli ultimi ritrovati tecnologici, tra le prime in Italia, ad adottare sistemi di scansione robotizzata.
L’inaugurazione del ponte Genova San Giorgio ha rappresentato una giornata importante non solo per i Liguri ma per l’Italia intera che ha seguito l’evento sia nelle vicinanze del ponte sia grazie ai Media.
Una giornata che racconta il presente e il futuro di un paese che si rialza, di un paese che cambia pronto ad andare avanti più forte e unito di prima.
Ogni volta che uno di noi attraverserà quel ponte, avrà sicuramente i brividi e un senso di sconforto nel pensare alla terribile tragedia del 14 agosto del 2018 ma al tempo stesso potrà vedere il ponte Genova San Giorgio come un simbolo di speranza, di unione, solidarietà di un’Italia che è caduta più volte ma che sa sempre rialzarsi.