Governance dei dati e finanza sostenibile

Quando parliamo di governance dei dati facciamo riferimento ad una disciplina che ne ottimizzi il valore e favorisca una gestione dei rischi e una riduzione dei costi.

Nello specifico un insieme di processi, ruoli, policy, standard e metriche finalizzato a garantire un uso efficace ed efficiente delle informazioni.

In modo tale che permetta a un’organizzazione di raggiungere gli obiettivi prefissati.

Una strategia di governance dei dati ben concepita è fondamentale per ogni organizzazione che lavora con i big data.

Questo perchè aiuta a definire come l’azienda può trarre vantaggio da processi e responsabilità coerenti e comuni.

Le dinamiche chiave del business evidenziano di che cosa necessitano i dati per essere adeguatamente controllati nella strategia di governance dei dati e i vantaggi previsti dalla sua implementazione. Tale strategia costituirà la base del framework di governance dei dati dell’azienda.

La governance dei dati assicura che i ruoli associati alla gestione dei dati siano chiaramente definiti. Fa in modo inoltre che le relative responsabilità vengano adeguatamente concordate a livello aziendale.

Un framework di governance dei dati ben concepito copre ruoli e responsabilità a livello strategico, tattico e operativo.

Qual è la differenza tra governance dei dati e gestione dei dati?

La gestione dei dati si riferisce essenzialmente alla gestione di tutte le esigenze associate al ciclo vitale dei dati di un’organizzazione. La governance dei dati è l’elemento chiave della gestione dei dati.

Tiene insieme nove altre discipline, come qualità dei dati, gestione dei dati master e di riferimento, sicurezza dei dati, attività dei database, gestione dei metadati e data warehousing.

Quali possono essere i vantaggi della governance dei dati?

Un’efficace strategia di governance dei dati può offrire numerosi vantaggi all’organizzazione, tra cui:
  • Comprensione comune dei dati: la governance dei dati fornisce una visione coerente dei dati e una terminologia comune di riferimento, consentendo alle singole unità aziendali di mantenere la giusta flessibilità.
  • Qualità dei dati migliorata: la governance dei dati crea un programma che assicura accuratezza, completezza e coerenza dei dati.
  • Mappatura dei dati: la governance dei dati offre una comprensione avanzata della posizione di tutti i dati in relazione alle entità chiave, necessaria per l’integrazione dei dati. Come un GPS in grado di rappresentare un paesaggio fisico e aiutare le persone a trovare la propria strada in un ambiente sconosciuto. La governance dei dati rende le risorse dei dati fruibili e più facili da collegare ai risultati di business.
  • Visione a 360 gradi di ciascun cliente e di altre entità di business. La governance dei dati definisce un framework, consentendo all’organizzazione di disporre di una “versione unica della realtà” per entità di business critiche. Consente inoltre di creare un livello di uniformità appropriato tra entità e attività aziendali.
  • Coerenza a livello di conformità: la governance dei dati fornisce una piattaforma per rispondere alle esigenze di regolamenti governativi. Nello specifico il regolamento generale sulla protezione dei dati europeo (GDPR) e il regolamento HIPAA (Health Insurance Portability and Accountability Act) statunitense. Ci sono anche specifici regolamenti del settore quali lo standard PCI DSS (Payment Card Industry Data Security Standard).
  • Gestione dei dati migliorata: la governance dei dati porta la dimensione umana in un mondo altamente automatizzato e basato sui dati. Stabilisce codici di condotta e best practice per la gestione dei dati.

Fa in modo di garantire che tutti i problemi e le esigenze che esulano dall’aspetto strettamente tecnologico, incluse le necessità di carattere legale, di sicurezza e conformità,  vengano affrontati in modo coerente.

La governance dei dati non è facoltativa

Oggi le aziende si trovano a gestire una quantità incredibile di dati su clienti, fornitori, pazienti, dipendenti e altri soggetti.

Se le informazioni vengono utilizzate in modo adeguato per comprendere meglio il mercato e il pubblico di destinazione, l’azienda non potrà che guadagnarne in successo.

La stessa governance dei dati assicura inoltre che tali informazioni siano affidabili, ben documentate e facili da reperire e da accedere all’interno dell’organizzazione. Fa in modo che vengano sempre mantenute protette, conformi e riservate.

Governance e finanza sostenibile

La finanza sostenibile è l’applicazione del concetto di sviluppo sostenibile all’attività finanziaria. L’idea di fondo rimane quella di garantire la “capacità di futuro”. Cioè l’uso razionale delle risorse in modo da non compromettere la capacità delle risorse stesse di continuare a produrre valore nel tempo.

La finanza sostenibile, quindi, si pone l’obiettivo di creare valore nel lungo periodo ma in modo che siano al contempo utili alla società né superino le capacità di carico del sistema ambientale.

Questo la rende diversa dalle operazioni meramente finanziarie.

In termini generali, la finanza sostenibile rientra nell’alveo della più ampia finanza etica. Parliamo di quella finanza che effettua scelte economiche non prevalentemente in base al profitto.

L’integrazione dei criteri di sostenibilità ambientale, sociale e di governance (ESG) nelle strategie d’investimento è una pratica sempre più diffusa tra gli operatori finanziari.

Inoltre, numerose ricerche e analisi empiriche basate sulle prime serie storiche disponibili stanno contribuendo a confutare uno dei pregiudizi più comuni sulla finanza sostenibile.

Applicare filtri ESG alle scelte finanziarie comporterebbe una riduzione dei rendimenti.

Al momento l’interesse della finanza si sta concentrando prevalentemente sui temi ambientali e sulle problematiche legate al cambiamento climatico.

Sostenibile e green sono diventati quasi un sinonimo. Eppure i temi sociali e di buon governo societario rappresentano rischi e opportunità d’investimento significativi per gli investitori responsabili.

Basti pensare ai bisogni generati dall’invecchiamento della popolazione, nel caso della variabile S, all’universo della G.

Ad esempio, i rischi legali e reputazionali in cui incorrono le società di telecomunicazione inadempienti nella gestione della riservatezza dei dati personali degli utenti.

Per non parlare gli scandali legati al domicilio fiscale delle grandi multinazionali. La rilevanza del fattore governance nelle performance degli investimenti è stata dimostrata recentemente da due ricerche condotte sul mercato obbligazionario e azionario.

La prima, realizzata da Banor SIM in collaborazione con il Politecnico di Milano, ha preso in considerazione 536 obbligazioni quotate in Europa. La variabile analizzata è la performance di mercato in funzione del rating ESG dell’emittente nel periodo 2014-2018.

La performance è espressa in termini di rendimento complessivo (o total return) mensile. Nello specifico è un indicatore che tiene conto sia delle cedole, sia di eventuali rivalutazioni o svalutazioni del titolo.

L’attribuzione del rating ESG viene effettuata secondo una metodologia che pesa la rilevanza dei singoli temi ambientali, sociali e di governance.

Questo in base all’attività economica a cui è associato il titolo: per esempio, l’impatto ambientale è particolarmente cruciale per un’azienda energetica. La sicurezza dei dati è invece fondamentale per il mercato delle comunicazioni digitali.

Il risultato è che i rendimenti tendono a essere più elevati per i titoli ad alto rating ESG. La spiegazione è che gli investitori percepiscono come meno rischiosi questi titoli, che quindi aumentano di prezzo.

La seconda ricerca è stata condotta da La Financière de L’Echiquier e si concentra sull’analisi delle performance di borsa di circa 500 aziende in nove anni (2010 – 2019).

La selezione è basata sul rating ESG, che ha portato a individuare una fascia ad alta valutazione (“TOP 40”) e una a bassa valutazione (“FLOP 40”).

Lo studio conferma che gli investimenti in imprese ad alto punteggio ESG consentono di conseguire performance superiori rispetto a quelle che si classificano come mediocri. Tra TOP 40 e FLOP 40 la differenza di prestazione cumulata sui nove anni è pari a 2,3 volte (191,7% contro 83,5%).

Rilevate queste evidenze, lo studio passa a verificare se uno o più criteri ESG considerati singolarmente possono essere più incisivi degli altri sulla performance aziendale.

Sono stati quindi identificati portafogli ad alta, media e bassa valutazione rispetto a ciascuna delle tre componenti ESG.

Dalla comparazione dei dati è emerso che i tre pilastri della sostenibilità generano valore nel lungo periodo anche presi singolarmente.

Tuttavia, l’effetto è maggiore quando sono combinati. In ciascuna delle tre aree i portafogli con la valutazione maggiore sono anche i più performanti, ma la migliore prestazione settoriale (quella social) rimane leggermente inferiore a quella del TOP 40 (189,7% contro 191,7%).

Tra le tre variabili, la governance risulta la più influente. Il portafoglio con la valutazione più bassa genera la performance peggiore rispetto a tutti quelli identificati.

La differenza nella performance annuale media tra rating più alto e più basso all’interno dello stesso settore ESG è la più significativa, con circa 13 punti percentuali.

Equità nella remunerazione, indipendenza dei consigli di amministrazione, diversità di genere nei quadri dirigenziali.

Queste tematiche attirano sempre più l’attenzione degli investitori responsabili.

Coloro che si impegnano per influenzare positivamente le buone pratiche aziendali anche attraverso iniziative di engagement.

Le evidenze empiriche sulla rilevanza dei temi G nei rendimenti contribuiscono a dimostrare che una buona direzione di regole e processi di controllo è cruciale per la sostenibilità sia finanziaria, sia non finanziaria di una società.

Al tempo stesso, una gestione non oculata della governance potrebbe comportare rischi non solo di carattere immateriale, ma anche economico-finanziario.

Vuoi approfondire queste tematiche e saperne di più?

Ti invito a partecipare all’evento che si terrà a Roma, il 12 dicembre 2019,  presso la “ Pontificia Università Urbaniana” in via Urbano VIII, 16.

Tratteremo questi argomenti e tutto quello che riguarda la “Sicurezza Partecipata”, verso un modello di dialogo globale per la sicurezza del mondo 4.0. 

Qui sotto trovi il tuo invito: non devi fare altro che stamparlo e partecipare all’evento: Alzarating ha in serbo per te un’altra sorpresa!

Governance dei dati - alzarating
Inoltre puoi prenotare la tua consulenza gratuita con un esperto in materia del Team di Alzarating, lasciando i tuoi dati direttamente nel form qui sotto.
Saremo felici di darti le giuste direttive per proiettare la tua azienda verso un futuro improntato sulla finanza sostenibile.

 

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