I Big Data visti da un bambino e la sua evoluzione

“I Big Data raccontati da un bambino. Mario, imprenditore informatico, rimase senza parole, quando Andrea, nonostante la sua giovane età, chiese al padre se dopo la scuola poteva passare i pomeriggi con lui in azienda avere a disposizione un PC e internet”

Tranquillo mio caro imprenditore, non voglio rifilarti una favola per bambini, ma ti chiedo un po’ del tuo tempo per leggere questa storia, il motivo lo capirai da solo.

Andrea, 12 anni, naturalmente concetto dei Big Data ancora sconosciuto, ma la sua curiosità per i l’informatica e per internet, era fuori dalla normalità.

La gran parte dei suoi coetanei, amava giocare a calcio o ancora meglio quando il tempo non  permetteva di uscire, stavano ore e ore sui videogiochi, quasi una sorta di dipendenza.

Andrea amava giocare con loro, ma allo stesso tempo appena poteva, correva in biblioteca e stava ore e ore su libri d’informatica, e se andava dagli amici chiedeva di poter utilizzare il loro Pc e faceva ricerche su ricerche.

Gli amici pensavano che Andrea fosse matto; sempre sul Pc a studiare, a fare ricerche invece di giocare, ma erano presi dai loro videogiochi, e lo lasciavano fare.

INTERNET NEGLI ANNI NOVANTA

Negli anni novanta si cominciava sicuramente a parlare d’informatica, internet.

Su questi concetti, Mario, il padre di Andrea, aveva costruito la sua fortuna, una piccola azienda nel Comasco, ma ben strutturata.

Ingegneri informatici, programmatori, progettazione di software; servizi molto richiesti perché nelle aziende era già tutto informatizzato.

Si bloccava un computer, un programma, un sistema, l’accorrere di questi specialisti per le aziende, era una salvezza.

Natale si avvicina e Mario non vede l’ora di sapere cosa il suo ometto desiderasse come regalo.

Andrea era il suo unico figlio, sua moglie aveva lottato anni per averlo, ci avevano quasi rinunciato, ma come le cose più belle, arrivano quando meno te lo aspetti.

In una delle poche mattine in cui Mario poteva concedersi un po’ di tempo prima di andare al lavoro, mentre stavano facendo colazione, si rivolse a quella testa arruffata e pensierosa.

“Andrea, sentiamo un po’, cosa vuoi per Natale? Ho visto dei nuovi video giochi devono essere spettacolari; andiamo insieme a vederli dopo la scuola che ne dici?”

“Papà” disse Andrea “non preoccuparti, so quanto sei preso con il lavoro, manca una settimana, ci penseremo”.

Mario rimaneva sbalordito della maturità di quel figlio; nonostante l’età, quando lo sentiva parlare, ragionava quasi come un adulto.

Visto il ribelle che era stato Mario da giovane, pensava tra se, avrà sicuramente preso da sua madre.

Però Mario all’idea del Natale, voleva sapere i desideri di suo figlio; cosa avrebbe dato per entrare in quella testolina.

Ormai con la storia di Babbo Natale non ci provava quasi più, Andrea era troppo sveglio, aveva smesso di crederci tempo fa.

“Su figliolo dai, ci sarà qualcosa che desideri, i tuoi amici stanno tempestando di richieste i loro genitori, già da un mese, sarò anche un padre impegnato però mi piace realizzare anche i tuoi piccoli desideri”.

“Voglio un PC, internet e passare i pomeriggi con te in azienda!!” Rispose Andrea deciso e determinato.

Il padre non credeva a quelle parole, Andrea era cosi piccolo, ma allo stesso tempo così affascinato dal mondo dell’informatica e desideroso di sapere.

“Questo è il tuo desiderio? Sicuro che non ti annoierai?”

“Quello non è un posto per bambini. Guarda che se entri con me in azienda, ti metto sotto a lavorare eh, si fa seriamente!!!”, disse il padre scherzando, ma per assurdo quelle parole illuminarono gli occhi di Andrea.

Come se avesse appena ricevuto il più bel regalo di Natale, in anticipo di una settimana!

La risposta di Andrea, come se avesse appena superato il primo dei suoi colloqui fu; “bene!! Quando inizio??

Mario sempre più allibito delle richieste del figlio e allo stesso tempo preoccupato, pensava; “dove lo sistemo? In ufficio con me, riunioni, viaggi e quando non ci sono? Mica posso lasciarlo in azienda da solo??”

Alla fine si fece forza e gli rispose: “mi dai un paio di giorni per organizzarmi e lunedì pomeriggio si comincia che ne dici?” Andrea gli butto le braccia al collo e non la smetteva di ringraziarlo.

Mario, però non sapeva quello che stava succedendo; quel piccoletto, con il suo ingresso in azienda stava gettando le basi per il suo futuro, sarebbe diventato il migliore degli informatici.

ANDREA E LA SUA PIU’ GRANDE PASSIONE; L’INFORMATICA.

Passano gli anni, Andrea studia e si diploma a pieni voti, sceglie come facoltà ingegneria informatica, ma la cosa strepitosa è che non perde un pomeriggio, in azienda con il padre.

Mario spesso e volentieri si sofferma a guardare suo figlio, ormai uomo, mentre prende decisioni insieme agli altri informatici; guarda, studia, visiona, progetta.

Lo vide entrare anni fa, quasi pensando di levargli un capriccio.

Inizialmente aiutato da quella santa della sua segretaria, che spesso e volentieri lo teneva con se in ufficio.

Anche lei spesso e volentieri si soffermava a guardarlo; piccolo ma allo stesso tempo così deciso e determinato.

Il piccolo Andrea con il suo computer;  passava le ore su internet a fare ricerche a leggere, quasi come Google fosse diventato il suo Guru.

Chi avrebbe mai detto che quel ragazzetto sarebbe arrivato a gestire tutta la rete informatica, i servizi di quell’azienda, fino alla programmazione e alla realizzazione di software.

Siamo nel 2011, Andrea, sempre super informato, legge di una fiera ad Hannover, in Germania, la più importante fiera di tecnologia dell’informazione.

Nel pieno dei suoi anni universitari e della sua carriera in azienda, sente una sorta di attrazione per quell’evento e chiede al padre di accompagnarlo.

Fu per loro un grande evento, perché in occasione di quella fiera, venne pronunciato, per la prima volta in tedesco, Industria 4.0.

 ERA LA NASCITA DELLA QUARTA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE. 

Siamo nel 2018, Mario  festeggia i suoi 70 anni, in azienda con la sua famiglia e suoi dipendenti; in quello stesso giorno annuncia orgoglioso che a prendere le redini della sua azienda è Andrea.

Quel piccoletto era entrato in quell’azienda quasi per gioco, però allo stesso tempo, era cosi affascinato da quel mondo e così sicuro di quello che sarebbe stato il suo futuro.

ANDREA E I BIG DATA

Eccoci qui, nel pieno di Industria 4.0, si parla di digitalizzazione, interconnessione, automazione e naturalmente BIG DATA.

Esattamente di cosa stiamo parlando?

Negli anni Andrea partendo da Google e passando le ore a navigare si è fatto una cultura sull’argomento senza quasi saperlo. Big data (“grandi dati” in inglese), è un termine adoperato per descrivere l’insieme delle tecnologie e delle metodologie di analisi di dati massivi.

Il termine indica la capacità di estrapolare, analizzare e mettere in relazione un’enorme mole di dati eterogenei, strutturati e non strutturati, per scoprire i legami tra fenomeni diversi e prevedere quelli futuri.

Per poter parlare di big, data il volume dei dati deve essere correlato alla capacità del sistema di acquisire le informazioni, così come arrivano dalle differenti sorgenti dati che sono adoperate.

Quindi, un sistema diventa big quando aumenta il volume dei dati e allo stesso tempo aumenta la velocità/flusso di informazioni che il sistema deve poter acquisire e gestire per secondo.

Ora ti svelo una triste verità.
Andrea non esiste, insieme a Mario e alla sua azienda ma INDUSTRIA 4.0, I BIG DATA, quelli si che sono reali.

Ti sei arrabbiato? Pensi che ti abbia fatto perdere tempo? Dimmi la verità, pensavi per caso a tuo figlio mentre leggevi questo articolo?

Magari è ancora piccolo, gioca ancora alla playstation e non pensa lontanamente al suo futuro, ma ha una gran fortuna, vive già nell’era della 4° rivoluzione industriale, nell’era dei Big data.

Dimmi che per un po’ non ti sei rilassato leggendo tutto questo, dimmi che non ti sei immedesimato in quel padre, pensando orgoglioso a quello che potrebbe essere il futuro di tuo figlio.

Se questo articolo ti desse la possibilità di avere un’azienda, a tua disposizione, che potrebbe svolgere un’attività di raccolta e analisi di dati a beneficio del business e dell’attività produttiva.

Ricorda che avere un’azienda produttiva e competitiva sul mercato è segno di benessere finanziario, del tuo benessere finanziario e del futuro di tuo figlio.

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