Il Know How Aziendale: come valorizzarlo e proteggerlo

Il Know How aziendale è una cosa fondamentale in quanto risulta essere una delle risorse più importanti per il proprio livello di competizione sul mercato.

Per avere successo è necessario sia saperla gestire all’interno dell’organizzazione, sia saperla valorizzare e metterla a disposizione di tutti i propri colleghi.

L’obiettivo del Knowledge Management è quello di creare un sapere diffuso all’interno dell’organizzazione che comprende le persone, i processi e le tecnologie.

Da qui nasce l’esigenza di attuare delle specifiche strategie che mirino soprattutto alla condivisione interna del know how.

Questo perché quando parliamo di conoscenza non ci riferiamo solo a quella esplicita (che si può definire e immagazzinare più facilmente).

Parliamo anche a quella implicita o tacita, che caratterizza le persone e il loro “saper fare” e quindi più complicata da riconoscere e gestire.

Ma cos’è il Know How aziendale?

Il know how aziendale è l’insieme di conoscenze e competenze che si hanno in un’attività commerciale e/o industriale. Il sapere e le abilità operative essenziali per svolgere alcune attività lavorative.

Essendo una conoscenza non materiale, è davvero difficile quantificarla e di conseguenza, valorizzarla.
Bisogna dunque, far sapere che conoscere alcuni argomenti, saper spaziare in tematiche che per alcuni possono sembrare sconosciute.
Nell’era del digital, dove si commercializzano lavori più mentali che manuali, è diventato essenziale dare una definizione di questi beni importanti per il lavoro del futuro.
Il termine know how  è più usato in termini aziendali.

La sua traduzione letterale è ‘saper fare‘.

In parole povere, il know how sono le competenze, le licenze, i diritti d’autore, che una persona o un’azienda deve possedere nel proprio bagaglio di conoscenze ed esperienza personale e professionale, per svolgere un lavoro o un compito.

Dunque, il produrre, il creare, l’elaborare, il progettare è un lavoro non meno faticoso di un altro che si può toccare con mano.

Come detto anche all’inizio saper valorizzare il Know How aziendale rappresenta anche un vantaggio competitivo.

In pratica, se un’azienda ha un vantaggio competitivo, ha qualcosa che piace ai consumatori ma altre aziende non hanno.

Talvolta è difficile trasmettere il know-how ad altri lavoratori in quanto è conoscenza che può includere formule, schemi o tecniche specifici.

Questa difficoltà è legata principalmente all’esperienza e ad alcune pratiche utilizzate in quella organizzazione.

Il termine know-how dunque è un importante fattore di produzione, in quanto implica abilità e conoscenze accumulate. In alcuni casi, può anche implicare segreti commerciali.

Quali categorie appartengono al Know How?

il know how aziendale viene suddiviso in quattro categorie principali:

• know-how tecnologico. Sviluppo e realizzazione dei prodotti e dei relativi procedimenti di ottenimento. Il know-how tecnologico può originarsi attraverso una o più fasi. che possono essere sia empiriche che sperimentali. Questo avviene attraverso l’utilizzo di tutte le informazioni acquisite a livello teorico, di laboratorio, commerciale etc.

• Know-how commerciale. È l’insieme delle informazioni che un’azienda possiede in relazione ai prodotti, alle loro modificazioni o messe a punto. Agli adattamenti richiesti dai clienti o da tipologie di clienti, agli usi a cui sono destinati e alla loro resa. Questo tipo di know-how deriva dalle attività di marketing, di assistenza ai clienti. Dalla catalogazione dei risultati ottenuti a seconda del tipo di cliente, dell’ambiente ove il prodotto viene utilizzato e di tutti gli altri fattori che possono influire sul prodotto e sugli utenti o acquirenti dello stesso.

• Know-how finanziario. È l’insieme delle informazioni poste a supporto dell’attività gestionale ed in particolare dell’attività commerciale. Informazioni che comprendono tutte le metodologie atte a rendere finanziariamente più conveniente l’acquisto del prodotto da parte di terzi.

• Know-how strategico. È l’insieme di quelle informazioni che caratterizzano particolarmente l’azienda nei confronti delle aziende concorrenti. Questo tipo di know-how si identifica nella politica aziendale tesa alle collaborazioni come per la ricerca, la costituzione di società miste, utilizzazione o creazione di laboratori finalizzati.

Il complesso di conoscenze che caratterizza il know how aziendale non è generalmente protetto da una tutela brevettuale, sia perché spesso non è brevettabile, sia perché il titolare ha scelto di non porlo sotto questo tipo di tutela.

Come posso valorizzare il Know How della mia azienda?

Spesso basta avere capitale in abbondanza ed essere introdotti in un settore per riuscire a costruire una azienda che sia vincente sul mercato a lungo. Cos’è che manca? Semplice, mancano quegli elementi spesso intangibili che fanno la differenza ovvero che creano il vantaggio competitivo. In altre parole il Know How.

Un vero e proprio asset intangibile, il patrimonio dell’azienda più prezioso ma spesso poco tutelato e gelosamente custodito.

Il sapere però resta tale quando è semplicemente frutto dell’esperienza ed è impresso nella testa e nelle mani di chi lo ha sviluppato negli anni.

Diventa Know how quando è patrimonio aziendale ed è quindi replicabile e tramandabile, non vincolato ad una o più specifiche persone.

La prima domanda che affrontiamo in azienda è capire se il know how c’è davvero. Risposta non scontata perché il perimetro non è di netta ed univoca definizione.

Il know how deve avere valenza giuridica e deve consentire all’azienda di difendersi e far valere il proprio vantaggio competitivo.

Una volta identificato, bisogna renderlo replicabile e trasferibile, quindi, va decodificato e trascritto in appositi manuali, procedure, formule, matrici, tabelle, e similari.

A questo punto, bisogna metterlo in cassaforte: se il know how è presente allora bisogna capire come è gestito da punto di vista della tutela e della segretezza.

Bisogna quindi costruire una architettura tecnologica e contrattuale adeguata alla sua difesa e protezione. Solo al termine di questo processo, un generico sapere diventa davvero un asset intangibile. Tutelabile.

Opportunità e vantaggi

Una buona gestione del know how aziendale offre alcune importanti opportunità come ad esempio:

  • La possibilità di costruire un modello organizzativo volto alla protezione ed alla tutela del vantaggio competitivo, creando consapevolezza di ciò che distingue l’azienda e la rende vincente ma che, al contempo, va protetto e custodito gelosamente.
  • Creare cultura aziendale introducendo un concetto poco conosciuto, utile a far porre l’attenzione sugli elementi che non appartengono al passato, bensì al futuro, e che andranno protetti e tutelati.
  • Imparare a sviluppare innovazioni di processo e di prodotto decodificando le esperienze e traducendole in patrimonio aziendale sin dalla loro nascita.

I vantaggi invece sono:

  • Dare una rappresentazione completa dell’azienda e della sua forza a favore di investitori, banche e soci. Il know how può essere iscritto a bilancio ed è a tutti gli effetti un’immobilizzazione al pari dei macchinari e delle attrezzature o del capannone. Non si svaluta anzi cresce all’aumentare del vantaggio competitivo che rappresenta, anche grazie agli sforzi in innovazione e ricerca e sviluppo
  • Inserire il know how a bilancio rafforza il patrimonio netto ed ha effetto sul rating aziendale, contribuendo così ad abbassare il costo finanziario del denaro, generando risparmi.
  • Sfruttare le norme sulla rivalutazione
  • Può essere conferito ad una società destinata a raccogliere tutti gli intangibili come brevetti e marchi, che può pagare royalties a favore dei soci e dell’azienda. Le royalties incassate potrebbero beneficiare della norma sul Patent Box per ridurne il carico fiscale. 
  •  Proteggersi da dipendenti infedeli e competitor, garantendo la continuità del business proteggendolo da minacce esterne e interne, così come richieste dal nuovo Codice per la Crisi d’Impresa.

Come fare una valutazione economica del Know How

A livello europeo il know-how è definito dal Regolamento CE n.2790/1999 come “un patrimonio di conoscenze pratiche non brevettate, derivanti da esperienze e da prove eseguite dal fornitore, patrimonio che è segreto, sostanziale ed individuato”. Ciò significa che questo insieme di conoscenze e di abilità operative non sono generalmente di facile accesso (carattere di segretezza), devono essere fondamentali per l’uso, la vendita o la rivendita di un determinato bene o servizio (carattere di sostanzialità) e devono essere descritte in modo chiaro e completo proprio per poter verificare se esse rispondano a criteri di segretezza e sostanzialità.

Fin qui tutto chiaro ma sorge spontanea una domanda: come si può fare una valutazione economica del know-how se il più delle volte sorgono dubbi e problemi anche a livello interpretativo?

In realtà esistono alcuni metodi di valutazione delle cosiddette risorse immateriali ed essi si possono dividere in due grandi classi: i metodi empirici ed i metodi analitici.

I primi si fondano sul principio di comparazione e dunque sull’osservazione dei prezzi di mercato di beni simili mentre i secondi si basano su un approccio di tipo reddituale-finanziario e dunque stimano il valore del know-how in base ai costi sostenuti, rendimenti attuali e rendimenti futuri di questo tipo di risorsa.

Andando più nel dettaglio la valutazione economica del know-how può essere realizzata per scopi ed obiettivi diversi ed è molto importante anche per i casi di contenzioso che possono sorgere in seguito ad una serie di circostanze.

Ecco i metodi utilizzati nella stima del know-how:

1. Metodo royalties presunte che l’impresa dovrebbe corrispondere se il know-how non fosse di sua proprietà;

2. Metodo del reddito incrementale ovvero il cosiddetto premium price o surplus in termini di valore che il know-how è in grado di conferire ad un determinato prodotto;

3. La stima del costo sostenuto concerne l’individuazione dei principali costi sostenuti per creare la risorsa immateriale (costi di ricerca e sviluppo, consulenze legali, tasse, etc…) ma ha il grande limite di non tenere conto della variazione del potere d’acquisto avvenuta nel corso del tempo;

4. La stima del costo di riproduzione che costituisce un’evoluzione del metodo precedente perché considera i costi che dovrebbero essere sostenuti nel momento in cui viene effettuata la valutazione per riprodurre il know-how di cui si può disporre in quel momento;

Quali sono gli strumenti a favore in merito alle agevolazioni fiscali?

Gli strumenti a favore del Know How aziendale sono molti e differenziati: la legge di Bilancio 2020 ha infatti previsto la sua possibile rivalutazione in bilancio, il Bonus innovazione prevede tra le voci ammissibili gli asset intangibili, e ancora il già presente Patent box. Senza dimenticare la facoltà di capitalizzazione con risvolti positivi in ambito di Rating.

Detto questo avrai capito quanto è importante il tuo Know How aziendale e soprattutto quanto è fondamentale ottimizzarlo, valorizzarlo e proteggerlo.

Se vuoi confrontarti con degli esperti in materia su questo argomento compila il form qui sotto e prenota la tua consulenza gratuita, avrai così l’opportunità di:

  • Innovare l’approccio di gestione al know how aziendale e portare nella tua azienda innovazione culturale, organizzativa e tecnologica.
  • Diffondere la cultura del “knowledge sharing” e aumentare le capacità e le competenze dei tuoi colleghi, aumentando produttività e competitività aziendale.
  • Individuare migliorare e ottimizzare la gestione delle conoscenze aziendali “critiche” che sono importanti per raggiungere i tuoi obiettivi di business.

Se hai delle domande o desideri ulteriori informazioni, compila il nostro modulo di contatto.

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