Investimenti nel 2021 in beni strumentali: ecco gli incentivi

Investimenti nel 2021 in beni strumentali: Grazie al rifinanziamento della Nuova Sabatini con ulteriori 300 mila euro le aziende che vorranno investire acquistando beni strumentali avranno un notevole sostegno da parte del MISE.

Questo garantirà una boccata d’ossigeno alle casse delle PMI che vogliono fare investimenti nel 2021 in strumentazioni all’avanguardia, nuovi servizi e nel tempo, anche al probabile nuovo inserimento di personale.

Investimenti nel 2021 e Nuova Sabatini: cos’è e a chi si rivolge

La “Nuova Sabatini” è l’agevolazione messa a disposizione dal Ministero dello Sviluppo Economico con l’obiettivo di facilitare l’accesso al credito delle imprese e accrescere la competitività del sistema produttivo del Paese.

La misura sostiene gli investimenti nel 2021 per acquistare o acquisire in leasing macchinari, attrezzature, impianti, beni strumentali a uso produttivo e hardware, nonché software e tecnologie digitali.

Grazie a questi fondi, le imprese possono potenziare nuovi settori e prevedere degli investimenti che garantiranno nel medio o lungo periodo, anche l’assunzione di unità lavorative in azienda.

Possono beneficiare dell’agevolazione le micro, piccole e medie imprese (PMI) che alla data di presentazione della domanda:

  • sono regolarmente costituite e iscritte nel Registro delle imprese o nel Registro delle imprese di pesca;
  • non si trovano in condizioni tali da risultare imprese in difficoltà;
  • sono nel pieno e libero esercizio dei propri diritti, non sono in liquidazione volontaria o sottoposte a procedure concorsuali;
  • non rientrano tra i soggetti che hanno ricevuto e, successivamente, non rimborsato o depositato in un conto bloccato, gli aiuti considerati illegali o incompatibili dalla Commissione Europea;
  • sono residenti in un Paese estero purché provvedano all’apertura di una sede operativa in Italia entro il termine previsto per l’ultimazione dell’investimento.

Sono ammessi ai finanziamenti della Nuova Sabatini tutti i settori produttivi, inclusi agricoltura e pesca, a eccezione dei seguenti:

  • attività finanziarie e assicurative;
  • attività connesse all’esportazione e per gli interventi subordinati all’impiego preferenziale di prodotti interni rispetto ai prodotti d’importazione.

Come funziona la Nuova Sabatini?

Al funzionamento della Nuova legge Sabatini partecipano tre soggetti differenti, oltre all’impresa:

  • Il MISE – Ministero dello Sviluppo Economico: l’istituzione che gestisce (e ha più volte rifinanziato) la misura. È il Ministero a erogare il contributo a fondo perduto che riduce l’interesse del prestito richiesto dall’azienda per acquistare i beni.
  • CDP – Cassa Depositi e Prestiti: l’istituto che mette a disposizione delle banche le risorse economiche per erogare i finanziamenti concessi.
  • Gli intermediari finanziari convenzionati: banche o società di leasing che hanno aderito alla convenzione tra il Ministero per lo Sviluppo Economico, l’Associazione Bancaria Italiana e Cassa Depositi e Prestiti. In Forza della convenzione, gli intermediari finanziari si rendendosi disponibili a erogare i finanziamenti della Nuova legge Sabatini. 

Nel funzionamento della Nuova legge Sabatini è coinvolto anche il Fondo di Garanzia per le Piccole e Medie Imprese: su richiesta, il fondo può emettere una garanzia a copertura dell’80% del finanziamento.

I ruoli di ciascun soggetto sono definiti nel dettaglio dalle circolari che illustrano le procedure per ottenere l’agevolazione. L’iter inizia quando un’azienda presenta richiesta di finanziamento e domanda di accesso al contributo a uno degli istituti intermediari convenzionati.

La Nuova Sabatini è una misura snella, veloce e molto richiesta: a fronte di un interesse per l’agevolazione mai diminuito nel tempo, le banche si sono attrezzate. Oggi tra gli intermediari finanziari autorizzati ci sono i principali istituti di credito italiani, ma anche tante banche piccole o medio-piccole a carattere locale.

Prima di iniziare la procedura è sempre una buona idea contattare l’istituto. In questo modo, l’impresa può anticipare l’intenzione di richiedere un finanziamento e illustrare il progetto che intende attuare. Così facendo, è anche più facile ottenere assistenza dai funzionari, che spesso danno indicazioni di massima all’azienda per la corretta compilazione dei documenti.

Cosa finanzia?

I beni finanziabili devono essere nuovi e riferiti alle immobilizzazioni materiali per “impianti e macchinari”, “attrezzature industriali e commerciali” e “altri beni”.

In questa ultima voce, rientrano le spese classificabili nell’attivo dello stato patrimoniale alle voci B.II.2, B.II.3 e B.II.4 dell’articolo 2424 del Codice Civile, come declamati nel principio contabile n.16 dell’OIC (Organismo italiano di contabilità), nonché a software e tecnologie digitali.

Non sono in ogni caso ammissibili le spese relative a:

  • terreni e fabbricati;
  • beni usati o rigenerati;
  • immobilizzazioni in corso e acconti.

Gli investimenti devono soddisfare i seguenti requisiti:

  • autonomia funzionale dei beni, non essendo ammesso il finanziamento di componenti o parti di macchinari che non soddisfano tale requisito;
  • correlazione dei beni oggetto dell’agevolazione all’attività produttiva svolta dall’impresa.

Come Fare domanda?

La domanda di agevolazione alla Nuova legge Sabatini si presenta compilando un modulo in pdf scaricabile dal sito del MISE.

Nella prima parte del modulo vanno indicati alcuni dati generali. Tra questi:

  • il nome e la PEC dell’intermediario finanziario a cui si presenta la richiesta;
  • i dati anagrafici dell’impresa e della persona che firmerà digitalmente la domanda (di solito si tratta del legale rappresentante);
  • l’indirizzo della sede legale dell’impresa e della sede aziendale dove avverrà l’investimento (ovviamente, possono anche coincidere);
  • la persona di contatto interna da contattare in merito alla pratica di finanziamento in corso.

La sezione seguente chiede di indicare l’ammontare totale dell’investimento e quello del finanziamento richiesto. Le cifre vanno suddivise tra investimenti ordinari e investimenti in tecnologie avanzate. Devono essere indicati anche la data di inizio e la data di fine previste per la realizzazione del progetto.

Investimenti nel 2021 in beni strumentali: come funziona il Credito d’imposta

Partiamo dal fatto che questo Credito d’imposta Supporta e incentiva le imprese che investono in beni strumentali nuovi, materiali e immateriali, funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale dei processi produttivi destinati a strutture produttive ubicate nel territorio dello Stato.

Ricordiamo che la Manovra 2020 ha cambiato forma agli incentivi per chi investe in beni strumentali nuovi destinati a strutture produttive ubicate nel territorio dello Stato. In che modo? Sostituendo super e iper-ammortamento con un nuovo credito d’imposta “misurato” in base alla tipologia dei beni agevolabili.

Lo sconto fiscale riguarda gli investimenti effettuati dal 1° gennaio al 31 dicembre 2020 ovvero fino al 30 giugno 2021 a condizione che, entro il 31 dicembre 2020, l’ordine risulti accettato dal venditore e siano stati pagati acconti per almeno il 20% del costo di acquisizione. 

L’ammontare del credito d’imposta varia in relazione alla tipologia di investimenti: beni strumentali materiali tecnologicamente avanzati, beni strumentali immateriali funzionali ai processi di trasformazione 4.0, altri beni strumentali materiali.

La Manovra 2021, invece, ha prorogato fino al 31 dicembre 2022 il credito d’imposta per beni strumentali, andando a ritoccare aliquote e massimali per il biennio 2021-2022.

L’incentivo si applica agli investimenti effettuati dal 16 novembre 2020 e fino al 31 dicembre 2022, oppure entro il 30 giugno 2023, a condizione al 31 dicembre 2022 il relativo ordine risulti accettato dal venditore e sia avvenuto il pagamento di acconti in misura almeno pari al 20% del costo di acquisizione.

Investimenti nel 2021 in beni strumentali: a chi si rivolge il Credito d’imposta?

Tutte le imprese residenti nel territorio dello Stato, incluse le stabili organizzazioni di soggetti non residenti, indipendentemente dalla natura giuridica, dal settore economico di appartenenza, dalla dimensione, dal regime contabile e dal sistema di determinazione del reddito ai fini fiscali.

Il credito d’imposta per gli investimenti in altri beni strumentali materiali tradizionali è riconosciuto anche agli esercenti arti e professioni, ai soggetti aderenti al regime forfetario, alle imprese agricole ed alle imprese marittime.

Sono escluse le imprese in stato di liquidazione volontaria, fallimento, liquidazione coatta amministrativa, concordato preventivo senza continuità aziendale, altra procedura concorsuale. Sono inoltre escluse le imprese destinatarie di sanzioni interdittive ai sensi dell’articolo 9, comma 2, del decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231.
La fruizione del beneficio spettante è subordinata alla condizione del rispetto delle normative sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e al corretto adempimento degli obblighi di versamento dei contributi previdenziali e assistenziali a favore dei lavoratori.

Cosa prevede nel dettaglio?

L’agevolazione prevede un credito d’imposta con aliquote e massimali di spesa distinti sul costo di acquisizione in relazione alle diverse tipologie di beni agevolabili come:

  • Beni materiali nuovi strumentali 4.0: Macchinari e attrezzature controllate da sistemi computerizzati (es. macchine laser, macchinari d’imballaggio e confezionamento, impianti robotizzati, ecc.);
  • Beni immateriali nuovi strumentali 4.0: Software, sistemi e system integration, piattaforme e applicazioni (es. 3D, industrial analytics, big data, cybersecurity, cloud computing, software gestionali, ecc.);
  • Beni ordinari (materiali e immateriali): Macchinari ed attrezzature (es. muletti, carrelli elevatori, pale meccaniche, forni, piani di lavoro, celle refrigerate, ecc.);
  • Per ognuno dei beni di cui sopra, l’aliquota e l’investimento massimo agevolabile è differente in base alla tipologia di bene ed al periodo di effettuazione. 

Nello specifico, per Beni:

  • materiali ordinari (interventi effettuati tra il 16/11/2020 e il 31/12/2021): è elevabile dal 10% al 15% in caso di Smartworking fino a 2.000.000€;
  • materiali ordinari (interventi effettuati tra il 01/01/2022 e il 31/12/2022): al 6% fino a 2.000.000€;
  • immateriali ordinari (interventi effettuati tra il 16/11/2020 e il 31/12/2021): elevabile dal 10% al 15% in caso di Smartworking fino a 1.000.000€;
  • immateriali ordinari (interventi effettuati tra il 01/01/2022 e il 31/12/2022): 6% fino a 1.000.000€;
  • Beni materiali 4.0 (interventi effettuati tra il 16/11/2020 e il 31/12/2021) al
    • 50% fino a 2.500.000€;
    • 30% da 2.000.000€ a 10.000.000€;
    • 10% da 10.000.000€ a 20.000.000€;
  • Beni materiali 4.0 (interventi effettuati tra il 01/01/2022 e il 31/12/2022) al
    • 40% fino a 2.500.000€;
    • 20% da 2.500.000€ a 10.000.000€;
    • 10% da 10.000.000€ a 20.000.000€;
  • Beni immateriali 4.0 (interventi effettuati tra il 16/11/2020 e il 31/12/2021): al 20% fino a 1.000.000€.

Per i beni di cui sopra, sono inclusi gli investimenti effettuati entro il 30/06 dell’anno X+1 validamente prenotati (ordine accettato dal venditore e pagamento di acconti almeno pari al 20% del costo di acquisizione del bene) entro il 31/12 dell’anno X.

Il credito d’imposta, come detto in precedenza, è utilizzabile principalmente in compensazione.

In questo caso è distribuito in tre quote annuali di pari importo a decorrere dall’anno di avvenuta interconnessione (per i beni di cui agli allegati A e B della L. 232/2016) e in un’unica soluzione a decorrere dall’anno di entrata in funzione per i beni “ordinari”.

Il credito d’imposta beni strumentali è soggetto a comunicazione al MISE e non concorre alla formazione del reddito nonché della base imponibile dell’imposta regionale sulle attività produttive.

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