Investimenti nel Mezzogiorno entro il 2019

Il “credito di imposta per gli investimenti nel mezzogiorno” viene istituito dall’articolo 1, commi da 98 a 108, della legge 28 dicembre 2015, n. 208 (legge stabilità 2016).

Questo tipo di agevolazione fiscale favorisce le imprese che effettuano l’acquisizione di beni strumentali nuovi.

Questi beni sono destinati a strutture produttive ubicate nelle zone assistite delle regioni: Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Molise, Sardegna e Abruzzo.

Stiamo parlando degli investimenti realizzati dal 01/01/2016 e fino al 31/12/2019.

Con la legge 27 febbraio 2017, n. 18 (pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 49 del 28 febbraio 2017), di conversione del decreto-legge 29 dicembre 2016, n. 243, sono state apportate modifiche alla previgente normativa per gli investimenti realizzati a far data 01/03/2017.

La misura del credito d’imposta dipende dalla dimensione del soggetto (classificabile come piccola, media o grande impresa in relazione alle variabili dipendenti/fatturati/totale di bilancio).

Tale misura è stata variata ed ampliata con la “seconda versione” dell’agevolazione, a far data dal 01.03.17.

L’ammontare massimo di ciascun progetto di investimento è pari a 3 milioni di euro per le piccole imprese, a 10 milioni per le medie imprese e a 15 milioni per le grandi imprese.

Secondo la circolare n. 12/2017, nel caso in cui l’investimento abbia avuto inizio prima del 1 marzo 2017 e si sia concluso successivamente, i nuovi limiti trovano applicazione per l’intero progetto d’investimento.

La norma non prevede un importo minimo dell’investimento da realizzare, né all’interno di ciascun anno interessato, né complessivamente, con riferimento all’intero programma di investimento.

Come fruire del credito d’imposta

Il credito d’imposta viene attribuito in relazione agli investimenti realizzati a decorrere dal 1° gennaio 2016 fino al 31 dicembre 2019.

Per fruire del credito d’imposta, i soggetti interessati o i loro incaricati devono presentare all’Agenzia delle Entrate un’apposita comunicazione, esclusivamente in via telematica.

Devono indicare i dati degli investimenti agevolabili e quelli del credito d’imposta di cui intendono usufruire.

L’autorizzazione o meno a tale fruizione verrà poi comunicata dalla stessa Agenzia delle Entrate mediante ricevuta anch’essa telematica.

Destinatari di tale beneficio sono tutti i soggetti titolari di reddito d’impresa, individuabili in base all’articolo 55 del TUIR n. 917/1986.

Soggetti che, indipendentemente dalla natura giuridica assunta, effettuano nuovi investimenti destinati a strutture produttive situate nelle aree ammissibili.

Modalità di utilizzo del credito d’imposta

Le imprese beneficiarie possono utilizzare il credito:

  • soltanto in compensazione ai sensi dell’art. 17 D.Lgs. 9 luglio 1997 n.241;
  • presentando il modello 9 di pagamento F24 esclusivamente tramite il servizio telematico Entratel o Fisconline, pena il rifiuto dell’operazione di versamento;
  • a partire dal quinto giorno successivo alla data di rilascio della ricevuta attestante la fruibilità del credito (cd. correttezza formale) e nei limiti dell’importo maturato in relazione agli investimenti già realizzati al momento della compensazione.

Il codice tributo da utilizzare è il 6869, sezione Erario, colonna “Importi a credito

compensati”.

Il campo “anno di riferimento” va valorizzato con l’anno di sostenimento dei costi, nel formato AAAA.

L’ammontare del credito utilizzato in compensazione, anche in più soluzioni, non può eccedere l’importo risultante dalla ricevuta dell’Agenzia delle Entrate, pena lo scarto del modello F24.

Il credito d’imposta in esame può essere fruito annualmente senza alcun limite quantitativo e, pertanto, per importi anche superiori al limite di 250.000 euro

Inoltre è applicabile ai crediti d’imposta di natura agevolativa.

Novità 2019, bonus investimenti Sud: cos’è come funziona e quando spetta

Bonus Sud - Alzarating

Il bonus investimenti Sud 2019 è un’agevolazione fiscale che prevede un credito di imposta per le imprese che investono in beni strumentali.

Il bonus Sud 2019 spetta a soggetti titolari di impresa che effettuano investimenti in beni strumentali. 

Tali investimenti devono essere destinati alle aree produttive con sede in una delle seguenti regioni del Mezzogiorno: Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Molise, Sardegna e Abruzzo.

Pertanto possono accedere al bonus investimenti Sud ed ottenere il credito d’imposta per l’acquisto di nuovi beni strumentali, le imprese di qualsiasi natura giuridica e dimensione.

A prescindere dal settore economico e dal regime contabile adottato, fatta eccezione dei seguenti settori:

  • industria siderurgica, carbonifera costruzione navale;
  • settore delle fibre sintetiche dei trasporti e delle relative infrastrutture;
  • produzione e distribuzione dell’energia e infrastrutture energetiche;
  • settore finanziario, assicurativo e imprese in difficoltà.

Ricordo inoltre che i beni strumentali nuovi acquistati con il bonus investimenti Sud 2019 devono essere destinati a strutture produttive nelle regioni del Mezzogiorno.

Possono inoltre beneficiare del credito d’imposta anche gli enti non commerciali soltanto per la parte dell’attività commerciale eventualmente esercitata.

Requisiti beni agevolabili

I requisiti principali che deve possedere un bene per essere agevolabile sono:

  • essere durevole;
  • essere utilizzato come strumento di produzione nel processo lavorativo dell’impresa.
A quanto ammonta il credito d’imposta?

In base alla circolare dell’Agenzia delle Entrate, la 12/E del 13 aprile 2017, sul nuovo bonus investimenti Sud, le aliquote del credito d’imposta aggiornate sono le seguenti:

  • 45% per le piccole imprese;
  • 35%per le medie imprese ;
  • 25% per le grandi imprese.
Perché effettuare investimenti nel Mezzogiorno?

Perché da recenti analisi effettuate dalla Banca d’Italia, risulta che il Sud rappresenta un mercato di sbocco fondamentale della produzione nazionale, pari a oltre un quarto di quella del Centro-Nord.

Oltre tre volte il peso delle esportazioni negli altri Paesi della Ue.

Inoltre, circa il 40% della spesa per investimenti al Sud attiva la produzione nel Centro-Nord.

Ciò vuol dire che il Paese intero si deve affiancare, in modo duraturo e non estemporaneo, alla produzione delle regioni meridionali.

In caso contrario il Paese intero rischia di non seguire il ciclo positivo internazionale.

Detto questo appare evidente che per le aziende che decidono di investire al Sud, e dunque sull’intera economia economia italiana, si prospetta un futuro di crescita e visibilità.

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