Investire in una startup: vantaggi e incentivi fiscali

Investire in una startup comporta la valutazione di molti elementi. Le start-up sono delle aziende in fase embrionale con prospettive di crescita molto elevate.

Nel nostro Paese si è pienamente consolidata l’idea che l’innovazione tecnologica e lo sviluppo siano l’una fondamentale all’altro nella realizzazione di un’economia all’avanguardia in grado di concorrere con quella del resto del mondo.

Investire sul mondo delle imprese innovative significa credere che il progresso sia un qualcosa di necessario ed indispensabile.

Dare un’opportunità agli innovatori di tutto il mondo (giovani o “vecchi”, che siano) significa offrire altrettante opportunità di miglioramento al sistema circostante ed innalzare la qualità della vita delle persone.

Ma cos’è una startup?

È una organizzazione temporanea creata con lo scopo di trovare un modello di business scalabile e ripetibile.

Temporanea, ripetibile, scalabile. La sacra trinità che identifica una startup. Qualsiasi azienda non rispetti questi criteri, non può essere definita startup, non riceverà investimenti da venture, non diventerà un business globale in pochissimo tempo. Che è, alla fine, tutto quello che conta nel mondo delle startup.

Temporanea, ripetibile, scalabile: cosa vuol dire con precisione?

Temporanea significa che non può rimanere per sempre una startup. O diventerà un business enorme, magari pure quotato (alla Google, per intenderci), o fallirà. 

Ripetibile significa che se ha funzionato oggi, può funzionare anche domani. Implementa un’idea di business strutturale. Come un motore di ricerca.

Ed infine scalabile, il vero fulcro della definizione: può, a livello astratto, diventare un business globale dove i ricavi, in potenza, possono crescere molto più in fretta dell’aumento dei costi.
Si intuisce quindi perché tecnologia e startup vadano a braccetto: la tecnologia (Internet in particolare) è quella cosa meravigliosa che consente di avere costi marginali ridottissimi a fronte di ricavi potenzialmente infiniti, in poco tempo.

Perché investire in una startup

Investire in startup ha senso per ben tre motivi:

  • sono previsti incentivi e agevolazioni fiscali;
  • il profitto è potenzialmente molto più alto di qualsiasi altro strumento finanziario;
  • puoi effettivamente contribuire alla crescita e allo sviluppo del paese e del mondo del lavoro.

Che ruolo ha l’investitore?

Il ruolo primario e, se vogliamo, scontato dell’investitore è quello di finanziare un progetto imprenditoriale. Dargli, in poche parole, ciò di cui ha bisogno per crescere. Ovviamente non solo, soprattutto qualora decidessi di fare l’investitore tradizionale o, ancora di più, il/la business angel.

In questi due casi infatti è possibile, come investitore, offrire alla startup il tuo network, le tue competenze e darle un supporto concreto. Potresti quindi essere protagonista attivo, anche, egoisticamente parlando, per assicurarti che il tuo investimento venga gestito correttamente.

Investire in una startup: quali sono gli incentivi?

Gli investitori di una start up innovativa possono godere di specifiche agevolazioni fiscali, a regime o temporanee.

Tali agevolazioni si sostanziano in detrazioni dall’Irpef, deduzioni dall’Ires o nell’esenzione dalla tassazione sulle plusvalenze realizzate. Per usufruire della detrazione Irpef o della deduzione Ires il contribuente dovrà correttamente compilare la dichiarazione annuale dei redditi.

L’incentivo all’investimento consiste in:

  • per le persone fisiche, una detrazione dall’imposta lorda Irpef pari al 30% dell’ammontare investito, fino a un massimo di 1 milione di euro, e pari al 50% per i primi 100.000 € investiti;
  • per le persone giuridiche, deduzione dall’imponibile Ires pari al 30% dell’ammontare investito, fino a un massimo di 1,8 milioni di euro.

La fruizione dell’incentivo è però valida solo se l’investitore parteciperà nella startup innovativa per un minimo di tre anni.

Gli incentivi valgono sia per investimenti diretti che indiretti tramite OICR (Organismi di Investimento Collettivo del Risparmio, ovvero equity crowdfunding) o altre società specializzate nell’investimento in startup innovative.

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Investire in una start up: le tre fasi di avvio

Quando si decide di investire in una start up, è necessario valutare in quale fase di vita si trova la start up sulla quale abbiamo deciso di puntare.

Una start up appena avviata, infatti, attraversa differenti fasi, che possono portare con sé differenti tipologie di opportunità e altrettante tipologie di rischio per coloro che decideranno di investire in quella determinata azienda in fase di avvio.

In ogni caso, investire in una start up, soprattutto se si sceglie di farlo nelle primissime fasi, può essere non solo molto gratificante, ma anche molto remunerativo se l’azienda riuscirà a decollare.

Ecco le fasi di avvio di una startup

Nella prima fase di vita, la start up non ha ancora un prodotto o servizio da proporre, né entrate stabili. Di solito, in questa fase, gli investimenti sono rappresentati da risparmi degli startupper, che si rivolgono anche a prestiti bancari, ma nella maggior parte dei casi utilizzano come capitale di avvio fondi propri, o utilizzando capitali forniti da amici e parenti.

Si tratta di solito di somme di denaro abbastanza ristrette, che gli startupper utilizzano per validare l’idea o per fare ricerche di mercato, in modo da poter successivamente dimostrare agli investitori che l’idea funziona e che ha mercato.

La seconda fase è quella in cui la start up viene presentata ai business angels, di solito privati che abitualmente investono in società in fase di avvio.

Sono i business angels che si preoccupano di solito di fornire i primi finanziamenti alle start up, con fondi limitati. Trattandosi comunque di una start up che, arrivata a questa fase, ha compiuto le proprie indagini di mercato, i business angels hanno un potenziale di guadagno già molto elevate (anche se, come vedremo nel prossimo paragrafo, è in questa fase che si presentano rischi elevati di perdita).

La terza fase è quella in cui gli startupper avranno già stilato un business plan solido e strategico, e si possiedono le proiezioni future. Si tratta della fase meno rischiosa, nella quale anche le società di Venture Capitals prendono parte agli investimenti; ma, come tutti gli investimenti legati alle start up, non è una fase esente da rischi.

Come investire in start-up

L’investimento in questa tipologia di aziende innovative può essere fatto in tre modi.

Il primo modo per investire è tramite l’utilizzo di piattaforme di equity crowdfunding. L’utilizzo di queste piattaforme permette di raccogliere fondi tramite il coinvolgimento di tante persone. Il vantaggio principale di queste piattaforme è la possibilità di minimizzare lo sforzo necessario ad investire in queste aziende e la selezione di progetti validi. Ogni piattaforma di crowdfunding prima di pubblicare una campagna sui propri portali conduce un’attività di screening di queste idee.

Il secondo modo per investire in start-up è tramite i venture capital. I venture capital sono degli investitori istituzionali che investono in startup e pmi acquisendo quote societarie. Il fondo di venture capital tende ad esercitare un elevato controllo sulla start-up.

Il terzo e ultimo modo per raccogliere investimenti è tramite i business angel. I business angel sono persone fisiche e giuridiche che entrano in gioco durante le prime fasi della startup e possono essere considerati come investitori qualificati. Molto spesso i business angel sono degli investitori loro stessi e hanno le competenze per riconoscere.

Come ogni investimento quello in start-up richiede studio e pratica. Come pratica non è priva di rischi, ma i possibili guadagni possono essere molto elevati rispetto alle altre forme di investimento comuni.

Investire in una startup: quali sono i rischi e quali i vantaggi

La maggior parte delle start up, purtroppo, non riesce a superare le fasi iniziali. Dunque, chi decide di investire in una start up deve esserne consapevole: c’è un rischio concreto di perdere tutti i propri soldi. Le start up che riescono ad affermarsi, per contro, possono garantire un ritorno economico molto elevato.

I rischi principali dell’investire in start-up sono:

  • elevato rischio di fallimento a causa della natura incerta delle start-up e quindi il rischio di perdere tutto il denaro investito;
  • bassa liquidità dell’investimento perché rischia di essere complicato vendere le proprie quote se non si realizza un’exit o un‘IPO.

Investire in start up, insomma, non può dare alcuna sicurezza iniziale, ed i propri capitali possono essere facilmente perduti: tuttavia, anche se secondo le stime nove start up su dieci non riescono ad affermarsi, c’è sempre una start up su dieci che invece ci riesce.

E, per quelle che riescono, i guadagni possono diventare enormi.

Investire in una startup: Vantaggi

Investire in una startup può dare agli investitori i seguenti vantaggi:

  • la possibilità di conseguire elevati profitti se si è in grado di selezionare i giusti progetti tramite la possibile exit, con relativa acquisizione da parte di un’altra società, o la distribuzione degli utili ai soci che è possibile solo dopo alcuni anni o in caso di rinuncia allo status di startup innovativa e relativa perdita di benefici fiscali;
  • la diversificazione degli investimenti e quindi l’investitore dovranno affiancare a questo tipo di investimenti altri a più basso rischio o diversificare tra diverse startup selezionando altri settori in modo da limitare in misura maggiore il rischio;
  • le detrazioni fiscali previste per persone fisiche e giuridiche;
  • avere un impatto positivo sull’economia tramite la creazione di nuovi posti di lavoro e il supporto in spese di ricerca e sviluppo.

In definitiva, può essere conveniente investire in una start up?

Non esiste in realtà una risposta univoca a questa domanda, in quanto tutto dipende dalle circostanze, non solo relative alla start up, ma anche all’investitore.

Il potenziale di perdita è molto alto, ma potrebbe anche rivelarsi l’affare più remunerativo al quale l’investitore abbia mai partecipato.

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