La fase 2 e le aziende: come evitare il lockdown

La fase 2 ha segnato un nuovo capitolo per l’Italia dopo il Lockdown. Si riparte con regole ben precise. Una vera e propria riorganizzazione delle modalità di espletamento delle prestazioni lavorative, un ripensamento delle modalità di trasporto, nuove regole per le attività commerciali”.

Ma cosa si potrà fare, durante la fase 2, dopo settimane di lockdown?  Cosa cambierà nell’ambito lavorativo?

Si raccomanda negli ambienti dove operano più lavoratori contemporaneamente, soluzioni innovative come il riposizionamento delle postazioni, l’introduzione di barriere separatorie (pannelli in plexiglass, mobilio, ecc.).

Per gli spazi comuni, comprese le mense aziendali, i punti di ristoro e gli spogliatoi, i servizi igienici, deve essere prevista una ventilazione continua degli ambienti.

Ci deve essere una turnazione nella fruizione nonché un tempo ridotto di permanenza all’interno degli stessi, naturalmente con adeguato distanziamento.

Devono essere limitati al minimo indispensabile gli spostamenti all’interno dell’azienda.

È raccomandata anche l’adozione di “orari scaglionati e laddove possibile, prevedere una porta di entrata ed una di uscita dedicate”.

Si esclude la possibilità di fare riunioni nelle aziende e negli uffici. Si favorisce l’attività da remoto.

In alternativa deve essere garantita la distanza di sicurezza.

Fase 2: nelle aziende locandine e strumenti di prevenzione

Stando alle indicazioni degli esperti, nelle aziende devono essere affissi poster e locandine sulle misure di igiene personale.

L’azienda metterà a disposizione idonei mezzi detergenti per una raccomandata frequente pulizia delle mani.

Va garantita la pulizia giornaliera dei locali, degli ambienti, delle postazioni di lavoro e delle aree comuni nonché la sanificazione periodica.

Fase 2: misure di supporto per smart working

La modalità di smart working sarà comunque consigliata per quei lavoratori che possono gestire da remoto la propria attività.

A patto però che siano garantite, come evidenzia il rapporto Inail, misure di supporto per la prevenzione dei rischi connessi a questa tipologia di lavoro.

In particolare fornendo assistenza nell’uso di apparecchiature e software nonché degli strumenti di videoconferenza.

Bisogna garantire il supporto ai lavoratori che si sentono in isolamento e a quelli che contestualmente hanno necessità di accudire i figli.

Controllo della temperatura corporea agli ingressi dei posti di lavoro

Potrebbero essere previsti strumenti di misurazione della temperatura corporea. Nel caso di febbre oltre i 37,5° C, non sarà consentito l’accesso ai luoghi di lavoro.

Le persone in tale condizione saranno momentaneamente isolate e fornite di mascherine. Non dovranno recarsi al pronto soccorso o nelle infermerie di sede ma contattare il proprio medico curante.

Fase 2: il vademecum strategico per le aziende

Queste sono le regole fondamentali per riaprire in sicurezza. Ora andiamo a vedere com’è possibile ripartire evitando il lockdown per le aziende e tornare ad una vita più o meno normale.

E così finalmente dopo un lungo periodo di reclusione e di incertezze sul futuro abbiamo riaperto. 

È stata dura sia psicologicamente che economicamente, ma ce l’abbiamo fatta.

Tutti indossiamo le mascherine. Tutti ci laviamo spesso le mani e abbiamo imparato a mantenere le distanze in azienda, all’ingresso come negli spogliatoi, in ufficio, in officina. È un po’ triste in mensa, o in ufficio mangiarsi un panino portato da casa, lontani l’uno dall’altro, ma ci si adatta a tutto.

Nel mentre aspettiamo tutti che sia inventato un vaccino, che poi dovrà anche essere prodotto e distribuito speriamo prima possibile.

Convivendo però ancora con il virus dobbiamo prendere in considerazione che, qua o là, prima o poi, ci possa essere una ricaduta.

Questa volta però non sarà ammissibile farci trovare impreparati.

Per prima cosa è necessario predisporre una rete di monitoraggio e lavorare agli scenari di riferimento.

Bisogna definire le modalità di risposta alle varie situazioni che possono verificarsi. Questa però è una responsabilità di chi ci governa, inclusi gli enti locali. 

Chi gestisce le imprese dovrà comunque mettere in conto che nei prossimi mesi ci potranno essere limitazioni.

Limitazioni di vario tipo relative alla mobilità personale, dal momento che il contagio si diffonde attraverso i contatti personali.

Questo non può avvenire se si definisce una strategia di risposta ai vari scenari disposti dall’autorità.

Per ovviare al lockdown c’è la Business continuity in emergenza

Un problema da affrontare è quello relativo alla capacità dell’organizzazione di restare attiva anche quando sono operativi provvedimenti di limitazione della mobilità e delle relazioni. Il primo caso è relativo alle possibili limitazioni nei trasporti pubblici e della capacità di movimento privato.

Stiamo parlando di misure che possono andare dall’imposizione di una ridotta capacità dei mezzi, alla riduzione delle corse fino al blocco totale della circolazione.

È chiaro che le contromisure dipendono dal numero di persone che devono raggiungere il posto di lavoro.

Di conseguenza è necessario promuovere, per le mansioni possibili, il lavoro a distanza.

Bisogna regolamentarlo e stabilizzarlo, per andare oltre la condizione di emergenza passata, durante la quale si è fatta di necessità virtù.

Processi aziendali sotto analisi per ovviare a un lockdown

Sempre per restare nell’ambito dell’organizzazione, occorrerà analizzare i processi aziendali per determinarne la loro eventuale instabilità.

Bisogna valutare quali di essi possono essere messi in pericolo dalla mancanza improvvisa di persone chiave, degli esiti di altri processi.

Bisogna tenere conto anche di interazioni che vengono a cessare perché le persone non riescono a raggiungere il luogo di lavoro.

Le cause possono essere diverse. Il lockdown, la malattia, la quarantena, o magari perché le forniture sono bloccate o un partner o un fornitore strategico affronta queste difficoltà.

In questo caso ridondanza è la parola magica.

Questo perché dovranno essere predisposti processi alternativi e centri decisionali di supporto.

Nel mentre sarà il caso di organizzare mix di forniture, possibilmente provenienti da aree geografiche differenti.

In questo modo diminuisce la probabilità che l’azienda venga messa in crisi da un blocco improvviso.

Fase 2: come ripartire al meglio

È sempre questa l’occasione per pianificare in modo ordinato ed economico i processi di chiusura e di riapertura.

Processi che eventualmente potrebbe diventare necessario attivare in caso di un aggravamento dei contagi.

Le priorità e le sequenze per evitare al massimo le perdite devono essere decise valutando scenari di limitazioni e stop, parziali e differenziati.

Questo nell’auspicio che non sia necessario chiudere tutto e farlo in una sola soluzione.

La gestione dell’informazione nella fase 2

Non bisogna dimenticare la gestione dell’informazione. È consigliabile definire canali affidabili per le informazioni in ingresso.

Così come è opportuno valutare in anticipo come e cosa comunicare con le varie parti interessate.

Quali informazioni della condizione e della strategia aziendale condividere, con chi e a chi compete la diffusione di queste informazioni.

Questi aspetti sono da tenere in considerazione per le organizzazioni di ogni dimensione, in rapporto alla loro scala.

La ISO 22301: aprirsi alle innovazioni

Che cos’è la  ISO 22301? È la capacità delle aziende di far fronte ad eventi che possano minacciare la loro operatività.

Come ben sappiamo sta diventando un elemento sempre più importante nella scelta di un partner. Pertanto, è necessario che i processi di un’organizzazione siano pensati in un’ottica di gestione dei rischi.

In particolare che siano implementate adeguate azioni per affrontare interruzioni che possono verificarsi a seguito di eventi avversi (furti, catastrofi naturali, epidemie, attentati terroristici, scioperi, incidenti, ecc.) o interruzioni programmate.

A tale proposito, la Norma ISO 22301, relativa alla gestione della continuità operativa, specifica i requisiti per pianificare, attuare, monitorare e migliorare in continuo un sistema di gestione.

Un sistema finalizzato alla protezione, alla riduzione della possibilità di accadimento, alla preparazione, alla risposta ed al ripristino riferiti ad accadimenti destabilizzanti.

È questa l’occasione, per un’azienda aperta alle innovazioni, di considerare di svolgere questo lavoro facendo riferimento allo standard ISO 22301.

Uno standard che definisce i criteri per l’implementazione di un sistema di gestione per la business continuity

Adottare sistemi di gestione standard presenta una serie di vantaggi.

Vantaggi che sono definiti e vengono aggiornati sulla base dei risultati dell’adozione da parte di innumerevoli organizzazioni in tutto il mondo.

La loro efficacia è testata al di là delle capacità di qualsiasi singola impresa. Sono adatti alla maggior parte delle situazioni, e le loro prestazioni confrontabili e sono certificabili, ovvero una terza parte autorevole può essere chiamata a garantire della corretta implementazione dei principi nell’organizzazione, una questione che può essere importante per molte aziende.

Consigli post lockdown per vivere più sereni  

Dopo averti parlato di regole, azienda e ripresa strategica mi sento di darti dei consigli.

Questa volta però non rivolti all’imprenditore ma alla persona perché prima di essere imprenditori, siamo esseri umani.

Fase 2: il momento della responsabilità

Nelle settimane di lockdown in fondo la mission era elementare: restare chiusi in casa. Organizzarsi è stato ovviamente molto complicato, ma l’indicazione di per sé era semplice e non lasciava margini di interpretazione. Ora invece ci è chiesto di assumere un comportamento molto più attivo.

Possiamo uscire ed incontrare gli amici e colleghi ma conservando il distanziamento sociale. Possiamo andare a prendere il caffè al bar, ma solo secondo certe modalità di comportamento. Si può  fare sport all’aperto, a patto di usare fastidiosi dispositivi di protezione.

Insomma è importante conservare le giuste condizioni di sicurezza.

È altrettanto importante applicarle secondo quanto richiesto dalle diverse situazioni.

Questo dipende in gran parte da noi e richiede un impegno e una vigilanza momento per momento. 

Diamoci tempo e cerchiamo i lati positivi delle situazioni

Facciamo appello a tutto il nostro ottimismo e sforziamoci di cogliere gli aspetti positivi delle diverse situazioni che ci troviamo a vivere.

Lo smart working ci lascia più tempo per gestire la casa e la famiglia, ci siamo goduti tanti momenti in compagnia dei bambini, abbiamo scoperto di essere bravi in cucina.

Ora è il momento di essere generosi con noi stessi: prendiamo atto delle nostre sensazioni ed emozioni, comprese quelle negative, e concediamoci il tempo di superare tutto questo, riconquistando le nostre libertà, muovendoci con senso di responsabilità negli spazi che tornano ad aprirsi davanti a noi, oppure anche assecondando il nostro desiderio di cautela, se questo ci fa sentire più sereni.

Spero che questo articolo ti possa essere stato d’aiuto sia sotto l’aspetto aziendale che sotto il lato umano. Per quanto ci sia una ripresa in atto, la paura di un altro lockdown è dentro di noi ma dobbiamo fare in modo che non accada facendo in modo di essere noi responsabili nelle nostre azioni e guidando anche i nostri dipendenti.

In ogni caso se hai dei dubbi su come affrontare questa situazione, su come riaprire la tua azienda senza criticità, compila il form qui sotto e richiedi la consulenza gratuita.

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