Legge di bilancio 2023 approvata alla fine di dicembre 2022. Il testo della manovra contiene diverse misure prese dal governo Meloni per le imprese, i professionisti autonomi, ma anche per famiglie e lavoratori.
La manovra ha incontrato non poche modifiche nel corso dell’ultimo periodo.
Soprattutto su alcune misure su cui ci sono stati dei ripensamenti, come quella che coinvolge l’obbligo del Pos.
La manovra contiene diversi interventi a favore delle imprese. L’obiettivo è quello di contrastare il caro energia, e la riconferma di alcuni bonus sociali per le famiglie, come sostegno al pagamento delle bollette.
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ToggleLegge di Bilancio 2023: misure per le imprese
Oltre alle riduzioni delle tasse, si riconfermano con la Legge di Bilancio alcune misure destinate alle imprese. Ricordiamo infatti le proroghe al 2023 dei seguenti interventi:
- nuova Sabatini 2023: sono stanziati 150 milioni di euro per la proroga per rilanciare gli investimenti privati;
- Fondo Garanzia PMI: si rifinanzia per le operazioni finanziarie per l’attività di impresa portate avanti da un finanziatore, come una banca;
- bonus Ipo: prorogato il credito d’imposta per favorire la quotazione delle Pmi in Borsa;
- Fondo per i lavoratori dello spettacolo: incremento di 60 milioni di euro per il 2023.
Inoltre, è modificato il regolamento che prevede l’accesso alla contabilità semplificata, con le seguenti modifiche:
- il limite passa da 400.000 a 500.000 euro di ricavi per le imprese che hanno per oggetto la prestazione di servizi;
- il limite passa da 700.000 a 800.000 euro di ricavi per le imprese che hanno per oggetto altre attività;
- è previsto un innalzamento dal 3% al 6% della deducibilità delle quote di ammortamento dei fabbricati strumentali in specifici settori.
Inoltre, la manovra ha previsto una proroga per le agevolazioni sugli investimenti che riguardano le regioni del sud Italia come:
- incentivi e crediti di imposta per ricerca;
- sviluppo e innovazione delle imprese del Mezzogiorno.
Una misura che riguarda da vicino i lavoratori dipendenti garantisce una aliquota al 5% per premi di produttività fino a 3.000 euro, con innalzamento della soglia rispetto agli anni precedenti.
Vengono poi prorogate alcune agevolazioni con esonero contributivo totale per le imprese che assumono giovani e donne, a tempo indeterminato, fino alla fine del 2023, con soglia dei contributi a 8.000 euro.
Questo esonero riguarda l’assunzione di chi percepisce il reddito di cittadinanza, assunzioni a tempo indeterminato, o per trasformazioni di contratti da determinati a indeterminati. La stessa misura è prevista anche per le giovani e donne.
È garantito l’esonero totale per l’assicurazione obbligatoria IVS per le nuove iscrizioni di coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali, purché l’età sia inferiore a 40 anni.
Legge di bilancio 2023 e le misure contro il caro energia
Un primo pacchetto di interventi è previsto a contrasto del caro energia, che ha colpito nel 2022 sia le imprese che le famiglie italiane. La manovra interviene con uno stanziamento di 21 miliardi di euro per queste misure, con la riconferma dei crediti di imposta per le imprese.
Nel dettaglio, la manovra prevede per i primi tre mesi dell’anno la cancellazione degli oneri impropri dalle bollette, e l’applicazione di nuovi crediti di imposta per le imprese.
Per ciò che riguarda le aziende energivore e gasivore, il credito di imposta sale dal 40% al 45%.
Imprese energivore e gasivore ovvero quelle che hanno un elevato consumo di energia e gas.
Per ciò che riguarda invece le imprese più piccole, viene stabilito un aumento del credito di imposta sulle spese per le bollette dal 30% al 35%. L’intervento non riguarda solamente il credito di imposta, ma anche l’Iva.
L’Iva viene ridotta con aliquota al 10% per il pellet e al 5% per i consumi che riguardano il teleriscaldamento. Queste regole sono valide per i primi tre mesi del 2023, e riguardano anche la distribuzione di energia termica con gas metano.
Oltre alla manovra, anche il Decreto Milleproroghe è intervenuto nei confronti del caro energia e gas, prorogando a giugno 2023 il divieto alle modifiche unilaterali dei contratti sulle tariffe al cliente.
Per ciò che riguarda le imprese, si interviene anche sui casi di morosità dei pagamenti delle bollette, per cui la manovra garantisce che l’Autorità per l’energia possa sospendere, almeno fino al 31 gennaio 2023, il distacco del gas per le grandi imprese che si trovano in morosità con i pagamenti.
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Legge di bilancio 2023: incentivi per il settore agricolo
Il Fondo innovazione Agricoltura ha come obiettivo quello di favorire:
- lo sviluppo di progetti di innovazione nei settori dell’agricoltura;
- pesca e acquacoltura attraverso la diffusione delle migliori tecnologie disponibili per la gestione digitale dell’impresa;
- l’utilizzo di macchine, soluzioni robotiche, sensoristica, piattaforme e infrastrutture 4.0;
- il risparmio dell’acqua e la riduzione dell’impiego di sostanze chimiche;
- l’utilizzo di sottoprodotti
A questo proposito viene istituito presso il Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste il “Fondo per la digitalizzazione agricola” con una dotazione di 75 milioni di euro per ciascuno degli anni 2023, 2024 e 2025.
Il Fondo può essere utilizzato per la concessione, anche attraverso voucher, di agevolazioni alle imprese sotto qualsiasi forma, ivi inclusa la concessione di contributi a fondo perduto, contributi in conto interessi e garanzie su finanziamenti, nonché per la sottoscrizione di quote o azioni di uno o più fondi per il venture capital.
Fondo sovranità alimentare – Arriva il Fondo per la Sovranità Alimentare con una dotazione di 25 milioni di euro per ciascuno degli anni 2023, 2024, 2025 e 2026, ossia pari a 100 milioni complessivamente.
È istituito, nello stato di previsione del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste al fine di rafforzare il sistema agricolo e agroalimentare nazionale anche attraverso interventi finalizzati a
- tutela e alla valorizzazione del cibo italiano di qualità;
- riduzione dei costi di produzione per le imprese agricole, al sostegno delle filiere agricole;
- gestione delle crisi di mercato garantendo la sicurezza delle scorte e degli approvvigionamenti alimentari.
Legge di bilancio 2023: Fondo per politiche industriali di sostegno alle filiere produttive del made in Italy
Al fine di sostenere lo sviluppo e modernizzazione dei processi produttivi e le connesse attività funzionali ad accrescere l’eccellenza qualitativa del made in Italy, nello stato di previsione del Ministero delle imprese e del made in Italy è istituito un Fondo per il potenziamento delle politiche industriali di sostegno alle filiere produttive del made in Italy, con una dotazione di 5 milioni di euro per l’anno 2023 e di 95 milioni per il 2024.
Secondo la tabella di marcia dettata dall’UE, questo strumento di finanziamento è concepito per supportare le aziende e i settori del made in Italy nel campo dell’innovazione, della digitalizzazione, dell’internazionalizzazione, dell’economia circolare e della sostenibilità ambientale, così da assicurarne la competitività.
Legge di bilancio 2023: le novità sul green e digital
In tema di agevolazioni per le imprese, nero su bianco ci sono per ora:
- il rifinanziamento dei Contratti di sviluppo;
- la proroga dell’operatività transitoria e speciale del Fondo di garanzia per le PMI;
- la proroga del credito d’imposta per le spese di consulenza relative alla quotazione delle PMI (bonus Ipo);
- l’istituzione del Fondo per politiche industriali di sostegno alle filiere produttive del made in Italy;
- lo stanziamento 2023 per la Garanzia SACE a favore di progetti Green New Deal;
- l’istituzione del Fondo per la Sovranità Alimentare e del Fondo per l’innovazione in agricoltura.
Perché va potenziata l’incentivazione green e digital
Pur nelle difficoltà, l’opportunità imperdibile di sviluppo data dal PNRR non deve essere trascurata nell’impostazione complessiva della Manovra in lavorazione: è l’occasione per riprendere un percorso di crescita economica sostenibile e duraturo, oltre gli ostacoli che l’hanno bloccato negli ultimi decenni.
Verso la doppia transizione, verde e digitale, si orienta il programma Next Generation EU (NGEU), di portata e ambizione inedite, che prevede investimenti e riforme per rispondere alle sfide poste dal cambiamento climatico e dalla crisi energetica, ma anche per conseguire una maggiore equità di genere, territoriale e generazionale.
L’Italia è la prima beneficiaria, in valore assoluto, dei principali strumenti del NGEU: tra questi, il solo Dispositivo per la Ripresa e Resilienza (RRF) garantisce risorse per 191,5 miliardi di euro, dei cui 68,9 a fondo perduto, da impiegare nel periodo 2021-2026.
L’Italia intende inoltre utilizzare appieno la propria capacità di finanziamento tramite i prestiti della RRF, stimata in 122,6 miliardi.
Non si tratta di regali: il dispositivo RRF richiede agli Stati membri di rendere conto, ogni sei mesi, degli obiettivi e dei traguardi raggiunti su un preciso pacchetto di investimenti e riforme.
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Dal loro raggiungimento, e da nient’altro, dipendono le successive tranche di disborsi europei.
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La doppia transizione è la chiave, a prescindere dalla revisione del PNRR
L’Italia non ha ancora presentato una richiesta di revisione del PNRR, come invece ha già fatto il Lussemburgo. La Commissione europea, comunque, attende «nei prossimi mesi diverse richieste di emendamenti dei Piani nazionali di ripresa e resilienza, si prevede anche dell’Italia».
In vista dei nuovi finanziamenti (in particolare la terza tranche da 19 miliardi), una delegazione di tecnici della Commissione ha in programma di svolgere una missione in Italia, presumibilmente all’inizio di dicembre 2022, per un confronto con il nuovo governo sulle possibili richieste di integrazione del PNRR, motivate dalla situazione contingente, che potrebbero pervenire dall’esecutivo.
A prescindere dagli esiti della missione, la base non cambia. Lo sforzo di rilancio dell’Italia delineato dal Piano e sostenuto dai fondi che mette a disposizione, deve continuare a costruirsi intorno a tre assi strategici: digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica, inclusione sociale e parità di genere.
Un tragitto che la finanza agevolata può facilitare, con un impegno tangibile verso il supporto alla realizzazione di progetti di ricerca e innovazione nell’ambito delle finalità di transizione hi-tech ed ecologica.
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