L’intelligenza artificiale e la nuova strategia italiana

Quando parliamo di Intelligenza artificiale parliamo di una disciplina che apre opportunità per la gran parte ancora inesplorate ma al tempo stesso quesiti di tipo economico etico e sociale.

Una disciplina che studia la progettazione, lo sviluppo e la realizzazione di sistemi in grado di simulare le abilità, il ragionamento e il comportamento umani.

Ma quando nasce l’intelligenza artificiale e come si è evoluta?

Il termine intelligenza artificiale viene usato per la prima volta nel 1955 dagli informatici John McCarthy, Marvin Minsky, Nathaniel Rochester e Claude Shannon in un documento informale per proporre la conferenza di Dartmouth.

Una conferenza che si terrà l’anno successivo e sarà considerata la vera e propria “sala parto” dell’intelligenza artificiale. Viene infatti qui presentato il primo programma esplicitamente progettato per imitare le capacità di problem solving degli esseri umani.

Il periodo dal 1950 al 1965 è di grandi aspettative e, come l’osservazione di un bambino che inizia a parlare o a camminare, le prime attività intorno alla neonata disciplina sono entusiasmanti.

L’intelligenza artificiale: dall’infanzia all’adolescenza

L’entusiasmo si scontra con le prime difficoltà nella seconda metà degli anni ’60 in quello che in questa nostra metafora è il periodo dell’adolescenza.

Come si sa, l’adolescenza è sempre accompagnata da grandi quesiti e da problemi che appaiono irrisolvibili. La messa in pratica dei modelli matematici, in teoria funzionanti, si rivela fallimentare per vari motivi.

Alle macchine manca la conoscenza semantica dei domini trattati. Ci sia consentita una piccola digressione. La memoria è un magazzino nel quale sono custodite tutte le nostre esperienze di vita.

Esiste quella a breve termine (dove la traccia mnesica, ossia l’immagine mentale, staziona per poco tempo) e a lungo termine (dove l’informazione rimane più a lungo).

All’interno di quest’ultima gli studi dell’ultimo secolo distinguono tra memoria episodica e memoria semantica. La prima immagazzina informazioni relative a situazioni che avvengono in un determinato arco di tempo (per esempio: a scuola ho imparato che l’uomo è un mammifero). 

La seconda è molto più articolata, è composta da significati, simboli e relazioni che si creano tra loro, in pratica rappresenta il patrimonio di conoscenza generale sul mondo di un soggetto (per esempio: so che l’uomo è un mammifero). 

Questo è un accenno fondamentale perché ci permette di capire che il motivo per cui la messa in pratica dei modelli matematici ideati negli anni precedenti si traduce, nella pratica, in fallimenti.

Ci si rende conto che la capacità di ragionamento delle macchine si basa solo su una mera manipolazione sintattica (ossia sviluppare relazioni e correlazioni sulla base di regole e singoli episodi) e non è in grado di sviluppare e correlare significati (conoscenza semantica).

L’intelligenza artificiale e la svolta dopo 20 anni

Nel 1969 i matematici Marvin Minsky e Seymour Papert mettono in discussione il percettrone di Rosenblatt.

Il percettrone era un semplice classificatore lineare binario e quindi era in grado di apprendere efficacemente la regola necessaria per riconoscere due classi di input diverse e linearmente separabili. Frank Rosenblatt, oltre ad averlo realizzato fisicamente, studiò anche un semplice algoritmo per l’addestramento.

 Ma alla fine i matematici Marvin Minsky e Seymour Papert riescono a dimostrare che, non era in grado di rappresentare una funzione che riconoscesse quando i due input sono diversi.

Questo nonostante fosse in grado di apprendere qualsiasi funzione potesse rappresentare, un percettrone con due input. Nel mondo scientifico si diffonde la sfiducia nelle reti neurali. Ci sono voluti almeno 20 anni prima di tornare alla ribalta grazie agli studi di Jay McClelland e David Rumelhart.

L’intelligenza artificiale nel 2020

Il mercato dell’intelligenza artificiale in Italia sta ancora muovendo i primi passi. Quello che stiamo vivendo, a partire dagli anni ’80, è un periodo di grande fermento sui temi dell’intelligenza artificiale. Possiamo paragonarlo a quello di un essere umano nel pieno della propria giovinezza.  Un essere umano ricco di energie e voglia di sperimentare, ma anche con l’adeguata capacità di analizzare quanto appreso, valutarne potenzialità e possibili sviluppi.

La linfa vitale degli algoritmi innovativi

Gli algoritmi rappresentano ciò che più si avvicina al pensiero. Quella “magica” azione che rende l’uomo un essere del tutto speciale rispetto agli altri animali. Ma cosa sono esattamente? Se pensiamo al mondo di oggi, direi che gli algoritmi sono un sistema che ci consente di insegnare a una macchina a implementare delle equazioni matematiche. Fino a poco tempo fa queste equazioni, questi modelli, venivano scritte solo dagli esseri umani.

Prendiamo l’esempio di una mela che, lanciata per aria, cade a terra. L’uomo osserva questa realtà, immagina come funziona ed elabora una legge. Questa legge può essere trasmessa a una macchina che potrà prevedere, ad esempio, dove cascherà ogni mela che viene lanciata.

Ma la cosa più interessante è che oggi esistono dei sistemi per insegnare direttamente alle macchine a costruire equazioni. Prendiamo sempre l’esempio della mela newtoniana che cade. In questo caso l’uomo, invece di elaborare un’equazione di questa legge, potrebbe ad esempio costruire un database di milioni di video di mele che cascano e inserirlo in una macchina. Questa imparerebbe a capire quali sono le leggi che governano quella realtà.

Di conseguenza se le vengono forniti i dati, la macchina può costruire da sé gli algoritmi.

Quindi è proprio dall’evoluzione di metodologie e algoritmi innovativi che trae linfa vitale l’intelligenza artificiale.

Perché AI può aprire le porte del futuro?

In molti settori della vita l’intelligenza artificiale è già arrivata a giocare un ruolo principale senza che ce ne fossimo accorti. Molti ancora non sanno cosa sia esattamente l’intelligenza artificiale e come venga utilizzata.

Ad oggi i campi attuali di applicazione della AI sono tra i più svariati. I medici la utilizzano per effettuare diagnosi e per prescrivere terapie.

Grazie all’intelligenza artificiale le previsioni di mercato sono in grado di rivelare molte più informazioni. Infine, gli algoritmi di ricerca di Google stanno diventando sempre più dinamici.

Dietro a ogni assistente digitale, come possono essere Cortana o Siri, si nasconde una tecnologia basata sull’intelligenza artificiale. Tramite di essa le automobili imparano a guidare in autonomia e i computer aiutano l’azienda a scegliere i nuovi dipendenti.

Negli Stati Uniti l’AI viene addirittura già utilizzata per la stesura di discussioni delle cause giuridiche.

In sostanza la ricerca degli ultimi decenni ha dato un contributo notevole a diversi campi della società umana.

Internet, ma più nello specifico i motori di ricerca e con esso l’online marketing, sono altrettanto coinvolti in tutte queste affascinanti novità.

Una comprensione di base della tecnologia AI rappresenta quindi un vantaggio anche per la SEO.

Ecco perché l’intelligenza artificiale può aprire le porte del futuro perché si può applicare praticamente in ogni settore, lo può rendere sempre più innovativo.

Coloro che la utilizzano diventano sempre più competitivi sul mercato e risparmiano soldi e tempo.

Detto questo andiamo ora a vedere le novità 2020 relative alla……

Strategia italiana per l’intelligenza artificiale.

Il Ministero dello Sviluppo Economico ha pubblicato il documento definitivo con le proposte per la “Strategia italiana per l’Intelligenza Artificiale”.

Lo sviluppo delle tecnologie emergenti – si legge in una nota del ministero – è uno dei punti al centro dell’azione portata avanti dal ministro Patuanelli per favorire l’innovazione e la competitività delle imprese.

Questo per avere un’Italia all’avanguardia nella trasformazione digitale dei processi produttivi, garantendo anche la tutela occupazionale, sociale e ambientale.

“La pubblicazione di questo ambizioso piano strategico, tra i più completi al mondo per visione, suggerisce un uso inedito e responsabile dell’intelligenza artificiale indicando la via per un salto verso nuovi livelli di efficienza e sostenibilità per le imprese.

L’obiettivo è quello di raccogliere i benefici che l’AI può apportare al Paese, con un approccio che integri tecnologia e sviluppo sostenibile e metta sempre al centro l’individuo e il suo contesto.

La strategia italiana entra nel solco di quella europea, che vuole una intelligenza artificiale “affidabile“, che sappia ovvero conquistare la fiducia dei cittadini grazie a caratteristiche come trasparenza e robustezza.

Il Covid-19 tuttavia ha fatto comprendere che il nostro Paese ha  bisogno di un deciso aumento della resilienza di tutto il tessuto  sociale, amministrativo, imprenditoriale.

Un rilancio che aiuti il nostro Paese a superare nuove eventuali pandemie, così come minacce di altro tipo.

La combinazione di tecnologie come l’AI, 5G, big data, Internet of Things, possono e devono assisterci nel fronteggiare l’emergenza sociale ed economica post-pandemia.

Possono aiutarci a prevenire o perlomeno mitigare nuove emergenze e, in ultima analisi,  consentire di migliorare la vita delle persone.

Questo è il fine ultimo dell’intelligenza artificiale “umano-centrica”, che la strategia italiana cerca di creare.

La strategia è strutturata in tre parti:
  1. la prima è dedicata all’analisi del mercato globale, europeo e nazionale dell’Intelligenza Artificiale;
  2. nella seconda parte vengono descritti gli elementi fondamentali della strategia;
  3. la terza parte approfondisce la governance proposta per l’AI italiana e propone alcune raccomandazioni per l’implementazione, il monitoraggio e la comunicazione della strategia nazionale in tema di intelligenza artificiale.

Una visione, con una chiara impronta antropocentrica e orientata verso lo sviluppo sostenibile. Il documento sarà alla base della definizione della strategia italiana nell’ambito del Piano Coordinato Europeo.

In conclusione l’intelligenza artificiale è una delle grandi sfide per il nostro sistema produttivo. Passa anche da qui la competitività di domani – aggiunge il sottosegretario Gian Paolo Manzella – Grazie a questo documento il Governo ha idee e proposte per mettere l’Italia sulla strada giusta in questa trasformazione. Per questo voglio ringraziare gli esperti che hanno lavorato al documento, che sta già avendo riconoscimenti importanti per la sua qualità. Un’ottima base per definire, nei prossimi mesi, una policy all’avanguardia.

Come avrai capito da questo articolo l’intelligenza artificiale è il biglietto da visita di ogni azienda che vuole spalancare le porte del futuro e uscire da questa crisi più forte e competitiva.

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