Manovra finanziaria 2020. Quali novità ci sono per le aziende?

La Manovra Finanziaria 2020 è entrata in vigore Il 1° gennaio 2020. Tale manovra contiene ottime novità e agevolazioni anche per le aziende. Il 2020 sarà ricco di nuove misure a cui le piccole medie aziende si dovranno adeguare.

Ecco le novità per le imprese

Si preannuncia un anno ricco di novità per le imprese grazie alle misure contenute nella Legge di Bilancio 2020.

Partiamo con le novità forse meno attese (e gradite), ovvero quelle che riguardano le nuove tasse della Manovra finanziaria 2020, come la tassa sulla plastica, la sugar tax e la web tax.

La prima ad entrare in vigore sarà la web tax.

Dal 1° gennaio 2020 si applicherà alle aziende con oltre 750 milioni di ricavi, di cui almeno 5,5 milioni da servizi digitali in Italia, con un’aliquota pari al 3% del fatturato.

La web tax, con aliquota fissa al 3% si applicherà alle prestazioni di servizi effettuate tramite mezzi elettronici e rese nei confronti di imprese residenti nel territorio dello Stato e delle stabili organizzazioni di soggetti non residenti.

La nuova tassa si applicherà per alcune specifiche tipologie di operazioni.
  • La veicolazione di pubblicità mirata agli utenti dell’interfaccia;
  • la messa a disposizione di interfaccia digitali multilaterali che consentano agli utenti di interagire tra loro, anche al fine di facilitare la fornitura diretta di beni e servizi;
  • la trasmissione di dati raccolti da utenti, generatisi tramite l’utilizzo dell’interfaccia digitale.

La nuova tassa sui servizi digitali si applicherà, ad esempio sui ricavi relativi alla raccolta di pubblicità online. Anche sui servizi a pagamento di social network e piattaforme di commercio online.

Ad esserne colpiti saranno in sostanza i colossi della web economy, come Amazon, eBay, Facebook o Google.

Sono questi alcuni dei capisaldi della web tax previsti dalla scorsa Manovra. Per l’avvio della digital tax, però, era necessaria la pubblicazione delle disposizioni attuative entro il mese di aprile, passaggio tuttavia rimasto incompiuto in attesa di un intervento da parte dell’UE.

In assenza di misure comunitarie, l’Italia prosegue per la sua strada e, come annunciato dal Ministro Gualtieri durante l’ultima riunione dell’Ecofin del 10 ottobre 2019, sarà con la Legge di Bilancio 2020 che arriveranno le disposizioni per l’avvio della tassa sui colossi del web.

Successivamente ci sarà la plastic tax che entrerà in vigore dal 1° luglio 2020

La tassa ammonta a 45 centesimi al chilogrammo, e dovrà pagarla chi compra, produce o importa i MACSI.

In realtà, con la plastic tax l’Italia non fa altro che adeguarsi alla direttiva comunitaria del 5 giugno 2019 n. 2019/904/UE.

Dunque, è da inserire nel più ampio spettro delle misure a sostegno dell’ambiente, con lo scopo di ridurre l’incidenza dei prodotti di plastica monouso. Prodotti che maggiormente inquinano le spiagge e i mari d’Europa.

Esattamente su quali prodotti si paga?

Come detto anche sopra si tratta dell’imposta sul consumo dei manufatti di singolo impiego, denominati anche MACSI.

I MACSI sono tutti quei prodotti destinati al contenimento, protezione, manipolazione o consegna sia di merci che di prodotti alimentari, anche in forma di fogli, pellicole o strisce.

Saranno soggetti all’imposta anche i contenitori di tetrapack, inizialmente esclusi.

Restano fuori dall’applicazione della plastic tax:

  • i prodotti compostabili, in cui la componente di plastica è inferiore al 40%;
  • i contenitori di medicinali e i dispositivi medici.
Chi deve pagare la plastic tax?

A individuare chi deve pagare la plastic tax è il comma 636. In particolare, i soggetti interessati sono:

  • il fabbricante di prodotti MACSI nel territorio nazionale;
  • il soggetto che acquista i MACSI o chi li cede qualora i prodotti provenienti da un Paese dell’Unione Europea siano acquistati da un consumatore privato;
  • l’importatore di prodotti MACSI da Paesi terzi.

L’accertamento dell’imposta dovuta è effettuato sulla base di dichiarazioni trimestrali, che devono contenere tutti gli elementi necessari per determinare il debito d’imposta.

La dichiarazione deve essere presentata all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli entro la fine del mese successivo al trimestre solare cui la dichiarazione si riferisce.

La Legge di Bilancio ha fissato l’importo minimo dovuto a 10 euro: sotto questa cifra non si deve procedere né al versamento né alla dichiarazione.

Plastic Tax : occhio alle sanzioni

Il testo della Legge di Bilancio ha anche previsto le sanzioni per chi non paga la plastic tax, effettua un versamento o presenta la dichiarazione in ritardo.

Il mancato pagamento della plastic tax comporta una sanzione amministrativa che può andare dal doppio fino al decuplo dell’imposta evasa, comunque a partire da 500 euro.

In caso di pagamento in ritardo, la sanzione amministrativa parte da 250 euro e sarà pari al 30% di quanto dovuto.

Anche il ritardo della presentazione della dichiarazione fa scattare una sanzione, che andrà dai 500 ai 5.000 euro.

Dal 1° ottobre 2020 entrerà in vigore invece la Sugar tax: di cosa si tratta?

La Legge di Bilancio conferma l’avvio della nuova tassa su bevande gassate e zuccherate.

Sarà pari a 10 centesimo per litro la nuova tassa confermata dalla Manovra, seppur con diverse modifiche nel corso dei mesi. A dispetto delle previsioni iniziali, la sugar tax non si applicherà alle merendine, ma soltanto alle bevande edulcorate, con qualsiasi tipologia di dolcificante sia naturale che artificiale.

Il testo della Legge di Bilancio 2020 definisce tutti i dettagli. Dall’importo della tassa, fino alle sanzioni in caso di mancato versamento, passando per le regole nel caso di vendita o acquisto di bevande dall’estero.

La Legge di Bilancio 2020 definisce in maniera chiara anche le sanzioni che si applicheranno nel caso di mancato pagamento della sugar tax.

Bisognerà versare una sanzione amministrativa dal doppio al decuplo dell’imposta evasa, con un minimo di 500 euro.

Nel caso di pagamento tardivo, la sanzione sarà pari al 30 per cento dell’imposta, con un minimo di 250 euro.

Manovra Finanziaria 2020, non solo tasse: ok ai bonus fiscali

Ricordiamo che il valore della Legge si aggira intorno ai 30-31 miliardi.

È stato reintrodotto il requisito relativo al sostenimento delle spese per il personale e lavoro accessorio per un ammontare complessivo non superiore a 20 mila euro lordi.

È stata inoltre reintrodotta la causa di esclusione relativa al conseguimento, nel corso dell’anno precedente, di redditi di lavoro dipendente o assimilato superiori a 30 mila euro.

Sconto fattura in eco bonus

Lo sconto fattura in eco bonus sarà ammesso solo per gli interventi “di ristrutturazione importante di primo livello” per le parti comuni degli edifici condominiali, con un importo pari o superiore a 200 mila euro.

Il meccanismo è identico a quello in vigore finora: il fornitore anticipa l’importo che serve allo sconto e poi lo recupera in cinque anni, sotto forma di credito di imposta da portare in compensazione.

Ma cosa significa “primo livello”? Che l’intervento, oltre a interessare l’involucro edilizio con un’incidenza superiore al 50% della superficie disperdente lorda complessiva dell’edificio, deve comprendere anche la ristrutturazione dell’impianto termico.

Manovra finanziaria 2020 e piano Industria 4.0

Piano Industria 4.0.  In luogo della proroga al 2020 del cd. superammortamento e iperammortamento in favore delle imprese e della disciplina di un credito d’imposta per la realizzazione di progetti ambientali, si introduce un nuovo credito d’imposta per le spese sostenute a titolo di investimento in beni strumentali nuovi (commi 184-197).

Il nuovo credito d’imposta così come il nuovo credito d’imposta per investimenti in ricerca e sviluppo, transizione ecologica, innovazione tecnologica 4.0 e altre attività innovative (di cui ai commi 198-209, e la disciplina sulla proroga del credito d’imposta formazione 4.0 di cui ai commi 210-217) sono inquadrabili nel progetto di revisione complessiva delle misure fiscali di sostegno del “Piano industria 4.0”.

Questo alla luce del monitoraggio effettuato in sede governativa sull’efficacia delle misure attualmente vigenti e della necessità di supportare la trasformazione tecnologica del tessuto produttivo italiano.

Anche in chiave di sostenibilità ambientale.

Si introduce la disciplina del credito d’imposta per investimenti in ricerca e sviluppo:

  • su transizione ecologica;
  • su innovazione tecnologica 4.0;
  • per altre attività innovative a supporto della competitività delle imprese.

La nuova disciplina opera per il periodo di imposta successivo al 31 dicembre 2019. Si sostituisce a quella del credito di imposta già vigente per investimenti in ricerca e sviluppo, il cui periodo di operatività viene anticipatamente cessato all’anno 2019 (commi 198-209).

Regime forfettario e scontrino elettronico

Per le partite IVA che vogliono rimanere all’interno del regime forfettario 2020 sono tante le novità a cui adeguarsi.

Per continuare a usufruire della tassa piatta al 15% su ricavi e guadagni fino a 65.000 euro, le partite IVA dovranno rispettare i seguenti nuovi limiti:

  • 20.000 euro per le spese per il personale dipendente o per i collaboratori;
  • 30.000 euro da reddito da lavoro dipendente o da pensione.

A questi si aggiungono quelli previsti per i possessori di quote di controllo in SRL e per le prestazioni svolte verso l’ex datore di lavoro o soggetti ad esso collegati.

Ricordiamo che per i forfettari non sarà obbligatorio emettere fatture elettroniche, anche se per le partite IVA che se ne avvalgono ci sarà un regime premiale. I termini di accertamento verranno ridotti di un anno, cioè quattro anni invece dei cinque previsti per la maggior parte dei casi.

Eccoti aggiornato sulla nuova Manovra Finanziaria 2020. Te tasse da pagare non mancano ma come hai potuto leggere ci sono anche agevolazioni fiscali a favore delle aziende.

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