Nuove aliquote 2022 su Credito d’imposta 4.0

Nuove aliquote 2022 su Credito d’imposta 4.0: ci sono importanti novità in questo mese di maggio in merito alle aliquote relative al Credito d’imposta 4.0. In particolar modo subiscono delle maggiorazioni le aliquote relative al Credito d’imposta per Formazione 4.0 ed investimenti in beni immateriali.

Come è nata la decisione di maggiorare queste aliquote? È nata a seguito dell’approvazione in data 2 maggio 2022 del decreto-legge recante misure urgenti in materia di politiche energetiche nazionali, produttività delle imprese e attrazione degli investimenti, nonché in materia di politiche sociali e di crisi Ucraina, dove il Governo interviene in maniera piuttosto marcata sulle aliquote relative al Credito d’imposta per Formazione 4.0 ed investimenti in beni immateriali.

Nuove Aliquote 2022: Credito d’imposta Formazione 4.0

Il credito d’imposta per la formazione 4.0., è un bonus reintrodotto nel Nuovo Piano Nazionale Transizione 4.0 per il supporto a tutte quelle aziende che mirano a completare la propria trasformazione digitale e a raggiungere i propri obiettivi di innovazione puntando sulla formazione delle proprie risorse umane.

Il fine di tale Bonus è quello di assicurare un efficace utilizzo delle nuove tecnologie applicate ai processi produttivi e ai singoli modelli di business aziendali.
La Legge di Bilancio 2022 ne ha stabilito la proroga al 31 dicembre 2022.

Possono accedere al credito d’imposta per la formazione 4.0 tutte le imprese residenti in Italia, incluse le stabili organizzazioni di soggetti non residenti, senza vincoli in merito a natura giuridica, settore di appartenenza, dimensione.   

Il bonus spetta anche agli enti non commerciali e per l’accesso al bonus è richiesto il rispetto delle normative sulla sicurezza nei luoghi di lavoro per lo specifico settore ed il corretto adempimento degli obblighi di versamento di contributi assistenziali e previdenziali dei dipendenti.

Sono escluse le imprese in stato di liquidazione volontaria, fallimento, liquidazione coatta amministrativa, concordato preventivo senza continuità aziendale, altra procedura concorsuale.

Sono inoltre escluse le imprese destinatarie di sanzioni interdittive ai sensi dell’articolo 9, comma 2, del decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231.

Quali sono le spese ammissibili?

L’agevolazione consente di finanziare le spese del personale impegnato in corsi di formazione e del personale impiegato come tutor o docente e più nello specifico:

  • le spese di personale relative ai formatori per le ore di partecipazione alla formazione (che non possono eccedere comunque il 30% della retribuzione complessiva annua spettante al formatore interno);
  • le spese di personale relative ai partecipanti alla formazione (calcolate in base alla retribuzione al lordo maturata dal dipendente nelle ore o nelle giornate di formazione svolte nel corso del periodo di imposta agevolabile e di eventuali indennità di trasferta per attività formative svolte fuori sede);
  • i costi di esercizio relativi a formatori e partecipanti direttamente connessi al progetto di formazione, tra cui sono comprese:
    • le spese di viaggio;
    • i materiali e le forniture direttamente attinenti al progetto;
    • l’ammortamento degli strumenti e delle attrezzature per la quota da riferire al loro uso esclusivo per il progetto di formazione;
    • le spese di alloggio minime per i soli partecipanti che siano lavoratori con disabilità;
  • i costi dei servizi di consulenza connessi al progetto di formazione;
  • spese generali indirette come le spese amministrative o di locazione.

Quali sono le attività di formazione ammesse?

Le attività di formazione che danno diritto al credito d’imposta sono quelle finalizzate all’acquisizione e al consolidamento di competenze e conoscenze nelle seguenti tecnologie 4.0:

  • big data e analisi dei dati;
  • cloud e fog computing;
  • cybersecurity;
  • simulazione e sistemi cyber-fisici;
  • prototipazione rapida;
  • sistemi di visualizzazione, realtà virtuale (Rv) e realtà aumentata (Ra);
  • robotica avanzata e collaborativa;
  • interfaccia uomo macchina;
  • manifattura additiva (o stampa tridimensionale);
  • internet delle cose e delle macchine;
  • integrazione digitale dei processi aziendali.

Nuove aliquote 2022 su Formazione 4.0: come variano e a quali condizioni?

Per il 2022 l’incentivo prevede, stando alla normativa vigente, aliquote differenziate a seconda della classe dimensionale delle imprese. In particolare:

  • 50% per le piccole imprese con limite massimo annuale di 300.000 euro;
  • 40% per le medie imprese con limite massimo annuale di 250.000 euro;
  • 30% per le grandi imprese con limite massimo annuale di 250.000 euro.

Il Decreto aiuti prevede che le prime due aliquote, quelle per le piccole e le medie imprese, possono salire rispettivamente al 70% e al 50% a due condizioni:

  • le attività formative devono essere erogate dai soggetti individuati con decreto del Ministro dello sviluppo economico da adottare entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto
  • i risultati relativi all’acquisizione o al consolidamento delle suddette competenze devono essere certificati secondo le modalità stabilite con il medesimo decreto, il quale assicura altresì l’invarianza di spesa riaspetto agli stanziamenti vigenti.

Dunque, vi è una stretta sui soggetti titolati a erogare la formazione.

Rispettando le due condizioni sopraindicate, le aliquote saranno le seguenti:

  • 70% per le piccole imprese con limite massimo annuale di 300.000 euro;
  • 50% per le medie imprese con limite massimo annuale di 250.000 euro;
  • 30% per le grandi imprese con limite massimo annuale di 250.000 euro.

Il mancato rispetto di questa condizione (cioè rivolgersi ad altri soggetti abilitati ma non inclusi nella lista ministeriale e la certificazione dell’avanzamento delle competenze) comporta invece una riduzione delle aliquote secondo questo schema:

  • 45% per le piccole imprese con limite massimo annuale di 300.000 euro;
  • 35% per le medie imprese con limite massimo annuale di 250.000 euro;
  • 30% per le grandi imprese con limite massimo annuale di 250.000 euro. (fonte Innovationpost)

Nuove aliquote 2022 su Investimenti in beni immateriali 4.0

Secondo la normativa vigente le aliquote del credito d’imposta per l’investimento in beni immateriali connessi a investimenti 4.0 fino al 31 dicembre 2025, ovvero entro il 30 giugno 2026 sono così suddivise:

  • in misura pari al 20% fino a 1 milioni di euro di investimenti effettuati dal 16 novembre 2020 fino al 31 dicembre 2023;
  • pari al 15% fino a 1 milioni di euro di investimenti effettuati dal primo gennaio 2024 fino al 31 dicembre 2024;
  • in misura pari al 10% fino a 1 milioni di euro di investimenti effettuati dal primo gennaio 2025 fino al 31 dicembre 2025.

Con l’approvazione in data 2 maggio 2022 del decreto-legge recante misure urgenti in materia di politiche energetiche nazionali, produttività delle imprese e attrazione degli investimenti, ci sono state delle maggiorazioni in merito all’aliquota del 2022 su investimenti in beni immateriali 4.0.

Nello specifico il Decreto aiuti interviene sull’aliquota in vigore alzandola al 50%: un aumento di due volte e mezzo che porta questo incentivo a superare l’aliquota prevista per i beni materiali, attualmente fissata al 40%.

La disposizione si applica agli investimenti effettuati a decorrere dal 1° gennaio 2022 e fino al 31 dicembre 2022, ovvero entro il 30 giugno 2023.

Questo però a condizione che entro la data del 31 dicembre 2022 il relativo ordine risulti accettato dal venditore e sia avvenuto il pagamento di acconti in misura almeno pari al 20 per cento del costo di acquisizione.

Si tratta quindi di un intervento retroattivo che consentirà anche a chi ha acquistato software 4.0 nei primi mesi dell’anno di godere di questa super-aliquota.

Quali sono i beni immateriali 4.0 agevolabili?

I beni immateriali agevolabili sono compresi nell’Allegato B alla legge 232 del 2016. Software, sistemi, piattaforme e applicazioni idonei a interconnettere i beni come ad esempio:

  • progettazione, modellazione 3D del processo produttivo;
  • progettazione e ri-progettazione dei sistemi produttivi che tengano conto dei flussi dei materiali e delle informazioni;
  • sistemi SCADA, sistemi MES, sistemi CMMS;
  • applicazioni di Artificial Intelligence & Machine Learning.

Tutti i beni dell’Allegato B devono soddisfare il requisito dell’interconnessione al sistema aziendale di gestione della produzione o alla rete di fornitura. L’agevolazione decorre dal periodo d’imposta in cui il bene è interconnesso.

Cosa deve fare l’impresa per godere dell’agevolazione 2022?

L’impresa deve acquistare i beni immateriali nuovi di fabbrica, dal 1 gennaio 2022 fino al 31 dicembre 2025, oppure deve emettere l’ordine e pagare un acconto maggiore del 20% entro il 31 dicembre 2025 e mettere in funzione il bene entro il 30 giugno 2026.

L’impresa, per beni del valore inferiore a 300.000 euro, deve poi acquisire un’attestazione che dimostri che il bene:

  • possieda tutte le caratteristiche tecniche vincolanti previste dalla legge;
  • sia interconnesso al sistema di gestione della produzione o alla rete di fornitura.

Come si recupera il Credito d’imposta 4.0?

Le imprese possono utilizzare il beneficio del credito in compensazione tramite F24, in 3 quote annuali di pari importo. La legge di Bilancio 2022 ha prorogato fino al 2025 queste agevolazioni con l’obiettivo di continuare a favorire, tramite il piano Transizione 4.0 che fa parte del PNRR, l’innovazione tecnologica e ambientale delle imprese, ma riducendo in alcuni casi le aliquote a partire dal 1° gennaio 2023.

Per gli investimenti per i quali sia già stato dato acconto del 20% entro il 31 dicembre 2021, o siano stati acquisiti nel 2021, ma non ancora interconnessi, NON CAMBIA NULLA, si applica la legge di bilancio 2021 (Legge 178/2020) con credito di imposta al 50%.

Come avrai capito da questo articolo, fare investimenti in beni materiali e immateriali e formazione in chiave 4.0 al giorno d’oggi ti permette di godere di questi incentivi.

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