Previsioni 2020: l’internazionalizzazione e le imprese Italiane

Previsioni 2020: i dati sulla crescita degli scambi commerciali testimoniano, secondo il rapporto ICE-Prometeia, che l’integrazione dell’economia mondiale e delle catene del valore transnazionali prosegue.

Rimangono certo lontani dai tassi di sviluppo a doppia cifra che avevano caratterizzato altre fasi della globalizzazione.

Ma sono probabilmente, anche per questo, la garanzia di un processo più equilibrato dietro l’attuale modello di internazionalizzazione delle imprese”.

Si sente parlare tanto di Internazionalizzazione ma cos’è esattamente?

L’internazionalizzazione è quando l’azienda compie un processo di adattamento pensato e progettato per un mercato o un ambiente definito, ad altri mercati o ambienti internazionali: in modo particolare nazioni e culture.

L’internazionalizzazione è cosa ben diversa dalla localizzazione. Il primo è un adattamento per un potenziale utilizzo al di fuori del mercato in cui l’impresa solitamente opera.

Mentre la localizzazione è l’aggiunta di caratteristiche che permettono di adattare l’elemento in specifici mercati o ambienti locali. I processi sono comunque complementari per raggiungere l’obiettivo del mercato globale.

Quali previsioni 2020 si prospettano per gli scambi internazionali italiani?

Dal 2020 si prevede una nuova accelerazione, rispetto agli ultimi anni. Entrando nel dettaglio dei singoli settori per quanto riguarda le esportazioni italiane, secondo le previsioni di ICE-Prometeia uno dei settori più brillanti sarà quello dei beni tecnologici.

Nello specifico l’elettronica e i prodotti a maggior complessità (automotive, nautica, aerospazio) che, pur rallentando, si confermano tra i più dinamici.

Per i settori di specializzazione dell’economia italiana, i comparti dei beni di consumo mostrano un andamento abbastanza stabile.

La domanda di prodotti alimentari è prevista in accelerazione dal 2,6% annuo del 2018 fino al 3,8% del 2020.  Questo anche in virtù di un’apertura internazionale del settore ancora inferiore agli altri comparti.

Per quanto riguarda il sistema moda e arredo il 2020 sarà premiato da una ripartenza della domanda internazionale (4,4% la previsione per il sistema moda e 3,8% per l’arredo).

La meccanica è un comparto meno brillante, con una prospettiva di crescita del 3,5%. Emerge nel differenziale con l’elettronica e con la stessa meccanica di precisione (5,6% e 5,7% nel biennio) il ruolo sempre più centrale dell’innovazione e delle nuove tecnologie digitali nella domanda di nuovi investimenti.

L’offerta italiana può rispondere alla sfida dell’export. Come? Unendo l’upgrading tecnologico alla tradizionale flessibilità e capacità di personalizzazione che caratterizza le imprese italiane.

È in fondo il passaggio già sperimentato da molti produttori del made in Italy tradizionale che, puntando sulla qualità, hanno saputo riposizionarsi e intercettare i bisogni di mercati sempre più sofisticati.

Al di là delle specificità dei singoli settori e nonostante i timori legati alle dinamiche internazionali tra grandi Paesi come gli Stati Uniti e la Cina, dal Rapporto emerge uno scenario complessivamente positivo.

Questo perché il proseguimento della crescita degli scambi commerciali a livello mondiale rappresenta un’importante opportunità per le aziende italiane. La sfida sarà quella di riuscire a cogliere tale occasione, mantenendo le posizioni di mercato già consolidate all’estero, intercettando nuovi target ed entrando in nuovi Paesi.

Previsioni 2020 – 2023: Il Vietnam tra i preferiti per gli scambi con l’Italia

Il trend di crescita della maggior parte dei prodotti tipici del Made in Italy è previsto in accelerazione, a conferma dell’alta qualità riconosciuta alle eccellenze del Belpaese. Tra questi, spiccano senza dubbio, agroalimentare e prodotti finiti per la persona.

Supereranno i già consistenti tassi di crescita dell’ultimo decennio, raggiungendo rispettivamente il 35 e il 21% di crescita media annua. Da segnalare anche prodotti finiti di largo consumo, prodotti e strumenti per la salute e beni intermedi in materie tessili e pelli.

Inoltre, il settore in maggiore accelerazione è quello delle materie prime industriali , i cui valori di import sono tuttavia molto bassi.

La forte crescita del Vietnam rappresenta per le imprese italiane un’opportunità da cogliere per ampliare il proprio bacino di mercati esteri a tutti i paesi ASEAN.

Recentemente è stato infatti ultimato un accordo di libero scambio tra Europa e Vietnam che, una volta firmato da entrambe le economie, porterà ad un incremento dell’interscambio tra le due economie.

il  Vietnam diverrà così la seconda porta di ingresso ai 10 paesi dell’Associazione dopo la città-Stato di Singapore, con cui l’Europa ha attualmente in vigore un accordo di libero scambio.

Internazionalizzazione e previsioni 2020: le agevolazioni fiscali

L’azione dell’Unione Europea sulla scena internazionale si fonda sui principi di democrazia, stato di diritto, uguaglianza e solidarietà.

L’UE è il più grande donatore di aiuti pubblici allo sviluppo, con oltre il 50% della cifra stanziata per l’assistenza mondiale ai paesi terzi.

Precisamente per sviluppo umano ed economico, salvaguardia delle risorse naturali, eliminazione della fame.

Le azioni di cooperazione economica, finanziaria e tecnica con paesi terzi sono condotte dall’UE con un preciso obiettivo.

Avere dei principi e degli obiettivi condivisi e rafforzati con le politiche di cooperazione degli Stati Membri.

Alcuni programmi sono su base geografica, ciascuno a sua volta suddiviso in programmi nazionali, regionali o transfrontalieri; altri sono su base tematica.

Chi sono i beneficiari?

Secondo il tipo e la finalità del programma di riferimento, i beneficiari (soggetti legittimati a presentare proposte) possono essere imprese, enti pubblici, ONG, centri di ricerca, associazioni di categoria, università.

In alcuni casi, gruppi informali o singole persone fisiche.

Generalmente i soggetti che intendono presentare proposte devono soddisfare requisiti di ammissibilità legale, capacità tecnica e capacità finanziaria.

Quali sono le agevolazioni fiscali previste per il 2020?

Finanziamenti internazionalizzazione: previsioni 2020.

Il voucher del Mise: si tratta di un contributo a fondo perduto.

Un sostegno economico a copertura dei servizi erogati almeno per 6 mesi a tutte quelle micro, piccole e medie imprese che vogliono guardare al mercato oltre confine.

Imprese che intendono farlo attraverso una figura specializzata, ovvero il Temporary Export Manager o TEM. Costui è capace di studiare, progettare e gestire i processi e i programmi sui mercati esteri. In questo modo il Mise ha voluto attuare una strategia per facilitare l’internazionalizzazione delle imprese.

Come funziona il Voucer? Le Pmi inviano una domanda al Mise. Per accedere è richiesto un cofinanziamento che per il primo bando è almeno di 3.000 euro. Se poi la domanda viene accettata, l’impresa deve rivolgersi ad una società fornitrice dei servizi.

Praticamente viene incrementata la dotazione finanziaria, permettendo così a molte altre aziende di accedere al nuovo strumento per l’internazionalizzazione. Il programma dovrebbe proseguire con ulteriori risorse.

Chi può beneficiare del Voucer Internazionalizzazione del Mise? Le Pmi, piccole e medie imprese costituite in forma di società di capitali, anche in forma cooperativa. Così anche le Reti di imprese, tra pmi che abbiano conseguito un fatturato minimo di 500.000 euro in almeno uno degli esercizi nell’ultimo triennio.

Tale vincolo non c’è in caso di start up iscritte nella sezione speciale del Registro delle Imprese.

Finanziamenti Internazionalizzazione: il contributo concesso

Si tratta di singoli voucher di 10.000 euro per l’inserimento in azienda di un Temporary Export Manager per almeno dei mesi.

Per avere accesso al voucher d’internazionalizzazione, l’impresa deve intervenire con un cofinanziamento che, per il primo bando è di almeno 3.000 euro.

Vale a dire che il costo complessivo sostenuto dall’impresa per il servizio deve essere di almeno 13.000 euro. L’azienda deve rivolgersi ad una società fornitrice dei servizi scegliendola tra quelle dell’elenco del Mise.

I soggetti possono beneficiare dei finanziamenti internazionalizzazione attraverso i voucher di 10.000 euro per l’inserimento in azienda di un TEM per almeno sei mesi.

Il secondo voucher da 10.000 euro è destinato a chi presenta per la prima volta la domanda.

Il voucher da 8.000 euro è destinato all’impresa beneficiaria che rilascia una quota di cofinanziamento di almeno 5.000 euro.

Questo voucher è rivolto a micro, piccole e medie imprese, costituite in forma di società capitali anche in forma cooperativa: con i voucher si facilita l’internazionalizzazione aziende.

L’obiettivo di questo articolo è quello di farti capire che ci aspetta un 2020 molto interessante per quanto riguarda il settore dell’internazionalizzazione.

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