Il rating aziendale è il punteggio che le banche assegnano a te e alla tua impresa sulla base del quale stabiliscono se prestarti soldi. Se poi risulti solvibile, valutano quanti soldi ti possono prestare e a quale tasso d’interesse, in base alla tua classe di rating.
Un punteggio che può valere il successo o il fallimento della tua azienda.
Quello che nessuno spiega mai agli imprenditori è come questo punteggio viene determinato, quali sono i fattori che le banche considerano nell’attribuirlo e come poter intervenire per poterlo migliorare.
Le segnalazioni negative in Centrale Rischi sono solo uno dei parametri presi in considerazione.
Il meccanismo di attribuzione del rating è complesso, ma la maggior parte del punteggio è determinato dal comportamento registrato dalla Centrale Rischi di Banca d’italia
Ad oggi, per tutte le aziende con meno di 50 milioni di fatturato, la CR vale l’85% del punteggio. In altre parole, su una scala da 1 a 10, 8 punti e mezzo ti vengono attribuiti in base a quello che risulta dalla Centrale Rischi.
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Toggle“Quindi non posso fare niente per migliorare il mio rating aziendale?”
Si certo che puoi ma vediamo prima di fare chiarezza, in modo semplice, al fine di trarre indicazioni operative. Prima di tutto devi sapere che il Rating aziendale non è immutabile, anzi varia nel tempo.
Quindi, non e’ affatto detto che, per il solo fatto che oggi tu abbia un rating cattivo, non possa domani averlo meno cattivo, o buono. Vale naturalmente il viceversa.
Questa prima considerazione dovrebbe muoverti all’azione, se sai in quale direzione muoverti, naturalmente.
Altra cosa molto importante è che Il rating aziendale è non negoziabile dopo che è stato emesso,
ma è negoziabile prima.
Quindi, da queste due considerazioni, emerge una conseguenza: se so che dovro’ negoziare con una banca, in futuro, posso muovermi per tempo, al fine di migliorarlo.
Per muoversi, occorre sapere quali sono le cose da fare. Intanto, il rating determina un prezzo.
Tale prezzo e’ condizionato dalla perdita attesa della banca, che è dato essenzialmente da due grandi aree: la perdita in caso di insolvenza (che dipende dai flussi di reddito futuri) e dalla perdita in caso di insolvenza (che dipende dal sistema patrimonio e garanzie).
Da questo ne consegue un primo ragionamento: ossia che devi manovrare ben due aree: la prima è quella inerente ai flussi di reddito futuri. La seconda riguarda invece il sistema patrimoniale e le garanzie.
Praticamente, quello che ti ho appena detto sintetizza il sistema cardine del messaggio di Basilea (le regole per la concessione del credito) ossia:
- Per prima cosa, una banca deve valutare i flussi di cassa futuri (quanta cassa produrrà il progetto).
- In subordine, il patrimonio aziendale (quanta cassa ci hai messo e/o ci metterai tu).
- In terza battuta, il sistema delle garanzie (quanta cassa esterna eventualmente si potrà recuperare).
Volevo farti notare una parola che accomuna quanto ti ho appena detto: CASSA e, a questo proposito, voglio darti il primo consiglio operativo.
In banca, parla sempre di cassa: parti da quella del progetto. Puo’ sembrare faticoso, all’inizio, ma è solo un problema di chiarezza di idee, e di linguaggio.
Voglio farti notare inoltre che molte persone, senza sapere ciò che affermano, dicono che queste sono tutte sciocchezze, poiché “il rating dipende dal bilancio”.
Questa, è la vera sciocchezza.
La frase giusta sarebbe: il rating aziendale dipende anche dal bilancio.
Ora, per convincerti all’azione, e non rassegnarti al fatto che “tanto i giochi sono fatti” e che “tanto le banche finanziano solo se ci sono i numeri”, ti propongo di esaminare, scientificamente, ma in modo semplice, le tre determinanti del rating.
Parto dicendoti che il giudizio della tua azienda, ossia il rating dipende da informazioni:
- qualitative che sono tendenzialmente oggettive e modificabili prima dell’emissione;
- quantitative che sono assolutamente soggettive e modificabili prima dell’emissione.
In questo contesto voglio darti un consiglio: quando presenti in banca quelle che io chiamo informazioni quantitative non devi limitarti a presentare la tua situazione contabile passata ma anche quella futura.
Devi sapere che la gran parte delle piccole aziende si presenta in banca con solo il bilancio. Purtroppo non rendendosi conto che, se viene a mancare una situazione contabile futura, si stanno già giocando metà della partita negoziale.
Da questo si deduce una cosa molto importante. In banca ci devi sempre andare con una proiezione contabile futura.
Ora però andiamo ad analizzare il secondo blocco che devi controllare
Il Rating e le informazioni qualitative
In questo caso devi stare si attento al rapporto con la singola banca ma non devi trascurare il sistema nel complesso, evitando scaduti e segnalazioni. Ti dico questo perché la gran parte delle piccole imprese, purtroppo non sa gestire ne il rapporto con la singola banca, ne il sistema bancario nel suo complesso e di conseguenza non riesce a gestire la Centrale Rischi.
Altra cosa da considerare e da non trascurare è Il rating, è mosso anche dai giudizi che l’analista di banca scrive, a proposito della vostra impresa. Non si tratta di dati oggettivi, ma di informazioni.
Non sono scritti nel bilancio, e il software, da solo, non sarebbe in grado di leggerli: ci vuole qualcuno, un uomo, che li imputi, di propria volontà, e secondo la propria interpretazione.
Le informazioni qualitative di cui ti sto parlando riguardano il complesso delle informazioni sulla struttura dell’impresa. Il tuo prodotto, il mercato in cui operi e il settore competitivo.
Queste informazioni non sono desumibili dal bilancio, dal Cerved, o dalla Centrale dei Rischi: tu solo puoi fornirle.
Altra cosa importante è che quando negozi con una banca, devi mettere per iscritto, chiaramente, tutti i tuoi punti di forza, approfondendoli in seguito in incontri commerciali.
Presta attenzione al fatto che non è assolutamente la brochure, ma un documento specifico scritto appositamente per la banca. Di nuovo, se ti sembrerà di perdere tempo, ti renderai conto successivamente che quel tempo sarà invece investito nel modo migliore.
È fondamentale dare la giusta importanza ai dati qualitativi, dal momento che non si può andare in banca improvvisando ma sapendo che saremo valutati su:
- bilancio (sapendo quali indici contano)
- piano futuro (sapendo che ci vuole sempre, e come va scritto)
- sul nostro comportamento (sapendo come si gestisce la Centrale Rischi)
- Sulla qualità dell’impresa (sapendo che dovremo dare noi le informazioni all’analista)
Detto questo leggi attentamente quello che sto per svelarti.
Le 5 regole chiave che devi seguire per migliorare il tuo rating aziendale
1- MOVIMENTARE I CONTI CORRENTI
Un conto corrente non movimentato e fermo su un saldo negativo per un periodo più o meno lungo induce la banca a considerare l’uso improprio del fido. Suggerimento: ricorrere a forme di finanziamento più adatte alla propria situazione finanziaria ad esempio valutando l’opportunità di un prestito a medio-lungo termine.
2- USARE I FIDI NEL MODO MIGLIORE
Utilizzare completamente i fidi al limite dell’accordato costituisce quasi sempre sintomo di difficoltà finanziaria e viene registrato come dato negativo dal sistema creditizio. Ovviamente una tensione dei fidi può essere anche un sintomo positivo per le imprese in forte crescita per le quali, il vecchio limite di fido, non è più sufficiente. Suggerimento: utilizzare i fidi al massimo entro il 70/80% del limite concesso ed eventualmente rinegoziare con la banca l’importo dei fidi se insufficienti ai propri fabbisogni.
3- EVITARE SCONFINAMENTI
Lo sconfinamento avviene quando una linea di credito viene utilizzata oltre i limiti dell’accordato.
Ovviamente si tratta di un evento pregiudizievole in quanto non solo peggiora di molto la valutazione espressa dalla banca affidante, ma comporta anche la segnalazione in Centrale dei Rischi con l’inevitabile conseguenza che dal mese successivo anche le altre banche vedranno che si è verificato uno sconfinamento.
Anche qui occorre distinguere da caso a caso ma comunque si tratta di una situazione da evitare accuratamente.
Suggerimento: monitorare costantemente i saldi debitori bancari, soprattutto in prossimità del “fine mese” nel quale si concentrano la maggior parte degli incassi e dei pagamenti.
Negoziare con i fornitori la scadenza delle ri.ba. ai primi giorni del mese successivo. Presentare per tempo la documentazione per l’eventuale rinnovo dei fidi ecc.
4- RIMBORSARE REGOLARMENTE LE RATE DEI PRESTITI
Anche il mancato pagamento di una rata di prestito determina una situazione di inadempimento con conseguenze del tutto analoghe a quelle dello “sconfinamento” (segnalazione in Centrale Rischi ecc.).
Suggerimento: finanziare gli investimenti fissi con mutui di durata congrua ai tempi di ritorno; in caso di obiettiva difficoltà avvertire in tempo la propria filiale per concordare una soluzione al problema; rinegoziare il prestito per avere rate di importo più piccolo e dunque maggiormente gestibili.
5- GESTIRE AL MEGLIO GLI INSOLUTI ED I CREDITI IN SOFFERENZA PER MIGLIORARE IL RATING
Una elevata percentuale di insoluti è un indicatore di anomalia andamentale che non aiuta di certo a migliorare il rating bancario dell’azienda. Senza considerare che gli insoluti vengono addebitati sul conto dell’azienda la quale, in mancanza di un fido capiente, rischierà lo sconfinamento oltre i limiti di fido.
Suggerimento: cercare di selezionare la propria clientela; classificarla in base ai tempi e alla puntualità dei pagamenti; presentare alla banca solo il “portafoglio buono”; richiamare anticipatamente gli effetti quando si viene a sapere che gli stessi non verranno pagati.
Altro suggerimento che vorrei darti al di fuori di queste regole chiave è quello di affidarti a dei professionisti, esperti in materia di consulenza aziendale strategia, Rating, innovazione e finanza d’impresa che riescono ad innalzare il rating delle imprese, in soli 12 mesi grazie al Metodo Alzarating.
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