Ristrutturazione Aziendale, un’attività complessa che ha come obiettivo quello di risanare la situazione finanziaria di un’azienda in crisi e, se necessario ottimizzarne, l’organizzazione.
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ToggleQuali possono essere le cause di una crisi aziendale?
Squilibri legati alla produttività
Un primo insieme di indicatori di squilibrio possono essere:
- la mancanza di una vera e propria strategia interna legata al business;
- mancanza di nuovi clienti perché non vi è una vera e propria strategia di marketing. Di conseguenza non c’è un aumento dei contatti. Potrebbe anche essere invece svolta l’attività di marketing ma con tecniche del passato, visto il continuo progredire della tecnologia.
- inefficienza produttiva dell’azienda, riconducibili all’utilizzo di tecnologie superate. Alla mancanza di competenza o di impegno della manodopera. All’utilizzo di strumenti parzialmente o totalmente obsoleti o da una crisi da decadimento dei prodotti o servizi che non risultano più attraenti agli occhi dei consumatori.
Squilibri di natura finanziaria
Altra fattispecie di segnali di difficoltà/crisi sono da individuare sotto il profilo finanziario.
Uno dei primi campanelli d’allarme è la carenza di liquidità. Ciò significa innanzitutto che l’imprenditore non riesce ad adempiere alle proprie obbligazioni, siano esse nei confronti di clienti, fornitori, fisco.
L’inadeguatezza del flusso di cassa cash flow rappresenta la conseguenza di una mancata o errata lettura dei documenti economico/patrimoniali.
Suddetto fenomeno relativo ai flussi di cassa si riscontra quando le entrate non sono idonee a fronte alle obbligazioni pianificate. Tale fenomeno rappresenta quindi uno squilibrio dell’attività d’impresa.
Questa, in genere, accade quando hai consumato buona parte del tuo capitale operativo. Con ciò ci si riferisce alle risorse che sostengono l’attività di un’azienda.
Nella maggior parte dei casi, tale situazione è la conseguenza di cattive scelte di gestione. Scelte che hanno portato squilibrio tra le tue entrate e le spese che devi sostenere.
È quindi, fondamentale analizzare e analizzare compiutamente il Conto Economico, con i relativi costi e ricavi (ad esempio un calo dei ricavi), oltre che al Bilancio, il quale è il documento in grado di sintetizzare lo stato patrimoniale, con l’attivo e il passivo.
In presenza di segnali di squilibrio si consiglia di intervenire tempestivamente, prima che una difficoltà si trasformi in una vera e propria crisi irrecuperabile.
A questo punto come possiamo superare queste cause e partire con una buona ristrutturazione aziendale?
Ristrutturazione aziendale: quali sono le strategie da mettere in atto?
Prima di tutto è giusto evidenziare che per poter portare avanti con successo un processo di ristrutturazione aziendale, è assolutamente necessario redigere un Piano di Risanamento (o di ristrutturazione aziendale, appunto) che definisca un budget per sostenere i costi della ristrutturazione stessa e che guidi le decisioni prese nel tempo.
È grazie a questo documento che si è in grado di cercare e trovare le motivazioni che hanno generato lo stato di crisi.
In questo modo è possibile elaborare uno specifico programma per il recupero della redditività aziendale.
Con il Piano di risanamento aziendale si cerca di fotografare lo stato di crisi in essere e di fornire assunti come base strategica per il rilancio d’azienda.
In che modo? Descrivendo l’impatto specifico di tale strategia in relazione alla produzione, commercializzazione, alle vendite, agli investimenti e così via.
Detto questo esistono diverse strategie utilizzabili per riorganizzare, ristrutturare o risanare la propria azienda. Le principali sono:
- continua verifica dello stato patrimoniale e della capacità di tenuta finanziaria dell’impresa;
- controllo continuo della redditività della gestione;
- interventi correttivi nel settore economico;
- interventi correttivi anche sullo stato patrimoniale;
- analisi e monitoraggio dell’andamento economico e patrimoniale dopo la messa in pratica degli interventi correttivi;
Ecco gli step per elaborare un buon piano di ristrutturazione aziendale
Ristrutturazione dei costi fissi e variabili
La ristrutturazione aziendale deve necessariamente partire con l’analisi dei costi variabili e fissi, ovvero le due componenti principali di fondo che sottendono alla produzione dei beni e dei servizi, senza il sostenimento dei quali non si potrebbe svolgere l’attività caratteristica dell’impresa.
I costi fissi sono quelli, intuitivamente, che non variano al variare della quantità totale dei beni e servizi prodotti. Possiamo definirli come “spese di funzionamento” dell’impresa, cioè che servono per far “funzionare” l’intera struttura.
Un’analisi attenta delle singole voci di spesa dei costi fissi può far emergere inefficienze quali, ad esempio, sprechi di energia elettrica (od offerte sul mercato più efficienti), oppure costi amministrativi superflui.
I costi variabili sono quelli che, viceversa, sono proporzionali alla quantità totale dei beni e servizi prodotti. Anche in questo caso l’analisi dei costi variabili potrebbe far emerger sprechi delle materie prime a causa di contratti di approvvigionamento migliorabili o processi interni di produzione inefficienti.
L’impatto dei costi fissi e variabili nel bilancio totale dell’impresa è quasi totale. Per questo, è necessario partire di qui per minimizzare gli sprechi e le inefficienze e per massimizzare il risparmio.
Analisi del margine di contribuzione
Il margine di contribuzione unitario è la differenza tra il ricavo dalla vendita di un prodotto e il costo (variabile) per realizzarlo. Il margine di contribuzione totale è, invece, la differenza tra i ricavi totali dalla vendita di tutti i prodotti e i costi (variabili) totali sostenuti per realizzarli.
In altre parole, il margine di contribuzione indica quanto costa produrre un bene o un servizio e quanto si ricava dalla sua vendita.
È un valore molto importante essenzialmente per due motivi:
- Si riesce ad analizzare i componenti di costo da sostenere per produrre un bene o un servizio;
- Si riesce a stabilire il prezzo di vendita adatto del bene o del servizio per non andare in perdita e per ottenere una quota di profitto.
Agire sul margine di contribuzione, dunque, significa capire quali sono i costi sostenuti per produrre il bene ed eliminare, o comunque ridurre, gli sprechi.
Il margine di contribuzione è un valore importante nel processo decisionale a supporto del controllo di gestione. Per controllo di gestione si intende quel processo che consente di capire se le risorse sono utilizzate in maniera efficiente. Consente di raggiungere gli obiettivi di profitto, per ottenere valutazione di convenienza economico-finanziaria.
Grazie a un’analisi del margine di contribuzione è possibile:
- far emergere inefficienze di approvvigionamento delle materie prime o di processo;
- la convenienza o meno nella produzione di un prodotto stesso
- decidere se continuare a produrre internamente alcuni semilavorati o affidarsi a un fornitore esterno.
Agendo sul margine di contribuzione in maniera oculata, è possibile ampliare la differenza tra i ricavi e i costi e avere, di conseguenza, una fetta maggiore di profitto.
Migliorare la gestione del cash flow
Migliorare il cash flow significa migliorare i flussi di cassa, ovvero la tempistica di entrate e uscite.
Le entrate sono dovute per la maggior parte dai pagamenti dei clienti, mentre le uscite sono rappresentate dal pagamento dei debiti verso l’erario, fornitori e finanziatori.
Il cash flow è il valore delle risorse finanziarie annuali di un’impresa calcolato come differenza tra tutte le entrate e tutte le uscite finanziarie registrate.
Va da sé che se le uscite sono maggiori delle entrate, o comunque, se i flussi non sono ottimizzati, l’azienda potrebbe trovarsi in una situazione di sofferenza finanziaria e con problemi di liquidità.
Il problema principale insorge quando gli incassi sono successivi ai pagamenti. L’azienda potrebbe trovarsi nella situazione in cui non ha la liquidità necessaria per saldare i debiti nonostante vanti un ammontare di crediti utile a coprire le spese.
Qual è la soluzione?
La soluzione è la programmazione dei pagamenti dei debiti verso l’erario e gli istituti di credito. Agire sulle dilazioni concesse a fornitori e clienti e Stabilire un tempo inferiore per il pagamento dei crediti da parte dei clienti. Ottenere inoltre dilazioni maggiori da parte dei fornitori.
Questo consente di avere liquidità per poter affrontare agevolmente le scadenze fiscali, previdenziali e debitorie e per poter programmare investimenti che garantiscano la crescita dell’impresa.
La ristrutturazione dei costi fissi e variabili, le politiche di assunzione del personale, l’analisi del margine di contribuzione, le strategie commerciali per aumentare il fatturato e migliorare la gestione del cash flow sono tutte azioni che hanno lo scopo di aumentare il fatturato e la liquidità dell’impresa per poter far fronte al pagamento dei debiti (in primis quelli con l’erario e i finanziatori).
Una volta attuate queste strategie e rimessa in pista l’attività, si dovrà contrattare con le banche per ristrutturare i debiti e chiedere un tasso di interesse più basso. Il circolo vizioso dell’insolvenza si trasformerà in circolo virtuoso che consentirà una diminuzione degli oneri finanziari e, anzi, un arricchimento dell’azienda (anche grazie ai nuovi possibili investimenti).
Ristrutturazione aziendale: quali sono i vantaggi?
la ristrutturazione aziendale non solo sviluppa un piano di risanamento per l’impresa, evitando, il più possibile, perdite economiche ma permette di avere i seguenti vantaggi:
- Guadagni aumentati
- Maggiore efficienza
- Estensione della vita lavorativa
- Strategia migliorata
- Migliori accordi finanziari.
Nonostante ciò, si possono rilevare alcuni svantaggi della riorganizzazione aziendale.
L’impatto che la ristrutturazione societaria ha sui lavoratori è piuttosto forte.
Proprio a causa di questo doppio lato della ristrutturazione aziendale, è fortemente consigliato rivolgersi ad un Team di esperti in materia.
Prenotando qui la tua consulenza gratuita e affidandoti a noi saremo in grado di analizzare tutti gli aspetti, sia positivi che critici, in modo tale da evitare conseguenze controproducenti.
Grazie all’implementazione dei nostri servizi metteremo in atto un buon piano di ristrutturazione aziendale analizzando anche incentivi ed agevolazioni a supporto da parte dello Stato.