Sanatoria Bonus Ricerca & Sviluppo: cos’è e come funziona

La Sanatoria Bonus Ricerca & Sviluppo, facendo riferimento alla normativa del D.L. 146/2021 è rivolta a tutti quei contribuenti che hanno in buona fede portato in compensazione il Credito d’Imposta Ricerca & Sviluppo per gli anni che vanno dal 2015 al 2019.

Perché è nata la Sanatoria Bonus Ricerca & Sviluppo?

Il legislatore ha preso atto delle difficoltà interpretative e dell’incertezza della normativa che ha caratterizzato l’applicazione del credito d’imposta.

Di conseguenza ha deciso di intervenire per porre fine alle numerose problematiche derivanti dagli atti di recupero effettuati in tale ambito dall’Agenzia delle entrate.

Senza entrare nel merito delle vicende e delle modalità con le quali l’amministrazione finanziaria ha condotto le attività di verifica e recupero del bonus R&S, ciò che conta veramente è la presa d’atto del legislatore.  

Resosi conto dello stato di incertezza che regna in tale ambito applicativo, il legislatore ha deciso di gettare la spugna e non sanzionare i contribuenti che hanno agito in buona fede.

Procedura per accedere alla Sanatoria

Coloro che vogliono accedere alla sanatoria devono inviare un’apposita richiesta all’Agenzia delle entrate. Questo indipendentemente dall’esistenza di una procedura aperta a loro carico, entro il 30 settembre 2022. Il facsimile del modulo per la richiesta sarà pubblicato dalla stessa Agenzia entro maggio 2022.

Nella richiesta deve essere specificato:

  • il periodo o i periodi d’imposta di maturazione del credito d’imposta per cui è presentata la richiesta;
  • gli importi del credito oggetto di riversamento spontaneo;
  • tutti gli altri dati ed elementi richiesti in relazione alle attività e alle spese ammissibili. 

Per beneficiare della regolarizzazione introdotta dal decreto, bisognerà restituire l’importo in questione, senza applicazione di sanzioni e interessi, entro il 16 dicembre 2022.

Nella richiesta si segnalano:

  • il periodo o i periodi d’imposta di maturazione del credito d’imposta per cui è presentata la richiesta;
  • gli importi del credito oggetto di riversamento spontaneo;
  • tutti gli altri dati ed elementi richiesti in relazione alle attività e alle spese ammissibili.

Cosa importantissima è che la corretta conclusione della procedura di sanatoria evita la punibilità prevista dal codice penale.

La procedura è perfezionata nel momento in cui si versa tutto l’importo dovuto: nel caso quindi di pagamento a rate, se si salta una delle scadenze, i residui importi verranno iscritti a ruolo, con l’applicazione di una sanzione del 30% e degli interessi per ritardata iscrizione a ruolo.

Di seguito ecco com’è possibile dilazionare l’importo dovuto.

Sanatoria Bonus Ricerca & Sviluppo: è possibile dilazionarla

La restituzione dell’importo può anche essere dilazionata in tre quote annuali di pari importo, con l’aggiunta, però, sulle rate successive alla prima, degli interessi al tasso legale.  

Di conseguenza la seconda e la terza, che scadono rispettivamente il 16 dicembre 2023 e il 16 dicembre 2024, avranno una maggiorazione degli interessi calcolati al tasso legale a decorrere dal 17 dicembre 2022.  

L’accesso alla procedura di rateizzazione si richiede tramite apposita istanza all’Agenzia delle Entrate entro il 30 settembre 2022.

Chi può accedere alla Sanatoria Bonus Ricerca & Sviluppo?

Possono beneficiare del ravvedimento gratuito coloro che:

  • nei periodi d’imposta compresi tra il 2015 e il 2019 hanno realmente svolto attività e sostenuto le relative spese in tutto o in parte non qualificabili come attività di ricerca e sviluppo ammissibili al credito d’imposta secondo i requisiti prescritti dalla norma;
  • hanno commesso errori nella quantificazione o individuazione delle spese agevolabili oppure nella determinazione della media storica di riferimento da raffrontare con l’importo degli investimenti realizzati;

La procedura è attivabile anche da chi, con riferimento al periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2016, ha applicato la norma in maniera non conforme all’interpretazione autentica fornita dalla legge di bilancio 2019 (articolo 1, comma 72, legge 145/2018).

La Normativa in oggetto fa riferimento ai soggetti commissionari residenti in Italia che eseguono attività di ricerca e sviluppo per conto di imprese residenti o localizzate in altri Stati Ue, Stati aderenti all’accordo sullo Spazio economico europeo o Stati compresi nell’elenco di cui al decreto Mef 4 settembre 1996.

Questo, ai fini del calcolo del bonus spettante, si rilavano soltanto le spese relative alle attività svolte direttamente e in laboratori o strutture situati nel territorio nazionale.

Chi non può accedere alla Sanatoria Bonus Ricerca & Sviluppo?

Non possono accedere al bonus:

  • soggetti la cui relazione è il risultato di condotte fraudolente;
  • di fattispecie oggettivamente o soggettivamente simulate;
  • di false rappresentazioni della realtà basate sull’utilizzo di documenti falsi o di fatture per operazioni inesistenti;
  • coloro nella cui relazione manca la documentazione idonea a dimostrare il sostenimento delle spese agevolabili.

Sanatoria Bonus Ricerca & Sviluppo: come partire con il piede giusto

Le aziende che vogliono sfruttare questa opportunità sono consapevoli del percorso lungo e tortuoso che hanno dovuto affrontare per ottenere il Credito d’imposta Ricerca & Sviluppo. Fortunatamente il legislatore si è accorto, a seguito di controlli su progetti e relazioni con un alto margine di errori che la causa di tutto questo riguarda un riferimento normativo che era interpretabile.

Una normativa che ha generato confusione tra gli imprenditori che hanno sviluppato progetti di ricerca e sviluppo e che hanno fatto il percorso per ottenere il credito d’imposta.

A seguito di tutto questo la normativa sulla sanatoria di Ricerca & Sviluppo vuole agevolare gli imprenditori nel restituire gli importi a loro non spettanti.

Noi di Alzarating accompagniamo i clienti in questo percorso, grazie anche alla collaborazione di un team di esperti.

Insieme abbiamo studiato una metodologia importante che sviluppa delle memorie tecniche di approfondimento che supportano il cliente sul lavoro svolto in modo da poter decidere che strada intraprendere.

Naturalmente quello che farà il team che si occuperà di questa attività è cercare di cogliere quello che c’è di buono nella ricerca e nella relazione tecnica. L’obiettivo è quello di portarlo come strumento fondamentale per approcciare in modo corretto alla sanatoria.

Questa metodologia può essere una base costruttiva per quelli che saranno progetti futuri di Ricerca & Sviluppo.

Oppure può essere lo strumento necessario ed efficace per poter accedere a quelli che saranno i benefici del nuovo Patent Box previsto dalla legge.

A questo proposito andiamo ad approfondire il discorso del Patent Box

Cos’è il Patent Box?

Il Patent Box è un’agevolazione fiscale opzionale che permette alle aziende di ridurre la base imponibile dei redditi derivanti dallo sfruttamento dei beni immateriali.

Con questo istituto l’Italia premia con sgravi fiscali le imprese che mantengono nel suo territorio le opere di proprietà intellettuale produttive di reddito. Opere che potrebbero essere agevolmente e velocemente ricollocate all’estero sottraendo produttività al tessuto imprenditoriale italiano.

Si tratta di uno strumento che consente di beneficiare di agevolazioni fiscali anche retroattivamente (fino ad 8 anni). Strumento destinato a coloro che hanno sviluppato progetti e sostenuto i costi di ricerca e sviluppo sostenuti in relazione a:

  • software protetti da copyright;
  • brevetti per invenzione industriale;
  • disegni e modelli di utilità che siano utilizzati direttamente o indirettamente nello svolgimento della propria attività d’impresa.

Di quali agevolazioni può godere l’azienda?

La cosa interessante è portare in detrazione come credito d’imposta spese ammissibili non più al 90% bensì al 110%. Si escludono però dai beni agevolabili i marchi di impresa (come invece era stato previsto dal Decreto Fiscale) e limitandolo ai brevetti e agli beni giuridicamente tutelati.

Si elimina anche il divieto di cumulo tra il credito d’imposta derivante dal Patent Box e quello per la Ricerca e Sviluppo, prevendendo un regime transitorio.

Il comma 4, dell’art. 6, chiarisce, inoltre, che le attività agevolabili possono essere svolte anche mediante contratti di ricerca stipulati con società diverse da quelle appartenenti al medesimo gruppo.

Attività che possono essere svolte con Università o enti di ricerca o organismi equiparati che hanno quale mission la creazione e lo sviluppo dei bene agevolabili.

I fruitori della “super deduzione” saranno tenuti ad indicare le informazioni necessarie alla determinazione della maggiorazione con idonea documentazione. Le caratteristiche saranno esplicitate con un successivo provvedimento dell’Agenzia delle Entrate.

Quali sono i benefici?

Il beneficio opera anche per i beni immateriali in rapporti di complementarità necessari alla realizzazione di un prodotto o di una gamma omogenea di prodotti. Realizzazione di un processo o di un gruppo di processi, a condizione che i beni utilizzati siano ricompresi tra quelli sopra elencati.

Ai fini di usufruire del Patent Box i contribuenti si devono occupare delle attività di ricerca e sviluppo del bene immateriale. Anche avvalendosi di diverse società ad essi non legate da rapporti di collegamento (diretto o indiretto) o di controllo oppure di università o enti di ricerca (o equiparati).

Questo sarà un beneficio per il cliente che dovrà fare delle correzioni sull’operato passato di Ricerca e Sviluppo. In che modo? Approcciando alla sanatoria e restituendo una parte di ciò che indebitamente ha portato in detrazione.

Potrà però usufruire di uno strumento strategico ed importante per i progetti futuri.

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Ti supportiamo nella valutazione e percorso per aderire alla Sanatoria Ricerca e Sviluppo. Grazie alla nostra metodologia ti possiamo fornire importanti indicazioni tecniche in merito alla misura agevolativa del nuovo Patent Box 2021.

Avresti così la possibilità di recuperare il beneficio non utilizzato negli anni passati. Questo per i costi sostenuti fino ad 8 anni prima della creazione/registrazione del bene intangibile agevolato.   

Se hai delle domande o desideri ulteriori informazioni, compila il nostro modulo di contatto.

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