“Quell’imprenditore credeva che l’unica soluzione per salvare l’azienda fosse licenziare, ma quello stesso giorno, una persona gli fece cambiare idea”.
Sergio, imprenditore di 52 anni, mentre faceva colazione bevendo un caffè, nella speranza di riprendersi dopo una delle tante notti in bianco, cercava di trovare una soluzione e capire in che modo avrebbe potuto uscire da quella situazione disastrosa.
Vent’anni di duro lavoro, l’orgoglio nel tirare su un’azienda affermata sul mercato per la produzione di abiti da uomo, unici nel loro genere e invidiati in tutta Italia.
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ToggleLe migliori stoffe, il miglior design, un team di lavoratori instancabili che hanno iniziato la loro carriera proprio in quell’azienda, orgogliosi di farne parte.
Dopo l’uscita dalla scuola e i vari contratti a termine, quei lavoratori videro in quell’azienda, la possibilità di avere un posto fisso, una carriera, un futuro sicuro.
Erano convinti che sarebbero usciti da quell’azienda in età da pensione.
Ma poi arriva la crisi: investimenti sbagliati portano quell’azienda ad avere dei bilanci davvero pessimi.
La vendita dell’azienda ad una proprietà cinese sembrava fosse stata un’ancora di salvezza, ma ora erano proprio loro a fare una richiesta ben precisa.
Un risparmio di almeno 500.000 euro nel prossimo triennio, altrimenti l’azienda avrebbe rischiato il crollo con il conseguente licenziamento di tutto il personale.
Sergio non sopportava il pensiero di dover licenziare dei suoi dipendenti.
Nonostante fosse a capo di quell’azienda amava scendere nei reparti, controllare i modelli, visionare la scelta delle stoffe, la sartoria, la creazione di nuovi design.
Amava parlare con i suoi dipendenti, sentire le loro idee, spesso ottime, per il miglioramento dei prodotti.
Quell’azienda era praticamente la sua creatura e i dipendenti un po’ come se fossero i suoi figli.
Il pensiero che l’unica modo per salvare l’azienda fosse il taglio del personale o prepensionamenti, lo mandava in depressione giorno per giorno.
Non c’era altra soluzione; cosa poteva fare? Lasciare a casa determinate persone voleva dire salvarne più della metà.
Naturalmente i primi sarebbero stati quelli con il contratto a termine e successivamente, toccare a padri di famiglia, a donne che erano già sulla quarantina e che avrebbero avuto difficoltà a trovare lavoro.
Putroppo a quarant’anni (sembra assurdo visto che le ultime leggi mettono in previsione come età pensionabile 60 anni) secondo la gran parte delle aziende, si è già vecchi.
Mentre percorreva il traffico di Milano che lo portava verso la sua azienda stava cercando di trovare una soluzione o comunque fare una selezione delle persone con cui avrebbe dovuto parlare quel giorno.
Continuava a ripetere nella sua mente, “ lo faccio per salvare l’azienda, lo faccio per salvare quelle persone che sono in azienda da più tempo, non ho alternative purtroppo”.
Giustamente era un modo per giustificare i suoi sensi di colpa che, comunque, non sarebbero spariti.
Finalmente dopo un’ora riesce ad arrivare in azienda.
Accorre verso di lui la segretaria dicendogli che, da una mezz’oretta, un certo Daniele Bosio, un commerciale che si occupa di consulenza finanziaria alle aziende, aveva appuntamento con lui verso le ore 10.00.
Sergio in quel momento ebbe un flash; “si ora ricordo, c’eravamo sentiti settimana scorsa, mi aveva mandato un’informativa sul Credito D’imposta e dovevamo vederci stamattina.”
“Si grazie lo faccia accomodare nel mio ufficio”.
Naturalmente l’umore era a terra e la voglia di stare ad ascoltare questa persona che, era li a vendergli chissà quale diavoleria, era pari a ZERO.
Ormai quell’uomo era li, in attesa da circa mezz’ora, trepidante nell’esporgli la sua idea, quella che poteva essere la reale soluzione per Sergio.
“Mah” pensò Sergio, “si dai sentiamo cosa ha da dirmi, al massimo se non mi convince m’invento qualcosa e lo liquido”.
Sergio però non sapeva che quella persona avrebbe cambiato la sua vita, quella dei suoi dipendenti e il destino della sua azienda. In meglio naturalmente.
Daniele dopo essersi presentato, iniziò a fare domande sull’azienda. Nel momento in cui Sergio vide questa persona così interessata alla sua attività inizialmente rimase diffidente, quasi restio a parlare.
La classica domanda balza nella testa di Sergio; “ Ma questo che vuole da me?”.
Daniele accenna alla mail inviata e alla telefonata, ma percepisce chiaramente che l’imprenditore in quei giorni ha ben altro per la testa.
Inizialmente Sergio non lo ascoltava. La sua azienda era in crisi, doveva trovare una soluzione non aveva tempo da perdere.
Daniele, capisce che il problema era serio e che con un po’ di pazienza e qualche chiarimento in più, avrebbe ottenuto dei risultati.
Gli spiega cos’è il credito d’imposta Ricerca & Sviluppo, come si può ottenere e i vantaggi.
Sergio lo guarda incredulo rispondendo: “ma io non faccio Ricerca & Sviluppo!!”
Morale della favola; Daniele si arma di pazienza, facendo una serie di domande scopre che quell’azienda fa tanta Ricerca & Sviluppo (un azienda che si occupa di moda, progetta e sviluppa modelli: potrebbe essere il contrario???).
Sergio ascoltando Daniele, pensa realmente di prendere in considerazione la possibilità che da tutto questo possa nascere liquidità grazie al credito d’imposta Ricerca & Sviluppo; finalmente si fida di Daniele e accetta il suo consiglio.
Gli consegna tutta la documentazione richiesta; in 20 giorni di lavoro gli viene dimostrato che il budget che lui stava per recuperare lasciando a casa delle persone, dei padri di famiglia, lui lo recupera con Ricerca & Sviluppo.
Questa però non è una favola, ma una storia in cui si immedesimano gran parte degli imprenditori del giorno d’oggi, e magari anche tu che stai leggendo.
Però voglio darti una bella notizia: il Credito D’imposta non è un qualcosa d’inventato per creare il lieto fine di questa storia.
Credito d’imposta Ricerca & Sviluppo; l’ancora di salvezza per molte aziende
Il Credito D’imposta in Ricerca & Sviluppo è una soluzione reale e ha salvato il destino di molte aziende.
Operativo fin dal 2014, il credito di imposta ha registrato importanti modifiche con la legge finanziaria 232/2016 che lo hanno reso ancora più interessante quale strumento di agevolazione fiscale a beneficio delle imprese che svolgono attività di ricerca e sviluppo.
Stimolare la spesa privata in Ricerca & Sviluppo per innovare processi e prodotti e garantire la competitività futura delle imprese. É questo l’obiettivo del credito d’importa del 50% su spese incrementali in Ricerca e Sviluppo, riconosciuto fino a un massimo annuale di 20 milioni di €/anno per beneficiario e computato su una base fissa data dalla media delle spese in Ricerca e Sviluppo negli anni 2012-2014.
Il credito d’imposta può essere utilizzato, anche in caso di perdite, a copertura di un ampio insieme di imposte e contributi.
Il credito d’imposta in Ricerca & Sviluppo si rivolge a tutti i soggetti titolari di reddito d’impresa (imprese, enti non commerciali, consorzi e reti d’impresa), indipendentemente dalla natura giuridica, dalla dimensione aziendale e dal settore economico in cui operano.
Parlando di investimenti in attività di ricerca e sviluppo Il credito d’imposta agevola tutte le spese relative a ricerca fondamentale, ricerca industriale e sviluppo sperimentale resterà in vigore fino al 2020 ed è riferito a:
- costi per personale altamente qualificato e tecnico, contratti di ricerca con università;
- enti di ricerca, imprese, start up e PMI innovative;
- quote di ammortamento di strumenti e attrezzature di laboratorio, competenze tecniche e privative industriali;
Dopo questa introduzione che chiarisce cosa è il credito d’imposta su Ricerca & Sviluppo, se ti dicessi che potresti essere seguito nel percorso di questo recupero, da un team di professionisti che utilizzano il matodo AlzaRating?
Metodo innovativo nato per seguire l’iter di Ricerca & Sviluppo dell’azienda tramite un pool di professionisti.
Ti piacerebbe se la favola che ti ho appena raccontato diventasse la tua realtà?