Creare una startup di successo è una vera e propria sfida per cui combattere: uno startupper deve quindi avere forza, tenacia, resilienza, coraggio e motivazione a livelli sempre elevati, per poter affrontare i momenti di difficoltà più e meno gravi che si presenteranno.
Ci saranno momenti in cui ti sembrerà di non farcela o la tua startup avrà momenti di difficoltà o dei problemi che a te sembreranno impossibili da risolvere ma non hai idea di quante persone sono affondate per poi rialzarsi ed avere successo.
Leggi i consigli qui sotto e scoprirai che le prime fasi sono difficili da superare per tutti, ma che molti fallimenti prima sono stati poi la conseguenza di aziende di successo!
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ToggleDevi realizzare di essere in buona compagnia
Henry Ford si ridusse sul lastrico ben cinque volte, prima di fondare la Ford Motor Company e raggiungere il successo. Anche Bill Gates e Steve Jobs hanno dovuto fallire prima di sfondare con Microsoft e Apple.
Leggere le storie di imprenditori di successo è sempre incoraggiante: tutti hanno dovuto affrontare momenti di difficoltà e fallimenti. Questa consapevolezza fa sentire meno soli e in un certo senso allevia la pressione quando le circostanze si fanno difficili.
Impara ad abbracciare il cambiamento
Ci sono tantissimi esempi di imprenditori, tecnologie ed aziende che anno spiazzato concorrenti, modelli di business e interi settori. Un esempio è quello che è successo a MySpace con l’avvento di Facebook, o quello che sono stati Napster e Amazon rispettivamente per l’industria musicale e per le librerie.
Il cambiamento “distruption” si verifica quando le aziende non riescono ad accettare il cambiamento, e muoiono quando arriva qualcuno a rompere gli schemi, rivoluzionando il mercato.
Come aspiranti imprenditori, bisogna rendersi conto che in tempi di cambiamento le opportunità crescono a dismisura: il cambiamento non va vissuto come una minaccia.
Se qualcosa (una situazione, un concorrente, una tecnologia) interviene a minacciare il business, non abbracciare il cambiamento rappresenta la strada certa per il fallimento totale.
Per creare una Startup di successo devi essere creativo
Non tutti sanno che il collante utilizzato per i Post-it è stato creato per puro caso, mentre gli scienziati lavoravano alla produzione di un adesivo dalle eccellenti prestazioni che sarebbe stato utilizzato per l’esplorazione spaziale.
Essere creativi è un vero obbligo per chi si affaccia al mercato con una startup innovativa: questo perchè occorre sfidare la situazione attuale e cercare di modificarla, e la creatività è la base di qualsiasi innovazione.
Vuoi creare la tua startup di successo? Devi essere resiliente
Cosa vuol dire? Partiamo dal significato. la resilienza è un concetto che indica la capacità di far fronte in maniera positiva a eventi traumatici, di riorganizzare positivamente la propria vita dinanzi alle difficoltà, di ricostruirsi restando sensibili alle opportunità positive che la vita offre, senza alienare la propria identità.
Mark Suster, venture capitalist di Los Angeles ad Upfront Ventures, ha raccontato la sua personale storia di resilienza quando la sua azienda era in passivo e ha rimescolato le carte per capire quali sarebbero stati i prossimi passi per riportarla sulla strada del successo.
Secondo molti esperti, la resilienza è la caratteristica più importante per un imprenditore.
La resilienza non è innata, è una caratteristica che si impara e che può essere il risultato delle esperienze personali e professionali vissute da ciascuno. Quando si affrontano momenti di difficoltà, è decisamente più probabile sviluppare la resilienza.
Concentrati sulla “big vision”: è fondamentale per creare una Startup di successo
La storia di Elon Musk e della nascita e successo di Tesla è un esempio di quanto sia importante per uno startupper concentrarsi sulla sua vision, senza mai perdere di vista l’obiettivo finale.
La società, infatti, ha vissuto momenti di difficoltà fino a trovare finalmente la sua posizione sul mercato: Musk, però, non ha mai dubitato della sua vision ed è riuscito a raggiungere il suo obiettivo.
Una big vision rappresenta la base su cui guardare agli ostacoli e alle circostanze difficil icome a qualcosa da superare, in vista del successo.
Il successo di una startup è frutto del duro lavoro e dell’impegno dei suoi founder: non è una strada facile, ma ne vale la pena. Lo startupper deve imparare ad affrontare le sfide e le difficoltà come un periodo utile per sviluppare le competenze necessarie che alla fine lo porteranno al successo.
Ora però vediamo qualche consiglio sulle cose che devi evitare
Non essere la brutta copia di un azienda
Molti progetti di startup sono imitazioni di società esistenti. L’esistente è una buona fonte di idee, ma non la migliore. Se si guardano le origini delle startup di successo, sono poche ad essere state avviate a imitazione di qualche altra. Dove hanno preso le loro idee gli imprenditori di successo? Di solito dalla individuazione di un problema specifico e irrisolto che hanno identificato con chiarezza perché vi si sono imbattuti personalmente.
Ad esempio Apple ha avuto successo perché Steve Wozniak voleva costruire un computer. Google perché Larry e Sergey non potevano trovare la roba online. Hotmail perché Sabeer Bhatia e Jack Smith non potevano scambiare e-mail al lavoro.
Quindi, invece di copiare Facebook, con qualche variante che Facebook ha giustamente ignorato, bisogna cercare idee in un’altra direzione. Invece di imitare le aziende e indugiare su problemi che sono già stati risolti, bisogna individuare nuovi problemi e immaginare un’azienda che potrebbe risolverli. Di cosa si lamentano le persone? Cosa desiderano avere?
Non devi essere cocciuto
Essere troppo attaccati al piano originale, può essere sbagliato. Le startup di maggior successo hanno finito per fare qualcosa di abbastanza diverso da quello che si erano originariamente prefissi, spesso così differente da non sembrare più la stessa cosa. Bisogna essere pronti ad afferrare l’idea migliore quando arriva. E la parte più difficile di tutto questo è spesso quella di mettere da parte l’idea originaria.
L’apertura a nuove idee deve avvenire nel modo giusto. Abbracciare una nuova idea ogni settimana è fatale. C’è qualche tipo di test che si può usare per verificare la bontà di un’idea?
Uno è chiedersi se l’idea rappresenta una sorta di miglioramento dei processi già avviati. Se ogni nuova idea è in grado di riutilizzare la maggior parte di ciò che è stato già costruito, allora probabilmente rientra in un processo di convergenza.
Mentre se richiede ripartire da zero, è un brutto segno.
Fortunatamente c’è qualcuno a cui si può chiedere consiglio: gli utenti. Se si pensa di cambiare direzione e gli utenti si mettono in risposta, allora l’idea è probabilmente una buona scommessa.
Vuoi una Startup di successo? No al lancio prematuro
Un lancio troppo prematuro ha ucciso più progetti di quanto possa averlo fatto un lancio dilazionato. Il pericolo qui sta nel fatto che si può rovinare la propria reputazione. Se un lancio troppo precoce impatta negativamente gli early adopters, quest’ultimi potrebbero non tornare mai più.
Allora, qual è il “pacchetto minimo” per un lancio sicuro? Suggerisco alle startup di pensare bene al da farsi, per esempio identificando un nucleo che risulti (a) utile di per sé e (b) espandibile in modo incrementale all’interno del progetto.
Questo è lo stesso approccio che utilizzo anch’io. Penso all’obiettivo generale, quindi inizio sviluppando un sottoinsieme più piccolo che faccia qualcosa di utile.
Questo sottoinsieme, dovrà essere comunque sviluppato, quindi nel peggiore dei casi non si butterà del tempo. Si scoprirà anche che implementare un sottoinsieme è positivo per il morale e aiuta a vedere più chiaramente la funzionalità del resto.
Gli early adopters su cui si deve fare colpo sono abbastanza tolleranti. Non si aspettano che un prodotto nuovo faccia tutto; deve solo fare bene qualcosa.
Non avere in mente nessun utente specifico
Non si può costruire un prodotto per i consumatori senza capirli. Ho già detto che le startup di maggior successo hanno iniziato cercando di risolvere un problema individuato dai loro fondatori. Forse c’è proprio una regola in ciò: si crea ricchezza in proporzione alla comprensione del problema che si sta cercando di risolvere.
Eppure un numero sorprendente di fondatori sembra disposto ad assumere come un dato di fatto che qualcuno, senza sapere esattamente chi, sta proprio cercando quello a cui stanno lavorando. I fondatori lo vogliono? E allora? Non basta? No, non sono loro il mercato di riferimento.
Chi è allora? Sono i millennial o gli adolescenti? Sono le persone interessate agli eventi locali? O sono gli utenti “business”? E quali utenti aziendali? I benzinai? I cinematografici? Gli appaltatori della difesa?
Quando si progetta per altre persone bisogna essere empirici. Non si può indovinare che cosa funzionerà; si devono stanare gli utenti e misurare le loro risposte.
Quindi, se c’è l’intenzione di creare qualcosa per adolescenti o per utenti “business” o qualche altro gruppo che non è il proprio, si deve essere in grado di parlare del progetto con questi specifici utenti. Se non lo si fa, siamo sul percorso sbagliato.
Raccogliere pochi soldi non va bene se vuoi una start up di successo
Le startup di maggior successo, a un certo punto, hanno bisogno di soldi. Avere più di un fondatore, sembra essere statisticamente una buona cosa a questo scopo. Quanto si dovrebbe raccogliere, però?
Il finanziamento delle startup è misurato sul tempo. Ogni startup che non è redditizia (cioè quasi tutte, all’inizio) deve avere una certa quantità di tempo prima che i soldi finiscano e si presenti la necessità di andare a cercarne di nuovi. Questa necessità viene a volte paragonata a una pista di atterraggio, tipo “quanta pista disponibile c’è?” È una buona metafora perché ricorda che quando i soldi si esauriscono si è destinati a finire fuori pista senza poter decollare.
Troppi pochi soldi possono non bastare per alzarsi in volo. Che cosa significhi “alzarsi in volo” dipende dalla situazione. Di solito si deve avanzare a un livello apprezzabilmente più alto: se tutto ciò che si ha è un’idea, un prototipo funzionante; bisogna lanciarsi; se c’è il lancio, può esserci una crescita significativa.
Dipende dagli investitori, perché finché non si è redditizi, sono loro che dobbiamo convincere.
E se si prendono i soldi dagli investitori, bisogna prenderne abbastanza per arrivare al passo successivo, qualunque esso sia. Fortunatamente è possibile controllare quanto si spende e determinare anche quale sarà il passo successivo.
Consigliamo alle startup di tenersi bassi con i costi, almeno alla partenza: spendere praticamente nulla e porre come obiettivo iniziale quello di costruire un solido prototipo. Questo dà la massima flessibilità.
Spero di averti chiarito le idee con questo articolo e mi rendo conto quanto può essere difficile avviare un’azienda partendo da zero.
Che ne dici di affidarti a dei professionisti esperti in materia?
Non con dei semplici consigli ma con un progetto ben strutturato e gli strumenti giusti per avere dei finanziamenti?
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“La differenza tra un imprenditore di successo e uno che non lo è sta nella perseveranza pura e semplice che ti aiuta a tenere duro fino alla fine.”
Steve Jobs