Strategie e chiavi dell’internazionalizzazione: i mezzi per essere competitivi i un mercato internazionale. Ma come possiamo ottimizzarle nel nostro settore?
Partiamo dal presupposto che il processo di internazionalizzazione è un momento delicato per un’azienda di piccole-medie dimensioni alla ricerca di alternative di mercato interessanti.
Ogni volta che un’azienda espande la propria presenza internazionale, inevitabilmente si trova ad assumere dipendenti con caratteristiche culturali ed esigenze diverse.
La gran parte delle società gestisce il personale attraverso un metodo di lavoro basato su collaborazione di team interconnessi piuttosto che un modello centralizzato.
In questo caso, il suo successo dipende più che mai dalla capacità di gestire e integrare questi team.
Per riuscire ad adattarsi al moderno ambiente globale, le società devono disporre strategie a livello mondiale.
Più precisamente strategie sostenibili, di gestione della forza lavoro che permetta di prendere decisioni in maniera rapida e intelligente.
Table of Contents
ToggleSoprattutto strategie riducano i costi e i rischi.
Pur essendo questo il modello desiderato dalla maggior parte delle aziende, il 71% delle imprese afferma che una delle priorità sia poter analizzare i dati sulle persone.
Solo l’8% dichiara di disporre di dati utili per poter prendere decisioni“informate” che possano supportare decisioni di business strategiche (fonte: Deloitte).
Pmi italiane e digitalizzazione: servono strategie fatte di piccoli passi
Quando un’azienda decide di operare in altri mercati, aprendo direttamente filiali all’estero, deve essere conforme alle normative locali (pensiamo per esempio al GDPR europeo).
Può sembrare un’impresa senza fine ma un azienda per operare all’estero deve garantire la conformità:
- sulle normative locali;
- al diritto sul lavoro;
- ai requisiti di certificazione;
- alle leggi sulla divulgazione di informazioni finanziarie;
- sulle esigenze di sicurezza informatica;
- alle norme sulla privacy.
Se poi si commettono errori, le sanzioni e i rischi associati alla mancata conformità possono essere molto seri. Più di un terzo delle imprese dedica almeno un giorno intero alla settimana a monitorare ed esaminare i cambiamenti nelle normative.
In mancanza di una visione completa dei dipendenti a livello globale, non è possibile gestirli in modo efficace o organizzare una forza lavoro agile.
Parliamo di una forza lavoro che deve essere in grado di adattarsi rapidamente alle mutevoli condizioni del mercato.
In altre parole, l’azienda deve sapere chi sono i suoi professionisti, dove si trovano e quanto costano.
Dalle tecnologie IOT una nuova leva strategica per le assicurazioni
Le aziende sprecano troppo tempo con attività a basso valore aggiunto. Ad esempio, la gestione delle paghe e delle risorse umane rappresenta il 30% dei costi complessivi dei reparti del personale.
Se parliamo di invece di strategie di pianificazione e di definizione delle politiche HR viene dedicato solo il 15% del tempo (Fonte: ricerca ADP).
Affidando a un fornitore esterno la gestione delle paghe a livello globale, le aziende possono ottenere risparmi sui costi diretti del 10-20%. In alcuni casi si va oltre il 30%.
Una soluzione a questi problemi deriva da sistemi innovativi e completi basate sul cloud. Piattaforme in grado di gestire e applicare processi di conformità accessibili a tutti gli attori coinvolti.
Nel 2017 il 73% delle organizzazioni utilizzava il cloud per almeno uno dei processi di gestione delle risorse umane (Fonte: PwC).
Da studi condotti da Deloitte risulta che solo nei primi sette mesi del 2017 gli investimenti in questo campo ammontavano già a 900 milioni di dollari.
Oggi, quasi la metà delle grandi imprese sta creando nuove infrastrutture basate sulla rete e incentrate sui dati. Questo serve a gestire le risorse umane in modo da ottimizzare le attività operative di team dislocati in aree geografiche diverse.
Le stesse imprese stanno anche integrando questi servizi di gestione HR con altri sistemi di HCM (human capital management), come quelli per la gestione di paghe e talenti.
Una buona soluzione cloud deve fornire funzioni di gestione delle risorse umane globali. Deve inoltre, garantire la flessibilità necessaria per integrare le esigenze locali.
Per le imprese globali non è possibile monitorare tutte le attività dei team locali.
La scarsa visibilità rende complicato gestire gli investimenti e garantire la conformità a livello generale. Grazie invece all’integrazione fra i sistemi HCM e di gestione delle paghe, le società sono in grado di allineare le policies, e garantire la conformità globale.
Queste società possono soddisfare le singole esigenze dei membri dei team in un ambiente scalabile e olistico, migliorando la soddisfazione dei dipendenti in tutto il mondo.
L’uso quindi delle più moderne soluzioni cloud è diventato fondamentale per chiunque abbia intenzione di espandersi all’estero. Questo consente da un lato l’efficienza gestionale, dall’altro l’ottimizzazione dei costi.
Oltre alle chiavi appena fornite, per parlare di Internazionalizzazione, dobbiamo analizzare altri scenari.
Vogliamo parlare del prodotto?
Deve avere “l’italianità” nel proprio DNA e un alto valore aggiunto rispetto ai concorrenti. Ma non basta.
Gli aspetti geopolitici e legislativi e le dimensioni dell’azienda che vuole adottare una strategia di internazionalizzazione sono importanti.
La possibilità di sbagliare, puntando al contenimento dei costi o disperdendo le forze, è dietro l’angolo.
L’export è certamente il primo passo del processo di espansione di un’azienda all’estero.
Però da solo non basta per penetrare efficacemente in un territorio straniero.
Il passo successivo è quello dell’Investimento Diretto Estero, che può articolarsi in una presenza “leggera” (punti vendita, filiali) o “pesante” con:
- l’acquisizioni di aziende locali;
- la creazione di veri e propri stabilimenti produttivi;
- il trasferimento di capitali;
- il know how (tecnologie e personale) dall’Italia.
Non affidarsi al caso, ma a un network di consulenti professionisti
Spesso il prezzo da pagare per andare all’estero è decisamente alto se non si ha la giusta consulenza. Non ci si può rivolgere ad un nuovo mercato pensando di portare semplicemente il proprio prodotto.
Bisogna avere in testa un’idea chiara sul target da intercettare. Quali siano gli spazi commerciali vuoti da riempire con i propri prodotti oltre ad individuare il miglior sistema di produzione.
È necessario analizzare lo scenario internazionale attraverso una lente che permette di evidenziare i fattori di rischio che possono essere:
- quelli politici;
- quelli inerenti alle leggi che regolano il trading/importazioni;
- i regolamenti settoriali;
- la capacità di spesa della classe media;
- la cultura locale.
Quali sono i mercati più appetibili per una strategia di internazionalizzazione di aziende Made in Italy?
Non ci sono aree geografiche migliori di altre. L’investimento puo dipendere da quattro fattori ben precisi:
- dal tipo di produzione dell’azienda;
- dai mercati di sbocco dei prodotti;
- dal livello di domanda interna;
- dal posizionamento dei partner strategici.
Possono giocare un ruolo importante anche eventuali politiche di incentivazione in essere nei vari paesi esteri.
Ora che hai tutte queste informazioni immagino come ti senti: carico a mille e con la voglia di partire alla conquista dei mercati esteri, giusto?
Sei pronto ad affrontare tutto da solo? Non sarebbe meglio farti guidare da un team di esperti nel settore dell’internazionalizzazione, oltre che alla consulenza strategica aziendale?
Il nostro team utilizza un metodo professionale, testato e certificato, unico in tutta Europa. Un metodo che racchiude i migliori servizi per guidare la tua azienda in un percorso di sviluppo e di crescita.