Transizione 4.0: quali saranno gli incentivi fiscali 2020-2022?

Transizione 4.0: il ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli ha ufficialmente presentato alle imprese la proposta di modifica del piano Industria 4.0 – Impresa 4.0. Una soluzione che è alternativa al rinnovo “tal quale” del piano per un anno così come attualmente previsto del disegno di legge di bilancio.

Schema di Bilancio 2020 – 2022

Questo è lo schema delle misure relative al Piano Impresa 4.0:

  1. Proroga per il 2020 di iper ammortamento e superammortamento.
  2. Proroga per il 2020 del Credito d’Imposta sulla formazione 4.0.
  3. Introduzione per gli anni 2020-2022 del Credito d’Imposta sull’Economia Circolare (Green Economy).

In vigore fino al 2020 il Credito d’imposta sulle spese in R&S.

Piano Transizione 4.0: gli obiettivi

  1. Programmazione pluriennale: misure valide per il triennio 2020-2022
  2. Ampliamento della platea attraverso:
    • Razionalizzazione delle misure: un credito d’imposta ad intensità crescente.
    • Anticipazione del momento di fruizione dei benefici: il credito d’imposta e compensabile già a partire da gennaio dell’anno successivo all’investimento.
    • Estensione del CIRS agli investimenti di innovazione e design.
    • Accesso al super ammortamento sui beni immateriali dell’allegato B senza il vincolo dell’acquisto di beni materiali compresi nell’Allegato A.
  3. Maggiore incentivazione per le competenze, l’Economia Circolare, il software ed i sistemi IT.
  4. Minore incertezza applicativa e semplificazione della normativa.

Transizione 4.0: cosa verrà modificato? Credito d’imposta

Si parla di un nuovo credito d’imposta valido per tre anni. Ecco con quali modalità.

Innanzitutto il credito d’imposta sarebbe utilizzabile in compensazione in 5 anni a partire dal mese di gennaio dell’anno successivo all’acquisizione del bene.

Secondo il Ministero questo rappresenterebbe una considerevole velocizzazione rispetto al sistema attuale che è legato alla durata dell’ammortamento dei beni strumentali, mediamente superiore ai 5 anni.

Il superammortamento verrebbe sostituito da un credito d’imposta del 6% per l’acquisto di beni strumentali fino a un massimo di due milioni di euro.

La misura è leggermente meno vantaggiosa rispetto al superammortamento attuale che vale il 7,2% dell’investimento e ha un limite di utilizzo di 2,5 milioni.

Il credito d’imposta per l’acquisizione dei beni 4.0, quello che sostituirebbe l’iperammortamento, avrebbe invece due distinti scaglioni:

  • il 40% per gli investimenti fino a 2,5 milioni di euro.
  • il 20% per i beni di valore compreso tra 2,5 e 10 milioni.

Transizione 4.0 : che cosa cambia rispetto all’iperammortamento attuale?

Intanto la riduzione delle fasce, che passano dalle attuali da tre a due, con l’annullamento del beneficio per gli investimenti che superano i 10 milioni di euro (oggi si arriva fino a 20 milioni). E poi le due aliquote sono leggermente inferiori all’attuale valore dell’incentivo.

Oggi infatti l’iper al 270% vale il 40,8% dell’investimento e passerebbe al 40%. Per gli investimenti tra 2,5 e 10 milioni c’è l’aliquota al 200% che equivale a un vantaggio del 24% sul costo del bene e passerebbe al 20%.

Cosa cambia per il Credito d’Imposta Ricerca & Sviluppo?

Il piano Transizione 4.0 da un volto nuovo anche al Credito d’Imposta Ricerca & Sviluppo, nel senso che si allarga agli “investimenti in innovazione e design“, ma non è l’unica novità.

Il sistema di calcolo attuale, basato sulla spesa incrementale rispetto alla media di un triennio di partenza, diventa metodo “volumetrico” puro.

Si applicherà  a tutti gli investimenti e non solo a quelli che superano la soglia media del triennio di riferimento. Cambiano di conseguenza, abbassandosi, anche le aliquote.

Dall’attuale 25% (che è 50% per alcune spese), il credito d’imposta prevede tre diverse aliquote secondo questo schema:

  • 12% per le spese in Ricerca e sviluppo fino a un massimo di 3 milioni di euro;
  • 6% per le spese in innovazione fino a un massimo di 1,5 milioni di euro;
  • 6% per gli investimenti in design fino a un massimo di 1,5 milioni di euro.

Per valorizzare le competenze si darebbe un maggior peso alle spese sostenute per il personale rispetto a quelle per i macchinari. Il credito potrà essere compensato in 3 anni.

Il Credito d’imposta per investimenti in Ricerca e sviluppo cambia e diventa Credito d’imposta per investimenti in Ricerca, Innovazione tecnologica.

Un Credito d’imposta sempre più orientato verso le attività innovative per la competitività delle imprese.

Attività orientate al design e all’ideazione estetica svolte dalle imprese operanti nel settore tessile e moda, calzaturiero, occhialeria.  Sono comprese anche le imprese che lavorano nel settore orafo, mobile e arredo e della ceramica per la concezione e realizzazione di nuovi campionari.

Piano Transizione 4.0: credito, reddito e cumulabilità

Per sgomberare il campo da possibili interpretazioni, il Disegno di Legge precisa, al comma 192, che il credito d’imposta non concorre alla formazione del reddito nonché della base imponibile dell’imposta regionale sulle attività produttive.

Il credito d’imposta è cumulabile con altre agevolazioni che abbiano come oggetto i medesimi costi, a condizione che tale cumulo, non porti al superamento del costo sostenuto. Tenuto conto anche della non concorrenza alla formazione del reddito e della base imponibile dell’imposta regionale sulle attività produttive di cui al periodo precedente.

Nel piano Transizione 4.0 il Credito d’imposta è anche per la formazione 4.0  

Anche il credito d’imposta per la Formazione 4.0, per la quale viene stimato un utilizzo molto basso (20 milioni di euro) rispetto allo stanziamento (250 milioni) riceverebbe un leggero restyling per andare incontro alle richieste delle imprese.

In particolare sarebbe eliminata la necessità di concordare il piano di formazione con le forze sindacali a livello aziendale o territoriale.

Quali sono le modifiche sul Credito d’Imposta per la formazione 4.0?

  1. Proroga del credito per il 2020;
  2. Eliminazione del vincolo dell’accordo sindacale aziendale o territoriale che, secondo le associazioni rappresenta il principale ostacolo per l’accesso al beneficio fiscale (la misura ha oggi un tiraggio annuo non superiore a 20 milioni di euro a fronte di uno stanziamento di 250 milioni di euro.

Con gli strumenti presentati attraverso il piano Transizione 4.0, la platea dei potenziali beneficiari potrebbe crescere del 40%.

Altre risorse del MISE dedicate al Piano Transizione 4.0 valide per il 2020-2022 sono:

  • Grandi progetti di ricerca e sviluppo nei settori applicativi “Agenda digitale” e “Industria sostenibile”.
  • Interventi a sostegno dei progetti di R&S nei settori applicativi “Fabbrica intelligente”, “Agrifood” e “Scienze della vista”.
  • Interventi agevolativi in favore di progetti di ricerca e sviluppo nell’ambito delle tematiche dell’economia circolare e della riconversione produttiva (Bonus Green Economy).
  • Macchinari innovativi.
  • Digital transformation.
  • Voucher per la consulenza in innovazione (Voucher Innovation Manager).

Transizione 4.0 e reazioni dell’industria a fronte delle agevolazioni

Quello di cui c’è bisogno in questo momento è che le aziende abbiano delle certezze che oggi non abbiamo avuto perché non si è sciolto il nodo delle risorse.

Il rinnovo annuale previsto nel disegno di legge di bilancio era la soluzione migliore per avere il tempo di studiare meglio il nuovo sistema l’anno prossimo.

“l’impressione è positiva perché il passaggio al credito d’imposta potrebbe allargare la platea di fruitori potenziali. Anche l’estensione al triennio sarebbe importante, qualora se ne trovassero le risorse, per dare certezze alle imprese. Trovo molto importante per un paese come l’Italia aver allargato il credito d’imposta per la Ricerca e Sviluppo anche all’innovazione e soprattutto al design.  – Paolo Manfredi (Confartigianato).

E tu cosa ne pensi del piano Transizione 4.0? ritieni che la tua azienda possa godere delle agevolazioni fiscali che sono state presentate?

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