Valutare una Start up in modo corretto: indicatori e metodi

Valutare una Start up è un passaggio fondamentale che dovrebbe portare a termine prima di procedere con qualsiasi finanziamento.

Questo perché nelle prime fasi di vita di una Start up, quando ancora si hanno poche metriche di fatturato, è difficilissimo quantificare il prezzo di una startup.

Valutare una Start up offre un valore cruciale, alla base delle operazioni di investimento. Per uno startupper, conoscere il valore della propria azienda è fondamentale per determinare il capitale necessario a sviluppare il proprio prodotto o servizio, nonché il proprio modello di business.

Sapere quanto denaro occorre per finanziare una startup è il primo punto per arrivare preparati dinnanzi ai potenziali investitori, come nel caso dei business angel, e per conoscere la percentuale di capitale che uno dovrà cedere nei diversi round di finanziamento.

È infatti impensabile fare fundraising senza prima conoscere il valore della propria impresa.

Questo perché è proprio in base al risultato dell’operazione che a ciascun investitore viene assegnata la propria quota della startup.

Vengono confrontati il risultato della valutazione e valore dell’investimento e di conseguenza viene assegnata la percentuale corrispondente.

Valutare una Start up: pre-money e post money

Valutazione Pre-Money

La valutazione pre-money corrisponde al valore dell’azienda o impresa prima che questa riceva un finanziamento da parte di un investitore esterno (o prima che riceva il prossimo finanziamento, in caso si parli di round di finanziamento) come un business angel o venture capital.

Parliamo di pre-money value, che è un valore sostanzialmente “concordato”, calcolato mediante i metodi che vedremo successivamente. È molto importante per gli investitori, in quanto dà una reale idea del valore attuale della startup, ma anche per gli startupper, che potranno determinare l’ammontare delle quote che dovranno cedere a coloro che partecipano al finanziamento.

Valutazione Post-Money

La valutazione post-money è la valutazione dell’azienda immediatamente dopo l’investimento. Il post-money value è quindi calcolato dalla somma del valore pre-money e dell’apporto di capitale esterno dopo un finanziamento. Questo calcolo potrebbe sembrare scontato, ma in realtà anche la valutazione post-money è importante per gli investitori, in quanto permette di calcolare la quota societaria che spetta a ciascun azionista nel momento della exit.

Valutare una Start up in Pre e Post-Money: differenza e Come si Calcolano

Valutare una Start up post-money è quindi diversa dalla valutazione pre-money, ma altrettanto importante, in quanto la percentuale della quota di un investitore nella società corrisponde all’investimento diviso per la valutazione post-money.

Entrambe le valutazioni sono quindi necessarie per determinare la percentuale di proprietà. Ad esempio, se un’azienda ha una valutazione pre-money di 2 milioni di euro, e ottiene 500 mila euro in investimento, la valutazione post-money è di 2.5 milioni di euro, e gli investitori possiedono il 20% dell’azienda (ovvero €500.000 diviso €2.5 milioni).

La valutazione pre e post-money è un’operazione utile sia per gli imprenditori che per gli investitori. Gli imprenditori eseguono la valutazione della propria startup o impresa quando sanno quanto vogliono raccogliere in finanziamenti e quale percentuale della propria attività sono disposti a cedere.

Per gli investitori la valutazione pre-money è molto importante per accertarsi di non investire più del dovuto in una determinata società: ad esempio se un investitore decide di investire 200.000 mila euro in cambio del 10% della società, bisogna dividere quella somma per 0,10, ottenendo una valutazione post-money di 2 milioni, e quindi una valutazione pre-money di 1.8 milioni.

Se la valutazione pre-money proposta fosse più bassa, l’investitore dovrebbe quindi ricevere una quota azionaria più alta.

Quali sono le metodologie più utilizzate?

Approccio Dei Multipli di Mercato

Il metodo dei multipli di mercato per valutare una Start up si basa sulla teoria che, se due attività sono simili e comparabili, è possibile determinare il valore di un’attività basandosi sul valore dell’altra, ovvero esse sono quotate a prezzi simili.

Quando si parla di “multipli”, si intende generalmente una classe di indicatori diversi che possono essere utilizzati per valutare un’azione. Un multiplo è infatti una proporzione che va calcolata dividendo il valore di mercato o il valore stimato di un’azienda per uno specifico elemento del bilancio; questo approccio presuppone quindi che ci sia un rapporto tra i dati di bilancio ed il prezzo dell’impresa.

Mediante questo metodo per la valutazione delle startup, si cerca quindi di ridurre più caratteristiche operative e finanziarie di un’azienda, come la crescita prevista, in un unico numero che possa essere moltiplicato per una metrica finanziaria specifica, come l’Ebitda, per calcolare il valore complessivo dell’impresa.

L’approccio dei multipli è di fatto un’analisi comparativa, che presume la possibilità di valutare aziende simili utilizzando le stesse metriche finanziarie.

Si esegue una valutazione con questo approccio presupponendo quindi che un dato multiplo sia applicabile ad aziende che operano negli stessi settori o linee di business.

Generalmente, i multipli si distinguono in multipli equity e multipli enterprise value.

I primi richiedono di esaminare il rapporto tra il prezzo dell’impresa ed un elemento della performance dell’azienda, come i guadagni, le vendite o i dividendi.

I multipli enterprise value invece richiedono un calcolo più complicato, ma sono considerati un modello di valutazione più efficace dei multipli equity, in quanto non sono influenzati da cambiamenti nella struttura del capitale, e sono inoltre meno influenzati da differenze nella contabilità.

Questi multipli corrispondono al rapporto tra la somma del valore del capitale a prezzi di mercato e dell’indebitamento finanziario netto (EV) e diverse variabili, come il reddito operativo (EBIT), i ricavi (sales), il margine operativo lordo (EBITDA) e gli utili netti (net income).

Tra i più comuni multipli enterprise value ci sono:

  • EV/sales
  • EV/EBIT
  • EV/EBITDA

Valutare una Start up con il metodo Berkus

La valutazione effettuata con questo metodo prende in considerazione cinque fondamentali fattori di rischio: 

  • valore di base dell’idea di business (rischio del prodotto); 
  • tecnologia, ovvero il contenuto tecnologico del prodotto (rischio tecnologico); 
  • qualità manageriali del team (rischio di esecuzione); 
  • rapporti e partnership strategiche nel mercato di riferimento (rischio di mercato e competitivo);
  • produzione e vendite (rischio finanziario o di produzione). 

A seconda delle caratteristiche e dimensioni del mercato di riferimento, viene assegnato ad ogni rischio un valore compreso tra zero e 500mila euro.

Sommando questi importi si ottiene una valutazione che sconta già una serie di rischi tipici ai quali la startup andrà incontro.  

Valutare una Start up con Metodo Discounted Cash Flow (DCF)

Il metodo Discounted Cash Flow è un approccio per la valutazione basato sul potenziale di sviluppo futuro. Punta ovvero ad una determinazione del valore attuale dei flussi di cassa attesi da una startup, facendo riferimento al tasso atteso di rendimento dell’investimento.

Questa valutazione si basa su tre elementi principali:

  • l’entità del flusso di cassa;
  • la distribuzione nel tempo dei flussi;
  • il tasso di attualizzazione.

Con il metodo DCF si va a determinare il valore attualizzato dei flussi di cassa attesi da una startup, mettendo in relazione il valore aziendale con la capacità di produrre un flusso di cassa in linea con le aspettative dell’investitore.

Questo metodo di valutazione è ottimale per le imprese che non hanno ancora iniziato a generare guadagni.

Se una startup, dunque, necessita a stretto giro di un investimento ed esistono delle previsioni di rendimento futuro, si può calcolare il valore attuale di flusso di cassa mediante l’uso del Discount Rate, o tasso di sconto.

Come si giustificano valutazioni in apparenza irrazionali

Ma quali sono, ammesso che esistano, gli elementi razionali che giustificano valutazioni che potrebbero apparentemente essere anche campate per aria?

Come mai business consolidati, con ricavi e utili tangibili, finiscono per essere valutati una frazione di business in cui l’unico elemento apparente è il potenziale?

Per ottenere la risposta è necessario applicare ragionamenti non tradizionali, quelli che io chiamo “di sponda”. Questo perché ad oggi non esistono teorie o framework solidi e ragionevolmente condivisi per svolgere una attività di valutazione per le startup, né in ambito accademico né professionale.

Non c’è da stupirsi che non ci siano framework. Peraltro, in una fra le accezioni meno conosciute le espressioni J-curve e hockey stick venivano usate per descrivere la distribuzione dei rendimenti dei fondi alternativi, fra cui quelli di Venture Capital (VC).

Questo per rappresentare il fatto che i fondi che riescono ad entrare nel miglior decile o quartile offrono ottimi rendimenti, ben al di sopra di quelli di mercato, mentre gli altri si devono di solito accontentare delle briciole.

Sempre ammesso che riescano a restituire almeno il capitale iniziale investito dai Limited Partners (LP) al netto delle commissioni di gestione incamerate dai General Partner (GP).

Il fenomeno appena descritto è contemporaneamente causa ed effetto della mancanza di strumenti universalmente accettati.

Ne è un effetto perché i pochi GP di fondi di successo hanno evidentemente vantaggi competitivi considerevoli che non condividono.

Ne è una causa perché, non essendo disponibili metodi consolidati per ottenere buoni o ottimi risultati, i nuovi entranti non hanno vita facile.

Investire in una startup: sì o no?

Il mondo delle startup è in continua evoluzione. Nascono nuove startup su vari business, in ogni momento. Ecco perché fornire una risposta definitiva, sulla convenienza di un investimento su una startup, è molto difficile.

La risposta dipende da molti fattori. Ci sono rischi e vantaggi da valutare, che abbiamo riassunto qui di seguito.

Investire in startup innovative: quali sono i vantaggi?

Possiamo riassumere i vantaggi di investire in startup in 3 punti: 

  • Profitto: Riuscire a raggiungere grandi profitti non è per niente insolito, quando si tratta di startup. Tutto dipende da sapiente pianificazione e grande lungimiranza.
  • Diversificazione: Gli investimenti, in generale, vanno sempre fatti nell’ottica di diversificare. Nelle startup, in particolare, si spazia tra vari mercati, tutti orientati verso l’innovazione e il miglioramento di aspetti della vita. Quindi, mai puntare tutto sullo stesso cavallo!
  • Creazione di valore sociale: Investire significa aiutare, in piccola parte, l’economia. Partecipando allo sviluppo di imprese e alla creazione di posti di lavoro, non fai altro che produrre un valore sociale molto importante. 

Rischi di investire in startup innovative

C’è sempre un’altra parte della medaglia. Dopo i vantaggi, vediamo quali sono i rischi di un investimento nelle startup innovative: 

  • Nessuna garanzia sul ROI: le startup innovative, per loro natura, sono considerate investimenti ad alto rischio. Dal punto di vista degli investimenti, il fatto che siano nate da poco e che si fondino su prodotti o servizi molto nuovi le rendono molto rischiose. Si può ottenere un ROI alto, come cadere rovinosamente in pochissimo tempo.
  • Valutazioni errate come base: le valutazioni su cui si fondano gli investimenti nelle startup sono spesso parziali e non considerano gli impatti a medio/lungo termine. Bisogna, quindi, guardare i numeri ma con la giusta distanza, fidandosi anche del proprio istinto, in qualche modo.
  • Mancanza di liquidità: l’investimento iniziale, inoltre, non è composto da titoli quotati. Questo significa che non potrai vendere la tua partecipazione nell’immediato e quindi non ti garantisce liquidità velocemente. 

Come investire in startup innovative

Valutati vantaggi e rischi, vediamo come investire in startup innovative, considerando gli aspetti in gioco sotto tutti i punti di vista. Qui di seguito alcuni dei punti più importanti da considerare:

  • prima di investire del denaro, bisogna verificare tutti gli aspetti preliminari al lancio sul mercato dell’impresa. Business plan, analisi dei competitor e financial plan devono essere dei documenti ben concepiti, in modo da valutare obiettivi, criticità e punti di forza del mercato di riferimento.
  • Se devi investire in qualcosa è giusto che tu sappia di cosa si sta parlando e che destinazione sta per prendere il tuo investimento.
  • fondamentale, come in tutti i gruppi di lavoro, è la coesione e l’affiatamento del team. Bisogna valutare se ci sono tutte le figure, non solo tecniche, per mantenere in vita un’azienda e portarla al profitto.
  • studiare accuratamente il prodotto/servizio della startup in cui si investe è legittimo. Nel caso ci sia un brevetto, questo garantisce solidità e il mantenimento nel lungo periodo del prodotto. Da valutare anche prezzo e differenziale rispetto la concorrenza.

Questi sono alcuni punti che devi valutare per investire in una startup.

Hai una Startup? Ti piacerebbe conoscere gli altri punti fondamentali a approfondire le metodologie sopra indicate per valutarla?

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