Differenza tra fatturato e utile: perchè è importante conoscerla?

Differenza tra fatturato e utile: due strumenti fondamentali per il funzionamento, la crescita e la salute della tua azienda ma li conosci bene? Sai quali sono le differenze e perché è importante conoscerle?

Se così non fosse ti consiglio di seguirmi in questo articolo perché ho da svelarti delle informazioni che potrebbero esserti molto utili per iniziare al meglio questo nuovo anno.

Partiamo dal fatto che fatturato è utile netto sono due grandezze che viaggiano nella direzione opposta: quando aumenta il fatturato diminuisce l’utile netto.

Quali sono le differenze tra fatturato e utile netto?

Le cause che determinano un andamento inversamente proporzionale tra fatturato ed utile netto possono essere varie.

Forse, quella più comune è legata al fatto che per incrementare il fatturato è necessario impegnare una maggior quantità di risorse, non solo finanziarie.

Siamo parlando di risorse organizzative, burocratiche e, ovviamente, finanziarie. In linea teorica, però, non dovrebbe essere così.

Infatti, molto spesso, all’incremento del fatturato segue un incremento dell’utile netto, il che dovrebbe rappresentare la normalità. E quindi: perché si verifica una situazione del genere?

Il rapporto tra il fatturato e l’utile netto è abbastanza semplice da capire. Infatti, spesso, uno dei motivi per cui all’aumento dell’uno segue una diminuzione dell’altro è dovuto al fatto che l’incremento del fatturato può dipendere da varie cause.

La prima, potrebbe essere dato dalla concessione di ampi crediti di dilazione in fase di vendita.

Cosa fa, in questo caso, l’imprenditore? Solitamente, per seguire una politica commerciale “aggressiva” e per “fare fatturato”, concede ampie dilazioni di pagamento ai suoi clienti.

Spesso queste dilazioni hanno una durata superiore alla sua media del settore. Quindi, per vendere di più, si “allungano” i tempi di pagamento.

Questo per farti capire che utile e fatturato non vanno proprio a braccetto e bisogna trovare il modo per creare un equilibrio tra questi due strumenti finanziari molto importanti per la salute della tua azienda.

Ma prima andiamo a vedere la differenza tra fatturato e utile netto.

Fatturato e utile netto non devono essere assolutamente confusi perché, pur essendo simili, non sono uguali. Sono fondamentali entrambi, ma il fatturato, se non lo incroci con altri valori, ha poca importanza.

Il 90% degli imprenditori, come già detto, non conosce alcuna differenza e ha idee discordanti su questi elementi: fatturato e utile.

Inutile girarci intorno: avere un grande fatturato sembrerebbe soddisfacente, ma in realtà non lo è.

Cos’è il fatturato e cos’è l’utile?

Il fatturato è la somma dei ricavi ottenuti da un’impresa attraverso la vendita di prodotti (vendite, appalti, somministrazioni) o di servizi, registrati ai fini Iva per cui è stata emessa fattura.

L’utile è il risultato dato dalla differenza tra ricavi e costi di un’impresa. Se la differenza è positiva viene chiamato profitto o avanzo – se negativo viene chiamato perdita o deficit o disavanzo.

Direi che dalle definizioni si denota una chiara differenza: ma allora cosa li accomuna?

Si tratta di due numeri che, nonostante non siano uguali, sono strettamente legati tra loro ed entrambi decidono le sorti finanziarie e non dell’azienda.

L’unica cosa che li accomuna è che sono legati dagli stessi numeri: uno dipende dall’altro. Il punto principale invece è che il fatturato conta molto meno di quello che il 90% degli imprenditori crede.

Quello che conta, perché un’azienda sia sana e improntata alla crescita, è l’utile netto. Il problema, però, risiede tutto nella tendenza a prestare attenzione soltanto al fatturato. Per questo motivo molte aziende rischiano di fallire nel giro di pochi anni.

Questo valore, se preso da solo, ci dice poco sull’andamento dell’azienda. Ragion per cui, lo devi incrociare con altri dati per avere una valutazione chiara sull’andamento aziendale.

Una visione parziale, ti farà fare solo valutazioni errate che possono arrecare danni di enormi dimensioni, sia sul piano prettamente finanziario che sulla vita dell’azienda stessa.

A questo proposito devi sapere che ci sono degli indicatori per monitorare lo stato di salute della tua azienda che al tempo stesso di faranno capire ancora di più la differenza e l’importanza tra fatturato e utile netto.

Differenza tra fatturato e utile e indicatori che monitorano lo stato di salute della tua azienda

Partiamo dal fatto che Le aziende sane sono le uniche a poter accedere a fonti di finanziamento alternative al debito bancario per finanziare progetti di sviluppo per la crescita ed il posizionamento sui mercati internazionali.

Di conseguenza l’imprenditore deve costantemente monitorare lo stato di salute della propria azienda e valutare ogni decisione nell’ottica di:

  • Conseguire trend di crescita del fatturato nel tempo (Trend fatturato)
  • Raggiungere buone marginalità anche rispetto alla media di settore (EBITDA margin)
  • Ottimizzare la gestione del circolante riducendo i tempi del ciclo (Ciclo del circolante)
  • Mantenere un buon equilibrio tra mezzi propri e mezzi di terzi (Rapporto di indebitamento)
  • Riuscire a rimborsare i debiti finanziari con i flussi di cassa generati dall’attività operativa (DSCR) Solo se lo farà avrà un’azienda e potrà crescere.

Per avere un primo quadro sullo stato di salute della propria basta analizzare 5 indicatori fondamentali che monitorarti costantemente possono costituire dei veri e propri alert per l’imprenditore, che dovrà poi procedere con un’analisi più approfondita per individuarne le cause e capire come gestire meglio e capire la differenza tra fatturato e utile.

Vediamo nello specifico quali sono questi indicatori

Crescita

Il trend del fatturato è il primo indicatore di performance che si deve analizzare per capire l’andamento della propria azienda. Più l’orizzonte temporale considerato è ampio, più i dati saranno significativi per sviluppare un’analisi oggettiva, in quanto non distorti da accadimenti occasionali. Un trend crescente di fatturato è un segnale positivo solo se accompagnato da una buona redditività e da un sicuro incasso.

Redditività

Il più noto indicatore di redditività è l’EBITDA margin. L’EBITDA margin misura la redditività lorda delle vendite, cioè la percentuale di fatturato che residua dopo che sono stati sottratti dai ricavi i costi monetari della gestione corrente: consumi, il costo del lavoro e i servizi.

Questo indicatore è molto utile sia nei confronti intertemporali per capire se la gestione è migliorata o meno nel tempo che nei confronti tra aziende dello stesso settore e trarne considerazioni interessanti.

Liquidità

Non basta fatturare e conseguire marginalità, ma è necessario trasformare tali marginalità in liquidità.

Oggi ci troviamo in un periodo di stagnazione dei mercati, e in alcuni casi addirittura di recessione. Di conseguenza un’oculata gestione finanziaria è fondamentale per preservare lo stato di salute dell’azienda.

Le marginalità devono essere trasformate in liquidità, e ciò deve essere fatto attraverso l’ottimizzazione della gestione del capitale circolante (CCN).

Aziende efficienti sono quelle con ciclo del circolante ridotto, in quanto tempi lunghi di incasso e di giacenza in magazzino e tempi brevi di pagamento dei fornitori stanno a significare un assorbimento di liquidità e di conseguenza creazione di fabbisogno finanziario.

Solidità

Il fabbisogno finanziario dell’azienda generato dall’attività corrente e dagli investimenti viene coperto da fonti di finanziamento interne ed esterne la cui composizione incide sullo stato di salute dell’azienda, soprattutto nei periodi di instabilità.

L’indicatore che misura il livello di solidità dell’azienda è il rapporto tra capitale di terzi (D) e capitale proprio (E).

Più elevata è l’incidenza dei debiti finanziari rispetto al capitale proprio più elevato è il livello di rischio dell’azienda. Questo perchè un eccessivo indebitamento rende l’impresa vulnerabile in caso di crisi economica.

Alla domanda “qual è il rapporto di indebitamento ottimale per l’azienda?” In linea generale valori inferiori a 3 sono sinonimi di azienda sana.

Aziende in grado d produrre cash flow elevati e margini operativi interessanti possono attenersi anche a livelli di indebitamento più elevati perché hanno comunque la capacità di generare reddito per coprire gli interessi e rimborsare il debito.

Solvibilità

Elemento fondamentale per monitorare lo stato di salute dell’azienda è il grado di solvibilità, cioè la sua capacità di coprire i debiti finanziari attraverso i flussi di cassa generati dalla propria attività operativa.

Un’elevata capacità dell’impresa di generare flussi di cassa dalla propria attività operativa segnala un’elevata capacità di sostenere importanti livelli di indebitamento (scenario virtuoso).

Al contrario flussi di cassa correnti molto ridotti sono sintomo che l’azienda sarà costretta a finanziare i propri investimenti con continue iniezioni di risorse (sia capitale proprio, che capitale di terzi).

Dopo aver analizzato questi indicatori dobbiamo ora capire una cosa.

Fatturato e utile netto sono davvero gli unici obiettivi da perseguire?

Naturalmente non sono contro gli incrementi di fatturato. Ma a cosa serve aumentare il fatturato, se poi questo aumento comporta poi la riduzione dell’utile netto. Oppure, l’incremento dell’indebitamento o, ancora, l’utilizzo delle riserve finanziarie.

Senza dimenticare anche la crescita geometrica dei processi aziendali (e, in tal senso, ci riferiamo solo ai costi di fatturazione, resi su vendite, telefonate dai clienti etc…), con relativi costi? Per non parlare del rischio di perdite se ci fossero dei crediti insoluti.

Lo sai che ci sono casi in cui i crediti insoluti possono arrivare addirittura al 50% del fatturato?

Si tratta di solidi che l’azienda non vedrà mai oppure, se li vedrà, nella migliore delle ipotesi ne vedrà la metà. Questo, a livello finanziario-monetario, è un danno abbastanza grave che si ripercuote sulle finanze dell’impresa.

Vale la pena mettere a rischio la finanza aziendale per aumentare il fatturato?

Per farti capire meglio ti faccio questa domanda: “preferisci fatturare 1 ml di euro e guadagnarne 100.000, oppure preferisci fatturare 3 ml di euro, per guadagnarne 80.000″?

Ora ti chiederai se ti sto prendendo in giro, data la banalità della domanda e la scontentezza della risposta.

Solo che poi, se ci pensi bene la gran parte degli imprenditori, partono per la “corsa al fatturato” con relativo dispendio di energie e risorse.

Senza considerare l’aspetto finanziario della gestione. Capisco benissimo l’ossessione per il fatturato, ma purtroppo (o per fortuna) capisco ancora meglio un’altra cosa: tutta l’azienda si tiene sulla finanza aziendale!

E se la finanza aziendale non viene tenuta sotto attento controllo, sono dolori!

Ecco perché è importante conoscere la differenza tra fatturato e utile.

Vuoi una crescita sia del tuo fatturato che del tuo utile? Allora devi stare attento all’aspetto qualitativo del fatturato, piuttosto che all’aspetto quantitativo.

Cosa significa questa frase? Semplicemente che, di solito, anche nella gestione aziendale vale la “regola dell’80/20″.  In base a questa “regola” l’80% del fatturato è generato dal 20% dei clienti. Questo è un fatturato di qualità, e non di quantità.

Quando si mette nero su bianco un business plan, anche questi aspetti della gestione dovrebbero essere tenuti in considerazione, oltre che le vendite e i costi di acquisto dei prodotti.

Spero di averti chiarito un po’ le idee su fatturato, utile e indicatori da utilizzare per monitorare la salute finanziaria della tua azienda.

A questo proposito ti piacerebbe approfondire l’argomento con un team di esperti per capire se hai gestito al meglio il fatturato della tua azienda e come ottimizzare l’utilizzo degli indicatori di cui ti ho parlato?

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Questo ti permetterà di iniziare nel modo giusto il 2022 ed incrementare sia il tuo fatturato che il tuo utile.

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