Il Private Equity può influenzare il sistema finanziario?

Il private equity è l’attività di investimento istituzionale in capitale di rischio di aziende caratterizzate da un elevato potenziale di sviluppo.

Si tratta dell’attività effettuata da investitori istituzionali al fine di ottenere una remunerazione del capitale investito. Il rapporto tra Fondo di private equity e impresa partecipata è stato definito win-win.

Questo perché se da un lato il Fondo mira ad ottenere un guadagno consistente quando avverrà la sua uscita dal capitale sociale dell’azienda partecipata, dall’altro si impegna affinché il processo di creazione di valore dell’impresa target sia anch’esso consistente.

Infatti, più il valore dell’impresa aumenterà, maggiore sarà la remunerazione del capitale messo a disposizione dal Fondo. Quindi, si tratta di un rapporto del quale entrambi i partners possono trarre notevoli vantaggi.

Come nasce il Private Equity?

La nascita del private equity in genere si fa risalire alla fine della Seconda Guerra Mondiale, con la costituzione della prima multinazionale di private equity, la 3i della Bank of England.

In realtà la primissima operazione di private equity è stata compiuta nel lontano 1901 negli Stati Uniti. Questo con l’acquisizione della Carnegie Steel Corporation da parte del magnate bancario J.P. Morgan, che poi ha portato alla costituzione della United States Steel, la società con la più alta capitalizzazione del mondo in quel periodo.

Il boom del private equity si è verificato solo a partire dal 1980, con la costituzione in Europa di diverse società e associazioni specializzate in questo tipo di investimento.

Con la crisi economica del 2008, la riduzione dei finanziamenti concessi alle imprese, ha dato nuova linfa vitale al private equity, che ha sostenuto la crescita di società ad elevato potenziale.

Come funziona il Private Equity?

Le operazioni di private equity partono dall’intenzione di un grande investitore o fondo di investimento di finanziare determinate società non quotate nei mercati regolamentati.

Il finanziamento del progetto dell’azienda target si realizza in un arco temporale di almeno 5 anni. Il fine è quello di raggiungere determinati obiettivi aziendali, concordati con l’imprenditore.

Dopo questa fase in cui vengono apportati capitali e/o competenze, l’investitore esce dall’investimento. Nella migliore delle ipotesi incassa il capital gain generato in questo periodo.

Quando l’operazione si conclude con successo, l’investitore si assicura un cospicuo guadagno.

Si possono però registrare grandi benefici anche per l’impresa finanziata. Questo perchè può accedere a grandi capitali senza dover pagare gli alti interessi previsti dai prestiti bancari.

Così come gli investimenti in private equity possono portare a grandi guadagni per l’investitore, allo stesso modo possono comportare ingenti perdite.

Si tratta spesso di operazioni ad alto rischio riservate a grandi magnati della finanza, fondi d’investimento, gruppi bancari e compagnie assicurative.

Perché il Private Equity viene considerato vantaggioso?

Questa forma di investimento è di medio-lungo termine ed è molto vantaggiosa per le imprese. Questo perchè l’investitore non si limita a fornire capitale di rischio, ma dà un fondamentale apporto professionale all’attività della società.

In che modo? Partecipando alle decisioni strategiche imprenditoriali con le proprie conoscenze ed esperienze e lasciando la gestione operativa all’imprenditore o al management.

L’impresa, dunque, oltre al finanziamento riceve anche un know how. Se l’investitore ha un certo prestigio, quest’ultimo si riverbera sull’impresa potenziando la sua immagine sul mercato e potenziando il suo standing creditizio nei confronti delle banche.

Sul fronte della domanda di credito, il fatto che un’impresa possa ricorrere ad operatori specializzati nel sostegno finanziario finalizzato alla creazione di valore, consente ad essa di reperire un capitale che attende una remunerazione non immediata.

Si tratta di investimento a medio-lungo termine, che può essere utilizzato a sostegno della fase di start up.

Oppure per piani di sviluppo o per nuove strategie, acquisizioni aziendali, passaggi generazionali e via dicendo.

All’origine del finanziamento vi è sempre un’esigenza da soddisfare, interna od esterna all’attività d’impresa.

L’imprenditore o il manager si rivolgono all’operatore illustrando le caratteristiche dell’attività e gli obiettivi che si vogliono perseguire. Obiettivi personali o aziendali, comunque sempre basati sulla qualità dell’investimento prospettato e quindi sulla redditività, sulla funzione della produttività, della solidità, dell’affidabilità del soggetto o dei soggetti che hanno la responsabilità della gestione.

Il progetto di sviluppo richiede acquisizione di risorse e garantisce la capacità di restituzione; l’accordo tra imprenditore ed operatore si conclude, sulla base del progetto, con il precipuo scopo che quest’ultimo si realizzi.

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Fondi private equity e venture capital: differenze e rischi  

Differenze con il venture capital

Private equity e venture capital sono due forme d’investimento che spesso vengono confuse e sovrapposte. Il venture capital è una particolare tipologia di private equity, che si concentra sui finanziamenti alle startup da parte dei cosiddetti business angel.

Le nuove società che accedono al venture capital si trovano ancora all’inizio del loro percorso di ingresso sul mercato e quindi rappresentano una vera incognita per gli investitori.

Trattandosi di società dai progetti ambiziosi e molto promettenti, attirano l’attenzione e i finanziamenti dei venture capitalist. I piccoli investitori che vogliono investire nel progetto, in genere possono farlo attraverso le iniziative di equity crowfunding.

Fondi di Private Equity

Un fondo di private equity può focalizzare la sua attenzione su aziende che si trovano in una specifica fase del loro percorso. Quando l’investimento avviene nelle prime fasi del ciclo di vita dell’impresa si parla di seed financing, che finanzia l’idea dell’imprenditore, oppure di startup che accedono al venture capital.

Le operazioni di private equity si possono concentrare anche sulle imprese in fase di first round o second round. Questo a seconda se abbiano iniziato il processo di espansione o si aprano al mercato azionario.

Le grandi società che accedono ai finanziamenti di private equity possono trovarsi anche nella fase di quotazione o cessione delle quote. Oppure nella fase di ristrutturazione aziendale o della compagine dei soci

Non sempre i fondi di private equity hanno come obiettivo la crescita e la prosperità dell’impresa target. I cosiddetti fondi avvoltoio, ad esempio, puntano le aziende in difficoltà, con l’obiettivo di modificare la gestione operativa o smantellare l’impresa per guadagnare dalla vendita dei suoi asset.

Quali sono i rischi?

In prospettiva, la valutazione preliminare di fattibilità del piano finanziato acquista qui un maggior valore pregnante rispetto all’investimento in un fondo di Private Equity .

Potrebbe profilarsi, infatti, un rischio di rapida obsolescenza o mancato successo commerciale del prodotto (soprattutto se tecnologico), anche per l’ingresso sul mercato di un concorrente.

Altro rischio è un necessario rifinanziamento dell’operazione e di impossibilità di smobilizzo del capitale investito in early stage per mancato raggiungimento di dimensioni di crescita prefissate.

Il venture capitalist gode, infatti, di una serie di strumenti volti a colmare il problema delle asimmetrie informative sia in fase di verifica della validità tecnica e commerciale dell’idea imprenditoriale, sia nella fase di gestione dell’impresa, ma soprattutto una serie di garanzie, ormai invalse nella prassi, contro possibili comportamenti opportunistici o superficiali dell’imprenditore nella conduzione dell’impresa.

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Private Equity nel mondo e il suo trend nel 2022

Le società di private equity nel mondo fanno registrare anno dopo anno una crescita esponenziale sia del capitale investito, sia del numero di operazioni ed investitori. Questa crescita riguarda in modo particolare il settore tecnologico e probabilmente questo trend è destinato a continuare anche nel 2022.

Alcuni fondi di private equity sono dei veri e propri colossi della finanza, come la newyorkese BlackRock, che attraverso la BlackRock Financial Management gestisce 1,03 trilioni di dollari, oppure la Bridgewater Associates fondata da Ray Dalio, che gestisce circa 150 miliardi di dollari.

Vantaggi e svantaggi

Le imprese che riescono ad accedere ai finanziamenti di private equity hanno dei grandi vantaggi, perché possono contare sull’esperienza e sui capitali degli investitori, senza passare attraverso i tradizionali canali di finanziamento, spesso più onerosi.

Gli investimenti di nicchia tipici del private equity offrono opportunità di grandi guadagni per gli investitori, che sfruttano la loro esperienza per individuale le occasioni migliori. Sebbene gli investimenti possano essere molto profittevoli, rappresentano anche un rischio piuttosto elevato, che potrebbe portare alla perdita dei capitali investiti.

Uno svantaggio del private equity è la difficoltà nella liquidazione delle partecipazioni sociali. Visto che si tratta di investimenti che si muovono al di fuori dei mercati regolamentati, sia l’acquisto che la vendita delle azioni avviene attraverso trattative private e questo può comportare delle difficoltà nella ricerca di venditori e acquirenti.

Conclusioni

Abbiamo visto che il private equity è una forma d’investimento molto specializzata che presenta delle barriere all’entrata molto alte. Il piccolo investitore può contribuire con i propri capitali sono attraverso dei fondi comuni, che in Italia sono gestiti da SGR o gruppi bancari.

Molti non sanno che è possibile sfruttare allo stesso tempo i vantaggi di private equity ed ETF, perché alcuni ETF investono proprio sulle società di private equity. Fonte: Money farm

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