L'articolo Agevolazione Simest 394: novità 2024 per le PMI Italiane proviene da Blog Alzarating.
]]>Questo fondo è pensato per sostenere le imprese italiane, in particolare le piccole e medie imprese (PMI), nei loro progetti di internazionalizzazione. Per il 2024, l’agevolazione Simest 394 è stata oggetto di importanti aggiornamenti, ampliando le sue opportunità e adattandosi alle nuove esigenze del mercato globale.
Una delle principali novità del 2024 riguarda il sostegno agli investimenti per la transizione ecologica e digitale. L’agevolazione Simest 394 ora offre finanziamenti per progetti che mirano a rendere più sostenibili e tecnologicamente avanzati i processi produttivi delle imprese italiane.
Questo cambiamento è in linea con le attuali tendenze globali che spingono verso una maggiore sostenibilità ambientale e l’adozione di tecnologie digitali avanzate.
Un altro importante aggiornamento riguarda il rafforzamento della solidità patrimoniale delle imprese.
L’agevolazione Simest 394 del 2024 offre finanziamenti mirati a consolidare la struttura finanziaria delle aziende con una forte vocazione internazionale.
Questo permette alle imprese italiane di affrontare con maggiore sicurezza i mercati esteri, garantendo una base finanziaria solida e resiliente.
Le Agevolazioni Simest 394 sono principalmente destinate alle PMI (Piccole e Medie Imprese) italiane che intendono intraprendere iniziative di internazionalizzazione. Ecco alcune delle principali attività supportate:
Per accedere alle Agevolazioni Simest 394, le imprese interessate devono presentare una domanda online attraverso il portale di SIMEST.
La richiesta deve essere accompagnata dalla documentazione necessaria ossia:
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Il 2024 porta importanti novità per l’Agevolazione Simest 394, un fondamentale strumento finanziario messo a disposizione da SIMEST, in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
Questo fondo mira a supportare le imprese italiane, in particolare le piccole e medie imprese (PMI), nei loro percorsi di internazionalizzazione.
Di seguito, un approfondimento sulle principali linee di finanziamento offerte.
L’Agevolazione Simest 394 include finanziamenti dedicati alle imprese che desiderano investire nell’innovazione digitale o nella transizione ecologica, oltre che in investimenti produttivi generici per rafforzare la loro solidità patrimoniale.
Questo strumento finanziario è essenziale per migliorare la competitività delle aziende sui mercati internazionali:
Questo finanziamento è destinato alle imprese che vogliono entrare in nuovi mercati internazionali o rafforzare la loro presenza in quelli già esistenti.
L’obiettivo è sostenere l’apertura di strutture all’estero o il potenziamento di quelle esistenti.
L’Agevolazione Simest 394 supporta anche gli investimenti in consulenze specialistiche, studi di fattibilità per l’internazionalizzazione e innovazione digitale e tecnologica.
Sono inclusi i costi per ottenere certificazioni di prodotto, brevetti e certificazioni di sostenibilità .
Questo finanziamento è pensato per le imprese che partecipano a fiere, mostre, eventi e missioni internazionali per promuovere beni e servizi italiani. Sono ammissibili massimo tre eventi.
L’Agevolazione Simest 394 offre finanziamenti per sviluppare il commercio elettronico internazionale. Le imprese possono creare o migliorare una propria piattaforma o uno spazio dedicato su piattaforme di terzi.
Questo finanziamento è riservato alle imprese che intendono avvalersi temporaneamente di figure professionali specializzate per progetti di internazionalizzazione, innovazione tecnologica, digitale o ecologica.
Le diverse linee di intervento delle Agevolazioni Simest 394 possono essere combinate tra loro, consentendo alle imprese di creare una strategia di crescita estera articolata.
Queste agevolazioni sono cumulabili con altre non classificabili come aiuti di Stato, come il Credito d’imposta Transizione 4.0 e la Nuova Sabatini, sempre nei limiti previsti dalle normative.
Queste nuove opportunità di finanziamento del 2024 sono pensate per rispondere alle esigenze specifiche delle imprese italiane, offrendo loro il supporto necessario per crescere e competere a livello internazionale.
Un ulteriore vantaggio dell’Agevolazione Simest 394 è rappresentato dai tassi di interesse particolarmente vantaggiosi e dalla possibilità di ottenere contributi a fondo perduto fino al 10%.
Questa combinazione di tassi agevolati e cofinanziamento a fondo perduto rende i finanziamenti più accessibili e attraenti per le imprese italiane, incentivandole a investire nell’internazionalizzazione.
Infine, una delle novità più significative del 2024 è l’introduzione di una specifica linea di intervento dedicata al potenziamento delle relazioni commerciali con i Paesi africani. Considerato un mercato in forte crescita, l’Africa rappresenta una grande opportunità per le imprese italiane. Le Agevolazioni Simest 394 mirano a facilitare l’accesso delle aziende italiane a questo mercato, sostenendole nello sviluppo di nuove opportunità commerciali e di investimento.
L’Agevolazione Simest 394 del 2024 rappresenta dunque un’importante opportunità per le imprese italiane che desiderano espandersi sui mercati internazionali, offrendo strumenti finanziari adeguati ad affrontare le sfide della globalizzazione e cogliere le nuove opportunità di crescita.
L’Agevolazione Simest 394 rappresenta un’opportunità unica per le imprese italiane di espandere i propri orizzonti commerciali e affrontare con maggiore successo la competizione globale.
Questo strumento finanziario offre una serie di vantaggi significativi per le aziende che decidono di intraprendere il percorso di internazionalizzazione:
Grazie ai finanziamenti agevolati e ai servizi di supporto offerti da SIMEST, le imprese possono ridurre i rischi associati all’internazionalizzazione e aumentare le proprie possibilità di successo.
Le Agevolazioni Simest 394 sono dunque fondamentali per favorire la crescita delle PMI italiane sui mercati esteri, garantendo loro il sostegno necessario per competere a livello internazionale.
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]]>Un programma strategico concepito per iniettare nuova linfa nelle micro, piccole e medie imprese italiane, accompagnandole nella loro avventura oltre confine.
L’obiettivo è chiaro: spalancare le porte dei mercati internazionali a una fetta importante del tessuto economico nazionale.
Il Fondo si configura come uno strumento strategico per le imprese che ambiscono a varcare le soglie dell’internazionalizzazione perchè offre loro un arsenale di strumenti finanziari e consulenze su misura.
Si rivela un alleato fondamentale per quelle aziende che guardano ai mercati esteri come una necessaria via di espansione.
Le attività sostenute dal Fondo sono variegate e mirano a una doppia direzione; da un lato
Dall’altro
In un mondo sempre più interconnesso, dove i confini commerciali si fanno sempre più labili, il Fondo Internazionalizzazione 2024 si propone come un pilastro portante per le imprese italiane.
Un’opportunità unica per spingere le aziende del Bel Paese a superare le sfide dell’internazionalizzazione, rafforzando la loro presenza sullo scacchiere globale e contribuendo così alla crescita economica dell’Italia nel suo complesso.
Il Fondo Internazionalizzazione 2024 rappresenta un pilastro centrale nella strategia del Ministero dello Sviluppo Economico per rafforzare la presenza internazionale delle micro, piccole e medie imprese italiane. Con una dotazione finanziaria complessiva di 200 milioni di euro, il programma mira a fornire strumenti concreti di supporto finanziario per facilitare l’espansione globale delle imprese nazionali.
Tra le iniziative spiccano i Voucher per l’internazionalizzazione, dei contributi a fondo perduto progettati per alleggerire i costi sostenuti dalle imprese per attività di consulenza specializzata.
Questo strumento è pensato per aiutare le aziende a navigare con sicurezza verso i mercati esteri, fornendo un sostegno economico per l’acquisizione di competenze e strategie su misura.
Il Fondo offre anche la possibilità di accedere a finanziamenti agevolati, inclusi prestiti a tasso zero o a tasso ridotto, destinati a sostenere investimenti nelle diverse fasi dell’internazionalizzazione.
Questa linea di finanziamento è una leva fondamentale per le PMI che puntano a consolidare o espandere la propria attività oltre i confini nazionali, facilitando l’acquisizione di risorse finanziarie a condizioni vantaggiose.
Garanzia sui Finanziamenti: una rete di sicurezza per le imprese
Infine, il Fondo Internazionalizzazione prevede un sistema di garanzie pubbliche per semplificare l’accesso al credito delle PMI.
Questa misura si propone di ridurre i rischi per le banche e gli istituti di credito, incentivandoli a erogare prestiti alle imprese con maggiore facilità .
La garanzia pubblica funge da catalizzatore, permettendo alle aziende di ottenere le risorse finanziarie necessarie per i loro progetti di espansione internazionale con maggiore semplicità e minori oneri.
Queste iniziative del Fondo Internazionalizzazione 2024 delineano un quadro di supporto robusto e versatile, concepito per accompagnare le PMI italiane nel loro percorso di crescita globale.
Con un occhio di riguardo alle esigenze finanziarie delle imprese, il programma si conferma come uno strumento essenziale per sostenere l’ambizione internazionale del made in Italy.
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Il Fondo Internazionalizzazione 2024 emerge come un pilastro strategico nel panorama delle iniziative promosse dal Ministero dello Sviluppo Economico, con l’intento di propulsare le micro, piccole e medie imprese italiane verso l’arena globale.
Con un budget allocato di 200 milioni di euro, il Fondo si propone come catalizzatore di una trasformazione profonda, orientata alla digitalizzazione, all’ecosostenibilità e all’espansione internazionale.
Il biglietto d’ingresso al Fondo è riservato alle MPMI che hanno stabilito le proprie radici in Italia, evidenziato dal requisito di avere la sede legale nel territorio nazionale e l’iscrizione al Registro delle Imprese.
Inoltre, queste aziende devono navigare in acque tranquille, lontane dai marosi della liquidazione coatta amministrativa o del concordato preventivo, e rientrare nei parametri di dimensione definiti dalla normativa europea.
Informazioni aggiuntive:
In un mercato globale in continuo movimento, il Fondo Internazionalizzazione 2024 rappresenta una vera e propria bussola per le micro, piccole e medie imprese italiane che aspirano a navigare con successo le acque internazionali.
Questo programma si erge come un faro di opportunità , illuminando la via per un ingresso semplificato e strategico nei mercati esteri. L’accesso a risorse finanziarie a condizioni agevolate apre le porte a scenari di crescita inesplorati, permettendo alle aziende di investire in innovazione e sostenibilità senza il timore di oneri proibitivi.
La vera forza del Fondo risiede nel suo potere di minimizzare i rischi associati all’espansione internazionale, offrendo non solo supporto finanziario ma anche consulenze tecniche e specialistiche da parte di enti di comprovata esperienza. Questa combinazione strategica è essenziale per guidare le imprese attraverso la complessità dei mercati globali, garantendo loro un vantaggio competitivo duraturo.
Mai come oggi il percorso verso l’internazionalizzazione è stato così accessibile. Grazie alla piattaforma Invitalia, le PMI possono iniziare il loro viaggio verso nuovi orizzonti commerciali con pochi clic.
Questo portale agisce come un ponte verso il futuro, semplificando il processo di candidatura e offrendo alle imprese tutte le informazioni necessarie per navigare le diverse linee di finanziamento, ognuna con le proprie specifiche modalità di presentazione e scadenze.
Un’opportunità imperdibile per le Imprese Italiane
L’invito a salpare verso l’internazionalizzazione con il Fondo Internazionalizzazione 2024 è un’occasione da cogliere al volo per le imprese italiane determinate a esplorare e conquistare i mercati internazionali. Questo programma non è soltanto un sostegno finanziario; è un partner strategico capace di fornire alle aziende gli strumenti necessari per affrontare con fiducia e determinazione le sfide del commercio globale.
Per navigare con successo questo percorso, è cruciale avvalersi del supporto di un team di esperti che possa guidare l’impresa in ogni fase del processo.
AlzaRating si pone come il tuo compagno di viaggio ideale, offrendo consulenze mirate per sfruttare al meglio le opportunità offerte dal Fondo Internazionalizzazione 2024.
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]]>La ripresa del Fondo 394 Simest segna un’importante svolta nel sostegno governativo allo sviluppo internazionale del Made in Italy.
Grazie alla diplomazia della crescita, il Governo è impegnato nell’innalzare la competitività delle imprese italiane a livello globale.
L’obiettivo è quello di offrire un efficace strumento di finanza agevolata che potenzia gli investimenti e la posizione dei prodotti italiani sui mercati internazionali.
In una mossa senza precedenti, il raggio di azione del Fondo 394 Simest si espande per includere le filiere produttive. In che modo? Estendendo l’assistenza a tutte le componenti dell’economia nazionale.
Il Fondo 394 Simest presenta per il 2023 significative trasformazioni. Si focalizza sul supporto agli investimenti rivolti alla transizione ecologica e digitale e all’incremento della solidità patrimoniale delle imprese con una forte vocazione internazionale.
Si prevedono vantaggi per le aziende inserite nelle filiere produttive esportatrici e per quelle colpite dall’aumento dei costi energetici.
Inoltre, il Fondo 394 Simest stabilisce condizioni privilegiate per le aziende con interessi nelle aree strategicamente rilevanti per il Made in Italy. In particolare i Balcani Occidentali, e per quelle localizzate nelle aree recentemente colpite dalle alluvioni in Emilia-Romagna.
Il rilancio del Fondo 394 testimonia l’impegno del Governo nel promuovere la competitività e lo sviluppo internazionale del Made in Italy.
Con l’estensione della platea delle imprese servite, incluso l’inserimento delle filiere produttive si va a sostenere tutte le componenti del nostro sistema economico nazionale.
A partire dal 27 luglio, saranno disponibili finanziamenti a tassi agevolati. Fino allo 0,464% (tasso di luglio 2023), potenziati da una quota di cofinanziamento a fondo perduto fino al 10%.
Si parte da un importo minimo di 10.000 euro, fino a un massimo di 500.000 euro, o il 20% dei ricavi dell’ultimo bilancio. Questo con un limite massimo di esposizione complessiva nei confronti del fondo 394/81 del 35% della media dei ricavi degli ultimi due bilanci.
Il finanziamento ha una durata complessiva di quattro anni a partire dalla data di stipula del contratto. Nello specifico è suddivisa in due anni di preammortamento e due anni di rimborso.
Le garanzie richieste sono determinate in base al Margine Operativo Lordo (MOL) o alla classe di scoring dell’impresa, con esonero di garanzia per le classi di scoring 1 e 2. Il finanziamento viene erogato in due tranche, con un anticipo del 25% e un saldo finale.
È inoltre previsto un contributo a fondo perduto del 10% fino a un massimo di 100.000 euro per le piccole e medie imprese (anche microimprese) con sede operativa nel Sud Italia, che:
Le aziende che non rientrano nella categoria PMI o microimprese, ma che sono in possesso di certificazioni ambientali/di sostenibilità e che possono fornire evidenza di un impegno in materia di sostenibilità , possono anch’esse beneficiare del contributo a fondo perduto.
L’operatività del fondo si articola sulle seguenti linee di intervento:
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Prima di andare avanti vorrei soffermarmi su una figura a mio parere molto importante all’interno di questo percorso del quale avvalersi per potare avanti un progetto di internazionalizzazione: Il Temporary Manager
Spesso la figura del temporary manager è evocata quando un’azienda si trova in uno stato di crisi, con la necessità di una ristrutturazione che induce i vertici a cercare un aiuto esterno. Tuttavia, le prospettive di sviluppo sul mercato internazionale sono sempre più promettenti per le aziende italiane che offrono prodotti e servizi distintivi e ad alto valore aggiunto.
Il processo di internazionalizzazione è particolarmente adatto all’incorporazione di società di temporary management specializzate.
Un numero crescente di fattori stanno spingendo le aziende a considerare il temporary management come uno strumento chiave per l’implementazione di un percorso di internazionalizzazione di successo.
Nel seguito, analizzeremo questi fattori in dettaglio, fornendo un quadro informativo per le aziende che si stanno interrogando su come navigare con successo nel percorso dell’internazionalizzazione.
Una volta inserito all’interno di un’azienda il Temporary Manager svolge compiti sia strategici che operativi.
Le attività strategiche includono l’analisi dell’organizzazione aziendale e dei processi per identificare le risorse e le competenze da valorizzare e quelle da sviluppare, l’esplorazione dei mercati di potenziale interesse e la selezione di quelli da affrontare, oltre alla progettazione della strategia di ingresso e del relativo piano di marketing.
Conclusa la fase strategica, il Temporary Export Manager assume un ruolo attivo nell’esecuzione del piano di sviluppo.
Questo comporta la creazione o l’espansione di un database di contatti dal mercato estero, la definizione delle peculiarità dell’offerta da proporre, la fornitura di indicazioni per la produzione di materiali a supporto delle vendite all’estero e la gestione diretta delle trattative con potenziali clienti o partner.
Inoltre, il manager si occupa di rivedere e ottimizzare i processi aziendali per adattarli alle specifiche esigenze del mercato estero, con particolare attenzione alla pianificazione della produzione, alla logistica, alla spedizione e gestione dei resi, al servizio clienti e alla gestione dei pagamenti.
Le principali motivazioni per cui l’azienda dovrebbe affidarsi al Temporary Manager sono:
Un’incentivazione mirata è prevista per l’implementazione di un progetto di inclusione temporanea di un Temporary Manager nell’organizzazione aziendale.
Questa figura avrà il compito di sviluppare progetti legati all’innovazione tecnologica, digitale o ecologica, il tutto finalizzato a promuovere l’internazionalizzazione dell’impresa sui mercati globali.
La figura del Temporary Manager sarà inserita temporaneamente all’interno dell’azienda. Verrà fatto un Contratto di Temporary Management, stipulato esclusivamente con un’entità terza, ovvero una società di servizi specializzata.
Questo sistema consente un intervento flessibile e mirato, capace di rispondere alle specifiche esigenze dell’impresa nel suo percorso verso l’innovazione e l’internazionalizzazione.
In sintesi, l’ampliamento e la diversificazione del Fondo 394 Simest rappresentano un potente catalizzatore per la crescita delle imprese italiane. In che modo? Evidenziando il chiaro impegno del governo nell’agevolare l’innovazione, l’ecologia e l’internazionalizzazione del Made in Italy.
Questa ambiziosa iniziativa dimostra come il sostegno governativo possa essere un formidabile leva strategica. Una leva che migliorerà la competitività globale delle nostre imprese, promuovendo la trasformazione digitale e sostenibile e facilitando l’accesso ai mercati internazionali.
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Il nostro servizio ti offre l’opportunità di sfruttare le competenze e l’esperienza di un team specializzato. Siamo in grado di affrontare le sfide digitali contemporanee con un approccio innovativo e produttivo.
Un approccio caratterizzato da visione strategica, sperimentazione e immediata implementazione di creatività e strategia.
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]]>L'articolo Bando Eurostars a supporto delle PMI innovative proviene da Blog Alzarating.
]]>L’obiettivo è quello di stimolare la crescita, la competitività , l’innovazione e l’internazionalizzazione delle PMI innovative italiane.
In questo modo, andrà a rafforzarsi il sostegno alle piccole e medie imprese, tessuto fondamentale per l’economia europea, con il loro ruolo chiave nella sfida delle transizioni gemelle, ovvero quella digitale e ambientale, anche in un’ottica di Industria 4.0.
Il decreto ministeriale del 16 dicembre 2022 n. 186485 destina 14 milioni di euro in totale al cofinanziamento delle imprese italiane selezionate nei bandi transnazionali congiunti. Di queste risorse, quelle destinate al bando 2023 “Eurostars 3 CoD 4†ammontano a 7 milioni, per un contributo massimo concedibile pari a 500 mila euro per singolo progetto.
Una quota del 40% dello stanziamento sarà riservata a imprese localizzate nelle regioni del Mezzogiorno.
Il bando Eurostars è co-finanziato dall’Unione Europea come parte della Partnership Europea Innovative SMEs.
Poiché si tratta di uno strumento congiunto, tra gli Stati e l’UE, saranno coinvolti anche il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) e il Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR), che provvederanno a gestire la parte finanziaria per le imprese italiane.
I progetti ammissibili alle agevolazioni devono prevedere la realizzazione di attività di ricerca industriale e di preponderante sviluppo sperimentale. L’obiettivo del Bando Eurostars è la realizzazione di nuovi prodotti, processi o servizi che possano essere rapidamente commercializzati in Europa e/o nei mercati globali.
I beneficiari della misura sono:
Inoltre, i progetti possono essere realizzati mediante il ricorso allo strumento del Contratto di rete o ad altre forme contrattuali di collaborazione.
Il contratto di rete o le altre forme contrattuali di collaborazione devono configurare una concreta collaborazione, che sia stabile e coerente rispetto all’articolazione delle attività , espressamente finalizzata alla realizzazione del progetto proposto.
Le agevolazioni sono concesse nella forma del contributo diretto alla spesa, per una percentuale nominale dei costi e delle spese ammissibili articolata come segue:
fino a un massimo di € 500.000,00 per progetto.
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A gestire la procedura di valutazione è il Ministero delle imprese e del made in Italy i base a questi step:
Per ottenere gli incentivi, secondo i dettami del Decreto direttoriale 3 marzo 2023, gli interessati devono presentare idonea documentazione sullo stato di avanzamento dei lavori entro 18 mesi dall’accoglimento della domanda.
L’erogazione può essere fatta per ogni stato di avanzamento dei lavori o in maniera anticipata, previa rendicontazione e controlli del MIMIT anche su eventuali variazioni del progetto, come stabilito dal Decreto direttoriale 3 marzo 2023.
per partecipare ai bandi eurostars 3 è necessario presentare una proposta progettuale direttamente all’iniziativa innovative smes tramite l’apposita pagina del sito Eureka
Trattandosi di un progetto congiunto, sarà necessario presentare la domanda di partecipazione sia al bando europeo che a quello nazionale, con scadenza al 13 aprile 2023 alle ore 14.00 termine entro il quale deve essere presentata la domanda.
La domanda nazionale integrativa deve essere presentata entro la stessa scadenza del bando internazionale, pena la non ammissibilità della domanda. In aggiunta, i partner italiani che intendono richiedere fondi al ministero dell’università e della ricerca (mur) o al ministero delle imprese e del made in italy (mimit) devono verificare eventuali condizioni aggiuntive.
Devono inoltre integrare le domande sulle piattaforme informatiche dedicate, secondo le specifiche procedure definite dai ministeri stessi.
Possono accedere alla fase istruttoria nazionale solo i progetti di ricerca e sviluppo presentati secondo le modalità di cui sopra e che hanno superato la selezione a livello transnazionale effettuata sulla base della graduatoria scientifica e dei fondi disponibili.
Dopo la chiusura dello sportello, partirà un’istruttoria, molto veloce, che prevede una verifica di ammissibilità (entro la successiva settimana), una verifica della fattibilità legale e finanziaria e una valutazione da parte di esperti indipendenti (tutto entro fine maggio 2023), con le graduatorie pubblicate entro fine giugno 2023.
La valutazione del progetto verterà su una serie di criteri: in linea generale, i commissari terranno conto della qualità e dell’efficienza del progetto.
In che modo? Analizzando anche la validità del consorzio e il valore aggiunto conferito dalla cooperazione transfrontaliera, alla luce dei costi, che dovranno comunque essere ragionevoli. Fonte: Polo tecnologico.
I soggetti possono partecipare anche in forma congiunta tra loro, con organismi di ricerca e con grandi imprese.
I destinatari possono partecipare a due bandi:
L’obiettivo è quello di aiutare i destinatari ad aumentare la capacità di ricerca e innovazione e la produttività .
A livello generale il supporto economico è finalizzato all’integrazione in catene globali di valore e in nuovi mercati.
Tre sono gli obiettivi strategici:
Chi intende aderire alle opportunità dovrà partecipare a entrambi i bandi.
Per inviare le richieste si dovrà utilizzare l’apposita area del sito.
Anche per il bando italiano la scadenza è fissata allo stesso giorno e alla stessa ora: alle 14.00 del 13 aprile 2023.
Non tutte le piccole e medie imprese possono vantare lo status di PMI innovative. Così, come, non tutte le startup innovative sono in grado di cambiare organizzazione e finalità secondo le regole dell’Investment Compact.
le PMI innovative stimolano lo spirito imprenditoriale e l’innovazione in tutta l’UE e sono per questo fondamentali per la promozione della competitività e dell’occupazione.
Numerosi i vantaggi per questa categoria imprenditoriale, mutuati da quelli delle loro “sorelle†startup.
Per esempio, le pmi innovative hanno diritto all’esonero dall’imposta di bollo per l’iscrizione al Registro, pur restando tenute al pagamento dei diritti di segreteria dovuti per adempimenti relativi alle iscrizioni nel registro delle imprese, nonché del pagamento del diritto annuale dovuto in favore delle Cciaa.
Inoltre, possono remunerare il personale con piani di incentivazione in equity quali stock option e work for equity, con contemporaneo esonero da imposizione sul reddito.
Inoltre, una PMI innovativa è importante per:
L’essere una PMI innovativa, oltre a portare i vantaggi sopra elencati e la possibilità di partecipare ai Bandi di cui ti ho appena parlato, gode di altri vantaggi fiscali di cui ti parlerò qui di seguito.
Incentivi sugli investimenti
Le PMI innovative possono beneficiare di incentivi fiscali sugli investimenti, sia diretti che indiretti. Infatti, gli investimenti erogati da persone giuridiche, enti e società sono soggetti a deduzioni dell’imponibile Ires del 20 per cento.
Gli investimenti erogati, invece, da persone fisiche sono soggetti a detrazioni Irpef del 19 per cento.
Accesso al credito
Le PMI innovative godono di un accesso semplificato, gratuito e diretto all’intervento del Fondo centrale di garanzia.
Il Fondo centrale di garanzia è un fondo pubblico, istituito nel 1996 con la legge n.662 ed operativo dal 2000, che favorisce l’accesso alle fonti finanziarie delle piccole e medie imprese mediante la concessione di una garanzia pubblica che si affianca e spesso si sostituisce alle garanzie reali portate dalle imprese.
Ripianamento delle perdite
Le PMI innovative, in caso di perdite sistematiche, godono di un regime speciale sulla riduzione del capitale sociale, con agevolazioni sul ripianamento delle perdite, se superiori ad un terzo del capitale sociale.
Internazionalizzazione PMI
Le PMI innovative godono del sostegno ad hoc nel processo di internazionalizzazione da parte dell’Agenzia ICE, inclusa l’assistenza in materia normativa, societaria, fiscale, immobiliare, contrattualistica e creditizia, l’ospitalità a titolo gratuito alle principali fiere e manifestazioni internazionali, e l’attività volta a favorire l’incontro delle PMI innovative con investitori potenziali.
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Dopo aver analizzato i tuoi obiettivi e i tuoi progetti innovativi valuteremo il percorso migliore per ottenere gli incentivi fiscali adatti ai tuoi progetti.
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]]>L'articolo Bonus fiere: l’incentivo ai tuoi eventi internazionali proviene da Blog Alzarating.
]]>Nello specifico è un rimborso pari al 50% per un massimo di 10 mila euro ad azienda finalizzati alla copertura delle spese e degli investimenti per la partecipazione fiere internazionali.
Il Bonus Fiere, che può riguardare la partecipazione a una o più manifestazioni fieristiche, può essere richiesto una sola volta da ciascun soggetto beneficiario. Lo stanziamento complessivo previsto per l’intervento è di 34 milioni per l’anno in corso.
Le manifestazioni in oggetto devono rientrare nel Calendario fieristico 2022, approvato dalla Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, e devono svolgersi tra il 16 luglio 2022 e il 31 dicembre 2022.
In base a quanto stabilito dalla legge di conversione del Decreto Aiuti, le imprese possono richiedere e ottenere il bonus fiere devono avere i seguenti requisiti:
Inoltre, non devono:
Le domande di agevolazione, presentate dal legale rappresentate dell’impresa, dovranno pervenire esclusivamente tramite procedura informatica (il cui link sarà reso disponibile, in tempo utile, nella presente sezione), dalle ore 10:00 alle ore 17:00 di tutti i giorni lavorativi, dal lunedì al venerdì, a decorrere dal 9 settembre 2022.
Il bonus può essere richiesto per tutte le manifestazioni che dovranno svolgersi, entro il mese di dicembre del 2022, ma la domanda potrà essere presentata fino a novembre. L’erogazione del bonus, invece, avverrà entro il 31 dicembre 2022.
A seguito della ricezione della richiesta il Ministero dello sviluppo economico, ovvero il soggetto attuatore secondo periodo, rilascia il buono mediante invio all’indirizzo di posta elettronica certificata comunicato dal richiedente
Entro la data di scadenza del buono, i beneficiari devono presentare, attraverso la piattaforma l’istanza di rimborso delle spese e degli investimenti effettivamente sostenuti per la partecipazione alle manifestazioni fieristiche internazionali di settore
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Le fiere sono il luogo dove ampliare le proprie conoscenze e fare attività di networking. Il mercato internazionale è sempre più importante per le piccole e medie imprese e riuscire a farsi conoscere dai nuovi clienti è fondamentale per continuare a crescere.
E lo dimostra il giro d’affari prodotto dalle fiere: oltre 60 miliardi di euro.
Avere un’impresa non è arte semplice. L’esborso finanziario per mantenere la propria attività può inoltre essere molto significativo.
Proprio per questo motivo svolgere alcune attività , come la partecipazione a fiere internazionali, può sembrare una cattiva idea. In particolar modo se si considerano i costi che ciò può comportare. Ma non se si ha la possibilità di accedere al Bonus fiere 2022
Tuttavia, partecipare a fiere internazionali può dare la giusta spinta alla tua azienda. Naturalmente, se preparate ed organizzate bene.
Vediamo insieme quali sono i 4 motivi per partecipare alle fiere internazionali.
Nonostante l’aiuto degli strumenti digitali, partecipare ad una fiera di settore è sicuramente il modo più diretto per aumentare la visibilità del tuo brand.
Questo è possibile grazie ad incontri con i potenziali clienti, che spesso provengono da ulteriori aree geografiche oltre al paese in cui si svolge l’evento.
Grazie alle fiere, mostrerai il tuo prodotto a un pubblico vasto e variegato. Da questi incontri potrebbero scaturire vendite, che si traducono in entrate.
Ma è importante che prima dell’evento – almeno un paio di mesi prima – l’azienda compi una serie di attività prima della partecipazione, per ottenere risultati dal proprio investimento.
Non sai da dove cominciare? Possiamo aiutarti. SCOPRI COME.
Partecipare ad eventi internazionali è inoltre uno strumento molto utile per conoscere le tendenze del tuo settore nel mercato di riferimento. Ti permetterà al tempo stesso di ampliare le tue conoscenze in merito alla cultura e alle abitudini dei potenziali consumatori del tuo prodotto.
Spesso alcuni eventi prevedono infatti alcuni momenti di formazione con studi di analisi quantitative e qualitative del tuo settore a cura di esperti del mercato. Questi ti permettono di valutare anche le prospettive future restando aggiornato e ricevendo spunti per migliore la tua strategia aziendale all’estero.
La partecipazione alle fiere internazionali è inoltre una buona occasione per confrontarti con molte aziende nazionali e internazionali del tuo settore.
Ti trovi nel contesto giusto per studiare la concorrenza!
Pertanto, sfrutta quest’occasione anche per guardarti intorno cercando nuovi spunti e nuove tecniche di comunicazione.
Questi eventi rappresentano anche un’opportunità per nuovi progetti e collaborazioni. Anche se spesso siamo portati all’individualismo, i nostri competitor non rappresentano sempre una minaccia!
Interagisci con loro e discuti delle tue idee.
Inoltre l’internazionalizzazione è un processo incentivato anche dall’Unione Europea: esistono infatti molti bandi pubblici che sostengono economicamente la partecipazione ad eventi fieristici all’interno di Paesi Membri dell’UE. Gli imprenditori così hanno l’opportunità di relazionarsi con un mercato diverso, dove vigono norme differenti.
Quindi, prima di avviare una sede oppure contattare i fornitori di altri Paesi, l’azienda può conoscere le dinamiche, le usanze e le caratteristiche del mercato e capire se possono rappresentare un vantaggio per il proprio business.
Senza contare che, in questi contesti, si possono conoscere le persone giuste con cui collaborare in modo da creare una rete di contatti utile per quando si opererà a pieno regime nel Paese di destinazione.
È vero, il web ci ha aperto mondi che, fino a pochi anni fa, potevamo solo immaginare. Tuttavia, non ci permette di fare una cosa fondamentale per la vendita: incontrare fisicamente i potenziali clienti, guardarli dritti negli occhi e stringere loro la mano.
Ogni abile venditore sa che un buon sito web non potrà mai supplire a questo bisogno, quello di parlare col cliente e rispondere con voce ferma ad eventuali obiezioni.
Ed è proprio durante le fiere che i commerciali danno il meglio di sé, perché provengono da anni ed anni di attività sul campo a contatto con potenziali clienti scettici, entusiasti, pieni di domande o propensi all’acquisto.
Il 65% delle aziende intervistate partecipa per incontrare clienti consolidati. Può sembrare una motivazione debole, ma in tempi così convulsi e di rapidissima trasformazione è sempre più difficile confrontarsi di persona con i clienti.
Agende piene e corse verso il nuovo contatto rendono sempre più difficoltoso riuscire a confrontarsi con i propri clienti di persona. Essere presente in fiera permette di concentrare in pochi giorni tantissimi incontri, difficilmente realizzabili altrimenti.
E quindi durante un incontro faccia-a-faccia è possibile mettere in pratica tutte le competenze acquisite per quanto riguarda la dialettica e la capacità di persuasione.
Inoltre, se l’interlocutore in quel momento non può fermarsi, è possibile stabilire un appuntamento o fare due chiacchiere. In questo caso, il venditore evita di mostrarsi interessato agli affari facili, dimostra di saper badare anche all’aspetto umano di una negoziazione.
L’88% delle aziende intervistate partecipa a fiere di settore per accrescere o consolidare la brand awareness
Le fiere e le esposizioni rappresentano, infatti, un ottimo modo per far conoscere l’azienda e consentono a un pubblico di nicchia di conoscere di prendere confidenza con il brand.
Oltre a questo, esporre in fiera consente di dare “un volto umano†al proprio brand. Incontrarsi di persona e guardarsi negli occhi è un’occasione per capire meglio le modalità di relazione migliori, l’affidabilità dei nostri clienti e ultimo, ma non di minore importanza come dialogano e come si presentano i nostri competitors ed i nostri interlocutori commerciali.
Il 72% delle aziende partecipa per ottenere lead da nuovi acquirenti e potenziali clienti.
L’aspettativa di ogni espositore partecipando a una manifestazione è quella di incontrare nuovi clienti e ottenere nuovi contratti. La scelta di partecipare a una fiera professionale permette di stabilire contatti strategici per la crescita del proprio business e per accedere a nuovi mercati di sbocco.
Incontrare un fornitore, un potenziale cliente o un partner all’interno di una manifestazione ci permette di stabilire in modo più efficace una relazione. Ovviamente a questo primo incontro è necessario far seguire un’attività di follow up che porti all’acquisizione o conversione del lead che abbiamo acquisito in fiera.
La partecipazione alle fiere internazionali può comportare dei costi che puoi supportare grazie ad una grande opportunità come il Bonus fiere. ma soprattutto dei vantaggi enormi. Vantaggi che non puoi lasciarti sfuggire, se vuoi costruire o aumentare le tue vendite all’estero. Vuoi avere al tuo fianco una guida esperta che ti supporta in questo percorso?
Vuoi godere del Bonus fiere ed ammortizzare le spese? Allora clicca qui e prenota la tua consulenza gratuita! Ti guideremo sia nel percorso di organizzazione che in tutto l’iter burocratico per l’ottenimento dei Fondi! Non perdere questa opportunità la presentazione della domanda al Bonus Fiere parte il 9 settembre 2022.
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]]>Il Bonus Export Digitale è un contributo a fondo perduto fino a 4.000 € a fronte di spese ammissibili superiori a 5.000 €. Per le reti di imprese e consorzi (costituiti da almeno 5 imprese) è previsto un contributo fino a 22.500 € a fronte di spese ammissibili superiori a 25.000 €.
Microimprese manifatturiere (codice ATECO: C) nonché le reti e i consorzi di microimprese con adesione di almeno 5 microimprese che presentano le seguenti caratteristiche: Â
Per le reti e i consorzi delle microimprese, poi, vi sono una serie di condizioni ulteriori che vanno rispettate, ovvero:
Il Bonus finanzia gli investimenti sostenuti successivamente la data di presentazione della domanda, per l’acquisizione di soluzioni digitali per l’export, fornite da imprese iscritte nell’elenco delle società abilitate.
Logicamente le spese andranno effettuate successivamente alla data di presentazione della domanda di contributo, e dovranno essere in formato elettronico.
È prevista l’istituzione di un elenco di società fornitrici abilitate a fornire le prestazioni e i servizi oggetto dell’agevolazione.
Potranno richiedere l’iscrizione all’elenco le società competenti in processi di sviluppo d’impresa e di digital transformation per l’export, che hanno fornito servizi o prestazioni relativi ad una o più delle spese ammissibili, per un ammontare di almeno 200.000 euro negli ultimi tre anni.
E’ possibile presentare la domanda tramite sito di Invitalia, che procederà alla valutazione delle richieste in base all’ordine cronologico di ricezione.
L’iter di compilazione e presentazione della domanda è così strutturato:
Per la presentazione della domanda sono necessari: SPID, Firma digitale e PEC. La valutazione delle richieste di contributo sarà in base all’ordine cronologico di invio.
Verranno valutate prioritariamente le microimprese che abbiamo partecipato o partecipino ad iniziative governative per l’inserimento delle aziende italiane nelle piattaforme e-commerce internazionali e per la transizione digitale delle aziende esportatrici.
L’erogazione del contributo avverrà in un’unica soluzione entro 90 giorni dalla presentazione della richiesta di erogazione, che potrà avvenire per via telematica dalle ore 10:00 del 30 novembre 2022 alle ore 17:00 del 30 settembre 2023.
Con la globalizzazione prima e la rivoluzione digitale poi, diventare “internazionali†è diventato di fondamentale importanza per le aziende italiane, soprattutto per le piccole e medie imprese.
Con una domanda interna stagnate e un’economia che stenta a decollare, per le aziende è importante trovare nuovi mercati dove vendere i propri prodotti e trovare materie prime a costi più accessibili. Iniziare un processo d’internazionalizzazione, però, non è facile come può sembrare.
L’internazionalizzazione delle aziende è quindi un processo complesso, che prevede varie fasi da rispettare e dei requisiti da avere.
Occorre innanzitutto cambiare il punto di vista e l’approccio produttivo: invece che focalizzare il proprio sguardo su un ristretto territorio geografico, si espande la visuale e si analizza il mercato nel suo complesso.
In questo modo ci si può accorgere che le opportunità di crescita all’estero sono enormi, ma anche i rischi.
Ecco perché prima della pratica, ogni imprenditore deve mettere a punto una strategia dettagliata. Solo tramite un’attenta fase preparatoria è possibile sfruttare i vantaggi dell’internazionalizzazione. Per esempio, bisogna scegliere dove dirigere lo sguardo, quindi conoscere perfettamente il contesto in cui si vuole operare.
Ogni Paese ha le sue leggi, un sistema fiscale proprio, così come target e fornitori differiscono da zona a zona.
Senza valutare attentamente tutti questi elementi, il rischio è quello di fallire al primo problema, e non avere le forze per risollevarsi.
Ciò è ancora più importante per i piccoli imprenditori che spesso concentrano energie e risorse in un percorso di internazionalizzazione senza però considerarne tutti gli aspetti.
Insomma, i vantaggi ci sono ma solo per chi considera, valuta e si prepara al meglio.
I motivi che spingono un’impresa a operare oltre i confini nazionali sono essenzialmente due:
Questi due obiettivi possono essere raggiunti anche dalle piccole e medie imprese, a patto che abbiano alcuni prerequisiti.
Innanzitutto, è fondamentale avere una forte stabilità economica e abbastanza risorse da investire: non solo denaro, ma anche persone competenti, strumenti adeguati, tempo ed energie.
Vorresti internazionalizzare la tua microimpresa ma non sai da che parte iniziare? Ti piacerebbe essere guidato da un team di esperti? Allora clicca qui e prenota la tua consulenza gratuita. Dopo un primo confronto valuteremo insieme un percorso di internazionalizzazione per avviare il tuo business all’estero e renderlo digitale grazie all’incentivo Bonus Export Digitale 2022.
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]]>Quali sono i motivi principali che hanno fatto scoppiare questa guerra?
Il disgregamento delle “tre sorelle slave”
Russia, Bielorussia e Ucraina sono state definite le tre sorelle slave. Tre Stati, insomma, molto simili fra loro, strettamente imparentate anche a livello di legami familiari fra stato e stato.
Con la caduta dell’Unione sovietica nel 1991 gli stati si sono formalmente separati, ma la Russia continua a voler riportare le due nazioni sotto alla sua orbita.
Le posizioni filoeuropee dell’Ucraina
Il secondo punto di attrito fra Mosca e Kiev riguarda l’apertura dell’Ucraina verso l’Europa.
Nel 2014 avvenne quella che è passata alla storia come Euromaidan, la rivoluzione della Dignità , dopo che il presidente filorusso Viktor Yanukovich sospese l’accordo di libero scambio tra Ucraina e Ue.
Da lì iniziò il processo di impeachment del presidente e fu instaurato un governo ad interim con il filoeuropeo Oleksandr Turcinov, mai riconosciuto da Mosca.
La vicinanza dell’Ucraina all’Europa non è mai andata a genio a Mosca, che si è sentita minacciata dall’apertura dell’Ucraina all’occidente.
La possibile annessione dell’Ucraina alla NATO
Dopo la seconda guerra mondiale l’Ucraina ha rivestito il ruolo di stato-cuscinetto.
Uno stato, in sostanza, che mantiene una neutralità tattica fra due superpotenze, per scongiurare possibili conflitti. Ma dall’indipendenza del 1991 l’Ucraina ha mostrato diversi segnali di una volontà di avvicinamento alla NATO.
Se l’annessione non è ancora avvenuta è solo perché la NATO non può accettare l’ingresso di stati che abbiano ancora conflitti irrisolti al proprio interno.
La possibilità di avere uno stato confinante facente parte della NATO però è bastato per mettere in allarme la Russia. Questo le ha fatto percepire la minaccia di una sgradita espansione occidentale nel suo campo di influenza geopolitica.
La guerra tra Mosca e Kiev ha causato un massiccio calo dell’export verso Russia, Ucraina e Bielorussia. Oltre all’aumento dei prezzi di energia e materiali, le imprese italiane che esportano verso questi paesi, hanno dovuto fare i conti anche uno stop dei mercati.
Nel 2021 ammonta a 7.7 miliardi di euro il valore delle esportazioni italiane in Russia, pari all’1,5% delle vendite all’estero che il nostro Paese realizza nel mondo. La Russia ha sempre rappresentato uno sbocco importante per l’export del Made in Italy inteso come manifattura italiana. Il 2,5% è rappresentato dalla quota del settore moda, il 2,6% del settore dell’automazione-meccanica, il 3,1% del settore dei mobili.
I dati sull’export nazionale dimostrano come la Russia sia tra i più grandi estimatori dei prodotti del Made in Italy, declinato in tutti i prodotti di punta della categoria Lusso.
Simest interviene a favore delle imprese italiane danneggiate dalla guerra in Ucraina con finanziamenti agevolati a tasso zero più eventuale quota a fondo perduto fino al 40% con un massimo di € 400.000.
Possono usufruire di tale misura quelle imprese esportatrici che negli ultimi tre anni abbiano realizzato un fatturato medio export verso Ucraina, Federazione Russa e/o Bielorussia di almeno il 20%, subendo una flessione dei ricavi da tali aree a seguito del conflitto.
Simest è una società creata nel 1990 con l’obiettivo di sostenere il processo di internazionalizzazione e di assistere gli imprenditori nelle attività nei mercati stranieri.
È controllata per il 76% dal Governo italiano, in particolare dal Ministero dell’Economia e delle Finanze tramite Sace, che fa parte del gruppo Cassa Depositi e Prestiti.
Simest si occupa di affiancare l’impresa lungo il ciclo di sviluppo all’estero sostenendo l’internazionalizzazione, l’export e gli investimenti diretti delle imprese italiane che vogliono crescere e competere sui mercati mondiali.
La società opera attraverso diverse linee di finanziamento tra cui la linea Patrimonializzazione: una misura a sostegno della solidità patrimoniale delle imprese. Le risorse mobilitate e gestite nel 2021 sono state pari a 9,3 miliardi di euro (di cui oltre 4 miliardi destinati ai soli finanziamenti agevolati). Simest ha chiuso il 2021 con un utile di circa 4 milioni di euro, supportando 11.300 imprese in oltre 100 Paesi in tutto il mondo.
L’agevolazione massima è pari al 25% dei ricavi risultanti dagli ultimi 2 bilanci ed è compresa tra 50.000 euro e:
L’incentivo è composto da:
Possono beneficiare di queste agevolazioni le PMI o imprese sino a 1.500 dipendenti come gruppo aziendale (midcap) con le seguenti caratteristiche:
Le spese ammissibili per l’ottenimento di questi contributi sono le seguenti:
L’Intervento Agevolativo può coprire fino al 100% dell’importo delle spese ammissibili.
Le richieste di contributo possono essere presentate a partire dalle ore 9.00 del 12 luglio 2022 e sino alle ore 18.00 del 31 ottobre 2022. Sul portale di SIMEST è pubblicata tutta la documentazione da consultare per la presentazione della domanda.
Il decreto 14-2022 ha previsto anche un altro intervento per le imprese che esportano in Russia, Ucraina e Bielorussia. L’articolo 5-ter prevede una sospensione fino a 12 mesi del pagamento della quota capitale e degli interessi delle rate in scadenza nel corso dell’anno 2022.
Questa misura si applica per i finanziamenti concessi dal Fondo 394, con conseguente traslazione anche del piano di ammortamento per un periodo corrispondente.
Questo tipo di sospensione riguarda sia le imprese che in questi anni hanno realizzato il 20% di export in Russia, Ucraina e Bielorussia, sia le aziende che hanno filiali operative o partecipate dirette nei paesi interessati.
Hai anche tu un’azienda che ha fatto export verso questi paesi?
Vorresti approfittare dei contributi Simest ma non sai da che parte iniziare?
Allora ti consiglio di cliccare qui e prenotare la tua consulenza gratuita Potrai confrontarti direttamente con degli esperti in materia che ti supporteranno nel percorso per ottenere questi incentivi e recuperare i soldi investiti.
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]]>Il disegno di legge di Bilancio 2022 incrementa di 1,5 miliardi di euro, per ciascuno degli anni dal 2022 al 2026, la dotazione del Fondo 394/1981 per la concessione di finanziamenti agevolati e di 150 milioni di euro. per ciascuno degli anni dal 2022 al 2026, la dotazione del Fondo previsto dall’art. 72 del decreto Cura Italia, per la concessione del contributo a fondo perduto.
Le imprese che vogliono competere e crescere a livello internazionale possono ricorrere a questi strumenti attraverso i bandi SIMEST.
A ridosso della chiusura del portale per accedere al Fondo 394, è stata quindi deliberata la proroga che permetterà alle imprese di usufruire di ulteriori sei mesi per inoltrare la loro domanda di accesso al Fondo. Come riportato sul sito di Simest vi è ancora ampia disponibilità di risorse. Le PMI hanno a disposizione ancora 360 milioni di euro del miliardo e 200 milioni che il Recovery Plan aveva destinato al Fondo per l’internazionalizzazione delle imprese.
Alla data del 1° dicembre 2021, le imprese che hanno presentato domanda per l’internazionalizzazione sono state 5.860, per un complessivo di risorse assegnate pari a 840 milioni di euro.
Le misure, nell’ambito del PNRR, per le quali è possibile presentare domanda fino al 30 maggio 2022 sono:
Andiamo ora ad approfondire i settori per il quale è possibile ottenere questi fondi.
Dedicato alle PMI costituite in forma di società di capitali, con un fatturato export di almeno il 10% nell’ultimo anno o del 20% nell’ultimo biennio.
Le risorse ottenute dovranno essere destinate per una quota almeno pari al 50% a investimenti per la transizione digitale e per la restante quota a investimenti per la transizione ecologica e la competitività internazionale.
Lo strumento ha una durata di 6 anni, con 2 di preammortamento, e un importo massimo finanziabile di 300.000 euro che non può comunque superare il 25% dei ricavi medi risultanti dagli ultimi due bilanci approvati e depositati;
Dedicato alla partecipazione di PMI a un singolo evento di carattere internazionale, anche virtuale, tra: fiera, mostra, missione imprenditoriale e missione di sistema, per promuovere l’attività d’impresa sui mercati esteri o in Italia. Almeno il 30% del finanziamento deve essere destinato a spese digitali connesse all’evento, a meno che l’evento stesso non sia a tema digital o ecologico. L’importo massimo del finanziamento è pari a 150.000 euro e non può comunque superare il 15% dei ricavi medi risultanti dagli ultimi due bilanci approvati e depositati. Il periodo di rimborso è di 4 anni, con 1 anno di preammortamento.
Dedicato alle PMI costituite in forma di società di capitali per la creazione o il miglioramento di una piattaforma propria di e-commerce o l’accesso a una piattaforma di terzi (market place) per la commercializzazione di beni o servizi prodotti in Italia o con marchio italiano. L’importo finanziabile va da 10.000 euro fino a un massimo di 300.000 per una piattaforma propria e fino a un massimo di 200.000 per market place, senza comunque superare il 15% dei ricavi medi risultanti dagli ultimi due bilanci approvati e depositati. La durata del finanziamento è di 4 anni con 1 anno di preammortamento.
Le sette linee finanziate dai Fondi Simest nel 2022 sono:
In questo 2022 c’è quindi un ritorno alle precedenti modalità operative, una volta terminati i fondi del PNRR, grazie alle risorse stanziate dall’art.12 del disegno di legge di Bilancio 2022, che ha prorogato al 2026 i finanziamenti a tasso agevolato e il contributo a fondo perduto dei bandi SIMEST.
Le spese ammissibili e finanziabili sono rispettivamente:
Le spese devono essere sostenute a partire dalla data di ricezione dell’Esito della domanda, ed entro 12 mesi dalla data di stipula.
Il finanziamento prevede un contributo a fondo perduto fino al 25%, il quale può essere incrementato fino al 40% per le imprese del Sud Italia.
L’importo massimo finanziabile sarà pari a:
L’importo massimo finanziabile non può superare il 15% dei ricavi medi risultanti dagli ultimi due bilanci approvati e depositati dall’impresa. (fonte Salvatore Papa)
La durata complessiva è di 4 anni di cui 1 di preammortamento (per soli interessi) e 3 di rimborso del capitale. L’erogazione avverrà in due tranche:
Sulla quota di finanziamento da rimborsare è applicato un tasso di interesse fisso per tutta la durata del finanziamento e pari al 10% del tasso di riferimento di cui alla normativa comunitaria. Più precisamente il tasso agevolato attualmente è pari allo 0,055%.
L’importo a saldo è erogato entro 17 mesi dalla data di stipula del contratto di finanziamento, a seguito della rendicontazione di tutte le spese sostenute e a condizione che le stesse superino l’importo già erogatoâ€.
L’impresa presenta la richiesta di finanziamento a SIMEST attraverso il Portale. Una volta completato, il modulo di richiesta viene scaricato dal Portale e, acquisita la firma digitale del Legale Rappresentante dell’impresa, può essere inviato attraverso il Portale stesso).
L’impresa anticipa i documenti della stipula in fase istruttoria e firma le condizioni generali di contratto e le clausole vessatorie contestualmente al modulo di domanda. L’esito conterrà le condizioni particolari che andranno firmate successivamente alla delibera ed inviate tramite il Portale SIMEST.
L’impresa richiedente il finanziamento agevolato dovrà fornire a SIMEST eventuali chiarimenti e/o documentazione integrativa entro quindici giorni dal ricevimento della richiesta scritta di SIMEST. Ove necessario SIMEST si riserva di chiedere ulteriori chiarimenti per il completamento dell’istruttoria, che dovranno essere forniti nei termini indicati nella relativa comunicazione. In caso di mancato o incompleto riscontro alle richieste di chiarimenti, la domanda di finanziamento è da intendersi archiviata e priva di effetti.
Ovviamente la data di scadenza del bando è il 31/05/2022 oppure esaurimento delle risorse a disposizione.
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]]>Al tempo stesso in questo periodo si parla tanto di digitalizzazione per le PMI italiane.
Quanto è importante implementarla nell’’ecosistema aziendale per crescere ed innovarsi?
Ma se sposiamo i processi digitali con l’esportazione cosa succede?
L’export digitale si può definire come la capacità di posizionare l’azienda nel rispettivo settore di mercato digitale.
In che modo? Bisogna essere abili nel determinare i migliori strumenti digitali per rendere competitiva un’attività online.
Altra cosa molto importante è la capacità di definire una mirata strategia di marketing internazionale in relazione agli obiettivi di export dell’impresa.
L’Export digitale è quindi l’implementazione di strumenti di digital marketing e di piattaforme online nella propria strategia di export. L’obiettivo è quello di espandere il business oltre confine.
Permette inoltre di avviare trattative contenendo i tradizionali costi dell’export: ad esempio le numerose trasferte nel Paese obiettivo.
A tal proposito è vantaggioso affrontare la digital transformation e riorganizzare la propria strategia aziendale in ottica digitale. (Fonte Co. Mark)
La tecnologia digitale non ha sostituito, ma ha intensificato e trasformato i processi con cui le aziende si incontrano, si confrontano, stringono relazioni d’affari ed infine raggiungono insieme il consumatore finale.
L’export digitale assume un significato differente dal web marketing internazionale e richiede un approccio strategico prima ancora che operativo, affrontando temi quali:
Le strategie di export digitale sottolineano quanto la disponibilità di mezzi tecnologici valorizzi l’apporto umano sia sul piano manageriale sia sul piano delle operations.
Il futuro della comunicazione online passerà da chatbot ed intelligenza artificiale. Oggi però lanciare un’attività rivolta ai mercati esteri attraverso i media digitali deve includere una organizzazione strategica.
Un’organizzazione capace di offrire canali di customer care adeguati e contenuti localizzati per il mercato di riferimento allo stesso modo con cui si adattano al Paese-target in merito:
La nostra esperienza sul campo ci insegna che spesso non è così. Per fare un esempio, se oggi realizzo un buon volume d’affari di un prodotto in Svizzera, è perché ci sono fattori per cui esiste una domanda di tale prodotto su quel territorio.
Domanda che si è costruita in mesi o anni e, se il prodotto è disponibile online in Svizzera, i clienti lo acquisteranno anche tramite quel canale.
Se rendo disponibile il medesimo prodotto online in Francia, dove magari non è stato fatto nulla per creare la domanda o, più semplicemente, si hanno abitudini diverse, è plausibile che non ne verrà venduto nemmeno un pezzo. Scontato? Forse sì, ma rientra nel novero delle banalizzazioni del concetto di Digital Export.
Certo, da qualche parte si deve pur iniziare. È sensato partire dalla traduzione dei testi e dall’utilizzo delle foto e dei video esistenti, magari doppiandoli in lingua.
Questa è la base, ma occorre poi, per massimizzare le vendite, conoscere più approfonditamente le dinamiche sociali e d’acquisto delle nazioni target, al fine di adeguare i contenuti al contesto.
Un esempio su tutti, i mercati di Canada e Stati Uniti prediligono contenuti più schematizzati con poche e chiare informazioni, senza dar nulla per scontato.
È un pericolo spesso sottovalutato da chi vende online tramite il Digital Export. Immaginiamo che il processo di vendita online all’estero sia andato bene e che siamo riusciti a strutturare un sistema per vendere il mio prodotto tramite un canale online. Volumi e marginalità sono buoni.
L’azienda si concentra quindi nella vendita tramite il suddetto canale digitale, limitandosi a produrre e consegnare il prodotto, direttamente o tramite un marketplace.
L’azienda è così assorbita nella routine della gestione dell’ordine, che non approfondisce le dinamiche d’acquisto e il comportamento del consumatore in rapporto al suo prodotto.
Se ad un certo punto ci fossero dei problemi nella vendita all’estero dei nostri prodotti sarebbe il caso di farci queste domande per capire come intervenire:
Quando le cose vanno bene, spesso ci si dimentica, a causa della routine, di avere un piano B. Un piano B che funzioni rapidamente è attuabile solo se si conosce bene il proprio consumatore e le dinamiche d’acquisto locali, distributori alternativi e loro riferimenti.
Pensare che oggi basti apporre il Made in Italy ad un prodotto per venderlo facilmente all’estero è un errore molto comune.
In primo luogo, il Made in Italy sta in questi ultimi anni perdendo il suo appeal che viene da un passato imprenditoriale glorioso di molte aziende, un esempio su tutti è quello della Ferrari. A questo si aggiunge che il vero Made in Italy sta diminuendo in qualità e quantità in quando moltissime aziende realizzano i loro prodotti o parti di essi al di fuori dell’Italia.
Questa delocalizzazione ha contribuito a far diminuire il valore del Made in Italy negli occhi dei consumatori e degli acquirenti esteri B2B.
La soluzione principale a questa problematica è anche qui ripartire dalle origini del prodotto, raccontare cosa c’è dietro un’azienda e spiegare dov’è la qualità senza mai darla per scontata.
È fondamentale ricordarsi che la qualità non è solo nel prodotto ma è anche nelle persone, nella modalità di relazione ed interazione con l’utente finale e con i vari stakeholder, nelle performance delle tecnologie utilizzate, nel customer service.
Troppo spesso le aziende Italiane si sono limitate a vendere all’estero facendo leva solo sulla qualità del prodotto ignorando o trascurando tutto quello che c’è intorno.
Nel contesto di mercato rapido ed iper-competitivo, è fondamentale curare avere un approccio olistico alla gestione del brand in ottica di vendita all’estero di prodotti italiani.
Il Digital Export Manager è colui sa utilizzare con efficacia gli strumenti del digital marketing e riesce a portare l’imprenditore a fare questo passaggio, culturale prima ancora che economico. Il suo obiettivo è quello di favorire la trasformazione in direzione digitale del suo business, anche nell’export.
Il Digital Export Manager deve saper conoscere e utilizzare bene la comunicazione on line e i social di riferimento per sponsorizzare il business internazionale.
La comunicazione online è un tassello fondamentale per supportare l’apertura dell’azienda sui mercati internazionali con una adeguata visibilità sul web.
Un sito correttamente predisposto per i mercati di destinazione, con contenuti localizzati su paesi target, e una presenza dinamica ed efficace sui social media rilevanti vanno sempre inseriti nella strategia di internazionalizzazione dell’azienda.
In collaborazione con l’azienda, questo professionista crea un piano marketing con contenuti orientati al pubblico del paese di riferimento.
Una volta identificata la target audience il progetto si sviluppa passando per tutti i canali a disposizione:
Questo permette di aumentare la visibilità del brand in maniera mirata e sempre più profilata.
Nello specifico Il Digital Export Manager si occupa di:
L’obiettivo di questo post è farti capire che non puoi iniziare un business internazionale senza implementare un asset strategico come la l’export digitale.
Se vuoi approfondire questo argomento con esperti in materia di internazionalizzazione e digitalizzazione, clicca qui e prenota la tua consulenza gratuita!
Dopo un primo confronto e stabilito un piano di investimento a creare un percorso cucito su misura per far crescere il tuo business sia nell’export tradizionale che nell’export digitale.
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]]>Lo strumento pubblico a sostegno dell’internazionalizzazione delle imprese italiane è stato finanziato dall’Unione Europea attraverso il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
L’obiettivo è quello di favorire la transizione digitale ed ecologica delle PMI italiane a vocazione internazionale.
Le risorse del fondo sono destinate esclusivamente alle PMI e mirano a supportarne la competitività internazionale. In che modo? Finanziandone la transizione digitale ed ecologica, due driver di crescita divenuti fondamentali per avere successo nello scenario globale e obiettivo del Piano europeo NextGenerationEU.
Per questo, vengono fissate quote minime di spesa destinate a queste tipologie di investimenti. Questo per assicurare la massima diffusione degli interventi agevolativi e consentire l’accesso a un più ampio numero di imprese. Ogni azienda potrà presentare una sola domanda di finanziamento.
Oltre al focus sulla transizione digitale ed ecologica, il Fondo 394 prevede sostegni per la partecipazione di PMI a fiere e mostre internazionali, anche in Italia, e missioni di sistema. Permette inoltre lo sviluppo del commercio elettronico delle PMI in Paesi esteri.
Massimo il 25% della spesa totale può essere co-finanziata a fondo perduto, una percentuale che sale al 40% per le imprese del Sud. Queste devono avere almeno una sede operativa, da almeno 6 mesi, in una regione tra Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.
Sarà possibile per l’impresa richiedere un finanziamento a tasso agevolato (attualmente lo 0,055% annuo) con una quota di cofinanziamento a fondo perduto fino al 25%, senza necessità di presentare garanzie.
Dedicato alle PMI costituite in forma di società di capitali, con un fatturato export di almeno il 10% nell’ultimo anno o del 20% nell’ultimo biennio.
La necessità per le imprese, in particolare per le PMI, di investire in transizione ecologica e digitale per essere competitive nello scenario globale, è una sfida già da tempo all’orizzonte a cui la pandemia ha dato una nuova velocità . SIMEST ha rimodulato sulla base di queste nuove tendenze i propri strumenti agevolati rifinanziati dai fondi europei, subordinandone l’ammissibilità a un tetto minimo di spesa per investimenti destinati alla transizione digitale.
Le risorse ottenute dovranno essere destinate per una quota almeno pari al 50% a investimenti per la transizione digitale e per la restante quota a investimenti per la transizione ecologica e la competitività internazionale.
Lo strumento ha una durata di 6 anni, con 2 di preammortamento, e un importo massimo finanziabile di 300.000 euro che non può comunque superare il 25% dei ricavi medi risultanti dagli ultimi due bilanci approvati e depositati.
Spese per la Transizione Digitale (che dovranno rappresentare almeno il 50% delle spese ammissibili finanziate):
Spese per la sostenibilità e l’internazionalizzazione (che dovranno rappresentare non più del 50% delle spese ammissibili finanziate):
I fondi destinati al supporto dell’internazionalizzazione delle PMI sono volti a favorire la partecipazione di PMI a un singolo evento di carattere internazionale, anche virtuale come fiera, mostra, missione imprenditoriale e missione di sistema.
Questo consente all’azienda di promuovere l’attività d’impresa sui mercati esteri o in Italia. Almeno il 30% del finanziamento deve essere destinato a spese digitali connesse all’evento, vincolo che cade solo nel caso che l’evento stesso non sia a tema digital o ecologico.
L’importo massimo del finanziamento è pari a 150 mila euro e non può comunque superare il 15% dei ricavi medi risultanti dagli ultimi due bilanci approvati e depositati. Il periodo di rimborso è di 4 anni, con 1 anno di preammortamento.
Il fondo, inoltre, punta a sostenere le PMI, costruire in forma di società di capitali, nello sviluppo del loro commercio elettronico in Paesi esteri. A tale fine, si mette a disposizione un finanziamento agevolato per la creazione o il miglioramento di una piattaforma propria di e-commerce o l’accesso a una piattaforma di terzi (market place) per la commercializzazione di beni o servizi prodotti in Italia o con marchio italiano.
L’importo finanziabile va da 10 mila euro fino a un massimo di 300 mila per una piattaforma propria e fino a un massimo di 200 mila per market place, senza comunque superare il 15% dei ricavi medi risultanti dagli ultimi due bilanci approvati e depositati. La durata del finanziamento è di 4 anni con 1 anno di preammortamento.
Sace Simest agevola il miglioramento della sostenibilità patrimoniale delle imprese con un finanziamento finalizzato al miglioramento o mantenimento del livello di solidità patrimoniale (rapporto patrimonio netto / attività immobilizzate nette) al momento della richiesta di finanziamento (“livello d’ingressoâ€) rispetto a un “livello soglia†predeterminato.
Possono accedere allo strumento le piccole e medie imprese italiane, costituite in forma di società di capitali, che dispongono dei seguenti requisiti:
Le imprese, inoltre, devono presentare un Livello di Solidità Patrimoniale di “ingresso†(rapporto tra Patrimonio Netto e Immobilizzazioni Nette), sulla base dell’ultimo bilancio depositato non superiore a 2,00 se industriale/manifatturiera e non superiore a 4,00 se commerciale/di servizi.
Sace Simest agevola la realizzazione di programmi finalizzati al lancio e diffusione di nuovi prodotti e servizi e all’acquisizione di nuovi mercati per prodotti e servizi già esistenti attraverso l’apertura di strutture commerciali per la presenza stabile nei mercati di riferimento.
Sono ammissibili i programmi di investimento per la realizzazione di stabili strutture quali un ufficio, show room, negozio, corner o centro di assistenza post vendita in Paesi esteri.
Ciascuna domanda di finanziamento deve riguardare un programma che deve essere realizzato in un solo Paese di destinazione e due Paesi target per lo sviluppo nella stessa area geografica (Paesi in cui sostenere solo spese per attività promozionali e relativi viaggi del personale che svolge la propria attività in via esclusiva all’estero).
Fermi restando i suddetti limiti, l’impresa può presentare più domande di finanziamento.
Il programma deve comunque riguardare beni e/o servizi prodotti in Italia o comunque distribuiti con il marchio di imprese italiane.
Il programma può essere realizzato tramite:
Le spese ammissibili al finanziamento sono:
spese di funzionamento della struttura (locali, allestimento, personale ecc.);
spese per attività promozionali, formazione, consulenza;
altre spese (quota riconoscibile in misura forfettaria pari al 20% delle altre due voci di spesa).
Le spese di funzionamento possono essere riferite alle seguenti tipologie di strutture: fino a 3 uffici, uno showroom, un magazzino, un negozio, un corner e fino a 3 centri di assistenza post-vendita. L’apertura di tali strutture, risultante dal contratto di locazione/acquisto, non può essere antecedente i 12 mesi alla data di presentazione della richiesta di finanziamento.
Il magazzino e un centro di assistenza post-vendita sono finanziabili anche se ubicati in Italia purché strettamente funzionali alla realizzazione del programma all’estero. Il costo di tali strutture (locali, allestimento e gestione) non deve superare il 30% delle spese di funzionamento.
Le spese sono finanziabili dalla data di arrivo della domanda di finanziamento a SIMEST, fino a 24 mesi dopo la data di stipula del contratto di finanziamento (periodo di realizzazione).
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza rappresenta un’opportunità senza precedenti per far tornare il nostro Paese a crescere in maniera duratura, equa e sostenibile. Il lancio del nuovo Fondo 394 è uno dei primi progetti del PNRR ad essere attivato.
Il portale dedicato ai nuovi fondi che ti ho elencato è prossimo all’apertura: se vuoi essere seguito in questo percorso da un team di esperti prenota qui la tua consulenza gratuita ti accompagneremo costruendo un percorso cucito su misura per la tua azienda, grazie anche ai nostri servizi, dove potrai godere di queste agevolazioni e rilanciare la tua azienda anche all’estero.
L'articolo Nuovi Fondi Simest: cosà succede dal 28 ottobre? proviene da Blog Alzarating.
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