Bonus export digitale 2022: incentivo per le Microimprese

Il bonus export digitale 2022 è il frutto di una misura adottata dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale (MAECI) e Agenzia ICE a sostegno dei processi di digitalizzazione delle microimprese manifatturiere. L’obiettivo è quello di supportarle nell’avvio e consolidamento delle attività di export e internazionalizzazione.

Il Bonus Export Digitale è un contributo a fondo perduto fino a 4.000 € a fronte di spese ammissibili superiori a 5.000 €.  Per le reti di imprese e consorzi (costituiti da almeno 5 imprese) è previsto un contributo fino a 22.500 € a fronte di spese ammissibili superiori a 25.000 €.

Bonus Export Digitale 2022: soggetti beneficiari

Microimprese manifatturiere (codice ATECO: C) nonché le reti e i consorzi di microimprese con adesione di almeno 5 microimprese che presentano le seguenti caratteristiche:  

  • hanno meno di 10 dipendenti e fatturato annuo o totale di bilancio non superiore a € 2.000.000,00;
  • hanno avviato, da almeno un anno, la fatturazione di prodotti commerciali;
  • sede legale o sede operativa e stabilimento produttivo in Italia;
  • operano settore manifatturiero, codice ATECO primario: C;
  • sono in stato di attività e risultano iscritte al Registro delle Imprese;
  • non sono sottoposte a procedura concorsuale e non si trovano in stato di fallimento, di liquidazione anche volontaria, di amministrazione controllata, di concordato preventivo o in qualsiasi altra situazione equivalente ai sensi della normativa vigente;
  • sono iscritte presso INPS o INAIL e hanno una posizione contributiva regolare, così come risultante dal documento unico di regolarità contributiva (DURC), valido alla data di presentazione della domanda;
  • devono essere in regola con gli adempimenti fiscali;

Per accedere al Bonus Export Digitale 2022 le imprese non devono:

  • aver beneficiato di un importo complessivo di aiuti de minimis che, unitamente all’importo delle agevolazioni concesse a valere sul presente accordo, determini il superamento del massimale del regolamento de minimis;
  • aver ricevuto né richiesto, per le spese oggetto del contributo di cui al presente accordo, alcun altro contributo pubblico;
  • rientrare tra le imprese operanti nei settori esclusi dall’articolo 1 del regolamento de minimis;
  • essere destinatarie di sanzioni interdittive ai sensi dell’articolo 9, comma 2, del decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231;
  • avere ricevuto e successivamente non rimborsato o depositato in un conto bloccato aiuti sui quali pende un ordine di recupero, a seguito di una precedente decisione della Commissione europea che dichiara l’aiuto illegale e incompatibile con il mercato comune;
  • risultare iscritte nell’elenco delle società fornitrici.

Bonus Export Digitale 2022: altre condizioni

Per le reti e i consorzi delle microimprese, poi, vi sono una serie di condizioni ulteriori che vanno rispettate, ovvero:

  • alle reti e ai consorzi devono aderire almeno 5 microimprese;
  • il numero minimo di 5 microimprese aderenti alle reti o ai consorzi deve sussistere sia al momento della domanda di concessione, sia al momento della richiesta di erogazione;
  • nel periodo intercorrente tra la data della concessione del contributo e la data di richiesta di erogazione e previa richiesta a Invitalia, le microimprese aderenti alle reti possono essere sostituite da altre microimprese, aventi i requisiti richiesti;
  • ciascuna microimpresa può aderire ad una sola rete o consorzio beneficiario dell’intervento. Non possono aderire alle reti o ai consorzi le microimprese che presentano direttamente domanda di concessione del contributo.

Bonus Export Digitale 2022: Interventi ammissibili

Il Bonus finanzia gli investimenti sostenuti successivamente la data di presentazione della domanda, per l’acquisizione di soluzioni digitali per l’export, fornite da imprese iscritte nell’elenco delle società abilitate.

Le prestazioni puntano a sostenere i processi di internazionalizzazione attraverso:  

  • la realizzazione di sistemi di e-commerce verso l’estero, siti e/o app mobile ivi compresi eventuali investimenti atti a garantire la sincronizzazione con marketplace internazionali forniti da soggetti terzi;
  • la realizzazione di sistemi di e-commerce che prevedano l’automatizzazione delle operazioni di trasferimento, aggiornamento e gestione degli articoli da e verso il web
  • nonché il raccordo tra le funzionalità operative del canale digitale di vendita prescelto e i propri sistemi di Customer Relationship Management – CRM (ad esempio i sistemi API – Application Programming Interface);  
  • la realizzazione di servizi accessori all’e-commerce quali quelli di smart payment, predisposizione di portfolio prodotti, traduzioni, shooting fotografici, video making, web design e content strategy;  
  • la realizzazione di una strategia di comunicazione, informazione e promozione per il canale dell’export digitale con specifico riferimento al portafoglio prodotti, ai mercati esteri e ai siti di vendita online prescelti;  
  • digital marketing finalizzato a sviluppare attività di internazionalizzazione: campagne di promozione digitale, Search Engine Optimization (SEO), costi di backlink e di Search Engine Marketing (SEM), campagne di content marketing, inbound marketing, di couponing e costi per il rafforzamento della presenza sui canali social; spese di lead generation e lead nurturing;  
  • servizi di CMS (Content Management System): restyling di siti web siano essi grafici e/o di contenuti volti all’aumento della presenza sui mercati esteri;  
  • l’iscrizione e/o l’abbonamento a piattaforme SaaS (Software as a Service) per la gestione della visibilità e spese di content marketing, quali strumenti volti a favorire il processo di esportazione;
  • servizi di consulenza per lo sviluppo di processi organizzativi e di capitale umano finalizzati ad aumentare la presenza sui mercati esteri;
  • l’upgrade delle dotazioni di hardware necessarie allo sviluppo di processi organizzativi di cui al punto precedente.

Sono inammissibili spese per:

  • acquisti generici di hardware;
  • costi per imposte e tasse o registrazione della proprietà intellettuale;
  • spese legali e notarili;
  • tutte quelle ordinarie per attività amministrative o aziendali.

Logicamente le spese andranno effettuate successivamente alla data di presentazione della domanda di contributo, e dovranno essere in formato elettronico.

È prevista l’istituzione di un elenco di società fornitrici abilitate a fornire le prestazioni e i servizi oggetto dell’agevolazione.

Potranno richiedere l’iscrizione all’elenco le società competenti in processi di sviluppo d’impresa e di digital transformation per l’export, che hanno fornito servizi o prestazioni relativi ad una o più delle spese ammissibili, per un ammontare di almeno 200.000 euro negli ultimi tre anni.

Bonus Export Digitale 2022: presentazione domanda ed erogazione del contributo

E’ possibile presentare la domanda tramite sito di Invitalia, che procederà alla valutazione delle richieste in base all’ordine cronologico di ricezione.

L’iter di compilazione e presentazione della domanda è così strutturato:

  • compilazione della domanda: dalle ore 10:00 del 10 maggio 2022 alle ore 17:00 del 15 luglio 2022;
  • presentazione della domanda: dalle ore 10:00 del 16 maggio 2022 alle ore 17:00 del 15 luglio 2022.

Per la presentazione della domanda sono necessari: SPID, Firma digitale e PEC. La valutazione delle richieste di contributo sarà in base all’ordine cronologico di invio.

Verranno valutate prioritariamente le microimprese che abbiamo partecipato o partecipino ad iniziative governative per l’inserimento delle aziende italiane nelle piattaforme e-commerce internazionali e per la transizione digitale delle aziende esportatrici.

L’erogazione del contributo avverrà in un’unica soluzione entro 90 giorni dalla presentazione della richiesta di erogazione, che potrà avvenire per via telematica dalle ore 10:00 del 30 novembre 2022 alle ore 17:00 del 30 settembre 2023.

Perché è importante incentivare l’internazionalizzazione?

Con la globalizzazione prima e la rivoluzione digitale poi, diventare “internazionali” è diventato di fondamentale importanza per le aziende italiane, soprattutto per le piccole e medie imprese.

Con una domanda interna stagnate e un’economia che stenta a decollare, per le aziende è importante trovare nuovi mercati dove vendere i propri prodotti e trovare materie prime a costi più accessibili. Iniziare un processo d’internazionalizzazione, però, non è facile come può sembrare.

L’internazionalizzazione delle aziende è quindi un processo complesso, che prevede varie fasi da rispettare e dei requisiti da avere.

Occorre innanzitutto cambiare il punto di vista e l’approccio produttivo: invece che focalizzare il proprio sguardo su un ristretto territorio geografico, si espande la visuale e si analizza il mercato nel suo complesso.

In questo modo ci si può accorgere che le opportunità di crescita all’estero sono enormi, ma anche i rischi.

Internazionalizzazione e strategie

Ecco perché prima della pratica, ogni imprenditore deve mettere a punto una strategia dettagliata. Solo tramite un’attenta fase preparatoria è possibile sfruttare i vantaggi dell’internazionalizzazione. Per esempio, bisogna scegliere dove dirigere lo sguardo, quindi conoscere perfettamente il contesto in cui si vuole operare.

Ogni Paese ha le sue leggi, un sistema fiscale proprio, così come target e fornitori differiscono da zona a zona.

Senza valutare attentamente tutti questi elementi, il rischio è quello di fallire al primo problema, e non avere le forze per risollevarsi.

Ciò è ancora più importante per i piccoli imprenditori che spesso concentrano energie e risorse in un percorso di internazionalizzazione senza però considerarne tutti gli aspetti.

Insomma, i vantaggi ci sono ma solo per chi considera, valuta e si prepara al meglio.

Perché internazionalizzare un’impresa?

I motivi che spingono un’impresa a operare oltre i confini nazionali sono essenzialmente due:

  • Ridurre i costi, magari affidandosi a fornitori economici o ad un sistema fiscale meno gravoso.
  • Aumentare i guadagni, per esempio rivolgendosi ad una platea più ampia, diversa e maggiormente adatta al proprio prodotto o servizio.

Questi due obiettivi possono essere raggiunti anche dalle piccole e medie imprese, a patto che abbiano alcuni prerequisiti.

Innanzitutto, è fondamentale avere una forte stabilità economica e abbastanza risorse da investire: non solo denaro, ma anche persone competenti, strumenti adeguati, tempo ed energie.

Vorresti internazionalizzare la tua microimpresa ma non sai da che parte iniziare? Ti piacerebbe essere guidato da un team di esperti? Allora clicca qui e prenota la tua consulenza gratuita. Dopo un primo confronto valuteremo insieme un percorso di internazionalizzazione per avviare il tuo business all’estero e renderlo digitale grazie all’incentivo Bonus Export Digitale 2022.  

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