Contributi Simest per Export italiano danneggiato dalla guerra

Contributi Simest 2022 a sostegno delle imprese che esportano in Russia, Bielorussia e Ucraina e che, a causa della guerra, hanno subito un forte calo del fatturato.

Cosa sta succedendo tra Russia e Ucraina?

Quali sono i motivi principali che hanno fatto scoppiare questa guerra?

Il disgregamento delle “tre sorelle slave”
Russia, Bielorussia e Ucraina sono state definite le tre sorelle slave. Tre Stati, insomma, molto simili fra loro, strettamente imparentate anche a livello di legami familiari fra stato e stato.

Con la caduta dell’Unione sovietica nel 1991 gli stati si sono formalmente separati, ma la Russia continua a voler riportare le due nazioni sotto alla sua orbita.

Le posizioni filoeuropee dell’Ucraina
Il secondo punto di attrito fra Mosca e Kiev riguarda l’apertura dell’Ucraina verso l’Europa.

Nel 2014 avvenne quella che è passata alla storia come Euromaidan, la rivoluzione della Dignità, dopo che il presidente filorusso Viktor Yanukovich sospese l’accordo di libero scambio tra Ucraina e Ue.

Da lì iniziò il processo di impeachment del presidente e fu instaurato un governo ad interim con il filoeuropeo Oleksandr Turcinov, mai riconosciuto da Mosca.

La vicinanza dell’Ucraina all’Europa non è mai andata a genio a Mosca, che si è sentita minacciata dall’apertura dell’Ucraina all’occidente.

La possibile annessione dell’Ucraina alla NATO
Dopo la seconda guerra mondiale l’Ucraina ha rivestito il ruolo di stato-cuscinetto.

Uno stato, in sostanza, che mantiene una neutralità tattica fra due superpotenze, per scongiurare possibili conflitti. Ma dall’indipendenza del 1991 l’Ucraina ha mostrato diversi segnali di una volontà di avvicinamento alla NATO.

Se l’annessione non è ancora avvenuta è solo perché la NATO non può accettare l’ingresso di stati che abbiano ancora conflitti irrisolti al proprio interno.

La possibilità di avere uno stato confinante facente parte della NATO però è bastato per mettere in allarme la Russia. Questo le ha fatto percepire la minaccia di una sgradita espansione occidentale nel suo campo di influenza geopolitica.

Quali sono le conseguenze di questa guerra?

La guerra tra Mosca e Kiev ha causato un massiccio calo dell’export verso Russia, Ucraina e Bielorussia. Oltre all’aumento dei prezzi di energia e materiali, le imprese italiane che esportano verso questi paesi, hanno dovuto fare i conti anche uno stop dei mercati.

Quali sono i settori maggiormente colpiti nel Made in Italy?

Nel 2021 ammonta a 7.7 miliardi di euro il valore delle esportazioni italiane in Russia, pari all’1,5% delle vendite all’estero che il nostro Paese realizza nel mondo. La Russia ha sempre rappresentato uno sbocco importante per l’export del Made in Italy inteso come manifattura italiana. Il 2,5% è rappresentato dalla quota del settore moda, il 2,6% del settore dell’automazione-meccanica, il 3,1% del settore dei mobili.

I dati sull’export nazionale dimostrano come la Russia sia tra i più grandi estimatori dei prodotti del Made in Italy, declinato in tutti i prodotti di punta della categoria Lusso.

I settori maggiormente colpiti sull’export made in Italy verso questi paesi sono:

  • La Moda declinata attraverso la sartoria haute couture. Con lo scoppio del conflitto si azzerano gli arrivi dei turisti/buyer dalla Russia. Il che significa una contrazione molto pesante per quanto riguarda le vendite retail e ovviamente con l’embargo russo anche la totale cancellazione delle esportazioni dello stile Made in Italy. 
  • Il settore alimentare con i prodotti enogastronomici di eccellenza. Secondo la lista nera stilata dalla Russia in contrattacco alle sanzioni l’unico settore sino ad ora colpito dall’embargo russo riguarda proprio i prodotti di eccellenza alimentare del Made in Italy: pasta, salumi, prodotti caseari, ortofrutta e specialità DOP.
  • Settore vinicolo: l’Italia rappresenta il primo fornitore di vino in Russia e Ucraina. Nel 2021, gli acquisti di vino italiano da parte di questi due Paesi sono stati di circa 400 milioni di euro, quasi il 6% di tutto l’export di vino italiano. Più ridotti ma fortemente in crescita (+200% negli ultimi cinque anni) gli acquisti dall’Ucraina: 56 milioni di euro, per un valore aggregato di circa 400 milioni di euro.
  • L’arredamento con la produzione di mobili di lusso e complementi d’arredo di design. Il Nordest è leader nell’export di mobili e la Russia è uno dei maggiori acquirenti. Sul fronte delle importazioni, dalla Russia e dall’Ucraina arriva il 30% del legno che viene utilizzato in Veneto per creare il settore arredo. 
  • Il settore dell’automazione-meccanica è fortemente impattato da questa situazione in particolare per quanto riguarda i combustibili e i prodotti di metallurgia.

Come interviene Simest a favore di queste aziende?

Simest interviene a favore delle imprese italiane danneggiate dalla guerra in Ucraina con finanziamenti agevolati a tasso zero più eventuale quota a fondo perduto fino al 40% con un massimo di € 400.000.

Possono usufruire di tale misura quelle imprese esportatrici che negli ultimi tre anni abbiano realizzato un fatturato medio export verso Ucraina, Federazione Russa e/o Bielorussia di almeno il 20%, subendo una flessione dei ricavi da tali aree a seguito del conflitto.

Chi è Simest e di cosa si occupa?

 Simest è una società creata nel 1990 con l’obiettivo di sostenere il processo di internazionalizzazione e di assistere gli imprenditori nelle attività nei mercati stranieri.

È controllata per il 76% dal Governo italiano, in particolare dal Ministero dell’Economia e delle Finanze tramite Sace, che fa parte del gruppo Cassa Depositi e Prestiti.

Simest si occupa di affiancare l’impresa lungo il ciclo di sviluppo all’estero sostenendo l’internazionalizzazione, l’export e gli investimenti diretti delle imprese italiane che vogliono crescere e competere sui mercati mondiali.

La società opera attraverso diverse linee di finanziamento tra cui la linea Patrimonializzazione: una misura a sostegno della solidità patrimoniale delle imprese. Le risorse mobilitate e gestite nel 2021 sono state pari a 9,3 miliardi di euro (di cui oltre 4 miliardi destinati ai soli finanziamenti agevolati). Simest ha chiuso il 2021 con un utile di circa 4 milioni di euro, supportando 11.300 imprese in oltre 100 Paesi in tutto il mondo.

Contributi Simest 2022: entità dell’agevolazione

L’agevolazione massima è pari al 25% dei ricavi risultanti dagli ultimi 2 bilanci ed è compresa tra 50.000 euro e:

  • 1.500.000 euro per le imprese con classi di scoring Simest tra A1 e A2;
  • 800.000 euro per le imprese con classi di scoring Simest tra A3 e A4.

L’incentivo è composto da:

  • una quota a fondo perduto sino al 40% e sino a 400.000 euro erogato a valere sulla sezione 2.1 del Temporary Crisis Framework;
  • un finanziamento agevolato per il rimanente 60% a tasso zero e con periodo di rimborso pari a sei anni erogato in regime de minimis. 

Contributi Simest 2022: quali sono i beneficiari?

Possono beneficiare di queste agevolazioni le PMI o imprese sino a 1.500 dipendenti come gruppo aziendale (midcap) con le seguenti caratteristiche:

  • avere un rapporto tra il fatturato estero a livello aggregato verso l’Ucraina/Federazione russa/Bielorussia e il fatturato totale – calcolato come media sulla base dei dati presenti nelle dichiarazioni IVA relative agli anni 2019, 2020, 2021 – pari almeno al 20%;
  • prevedere per fine 2022 un calo del fatturato estero a livello aggregato verso l’Ucraina/Federazione russa/Bielorussia pari o superiore al 20% del fatturato medio estero realizzato verso questi tre paesi nel triennio precedente.

Contributi Simest 2022: quali sono le spese ammissibili?

Le spese ammissibili per l’ottenimento di questi contributi sono le seguenti:

  • spese per la realizzazione di una nuova struttura commerciale, anche temporanea, o per il potenziamento di una struttura esistente in un Paese estero alternativo a Ucraina, Federazione Russia e/o Bielorussia.
    Per struttura commerciale si intende: un ufficio, un negozio, un corner, uno showroom.
    È considerata ammissibile la struttura affittata/acquistata/potenziata nel Periodo di Realizzazione;
  • spese per consulenze e studi volti all’individuazione di mercati esteri alternativi a Ucraina, Federazione Russia e/o Bielorussia o al potenziamento della presenza su mercati esteri alternativi;
  • costi promozionali e per eventi internazionali in Italia e all’estero finalizzati all’individuazione di mercati esteri alternativi a Ucraina, Federazione Russia e/o Bielorussia o al potenziamento della presenza su mercati esteri alternativi;
  • costi di certificazioni e/o omologazioni di prodotto, registrazione di marchi, brevetti, ecc., in mercati esteri individuati alternativi a Ucraina, Federazione Russia e/o Bielorussia;
  • Importi spesi per la consulenza finalizzata alla presentazione della Domanda di Intervento Agevolativo, per un valore corrispondente fino a un massimo del 5% dell’importo deliberato.
  • Importi spesi per la realizzazione di investimenti produttivi, anche in Italia, tra cui:
    • acquisto di macchinari, apparecchiature ad uso produttivo, impianti e beni strumentali o potenziamento /riconversione di beni produttivi e strumentali esistenti
    • tecnologie hardware e software e digitali in genere, incluso il potenziamento
    • riconversione di tecnologie esistenti;

L’Intervento Agevolativo può coprire fino al 100% dell’importo delle spese ammissibili.

Presentazione della domanda: termini e modalità

Le richieste di contributo possono essere presentate a partire dalle ore 9.00 del 12 luglio 2022 e sino alle ore 18.00 del 31 ottobre 2022. Sul portale di SIMEST è pubblicata tutta la documentazione da consultare per la presentazione della domanda.

Contributi Simest 2022 e Fondo 394

Il decreto 14-2022 ha previsto anche un altro intervento per le imprese che esportano in Russia, Ucraina e Bielorussia. L’articolo 5-ter prevede una sospensione fino a 12 mesi del pagamento della quota capitale e degli interessi delle rate in scadenza nel corso dell’anno 2022.

Questa misura si applica per i finanziamenti concessi dal Fondo 394, con conseguente traslazione anche del piano di ammortamento per un periodo corrispondente.

Questo tipo di sospensione riguarda sia le imprese che in questi anni hanno realizzato il 20% di export in Russia, Ucraina e Bielorussia, sia le aziende che hanno filiali operative o partecipate dirette nei paesi interessati.

Hai anche tu un’azienda che ha fatto export verso questi paesi?

Vorresti approfittare dei contributi Simest ma non sai da che parte iniziare?

Allora ti consiglio di cliccare qui e prenotare la tua consulenza gratuita Potrai confrontarti direttamente con degli esperti in materia che ti supporteranno nel percorso per ottenere questi incentivi e recuperare i soldi investiti.

Se hai delle domande o desideri ulteriori informazioni, compila il nostro modulo di contatto.

Questo sito è protetto da reCAPTCHA e si applicano la Privacy Policy di Google e i Terms of Service di Google.