Internazionalizzazione 2020: quali benefici per le imprese?

Parlando di Internazionalizzazione 2020 e opportunità per le imprese dobbiamo prima di tutto farci una domanda.

Di cosa necessitano le imprese per internazionalizzare nel 2020? Spesso le imprese che vogliono vendere all’estero vengono sottovalutate.

Non sono mai state realmente concepite per l’internazionalizzazione 2020. Al massimo per un po’ di export in Europa.

Quindi non sanno come fare, ma sanno cosa vogliono. Fare onesto business, vendere ed incassare, guadagnare perlomeno abbastanza da andare avanti e dare da vivere dignitosamente a chi ci lavora.

Fortunatamente negli ultimi anni le cose stanno cambiando e lo Stato  ha emesso, a favore delle imprese, agevolazioni fiscali per aiutarle e crescere nel mondo dell’internazionalizzazione.

Prima di arrivare a parlare di agevolazioni fiscali, andiamo a vedere cosa serve realmente alle aziende per intraprendere questo percorso al meglio.

  • Il coinvolgimento, fin dall’inizio, nel progetto di internazionalizzazione, affinchè quest’ultimo sia rispondente alle loro aspettative e necessità.
  • Una lunga serie di competenze come la capacità di interfacciarsi con altre culture, l’efficienza nel suggerire cosa deve essere incluso nel contratto, cosa ben diversa dal metterlo in linguaggio legale.
  • Tutta una serie di analisi e strategie. Partiamo con il dire che ogni strategia che si rispetti implica un’approfondita analisi dei rischi, i quali implicano un’approfondita analisi geopolitica. In ogni caso, i soli calcoli economici di export non bastano. Naturalmente prima di avere una strategia d’internazionalizzazione deve essere ben definita la strategia aziendale che stabilisce cosa fare. Il come farlo lo vedremo appunto nella strategia di internazionalizzazione. Avendo già deciso, a livello strategico, quanta internazionalizzazione fare, il come già includerà le operazioni all’estero. Anzi, ancora meglio, includerà sia le attività domestiche che quelle estere.
Immaginate il vantaggio di un simile modo di operare. Simbiosi, risparmio di tempo e denaro, soluzioni migliori e più efficaci.

Una volta definito quanto sopra, si può passare alla strategia di internazionalizzazione vera e propria. A questo punto, quest’ultima non solo non presenterà alcun conflitto con gli obiettivi dell’impresa ma sarà molto più facile da delineare, cosa di non poco conto per una PMI. Avendo inoltre già studiato la parte geopolitica, si tratterà solo di approfondire questo aspetto fondamentale.

  • La capacità di gestire dinamicamente i progetti ed i business cases, sia quello progettuale che quello aziendale. Lo stesso per i rischi. Colgo l’occasione per sottolineare come l’affidarsi ad una generica risk map sia un grave errore, perché i rischi sono dinamici.
  • In generale, tutto ciò che è necessario e desiderabile per internazionalizzare l’impresa, ma che l’impresa stessa non e’ in grado di fare da sola. Nel caso delle PMI, ovvero della gran maggioranza delle imprese, ciò corrisponde a praticamente tutto.
  • Una società di consulenza specializzata che comprenda veramente l’impresa, ovvero che non pensi di essere al supermercato.

Possiamo parlare di Internazionalizzazione 2020 senza pianificazione?

Avendo parlato di tempi e avendo ricordato quanto velocemente cambino le condizioni geopolitiche, vi possono essere ben pochi dubbi sulla necessità di un’esecuzione il più rapida possibile.

Questo è anche un motivo in più’ per studiare i tempi tecnici dei singoli progetti in modo molto realistico, per poi rispettare tali tempi. Al di là dei problemi e delle perdite che implicano gli sforamenti delle tempistiche previste, si corre il rischio che nel frattempo la situazione locale cambi anche radicalmente.

Pianificare un progetto di internazionalizzazione è importante anche per stabilire i tempi del progetto. Quando si parla di internazionalizzazione è buona cosa ragionare per progetti.

Bisogna naturalmente avere ben compreso cosa è veramente un progetto, e questo purtroppo tantissimi non l’hanno mai compreso.

Una delle cose peggiori che si può fare è impostare i tempi di un progetto non sulla base di un’analisi appropriata, bensì sulla base di un contratto firmato. Questo prima di avere valutato come si deve fare la cosa e prima di aver fatto uno studio di fattibilità adeguato, per cominciare.

Internazionalizzazione 2020: mai dimenticare la concorrenza

Sappiamo tutti molto bene che più lunghi sono i tempi, più grande è il rischio che la concorrenza possa essere più veloce. Come?

  • Veloce nel mettere in campo una novità, un nuovo prodotto, un nuovo servizio.
  • Più veloce nell’entrare nel mercato che ci interessa.
  • Più veloce nell’esecuzione a livello di proposta, per cui, a parità di altre condizioni, il cliente probabilmente sceglierà la concorrenza.

Internazionalizzazione 2020: quali sono le agevolazioni fiscali a favore delle aziende che si internazionalizzano?

Ammontano a oltre 85 milioni di euro i fondi che il Governo ha destinato al sostegno delle esportazioni italiane e alle attività per l’attrazione degli investimenti esteri, nel prossimo biennio 2020-2021. Si tratta di risorse che saranno impiegate per il potenziamento del Piano straordinario per la promozione del Made in Italy, previsto dal DL 133-2014.

Più nello specifico, nel 2020 il sistema produttivo italiano che guarda all’estero potrà contare su oltre 44,8 milioni di euro. La restante parte (40,2 milioni) sarà invece impiegata nel 2021.

A queste risorse si sommano, poi, quelle destinate al credito d’imposta per le PMI che partecipano a manifestazioni internazionali di settore.

I fondi saranno utilizzati per la realizzazione delle seguenti categorie di attività:
  • iniziative straordinarie di formazione e informazione sulle opportunità offerte dai mercati esteri alle imprese, in particolare piccole e medie;
  • supporto alle più rilevanti manifestazioni fieristiche italiane di livello internazionale;
  • valorizzazione delle produzioni di eccellenza, in particolare agricole e agroalimentari, e tutela all’estero dei marchi e delle certificazioni di qualità e di origine delle imprese e dei prodotti;
  • sostegno alla penetrazione dei prodotti italiani nei diversi mercati, anche attraverso appositi accordi con le reti di distribuzione;
  • realizzazione di campagne di promozione strategica nei mercati più rilevanti e di contrasto al fenomeno dell’Italian sounding;
  • sostegno all’utilizzo degli strumenti di e-commerce da parte delle piccole e medie imprese;
  • realizzazione di tipologie promozionali innovative per l’acquisizione e la fidelizzazione della domanda dei mercati esteri;
  • rafforzamento organizzativo delle start up nonché delle micro, piccole e medie imprese in particolare attraverso l’erogazione di contributi a fondo perduto in forma di voucher;
  • sostegno ad iniziative di promozione delle opportunità di investimento in Italia, nonché di accompagnamento e assistenza degli investitori esteri in Italia.
Proroga del credito d’imposta per la partecipazione delle PMI alle fiere internazionali

La Legge di Bilancio, inoltre, ha confermato anche per il 2020 il credito d’imposta per le piccole e medie imprese italiane che prendono parte alle manifestazioni fieristiche internazionali di settore, stabilito dal Decreto Crescita (DL 34-2019).

Con la Manovra, infatti, l’incentivo che prevede un credito d’imposta del 30% per un massimo di 60mila euro viene prorogato al 2020 ed è, dunque, concesso per i periodi di imposta 2019 e 2020.

Novità positive anche sul fronte delle coperture. Per l’anno 2019, infatti, il Governo ha elevato da 5 a 10 milioni di euro l’importo massimo dell’agevolazione. Mentre per il 2020 la dotazione si assesta sui 5 milioni.

Le spese agevolabili restano quelle previste dal DL Crescita e cioè:

  • l’affitto degli spazi espositivi e per il loro allestimento;
  • le attività pubblicitarie, di promozione e di comunicazione connesse alla partecipazione.

La presenza dell’Italia nelle banche multilaterali

A completamento della proiezione internazionale del Sistema Italia c’è anche la partecipazione del nostro Paese alle varie banche multilaterali.

La partecipazione dell’Italia alle istituzioni finanziarie internazionali rappresenta, un’interessante opportunità di internazionalizzazione sui generis.

La presenza, infatti, dello Stato italiano in diverse organizzazioni multilaterali costituisce, per le imprese, un canale di operatività all’estero. Ad esempio, partecipando alle gare d’appalto promosse da questi organismi.

Nello specifico la Manovra 2020 ha previsto lo stanziamento di fondi per:

  • la partecipazione italiana al settimo aumento generale di capitale della Banca africana di sviluppo. Questo prevede un onere valutato in 20 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2020 al 2027;
  • l’Italia partecipa all’aumento generale e selettivo di capitale della Banca Internazionale per la Ricostruzione e lo Sviluppo (IBRD) e all’aumento generale di capitale della Società Finanziaria Internazionale (IFC). In questi casi gli oneri che ne derivano sono valutati in 70 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2020 al 2024.

Come avrai capito, da questo articolo, anche il 2020 è un ottimo anno per intraprendere la strada dell’internazionalizzazione. Naturalmente per fare questo percorso è sempre meglio affidarsi a dei professionisti. Oltre a seguirti nel dettaglio in una precisa strategia di internazionalizzazione ti guideranno nell’iter relativo alle agevolazioni fiscali.

Agevolazioni che lo Stato mette a disposizione per le aziende che vogliono allargare i loro orizzonti anche all’estero.

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Insieme ad un esperto in materia non solo potrai analizzare le migliori strategie da applicare ma valutarne i tempi per battere la concorrenza anche sul mercato estero.

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