Internazionalizzazione: perché è così importante

La crisi economico-finanziaria che le imprese, italiane e non, stanno fronteggiando da ormai diversi anni ha reso il tema dell’internazionalizzazione un argomento molto attuale.

Ma cosa si intende per internazionalizzazione e come si colloca il sistema Italia nel nuovo contesto globale? Può, l’internazionalizzazione, essere una soluzione alla crisi delle imprese italiane?

L’internazionalizzazione è, innanzitutto, una scelta e una pratica che abbraccia svariate discipline.

Dall’economia internazionale, al marketing, alle strategie aziendali, l’economia d’impresa.

In generale, appare chiaro, come l’investimento all’estero non possa più intendersi, come pura e semplice delocalizzazione produttiva.

Com’è dimostrato anche dal recente fenomeno del back shoring, ovvero dal ripensamento di quelle aziende italiane che, dopo aver delocalizzato, decidono di ristabilire la produzione in patria.

Analogamente, pare non percorribile la strada della forma puramente commerciale di crescita internazionale, rispondente alla logica del “produrre a casa per esportare altrove”.

A dirlo sono le stesse imprese secondo cui, però, l’internazionalizzazione si rivela essere, nel tessuto italiano composto da PMI, un percorso ricco di opportunità da cogliere.

Allo stesso tempo, lo ritengono puntellato da ostacoli e incertezze.

Molte aziende non pensano neppure all’internazionalizzazione, nonostante siano già esposte ad un’intensa concorrenza internazionale e nazionale.

 Non riescono ad entrare nell’ottica che vi sia ormai la generale consapevolezza che esiste un rapporto diretto tra l’internazionalizzazione e l’aumento della produttività.

Ma cosa significa internazionalizzare un’impresa?

Vuol dire che l’impresa diventa in qualche modo “internazionale” ossia vende i propri prodotti all’estero, acquista da fornitori esteri, produce fuori dai confini e trova nuove fonti di finanziamento all’estero.

Una componente “estera” entra quindi in azienda.

Di fatto, i motivi che inducono a realizzare un processo di internazionalizzazione al fine di ottenere vantaggi prevalentemente economici, cioè aumentare i ricavi e ridurre i costi.

Per varcare i confini nazionali con qualche vantaggio, l’impresa dovrà possedere alcuni requisiti:

  • solidità economica.
  • Prodotti di qualità adatti ai mercati.
  • Prezzi competitivi.
  • Risorse da investire (tempo, denaro, personale).

Successivamente l’impresa deve pianificare una strategia, con la quale definirà gli obiettivi per progettare il suo passaggio dal mercato nostrano a quello straniero. 

La storia insegna che la differenza, non viene fatta dalle dimensioni dell’impresa, ma dalla visione strategica dell’imprenditore.

Perché è importante internazionalizzare?

Perché siamo in una fase, caratterizzata dal difficile e faticoso rilancio della domanda interna.

Per non soccombere e sopravvivere alla crisi.

L’idea di fare affari all’estero per gli imprenditori italiani, è diventata ormai una strada quasi obbligata.

Chi decide di operare su altri mercati però, deve essere ben cosciente fin dal principio, che ci si trova di fronte a sfide stimolanti ma complesse.

Il successo dipende molto dal livello di preparazione e di adattamento aziendale.

Affrontare un processo di internazionalizzazione, significa accettare fin dal principio, una trasformazione dei propri processi aziendali.

Una trasformazione che interessa tutti gli aspetti (finanziari, organizzativi, legali e strategici), all’interno della propria realtà.

Il processo di internazionalizzazione non si può dunque improvvisare.

Per essere capaci di competere sui mercati internazionali, le imprese devono essere innanzitutto solide.

Per solidità s’intende, dimensioni, capitale umano e finanze.

Le aziende, devono avere ben chiaro in mente l’obiettivo che vogliono raggiungere e gli strumenti per realizzarlo.

Andando ad indagare invece sulle motivazioni che portano l’imprenditore ad affacciarsi sui mercati esteri, queste possono essere essenzialmente distinte tra motivazioni interne e motivazioni esterne.

Le motivazioni interne fanno riferimento ad un vantaggio competitivo che un’impresa possiede già e che vuole sfruttare anche sui mercati esteri.

Internazionalizzazione. Il vantaggio può assumere varie forme.

Dal poter sostenere dei costi più bassi rispetto ai competitor, al disporre di un prodotto o servizio che è percepito dai consumatori, come unico e quindi insostituibile dai prodotti concorrenti.

In realtà però l’interesse verso i mercati esteri cresce anche quando l’obiettivo dell’imprenditore è quello di “costruirsi” il proprio vantaggio competitivo sui mercati esteri, per consolidare globalmente la posizione dell’azienda.

Le motivazioni esterne fanno invece riferimento alle situazioni in cui i mercati esteri costituiscono l’unica via d’uscita.

L’ultima carta da giocare, per le imprese che vogliono scongiurare l’ipotesi di una cessazione delle attività.

Questo accade quando, le condizioni del mercato domestico, sono sempre più sfavorevoli e l’impresa si trova costretta a trovare nuovi sbocchi su altri mercati.

Le motivazioni più frequenti di una internazionalizzazione a livello produttivo vanno cercate nei vantaggi.

Stiamo parlando di vantaggi derivanti da una situazione di equilibrio tra un costo del lavoro sensibilmente più basso e il vantaggio di poter contare su un livello di competenze già presenti in loco.

Parliamo anche della necessità di avvicinare l’impresa rispetto ai mercati di sbocco e/o lo sfruttamento di economie di scala.

Più intuitive sono invece le motivazioni tipiche dell’internazionalizzazione finanziaria.

Essa mira essenzialmente, ad attingere a fonti di finanziamento più favorevoli, a minimizzare il rischio valutario e politico, e ad ottenere vantaggi a livello fiscale e di governance.

Il caso delle PMI italiane, e della loro progressiva ma controversa espansione sui mercati internazionali, è senza dubbio peculiare.

Il Belpaese infatti è popolato da imprese di piccole dimensioni.

Nonostante siano presenti ormai da tempo sui mercati esteri, nella maggior parte dei casi non hanno fatto ancora quello “scatto” a livello dimensionale.

La maggioranza delle nostre PMI si ferma dunque, a modelli di internazionalizzazione non pienamente strutturati e maturi.

Ciò avviene da un lato perché non sempre è semplice ricreare all’estero le condizioni ideali che permettano di produrre output di qualità elevata.

Dall’altro perché non manca il timore di creare strutture troppo rigide, pesanti ed onerose, che si potrebbero rivelare nel tempo, di difficile gestione e sostenibilità.

Internazionalizzazione. Come si fa a creare una strategia di successo?

Il fulcro di tutto è costituito da una strategia di internazionalizzazione preliminare efficace, che permetterà alle imprese, di competere a livello internazionale, e di non perdere la propria autorità in un mercato così vasto.

Per trovare una strategia efficace, si deve comprendere fino in fondo il contesto internazionale.

Per fare ciò è bene compiere tre valutazioni:

  • Conoscere se stessiper gestire il passaggio dal mercato nazionale a quello internazionale, è importante ridefinire i processi interni all’azienda. Sia per quanto riguarda le competenze del personale, sia per quanto riguarda le risorse tecniche e finanziarie. Si devono fare valutazioni anche sul prodotto che si mette sul mercato, dal posizionamento al prezzo, per garantirsi che sia adatto ai mercati stranieri.
  • È fondamentale quindi, individuare i punti di forza della propria impresa e sfruttarli per raggiungere clienti, che saranno sicuramente differenti da quelli abituali. In questa valutazione è importante agire attraverso un Business PlanQuesto è determinante perché permette di capire costi, tempistiche, stato di avanzamento lavori, flussi finanziari etc.
  • Dunque seguire un percorso ragionato, monitorare l’organizzazione, ed essere pronti a intervenire dove necessario.

Ora che ti ho spiegato cosa vuol dire internazionalizzare e perché è cosi importante, andiamo nello specifico e parliamo di Internazionalizzazione Vincente.

Internazionalizzazione Vincente è un insieme di azioni che potrai attivare al fine di realizzare migliori risultati e stabili vendite all’estero.

Internazionalizzazione Vincente. Quello che ti proponiamo è un approccio che non ti spinge nel baratro verso il nulla o l’indefinito.

Se adotti il Sistema Internazionalizzazione Vincente, ti darà consapevolezza, al fine di costruire una stabile organizzazione all’estero, che faccia da ponte qualificato e certificato con altri paesi.

Operiamo coprendo tutto il territorio Europeo e non solo. Da Tallinn a Milano, da Khabarovsk a San Pietrobrgo, Da Oslo a Dubai, Da Malta a Singapore, Dall’Argentina agli Stati Uniti.

Questo perchè studiamo tramite i codici doganali, gli indici di penetrazione del tuo prodotto e riportiamo i risultati sul tuo tavolo.

Curiamo tutta la parte di reperimento delle provviste finanziarie, per i finanziamenti alle piccole e medie imprese.

Internazionalizzazione. Per chi non va bene?

Se pensi che basta avere una presenza Web come fosse una vetrina passiva e aspettare che il Web faccia tutto; scusami ti sbagli e non vai bene per il Sistema Internazionalizzazione Vincente.

Se pensi che vendere all’estero basta acquistare liste nomi, anche in questo caso, permettimi, ma stai sbagliando e non va bene.

Internazionalizzazione. Per chi va bene?

Se hai già una struttura estera e non riesci a farla decollare, il Sistema Internazionalizzazione Vincente funziona!!

Se hai in mente di aprire una tua struttura operativa, allora il Sistema Internazionalizzazione Vincente funziona!!

Internazionalizzazione Vincente: quali sono i contenuti del Sistema?

Da cosa è fatto il Sistema Internazionalizzazione Vincente ?

Il Sistema è così organizzato :

  1. manifestazione scritta, di interesse all’acquisto del Sistema Internazionalizzazione Vincente.
  2. Manifestazione dei bisogni del cliente.
  3. Compilazione questionario VVC (con fotografia legale, commerciale, marketing).
  4. Consegna documenti per istruttoria.
  5. Rating Interno VVC e rating da agenzia di rating del credito.
  6. Rating Agenzia Europea.
  7. Due diligence tecnica.
  8. Verifica fattibilità Finanziaria.
  9. Strutturazione del piano di Internazionalizzazione ( Finanziario e Marketing).
  10. Attivazione del piano di Consulenza strategica.

Secondo il Sistema quando tu fai impresa all’estero (e non solo) devi assolutamente avere chiaro COSA vendere, e COME vendere.

Ecco perchè il sistema insegna a costruire una propria mentalità per affrontare il mercato estero.

Se segui un Sistema (qualsiasi) per esportare il tuo prodotto o servizio, rischi di buttare via soldi e tempo.

Serve una strategia a monte, e devi pianificare al meglio le tue risorse, umane e finanziarie.

Una volta che abbiamo redatto la analisi del questionario da te compilato e analizzato il Credito internazionale che tu puoi dimostrare, saremo in grado di trovare i tuoi canali di vendita. In questo modo, potrai approcciare al mercato internazionale, con maggiore consapevolezza, grazie al Sistema Internazionalizzazione Vincente.

Il Sistema, ti darà in anticipo, una mappatura di tutti gli step che dovrai percorrere, per raggiungere il successo all’estero.

Dalla analisi capirai quali sono le aree da sistemare, le procedure da migliorare e utilizzare, e dove invece devi lasciare le cose così come sono.

Insomma il sistema ti aiuterà a ottimizzare i tuoi interventi.

In conclusione non si può negare come oggi la carta dell’internazionalizzazione può rappresentare quella vincente, ma a fare la differenza come sempre sono la progettualità e la capacità di analisi.

Naturalmente un’azienda, un imprenditore, non può affrontare questa situazione da solo.

È fondamentale farsi affiancare, in percorsi mediamente complessi, da professionisti in grado di strutturare una strategia adeguata alle proprie peculiarità e ai specifici mercati d’interesse.

Noi siamo qui per questo. Per far decollare la tua azienda anche all’estero.
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Un nostro esperto in materia ti spiegherà, passo dopo passo, come utilizzare al meglio i nostri servizi.

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