Mercati emergenti: nuove opportunità di export per l’Italia

Il 2019 secondo analisti ed esperti, sarà un anno difficile per l’economia mondiale. Nonostante l’incertezza globale, si intravedono elementi positivi per il commercio internazionale, specialmente per quel che riguarda i mercati emergenti. Scopriamo dunque quali sono i mercati emergenti più promettenti per l’export Made in Italy nell’anno in corso.

BULGARIA

Lo slancio economico nell’Est Europa sta perdendo forza, segnato dalle sanzioni contro la Russia e da una contrazione del mercato turco. Tuttavia, nella regione spicca la Bulgaria, con una crescita del PIL prevista intorno al 3,5%. Nonostante lo stretto legame economico con la vicina Turchia, si prospettano esiti positivi guidati dalla domanda nazionale e dagli investimenti fissi.

Considerando l’aumento dei redditi delle famiglie, sostenuti da salari più alti e da minori tassi di interesse, la domanda d’ importazioni sta aumentando.

Le opportunità per gli esportatori sono ampie soprattutto nel settore beni durevoli, alimentari e bevande. Con l’esercizio di bilancio dell’Europa 2014-2020, anche gli investimenti contribuiscono positivamente alla crescita.

Le sovvenzioni UE stanno, aiutando i settori di macchine (importazioni al +13,4%), chimica e agricoltura.

VIETNAM

Il Vietnam, un’ altra colonna portante dei mercati emergenti per i prodotti Made in Italy.

Una popolazione di oltre 95 milioni di persone e con la classe media più in crescita di tutto il sudest asiatico,

Stiamo parlando dell’ottavo mercato di destinazione dell’export italiano in Asia.

È il settore della meccanica strumentale a fare la parte del leone.

Secondo i dati diffusi da SACE, nel 2017 l’export di macchinari e di impianti destinati ai settori produttivi ha coperto il 33% del totale delle esportazioni italiane verso Hanoi.

Fra i beni più richiesti nel 2019 vi saranno tessile ed abbigliamento, meccanica strumentale, packaging, costruzioni e arredamento.

Un ottimo potenziale è assegnato anche ai prodotti agroalimentari, grazie alla giovane popolazione del Vietnam che dimostra una diffusa tendenza a mangiare fuori casa.

Il Vietnam spicca in questo contesto, con una crescita del PIL prevista del 6,7%.

La sua economia è maggiormente orientata all’esportazione, con il valore delle esportazioni di beni e servizi maggiore del PIL.

L’economia beneficia anche dalla forte crescita della retribuzione salariale. Supporta i consumi privati e le politiche governative di liberalizzazione e stimola in questo modo, maggiori investimenti da parte delle imprese.

INDONESIA

Spicca tra i mercati emergenti anche l’Indonesia. Oggi è la sedicesima economia più grande al mondo e potrebbe diventare la quarta entro il 2050.

Con 250 milioni di persone è il quarto paese più popoloso del pianeta e il più grande nel sud est asiatico.

Con un interscambio complessivo di oltre 3 miliardi di dollari nel 2017 l’Italia è il terzo partner commerciale europeo di Jakarta dopo Germania e Paesi Bassi.

L’aumento dei redditi dei cittadini indonesiani accompagnato dalla crescita occupazionale dovrebbe continuare a sostenere la crescita dei consumi privati.

In questo modo permette di offrire previsioni promettenti nel settore dei beni durevoli e del food & beverage.

In base ai dati diffusi da Sace, quasi metà delle esportazioni italiane (49%) verso l’Indonesia è attribuibile al settore della meccanica strumentale.

Seguono poi i prodotti chimici, apparecchi elettrici e prodotti in legno. Inoltre va detto che, nei prossimi anni, la domanda di beni alimentari dovrebbe continuare ad aumentare.

Grazie all’ampliamento del numero di utenti internet, interessanti opportunità dovrebbero provenire dal settore e-commerce.

La crescita delle vendite online, nei mercati emergenti, trainerà anche la domanda per gli imballaggi e l’industria chimica e plastica.

Per accelerare il processo di crescita economica sostenibile, il governo indonesiano ha varato il Piano Generale per l’Accelerazione e l’Espansione dello Sviluppo Economico dell’Indonesia. Questo le consentirà di trasformarsi   in una delle dieci maggiori economie del mondo entro il 2025.

Al settore privato verrà assegnato un ruolo maggiore nello sviluppo economico. In particolare nel settore delle infrastrutture.

MAROCCO

Parlando di mercati emergenti, non dimentichiamoci del Marocco che con una crescita stimata del PIL per l’anno in corso del 3,3% (rispetto al +2,8% del 2018), è la sesta principale economia.

Uno tra i paesi più dinamici di tutto il continente africano.

Inoltre non bisogna tralasciare il fatto che il Marocco si configura come una porta d’accesso strategica per l’Africa. Grazie ad una serie di accordi di libero scambio (55 oggi in vigore), sta riuscendo nel proprio intento di attrarre flussi di capitali esteri crescenti.

Questo fatto  rende però,  il Paese molto vulnerabile rispetto ad eventuali shock esterni.

Un settore in forte espansione è il turismo, che ha registrato, dal 2000 al 2017. I ritmi di crescita medi del 6%, gli hanno permesso di crescere addirittura dell’8,5% lo scorso anno.

Le Pmi interessate ad investire nel Paese africano devono sapere che Rabat necessita know-how e strumenti all’avanguardia per migliorare le proprie produzioni agricole e manifatturiere.

Per tutte queste ragioni non sorprende il crescente interesse dell’industria locale nei confronti delle eccellenze italiane nei campi della meccanica strumentale e food processing. In particolar modo nella gestione delle risorse idriche ed energie rinnovabili, specialmente l’energia solare concentrata.

Il Governo, a questo proposito, ha posto l’obiettivo di aumentare la quota di energia rinnovabile al 42% entro il 2020.

PERÙ

Si prevedono alcuni aumenti nell’attività economica dell’America Latina nel corso del 2019, con il Perù a rappresentanza di mercato stabile con un elevato tasso di crescita (circa il 4%).

Il governo ha degli ottimi precedenti in termini di politica prudente e favorevole alle imprese, nonostante l’avanzamento delle riforme economico-strutturali sia ancora lento. Il clima imprenditoriale è supportato da istituzioni forti e da un solido contesto internazionale.

Nel settore primario ci possono essere notevoli prospettive di crescita. In particolare, il motore dell’industria sarà l’aumento di pesca dell’acciuga e una maggiore produzione di idrocarburi.

Ci sono, inoltre, nuove miniere in fase di sviluppo da parte di società private.

Negli ultimi anni, grazie all’aumento del potere d’acquisto della popolazione locale, sono cresciute le opportunità per le aziende.

In particolare per quelle legate ai settori inerenti ai beni di largo consumo.

Anche per i macchinari destinati alla produzione di beni di consumo e tecnologia, di cui l’Italia è uno dei migliori produttori a livello mondiale.

La grande crescita è stata favorita dagli investimenti pubblici di stampo neokeynesiano del Governo Humala, di cui ha beneficiato soprattutto il settore delle infrastrutture.

Sono stati stanziati oltre 20 miliardi di dollari di investimenti pubblici in infrastrutture ed energia.

Queste saranno da considerarsi opportunità commerciali per le aziende italiane ancora poco presenti nel Paese.

Il Perù ha inoltre  stretto  da poco accordi commerciali con USA, UE, Cina, Mercosur, mercati chiave che potrebbero aprire forti potenziali di crescita anche in futuro.

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