Moda e tessile: in arrivo gli incentivi da settembre

Moda e tessile: settori che avranno anche loro gli incentivi per potersi risollevare da questo periodo che ha messo in ginocchio gran parte delle aziende.

La moda ai tempi del Covid

Il settore della moda Made in Italy ha subito un duro colpo a causa degli effetti derivanti dall’epidemia di Covid-19. Tuttavia, l’intera filiera ha ottime potenzialità per risollevarsi se sarà in grado di adattarsi al mutato contesto di mercato.

L’industria della moda è uno dei settori più importanti per l’Italia, la cui indiscussa qualità è riconosciuta e apprezzata da anni in tutto il mondo. Per farsi un’idea di quanto questo comparto sia fondamentale per l’economia italiana, basti pensare che il fashion Made in Italy genera un fatturato superiore agli 80 miliardi di Euro. Un fatturato pari all’8,2% dell’intera industria manifatturiera italiana e occupandone il 12,5% dei lavoratori.

La filiera del fashion nostrana è caratterizzata per essere particolarmente estesa e articolata. Ha una produzione realizzata in prevalenza da piccole e medie imprese, e una successiva fase finale gestita nella maggior parte dei casi da grandi marchi del settore.

Moda e punti di forza

Tra i punti di forza che rendono l’industria della moda italiana particolarmente forte e competitiva nel panorama mondiale, bisogna evidenziare l’aver mantenuto all’interno della filiera nazionale la maggior parte delle attività e competenze di qualità che contraddistinguono i prodotti Made in Italy.

Basti pensare che in Europa, circa un terzo dell’industria del fashion è collegata alle produzioni italiane e circa il 70% delle esportazioni nazionali si posiziona nella fascia di alta qualità.

Secondo l’analisi di CDP, il settore tessile-abbigliamento risulta tra i comparti che subisce gli effetti più pesanti derivanti dall’emergenza sanitaria, con un rallentamento nel 2020 del settore del lusso superiore al -35% e una previsione di riallineamento alle performance pre-crisi solo tra 2 o 3 anni.

Tuttavia, l’effettivo impatto che l’emergenza ha avuto sul settore moda è dipeso dalle misure più restrittive di contenimento della pandemia.

Inoltre, secondo l’analisi sembrano esserci tra i mercati internazionali effetti differenti sul settore moda a seconda delle tempistiche con le quali la pandemia di Covid-19 si è diffusa nei diversi Paesi.

La moda e il pesante crollo nel 2020

In Italia, nel solo mese di marzo 2020, le produzioni di tessile, abbigliamento, pelli e accessori hanno registrato un crollo del -51,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, mentre le vendite al dettaglio di abbigliamento e pellicceria hanno subito perdite superiori al -57%.

Però risale la vendita nel digitale

Dall’altro lato, le vendite derivate dai canali digitali hanno registrato rilevanti incrementi, portando il digitale a essere sempre più fondamentale per le imprese del settore.

Due sono i fattori principali che determineranno un recupero più o meno lento del comparto. Da un lato, la ripresa dei flussi turistici, che contribuiscono in buona parte alle vendite del fashion. Dall’altro il recupero dei consumi da parte dei mercati del sud-est asiatico (in particolare della Cina), che hanno contribuito particolarmente alla crescita del settore nell’ultimo decennio.

Infine, la capacità di adattarsi al nuovo contesto di mercato sarà cruciale nei prossimi mesi. Questo dipenderà dalla velocità con la quale le aziende del settore saranno in grado di innovare i modelli di business, concentrandosi sulle principali tendenza già in essere prima della pandemia, e che hanno subito un’accelerazione negli ultimi mesi.

Nello specifico, le imprese della moda dovranno focalizzarsi sui temi quali:

  • Digitalizzazione, riuscendo a essere presenti sui canali digitali con un approccio a 360° gradi per offrire ai clienti esperienze d’acquisto innovative;
  • Time to market, introducendo ed elaborando nuove metodologie di produzione che permettano un maggiore allineamento tra offerta e domanda;
  • Valorizzare unicità e riconoscibilità, mettendo in risalto i contenuti di qualità e artigianalità in grado di rispondere ad una domanda crescente di “bello e ben fatto”;
  • Sostenibilità, introducendo nei prodotti offerti quelle caratteristiche di sostenibilità ambientale sempre più ricercate dai consumatori.

Come l’Italia aiuterà il settore moda e tessile a risollevarsi

A partire dal 22 settembre le imprese di piccola dimensione, costituite da non oltre 5 anni, operanti nell’industria del tessile, della moda e degli accessori, potranno richiedere l’agevolazione nelle modalità stabilite dal decreto MISE, pubblicato in Gazzetta ufficiale.

La misura punta a sostenere l’acquisto e l’installazione di nuovi macchinari, la creazione e l’utilizzo di tessuti innovativi da parte di giovani talenti. questo

Quali sono gli obiettivi di questo provvedimento?

Il provvedimento, previsto dall’articolo 38-bis del “Decreto Rilancio” è finalizzato a “sostenere l’industria del tessile, della moda e degli accessori, con particolare riguardo alle start-up che investono nel design e nella creazione.

Lo scopo è anche quello di promuovere i giovani talenti del settore del tessile, della moda e degli accessori che valorizzano prodotti made in Italy di alto contenuto artistico e creativo” mediante l’erogazione di contributi a fondo perduto.

È stato inoltre firmato dal ministro Giancarlo Giorgetti il decreto con l’elenco dei Codici Ateco delle imprese che hanno diritto a un credito d’imposta del 30% in favore del settore del tessile e della moda, della produzione calzaturiera e della pelletteria. L’obiettivo è quello di contenere gli effetti negativi delle rimanenze dei prodotti in magazzino, aumentate a causa dell’emergenza Covid.

Per l’incentivo sono stati messi a disposizione dal decreto sostegni bis 95 milioni per il 2021 e 150 milioni per il 2022.

Il credito d’imposta diventerà operativo con un prossimo provvedimento dell’Agenzia delle entrate che definirà i termini e le modalità per usufruire dell’agevolazione.

La moda rappresenta un’industria strategica, porta il genio e la creatività italiana nel mondo e offre enormi opportunità di lavoro anche ai giovani.

Abbiamo deciso di sostenere e potenziare in maniera particolare il settore della moda perché ha sofferto più di altri le conseguenze del covid.

Dopo aver ascoltato istanze e richieste delle categorie abbiamo realizzato un pacchetto di misure che ora diventa operativo» ha dichiarato Giorgetti.

Bonus Moda e spese ammissibili

In base al decreto attuativo, i finanziamenti potranno coprire fino al 50% delle spese per la realizzazione di progetti finalizzati a:

  • realizzare nuovi elementi di design;
  • introdurre nell’impresa innovazioni di processo produttivo;
  • realizzare e all’utilizzare tessuti innovativi;
  • introdurre nell’impresa innovazioni digitali;
  • riciclare materiali usati o all’utilizzo di tessuti derivanti da fonti rinnovabili, in linea con i principi dell’economia circolare.

Gli investimenti, da avviare presso sedi operative ubicate in Italia, successivamente alla data di presentazione della domanda di aiuto, devono essere ultimati entro 18 mesi dalla data del provvedimento di concessione delle agevolazioni.

Le spese ammissibili, che vanno dall’acquisto di macchinari, impianti e attrezzature nuovi di fabbrica, all’acquisizione di brevetti, fino alla formazione del personale, devono essere comprese tra un minimo di 50mila e un massimo di 200mila euro.

L’importo dell’aiuto, quindi, può arrivare a un massimo di 100mila euro.

Chi può partecipare al bando del MISE

Le agevolazioni possono essere richieste solo da:

  • imprese di piccola dimensione, non quotate e che non hanno rilevato l’attività di un’altra impresa e non sono state costituite a seguito di fusione.
  • Tali imprese devono risultare iscritte e attive nel Registro delle imprese della Camera di commercio territorialmente competente da non più di cinque anni.
  • Tali imprese devono svolgere in Italia una o più delle attività economiche classificate dai codici ATECO elencati nel decreto del MISE.
  • Devono essere nel pieno e libero esercizio dei propri diritti, non essere in liquidazione volontaria e non essere sottoposte a procedure concorsuali con finalità liquidatorie.
  • Devono essere in regola con le disposizioni vigenti in materia obblighi contributivi e non avere ancora distribuito utili.

Il provvedimento specifica inoltre che, oltre alle imprese che non erano in difficoltà alla data del 31 dicembre 2019, sono ammesse alle agevolazioni anche quelle che lo sono diventate nel periodo dal 1° gennaio 2020 al 30 giugno 2021

Domande a Invitalia dal 22 settembre

Qui entriamo nello specifico delle procedure accennate all’inizio dell’articolo. Le agevolazioni saranno concesse sulla base di una procedura valutativa con procedimento a sportello. Questo fino all’esaurimento dei 5 milioni di euro stanziati dal dl Rilancio. Le domande potranno essere presentate a partire dalle ore 12.00 del 22 settembre 2021.

Invitalia valuterà le domande in ordine di arrivo sulla base di criteri che riguardano le competenze tecniche, organizzative e gestionali dell’impresa proponente.

Valuterà inoltre la chiarezza e la qualità della proposta progettuale e la sostenibilità economico-finanziaria del progetto. Un punteggio ulteriore sarà riconosciuto sulla base dell’incidenza sull’organico aziendale. Un organico di giovani di età non superiore a 35 anni, compresi gli eventuali soci della società.

Le imprese ammesse riceveranno le agevolazioni in non più di due quote, in relazione alle spese effettivamente sostenute, sul conto corrente indicato nella richiesta di erogazione.

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