NEWS Archivi - Blog Alzarating https://blog.alzarating.com/Categoria/news/ Incrementa il Valore della Tua Impresa Sat, 21 Oct 2023 07:17:32 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.6.2 https://blog.alzarating.com/wp-content/uploads/2023/07/AR.webp NEWS Archivi - Blog Alzarating https://blog.alzarating.com/Categoria/news/ 32 32 223527228 Manovra 2022: ecco le novità a sostegno delle imprese https://blog.alzarating.com/manovra-2022-ecco-le-novita-a-sostegno-delle-imprese/ https://blog.alzarating.com/manovra-2022-ecco-le-novita-a-sostegno-delle-imprese/#respond Tue, 09 Nov 2021 10:45:00 +0000 https://www.alzarating.com/?p=3449 La manovra 2022 approvata il 28 ottobre 2021 dal Consiglio dei ministri ha come obiettivo quello di favorire lo sviluppo economico, e favorire la ripresa economica del periodo post pandemia. Alcuni di questi obiettivi principali riguardano il taglio delle tasse, gli incentivi e gli investimenti per la crescita economica, anche nei prossimi anni. Alcune misure…

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La manovra 2022 approvata il 28 ottobre 2021 dal Consiglio dei ministri ha come obiettivo quello di favorire lo sviluppo economico, e favorire la ripresa economica del periodo post pandemia.

Alcuni di questi obiettivi principali riguardano il taglio delle tasse, gli incentivi e gli investimenti per la crescita economica, anche nei prossimi anni.

Alcune misure prevedono un supporto particolare ai giovani e alle donne, soprattutto per il mondo del lavoro.

Andiamo a vedere in particolar modo gli incentivi a sostegno delle imprese.

Manovra 2022: transizione 4.0 e fondo 394

L’articolo 9 della bozza della Legge di Bilancio 2022 è interamente dedicato alle misure del Piano Transizione 4.0, con cui sono stati definiti gli incentivi pensati per agevolare le imprese che vogliono fare investimenti per ammodernare o digitalizzare i propri processi produttivi.

Il piano riconosce un credito d’imposta alle imprese che scelgono di fare investimenti:

  • in beni strumentali, materiali o immateriali;
  • in ricerca e sviluppo, innovazione tecnologica, innovazione ambientale e design;
  • nella formazione 4.0.

Con la nuova manovra, i principali crediti d’imposta del Piano Transizione 4.0 vengono prorogati per ulteriori tre anni e si prevedono drastiche rimodulazioni delle aliquote.

Alle imprese che effettuano investimenti in beni strumentali, il credito d’imposta è riconosciuto seguendo la seguente logica:

  • 20% del costo per la quota di investimenti fino a 2,5 milioni di euro;
  • 10% del costo per la quota di investimenti da 2,5 e fino a 10 milioni di euro;
  • 5% del costo per la quota di investimenti da 10 fino a 20 milioni di euro.

Questo a condizione che entro il 31 dicembre 2025 il relativo ordine risulti accettato dal venditore, e sia avvenuto il pagamento di acconti in misura almeno pari al 20% del costo di acquisizione.

Altra novità molto importante è il rifinanziamento del fondo 394, gestito da SIMEST, a supporto dell’internazionalizzazione delle imprese italiane. Ricordiamo che il fondo gode anche del sostegno del PNRR ed ha riaperto a fine di ottobre.

Il fondo rotativo 394 (art. 11 della manovra), per il sostegno all’internazionalizzazione delle imprese italiane, viene incrementato di 1,5 miliardi per ciascuno degli anni dal 2022 al 2026.  Con 150 milioni di euro annui per ciascuno degli anni dal 2022 al 2026 è poi rifinanziato il fondo perduto Fondo per la promozione integrata dell’export previsto dal Decreto Cura Italia.

Manovra 2022 e Fondo per la transazione industriale

Un Fondo ad hoc, con 150 milioni l’anno a partire dal 2022, per supportare la transizione industriale. Lo prevede la bozza della manovra che istituisce anche un Fondo italiano per il clima, gestito da Cdp, che nasce con una dotazione di 840 milioni l’anno dal 2022 al 2026.

Un fondo che potrà essere ulteriormente finanziato anche dai privati o con fondi europei e internazionali.

Il fondo per la transizione industriale potrà concedere “agevolazioni” alle imprese dei settori “ad alta intensità energetica”, per investimenti per l’efficienza energetica, il riutilizzo materie prime e di materie riciclate e per lo stoccaggio della Co2. (fonte MISE).

Manovra 2022 e contratti di sviluppo

Il Contratto di sviluppo è stato introdotto dall’articolo 43 del Decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112 ed è operativo dal 2011. Si tratta di uno strumento di sostegno dedicato a dei programmi d’investimento produttivi, strategici ed innovativi di grandi dimensioni.

La principale novità di quest’anno, introdotta nel Decreto del 17 settembre 2021 è la clausola per quelle imprese che si impegneranno, nel caso di un incremento occupazionale ad assumere in via prioritaria:

  • i percettori di interventi di sostegno al reddito;
  • disoccupati a seguito di procedure di licenziamento collettivo;
  • lavoratori di aziende coinvolte in tavoli di crisi attivi presso il Ministero.

L’obiettivo di questo percorso prioritario è mettere in campo uno degli obiettivi del Governo, ovvero la riconversione e reindustrializzazione di alcune aree del Paese. Questo attraverso la concessione d’incentivi e agevolazioni. A gestire i contratti di sviluppo è Invitalia, l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa S.p.A.

Per la programmazione 2014-2020, ai Contratti di sviluppo sono state assegnate risorse finanziarie per 4.525,3 milioni di euro.

A chi si rivolgono i contratti di sviluppo?

I programmi di sviluppo possono essere realizzati:

  • da una o più imprese, italiane o estere, di qualsiasi dimensione (compatibilmente con i regolamenti comunitari di volta in volta applicabili);
  • in forma congiunta anche mediante il ricorso allo strumento del contratto di rete di cui all’art. 3, comma 4-ter, del Decreto Legge 10 febbraio 2009, n. 5.

Nei Contratti di sviluppo i soggetti beneficiari delle agevolazioni sono articolati in:

  • soggetto proponente, ovvero l’impresa che promuove il programma di sviluppo ed è responsabile della coerenza tecnica ed economica. Deve presentare spese ammissibili non inferiori a 10 milioni di euro per quanto riguarda i programmi di sviluppo industriali e per la tutela ambientale; non inferiori a 3 milioni di euro per quelli che riguardano esclusivamente attività di trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli. I programmi non devono avere costo inferiore a 5 milioni di euro per il settore delle attività turistiche. La cifra deve essere pari a 3 milioni di euro per i programmi di sviluppo delle attività turistiche che riguardano le aree interne del Paese o il recupero e la riqualificazione di strutture edilizie dismesse.
  • imprese aderenti, ovvero le eventuali altre imprese che realizzano progetti di investimento nell’ambito del programma di sviluppo. Gli investimenti proposti dai soggetti aderenti (compresi i programmi di ricerca, sviluppo e innovazione) devono presentare spese non inferiori a 1,5 milioni di euro.

Cosa finanziano i contratti di sviluppo?

i contratti di sviluppo finanziano i programmi

  • per lo sviluppo industriale, compresi i programmi riguardanti l’attività di trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli;
  • sviluppo per la tutela ambientale;
  • sviluppo di attività turistiche che possono comprendere, per un importo non superiore al 20% degli investimenti complessivi da realizzare, programmi destinati allo sviluppo delle attività commerciali.

L’importo complessivo delle spese e dei costi ammissibili alle agevolazioni non deve essere inferiore a 20 milioni di euro, ovvero a 7,5 milioni di euro qualora il programma riguardi esclusivamente l’attività di trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli.

Le imprese si impegnano a realizzare i programmi in 36 mesi. Con il Decreto MISE del 13 novembre 2020 poi, è stato confermato il termine di ultimazione dei progetti a 36 mesi dalla concessione delle agevolazioni.

È stata anche prevista la possibilità di una proroga che può avvenire con una motivata richiesta dell’impresa beneficiaria, per un periodo massimo di 18 mesi.

Manovra 2022 e gli investimenti nel digitale

Oltre 200 milioni in due anni per l’editoria digitale e quasi 8 miliardi per l’industria 4.0.  con la Manovra 2022 è stato istituito il “Fondo straordinario per gli interventi di sostegno all’editoria”, stanziando 90 milioni di euro per il 2022 e 140 per il 2023.

Il fondo è volto a incentivare gli investimenti delle imprese editoriali, dedicati all’innovazione tecnologica e alla transizione digitali, e a sostenere l’ingresso di giovani professionisti nel campo dei nuovi media.

Manovra 2022 e Fondo Garanzia PMI

L’obiettivo del Fondo Garanzia è quello di garantire nuova liquidità alle imprese: questo è il motivo per cui il Governo ha intenzione di rifinanziarlo nella Manovra 2022 per 3 miliardi di euro.

Lo strumento continuerà a essere un punto di riferimento per le imprese che necessitano credito, probabilmente semplificando le procedure di accesso. In questo modo si aumenta la platea di beneficiari.

La manovra 2022 potrebbe intervenire sulle percentuali di copertura, rimodulandole in base ai settori di attività e alle tipologie di operazione.

Inoltre, la possibilità di trasformare le Deferred Tax Assets (DTA) in crediti d’imposta viene estesa fino al 30 giugno 2022, senza cambi di percentuale e con un tetto massimo per singola operazione.

Manovra 2022: quali sono gli incentivi per l’imprenditoria femminile?

Si chiama Fondo Impresa Donna ed ha una dotazione di 40 milioni di euro. Obiettivo? Lo sviluppo dell’imprenditoria femminile in Italia.

Il Fondo Impresa Donna è istituito con un finanziamento iniziale di 40 milioni di euro, ai quali si aggiungeranno altri 400 milioni. Il progetto costituisce un intervento cardine inserito tra le linee di intervento del Ministero dello sviluppo economico nel Piano nazionale di Ripresa e Resilienza nell’ambito della missione “Inclusione e coesione”.

Sono due le misure di sostegno per l’imprenditoria femminile previste dal decreto firmato dal ministro Giorgetti:

  • prestiti agevolati
  • contributi a fondo perduto

Gli obiettivi del bando sono molteplici:

  • incentivare la partecipazione delle donne al mondo delle imprese,
  • supportare le loro competenze e creatività per l’avvio di nuove attività imprenditoriali e la realizzazione di progetti innovativi, attraverso contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati.

In Italia il rapporto tra donne e lavoro vive di luci e ombre: da un lato c’è un forte tasso di disoccupazione, soprattutto nella popolazione femminile over 30. Mentre, dall’altro lato, il mondo dell’imprenditoria femminile sta diventando sempre più popoloso.

Sono cinquanta, ad esempio, le donne più influenti al momento in Italia nel settore digitale. In Europa, solo due lavori su dieci sono occupati da donne. Nel nostro paese stando ai dati recenti, appena il 18,9% delle laureate ha scelto discipline scientifiche, matematiche e tecnologiche.

Eccoti tutte le novità in merito agli incentivi della Manovra 2022 per quanto riguarda l’imprenditoria.

Se vuoi approfittarne per capire in quali parametri potresti rientrare facendoti guidare da un team di esperti clicca qui e prenota la tua consulenza gratuita. Avrai l’opportunità di essere seguito in un percorso in cui ottenere fondi e agevolazioni per la tua impresa e approfittando dei nostri prodotti potremmo studiare insieme un progetto su misura per rendere la tua azienda innovativa e differenziante.

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Vacanze! Tu imprenditore da quanto tempo non le fai? https://blog.alzarating.com/vacanze-tu-imprenditore-da-quanto-tempo-non-le-fai/ https://blog.alzarating.com/vacanze-tu-imprenditore-da-quanto-tempo-non-le-fai/#respond Thu, 01 Jul 2021 10:56:33 +0000 https://www.alzarating.com/?p=3255 Le vacanze, soprattutto quelle estive sono un desiderio tanto sospirato per tutto l’anno soprattutto dopo il periodo che abbiamo attraversato fatto di blocchi, chiusure e restrizioni. Sicuramente il piano ferie per le vacanze dei tuoi dipendenti è già stato stabilito da qualche mese in modo tale da organizzare al meglio la gestione aziendale. Soprattutto se…

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Le vacanze, soprattutto quelle estive sono un desiderio tanto sospirato per tutto l’anno soprattutto dopo il periodo che abbiamo attraversato fatto di blocchi, chiusure e restrizioni.

Sicuramente il piano ferie per le vacanze dei tuoi dipendenti è già stato stabilito da qualche mese in modo tale da organizzare al meglio la gestione aziendale. Soprattutto se sei un’azienda che non ha una chiusura estiva.

Però diciamoci la verità, spesso e volentieri da imprenditore anche quando arrivano per te le sospirate vacanze sei sempre attaccato al cellulare per rispondere a clienti o fornitori per programmare il rientro, oppure sei addirittura attaccato al PC rispondendo alle mail che ti arrivano di continuo.

E queste tu le chiameresti ferie? Mentre tua moglie e i tuoi figli si stanno godendo il mare, il relax e magari vorrebbero fare tutte queste cose insieme a te?

Dimmi la verità, da quanto tempo non fai REALMENTE DELLE VACANZE? Vacanze in cui stacchi realmente dal lavoro per almeno una settimana, dieci giorni e ti godi la tua famiglia, i tuoi spazi, i tuoi hobby.

Sempre più spesso andiamo a dimenticare quanto prezioso sia il nostro tempo e quanto scorre velocemente.

Ora mi dirai: “la fai facile tu! Mica dirigi un’azienda, non hai idea dei sacrifici che ho fatto per tirarla su, per non parlare dell’incubo che ho passato in questo periodo di Pandemia. Secondo te mi posso permettere delle vacanze?”

Chi ti parla è proprio un imprenditore che prima ragionava esattamente come te. Le vacanze per me non esistevano. La mia unica e sola priorità era l’azienda….fino a quando ho imparato una parolina magica: DELEGARE e tanto altro per gestire il mio tempo e andarmene anch’io le tanto desiderate vacanze.

Seguimi in questo articolo e ti spiego come gestire al meglio il tuo tempo e fare in modo che la tua azienda ti permetta di fare le TUE VACANZE.

Ora ti starai sicuramente facendo una domanda: ma cosa ci fa un articolo del genere in un sito che parla di consulenza finanziaria, aziendale, fondi e agevolazioni?

Perché all’interno del nostro sito abbiamo voluto aggiungere una categoria che si chiama NEWS all’interno del quale trovi questo articolo dove andiamo ad interessarci ai problemi più comuni ma spesso non rivelati dall’imprenditore.

Siamo essere umani, io sono un essere umano e oltre ad esporti e venderti i miei prodotti – servizi mi piace condividere le mie esperienze passate da imprenditore con i miei problemi e le soluzioni che ho trovato per vivere meglio.

 Soluzioni utili per ottimizzare la gestione del mio tempo. Detto questo perché non dovrei condividerle con te e risolvere anche un tuo problema?

Bene. Andiamo avanti! Questa che sto per descriverti potrebbe essere la tua giornata tipo.

La giornata tipo dell’imprenditore che rischia poi di saltare le vacanze

Ci siamo: sta iniziando una nuova giornata di lavoro nella tua azienda.
Il tuo team è già in postazione, pronto a portare a termine i compiti della giornata.

Ti siedi alla tua scrivania. Inizi a fare mente locale sulle cose che devi fare. Ecco tutti gli scenari possibili:

  • Non hai idea di quali compiti devi portare a termine durante la giornata.
  • Hai un elenco infinito di cose da fare e sei sull’orlo della disperazione. Ripeti a te stesso che “Non ce la farai mai” e rinunci in partenza.
  • La maggior parte dei tuoi compiti non apporta un valore tangibile alla tua Azienda e non sai come liberarti dalle perdite di tempo.
  • Gran parte delle tue attività non ti competono o potrebbero essere svolte da un membro del tuo Team.
  • Il tuo Team non riesce a portare a termine tutte le attività quotidiane e tu non riesci a capire per quale motivo.

Questa è la tipica giornata divora-tempo dell’imprenditore. E se, almeno una volta, ti sei trovato in una (o più) di queste situazioni, vuol dire che hai permesso al tempo di gestire la tua giornata lavorativa.

Se le tue giornate lavorative sono gestite dal tempo e non da te come puoi pretendere di riuscire ad organizzare le tue vacanze?

Non ti dico 10 – 15 giorni ma anche quella settimana necessaria a staccarti totalmente dal lavoro, ritagliare del tempo per te e la tua famiglia e scaricare lo stress, la stanchezza e la tensione che hai accumulato durante questo periodo.

Spesso individuiamo il tempo come un nemico, un tiranno, un elemento con cui combattiamo tutto il giorno, tutti i giorni.

Dì la verità: quante volte hai detto a te stesso “Se solo avessi più tempo”?

Non sei solo. Anch’io da imprenditore mi sono trovato spesso a dire quella frase. Ma indovina un po’, la soluzione esiste e tra poco te la svelerò!

Questo perché le vacanze sono un privilegio sacrosanto che anche tu ti devi concedere se non vuoi scoppiare dallo stress!

Sei tu a dover gestire il tuo tempo e non lui a gestire te!

La gestione del tempo è una delle skills più preziose per un imprenditore. La gestione del tempo è un argomento che è sempre di moda. Sin dai tempi più remoti.

Arrivati a questo punto mi sorge una domanda? Perché è sempre una di quei problemi apparentemente irrisolvibili definitivamente? Esiste una regola d’oro? Perché è così importante per noi gestire il tempo?

La risposta: i comportamenti relativi alla gestione del tempo influenzano positivamente la nostra percezione di soddisfazione, la nostra salute e lo stress.

Detto questo andiamo a vedere com’è possibile ottimizzare la gestione del tuo tempo ed al tempo stesso migliorare la qualità della tua vita dentro e al di fuori della tua azienda.

Impara a gestire il tuo tempo e prenota le tue vacanze!

Se non lo hai ancora fatto dopo aver ascoltato i consigli che sto per darti prenoterai sicuramente le tue vacanze (spesso ci sono dei last minute all inclusive imperdibili).

Oppure sarai finalmente pronto a raggiungere la tua famiglia nella metà tanto sospirata dove potrai finalmente staccare la spina!

Sei pronto! Bene Partiamo!

I 7 consigli messi in pratica da persone di successo che ti faranno guadagnare tempo e fare le tanto meritate vacanze!

Focalizzarsi sui minuti non sulle ore

La maggior parte delle persone, imposta il suo calendario con blocchi di un’ ora e mezz’ora.

Le persone di grande successo sanno che ogni giorno ci sono 1.440 minuti e che non c’è niente di più prezioso del tempo.

Il denaro può essere perso e fatto di nuovo, ma il tempo trascorso non può mai essere recuperato.

Come dice la leggendaria ginnasta olimpica Shannon Miller: “Ad oggi, continuo un programma che è organizzato quasi minuto per minuto“.

È necessario padroneggiare i minuti per padroneggiare la vostra vita.

Non usare la lista delle cose da fare

Butta via la tua lista delle cose da fare; invece programma tutto sul tuo calendario.

Si scopre infatti che solo il 41% delle cose da fare sulla lista vengono effettivamente fatte.

Tutte queste cose annullate, che non vengono portate a compimento, portano stress e insonnia a causa dell’effetto Zeigarnik.

Cioè, in sostanza, significa che i compiti non completati rimangono nella tua mente fino a quando non li finisci.

Le persone altamente produttive segnano tutto sul loro calendario e poi lavorano e vivono in base a quel calendario.

Così portano a compimento le cose che si sono scritte di fare in quel giorno, senza rimandarle.

Usare un taccuino

Richard Branson ha detto in più di un’occasione che non sarebbe stato in grado di costruire Virgin senza un semplice quaderno, che porta con sé ovunque vada.

In una intervista, l’armatore greco e magnate Aristotele Onassis ha detto: “Porta sempre con te un note-book. Scrivi tutto … Questa è una lezione di milioni di dollari che non ti insegnano a scuola di business!“

Le persone ultra-produttive liberano le loro menti, buttando giù di getto tutti i pensieri che gli vengono in mente.

Rispondere alle email solo un paio di volte al giorno

Le persone ultra-produttive non “controllano” la loro e-mail durante tutta la giornata.

Non rispondono ad ogni vibrazione o “ding” del telefono o del computer per vedere chi ha scritto alla loro casella di posta.

Invece, come tutto il resto, programmano il tempo per elaborare le loro e-mail e i loro messaggi in modo rapido ed efficiente.

Per alcuni, questo avviene solo una volta al giorno; per altri, è la mattina, mezzogiorno e sera.

Evitare le riunioni se non sono strettamente necessarie

Quando Kevin ha chiesto a Mark Cuban di dare il suo consiglio per una migliore produttività e gestione del tempo ha risposto rapidamente:

“Mai fissare una riunione a meno che qualcuno debba scrivere un assegno.”

Le riunioni sono note assassine di tempo.

Iniziano in ritardo, vi partecipano le persone sbagliate, si basano sui loro argomenti, e durano a lungo.

Dovresti uscire da una riunione ogni volta che puoi e parteciparvi il meno possibile. Se vuoi far funzionare un meeting, mantienilo breve e vai diritto al punto.

Seguire la regola del 80/20

Noto come principio di Pareto, il fatto che nella maggior parte dei casi, l’80 per cento dei risultati provengono da solo il 20 per cento delle attività.

Le persone di successo sanno quali sono le attività che danno i più grandi risultati.

Focalizzati su quelle e ignora il resto che non ti avvicina ai tuoi obiettivi.

Delegare quasi tutto

Le persone ultra-produttive non si chiedono: “Come posso fare questo compito?”

Invece, si chiedono: “Come può essere portato a termine questo compito?”

Cercano di delegare lo svolgimento di compiti alle persone giuste, il più possibile. Le persone di successo non hanno sotto controllo ogni cosa, e non sono micro-manager. Il delegare ti permette anche di avere persone di fiducia che svolgono dei lavori al posto tuo o che ti possono sostituire per fare in modo che la tua azienda possa andare avanti anche in tua assenza e anche tu possa farti le tanto MERITATE vacanze!

A questo proposito hai mai sentito parlare del CFO? Si tratta del manager responsabile della gestione delle attività finanziarie di un’azienda.

il compito centrale del CFO è infatti quello di guidare le decisioni aziendali in maniera efficace, stabilendo su quali opportunità puntare.

Uno dei compiti principali del CFO, quindi, sta nel guidare il focus dell’azienda e della strategia di business.

Ti piacerebbe avere una figura del genere al tuo fianco a cui delegare compiti importanti e riuscire a guadagnare del tempo prezioso?

Allora non perdere tempo! Clicca qui e prenota la tua consulenza gratuita! Insieme ad un nostro esperto potrai conoscere questo servizio che noi offriamo e tanti altri prodotti che possono servire per ottimizzare la gestione della tua azienda e del tuo tempo!

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Prestiti garantiti dallo Stato: come funzionano e come ottenerli https://blog.alzarating.com/prestiti-garantiti-dallo-stato-come-funzionano-e-come-ottenerli/ https://blog.alzarating.com/prestiti-garantiti-dallo-stato-come-funzionano-e-come-ottenerli/#comments Wed, 23 Jun 2021 09:30:00 +0000 https://www.alzarating.com/?p=3241 I prestiti garantiti dallo Stato hanno come obiettivo quello di dare maggiore sostegno alle tantissime imprese di piccole e medie dimensioni danneggiate dal lungo periodo di chiusura a cui sono state obbligate. Ma quali sono i migliori prestiti garantiti dallo Stato e come si può accedere? Prima di tutto bisogna fare presente che i prestiti…

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I prestiti garantiti dallo Stato hanno come obiettivo quello di dare maggiore sostegno alle tantissime imprese di piccole e medie dimensioni danneggiate dal lungo periodo di chiusura a cui sono state obbligate.

Ma quali sono i migliori prestiti garantiti dallo Stato e come si può accedere?

Prima di tutto bisogna fare presente che i prestiti per le imprese sono garantiti dal fondo per le PMI.

È importante specificare che l’intervento del Fondo non si concretizza con un contributo in denaro a favore del soggetto beneficiario.

Questo fondo permette di richiedere un finanziamento senza dover prestare garanzie aggiuntive (come polizze assicurative o fidejussioni) perché gli importi sono garantiti dal Fondo stesso.

I cambiamenti più importanti rispetto al passato sono rappresentati:
  • dall’allungamento del rimborso (che può arrivare fino a 15 anni), anche per i finanziamenti già concessi;
  • dall’allargamento dei possibili beneficiari;
  • da un nuovo metodo di determinazione del tasso di interesse massimo che può essere applicato.

Questi prestiti garantiti dallo Stato tramite il Fondo PMI possono avere un importo massimo di 30.000 euro e comunque non possono superare importi pari a:

  • il 25% del fatturato dell’ultima dichiarazione o dell’ultimo bilancio;
  • il doppio della spesa salariale annua del beneficiario, risultante dall’ultima dichiarazione o dall’ultimo bilancio.

Il tetto di 30.000 euro va inteso come ammontare massimo complessivo ottenuto da un singolo soggetto.

Questo significa che possono essere richiesti più finanziamenti, anche ad istituti differenti, fino ad un totale complessivo non superiore a tale soglia.

Prestiti garantiti dallo Stato fino a 30.000: quali sono i soggetti beneficiari?

A seguito delle modifiche introdotte dalla legge di Bilancio 2021 riguardo l’ampliamento della platea dei potenziali soggetti beneficiari dei prestiti, possono richiedere l’accesso al credito:

  • piccole e medie imprese fino a 499 dipendenti;
  • persone fisiche che svolgono attività di impresa, arti o professioni, broker, agenti e subagenti di assicurazione;
  • le persone fisiche che svolgono le attività indicate dalla sezione K del codice ATECO (ditte individuali, professionisti e studi professionali);
  • le società che svolgono attività di promotori e mediatori di finanza, promotori finanziari, agenti, mediatori e procacciatori di prodotti finanziari, periti e liquidatori indipendenti delle assicurazioni.

Sono invece esclusi dalla misura gli enti non commerciali, tra cui quelli del terzo settore e quelli religiosi.

La durata massima di questi finanziamenti garantiti dallo Stato passa da 10 a 15 anni. Questo con il rimborso della quota capitale che inizia solo dopo 24 mesi dall’erogazione.

L’allungamento della durata vale (su richiesta) anche per i finanziamenti concessi prima dell’entrata in vigore della Legge.

È possibile adeguare la durata di prestiti già erogati?

Si è possibile farlo attraverso tre soluzioni:

  • la prima è quella di estinguere il vecchio finanziamento con uno nuovo;
  • la seconda attraverso la sottoscrizione di un addendum, ossia un’integrazione che vada a completare il contratto precedente;
  • come terza strada è possibile mantenere il vecchio prestito e richiederne uno nuovo (restando ovviamente entro il tetto massimo complessivo di 30.000 euro), con la creazione di un piano di rimborso separato.

Cambiano anche i criteri con cui si determina il tasso di interesse massimo. Tasso che può essere applicato a questi finanziamenti garantiti dallo Stato. Il tasso non può essere superiore allo 0,2’% aumentato del tasso di Rendistato con durata pari a quella del finanziamento (aumento possibile solo se il tasso di Rendistato è positivo).

Fondo Garanzia SACE e PMI: proroga fino al 31 dicembre 2021

La novità, introdotta dal Decreto Sostegni bis, è inclusa nel pacchetto di misure messe in campo da Governo per l’accesso al credito per incentivare, in epoca post Covid, il rilancio dell’economia.

L’estensione temporale di questi strumenti, peraltro, è accompagnata da una rimodulazione del Fondo PMI. Fondo che aiuta le imprese che, per ripartire dopo la pandemia, necessitano di liquidità.

 il Fondo Garanzia SACE, gestito, appunto, dalla SACE che rilascia prestiti garantiti e il Fondo Garanzia PMI, uno strumento per cui le garanzie sono offerte dallo Stato.

Sono ammesse le richieste di finanziamento delle imprese di qualsiasi dimensione. Imprese che esercitano qualsiasi attività ed in qualsiasi forma giuridica (quindi anche i liberi professionisti, i lavoratori autonomi e le società tra professionisti), purché rispetti i seguenti requisiti:

  • deve avere la sede in Italia;
  • non erano in crisi prima dell’inizio del 2020, ma sono entrate in uno stato di difficoltà a causa della pandemia.

Inoltre, l’impresa che beneficia dell’agevolazione si impegna a non approvare la distribuzione di dividendi o il riacquisto di azioni ed a gestire i livelli occupazionali tramite accordi sindacali.

Per i finanziamenti di durata non superiore a 6 anni e già garantiti da SACE, è prevista la possibilità di estensione fino a 10 anni. Oppure la possibilità di sostituzione con nuovi finanziamenti di durata fino a 10 anni.

Modalità di copertura del fondo Garanzia PMI

Viene, poi, rivista la copertura del Fondo Garanzia PMI e dell’art. 13 del decreto Liquidità nelle modalità che seguono:

  • per i finanziamenti attualmente in essere la copertura del Fondo PMI resta al 100 per cento per prestiti fino a 30.000 euro e al 90 per cento per quelli di importo superiore anche in caso di allungamento della durata fino a dieci anni;
  • si introduce una di garanzia pubblica di portafoglio a sostegno dei crediti a medio lungo termine. Garanzia in favore progetti di ricerca e sviluppo e programmi di investimento proposti da imprese che abbiano non più di 500 dipendenti.

Prestiti e fondo Garanzia: importo massimo garantito e piano di rimborso

L’importo massimo dei finanziamenti garantiti dallo Stato tramite Garanzia Italia (gestito da SACE) è pari al valore più alto tra:

  • il 25% del fatturato dell’impresa in Italia nel 2019;
  • il doppio del costo annuale del personale in Italia nel 2019.

Il piano di rimborso può avere una durata massima di 6 anni, ma è previsto un periodo di preammortamento di 36 mesi (in precedenza la sua durata era di soli due anni).

Si può richiedere il prestito per:

  • coprire il fabbisogno circolante dell’impresa;
  • pagare i canoni di affitto o di locazione;
  • rifinanziare il debito. Questo a patto che il finanziamento abbia un importo superiore del 25% rispetto al prestito che viene rinegoziato e che attraverso il rilascio della garanzia risulti meno costoso.
La garanzia può coprire:
  • il 70% dei finanziamenti erogati a favore di imprese che hanno un fatturato superiore ai 5 miliardi di euro;
  • l’80% dei finanziamenti erogati a favore di imprese che hanno un fatturato tra 1,5 e 5 miliardi di euro o che hanno almeno 5.000 dipendenti in Italia;
  • il 90% dei finanziamenti erogati a favore di imprese che hanno un fatturato fino a 1,5 miliardi di euro o che hanno meno di 5.000 dipendenti in Italia.

Per le imprese che riescono ad ottenere il prestito, il costo del finanziamento è rappresentato dal tasso di interesse applicato dal soggetto erogante e dal costo garanzia.

Per avere un’idea delle condizioni applicate puoi andare sul sito sace.it ed utilizzare il simulatore inserendo i dati economici e finanziari dell’impresa registrati nel bilancio del 2019.

Prestiti garantiti dallo Stato: ecco percorso da seguire per poterlo ottenere

Naturalmente per ottenere questo tipo di prestiti è necessario seguire una procedura ben precisa ossia:

  • come impresa devi rivolgerti ad una banca o ad un altro dei soggetti abilitati per ottenere un finanziamento con garanzia dello Stato;
  • la banca controlla se hai i criteri di ammissibilità ed effettua l’istruttoria creditizia; se l’esito è positivo, la banca stessa inserisce la richiesta di garanzia nel portale web di SACE;
  • SACE, una volta ricevuta la richiesta con esito positivo di delibera, assegna alla pratica un Codice Unico Identificativo ed emette la garanzia;
  • la banca eroga il finanziamento coperto da garanzia di SACE e dalla controgaranzia dello Stato.

Domande e risposte sui Prestiti garantiti dallo Stato

D: Se un amministratore di s.r.l. ha pagato la rata di mutuo prima casa con 6 giorni di ritardo, questo impedisce alla banca di erogare il finanziamento di 25.000 euro alla s.r.l.?

R: No, nel modo più assoluto, almeno sotto il profilo strettamente giuridico. Resta il fatto che la banca può anche rifiutarsi di erogare il finanziamento, senza dovere rendere conto di nulla a chicchessia.

D: È possibile sottoscrivere un finanziamento di 6 anni ed estinguerlo anticipatamente?

R: Certamente, è nella piena possibilità, una volta ottenuto il finanziamento, estinguerlo anticipatamente. Se al momento dell’estinzione anticipata del finanziamento il debito residuo non supera 10.000 euro, non vi è alcuna penale. Se l’importo dovesse essere superiore, la penale massima applicabile è dell’1 per cento sul debito residuo, laddove la vita residua del contratto sia superiore ad 1 anno.

D: Una società partecipata indirettamente per il 99 per cento da un ente pubblico locale, a norma della raccomandazione n. 2003/361/CE, non è considerata PMI. Avendo un fatturato inferiore ad euro 1,5 miliardi e meno di 5.000 dipendenti, la società può comunque accedere alla procedura semplificata di cui al punto 5 del manuale operativo SACE o deve comunque riferirsi alla procedura ordinaria di cui al punto 6 del medesimo manuale?

R: La procedura semplificata in cui interviene la garanzia della SACE è riservata alle imprese con fatturato globale inferiore o uguali a 1,5 miliardi di euro e con numero di dipendenti in Italia inferiore o uguali a 5.000, per finanziamenti di importo inferiore a 375 milioni di euro. In questo caso, la garanzia può essere del 90 per cento.

Spero che questa sia stata per te una linea guida su cosa sono i prestiti garantiti dallo Stato e su come ottenerli.

Vuoi affrontare questo percorso affidandoti ad un team di professionisti?

Allora sei nel posto giusto! Compila il form qui sotto e prenota la tua consulenza gratuita: insieme ad un nostro esperto ti mostreremo come ottenere questi prestiti. Ti mostreremo inoltre anche i nostri prodotti per fare un percorso di rilancio della tua azienda a 360°!

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Open Innovation 4.0: un trampolino di lancio per le aziende https://blog.alzarating.com/open-innovation-4-0-un-trampolino-di-lancio-per-le-aziende/ https://blog.alzarating.com/open-innovation-4-0-un-trampolino-di-lancio-per-le-aziende/#comments Thu, 18 Feb 2021 10:44:57 +0000 https://www.alzarating.com/?p=2810 L’Open Innovation 4.0 è un metodo di innovazione alternativo che unisce le risorse interne a quelle esterne esistenti nel mercato condividendo le conoscenze e ottimizzandole. Questo nuovo approccio sconvolge il modello classico secondo cui l’innovazione deve avvenire all’interno dell’azienda perchè questo è modo per conseguire i risultati. Il pieno controllo del processo ne garantirebbe in…

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L’Open Innovation 4.0 è un metodo di innovazione alternativo che unisce le risorse interne a quelle esterne esistenti nel mercato condividendo le conoscenze e ottimizzandole.

Questo nuovo approccio sconvolge il modello classico secondo cui l’innovazione deve avvenire all’interno dell’azienda perchè questo è modo per conseguire i risultati.

Il pieno controllo del processo ne garantirebbe in questo modo la buona riuscita.

Tuttavia, con il passare del tempo i confini dell’azienda con il mondo esterno sono diventati sempre più labili.

Questo incoraggia e favorisce una reciproca contaminazione intesa come scambio di idee e condivisione delle conoscenze. Uno scambio che si è evoluto in una più stretta collaborazione e co-creazione.

Ma come muovere i primi passi e adottare l’Open Innovation? Esistono tre passi principali da seguire.

  • Permettere ai clienti di partecipare attivamente ai processi di R&D – il contatto con gli “utilizzatori” del prodotto permette di capirne a fondo le esigenze.
  • Collaborare con le Università, Centri di Ricerca, avere una “finestra aperta” sulle novità è essenziale per capire come si evolvono le tecnologie e anticipare i trend.
  • Individuare i “gate keeper” della conoscenza e il network in cui muoversi. In questa fase può essere utile lavorare con gli intermediari dell’Open Innovation.

In generale, dallo studio emerge che la divisione R&D e ingegnerizzazione delle aziende che praticano Open Innovation dispone di maggiore autonomia di gestione delle risorse finanziarie da destinare alle attività di innovazione.

La maggiore sfida nella gestione dell’Open Innovation rimane tuttavia all’interno delle aziende stesse. Il cambiamento di paradigma dalla innovazione chiusa alla innovazione aperta rappresenta ancora la barriera più difficile da superare.

Open Innovation 4.0: un’attività irrinunciabile

Saper innovare può fare la differenza. Meglio un’azienda che segue sempre le novità del mercato e vi si adegua oppure diventare un’azienda capace di fissare nuovi standard, nuovi target? Un’azienda che verrà guardata con altri occhi e presa come esempio.

In poche parole, passare da fare semplice innovazione incrementale a fare innovazione dirompente (disruptive).

Una gestione ottimale dell’innovazione può aiutare a sviluppare soluzioni davvero vincenti e distintive.

Un’azienda che non innova costantemente, almeno in modo incrementale, non ha futuro. Quando si accorgerà di essere rimasta indietro rispetto al mercato, il divario da colmare sarà troppo grande:

  • La situazione finanziaria sarà già fragile e compromessa e non consentirà di fare importanti investimenti.
  • La forza commerciale non sarà motivata. Questo perché non potrà offrire prodotti all’altezza della concorrenza e le quote di mercato si saranno via via sempre più ridotte.
  • Il personale strategico sarà andato a lavorare altrove, dove ha avuto la possibilità di esprimere il proprio potenziale.

Il percorso verso il declino sarà difficilmente irreversibile.

Se invece vuoi innovare e vuoi farlo in modo organizzato arrivando a soluzioni fortemente strategiche per la tua azienda e per il tuo business allora segui i miei consigli.

Innovare non è semplice.

Non basta avere qualche intuizione (anche molto valida), se non si riesce poi a tradurla in una soluzione vincente sul mercato.

Esistono molti modi per fare innovazione e distinguersi dai competitor. Sicuramente il vantaggio competitivo si crea quando si porta in azienda L’open innovation 4.0, ossia una novità assoluta. Dove trovarla?

Ci sono solo due alternative (escludendo intuizioni geniali che accadono poche volte nella storia dell’umanità):

  1. attingendo a soluzioni laddove queste vengono ideate e sono ancora in stato embrionale, quindi ancora non diffuse e note (nei centri di ricerca e nelle università):
  2. utilizzando in modo diverso le soluzioni utilizzate in altri settori.

Questo si chiama TRASFERIMENTO TECNOLOGICO. Per favorire la nascita di idee geniali si devono utilizzare modalità di lavoro appositamente dedicate.

Esistono tecniche apposite, per aiutare le persone che sono già contaminate da una visione (dell’azienda, dei suoi prodotti e servizi), che difficilmente lascia spazio a idee fuori dagli schemi e talvolta apparentemente un po’ folli. La difficoltà è proprio nel far rompere gli schemi e andare oltre il pensiero ordinario. Così si generano intuizioni vincenti.

Questo si chiama OPEN INNOVATION 4.0

Open Innovation 4.0: come gestire un investimento in modo strategico

L’innovazione è una vera e propria business unit aziendale. Deve trovare un vero e proprio spazio nell’organizzazione aziendale. Come tutte le aree funzionali deve essere organizzata e gestita sia a livello operativo sia a livello economico, come un ordinario centro di costo.

Un’area aziendale dal ruolo così strategico merita una gestione ai massimi livelli. Questo per evitare che si trasformi in una disordinata sequenza di attività senza un indirizzo ben definito, a scapito poi di risultati deludenti e innovazioni che non trovano mai successo sul mercato.

Esiste una normazione specifica per la gestione dei processi di innovazione e di Ricerca & Sviluppo che introduce in azienda buone prassi che aiutano a controllare il processo inventivo e portano a risultati concreti ed utili per l’azienda.

La norma ISO 56002 è nata nel 2019 e diventerà, come la certificazione di qualità, un requisito sempre più richiesto dalle grandi aziende committenti.

Ci sono aziende di grande fama mondiale, come la Apple o la Dyson, che sono state sempre identificate per la loro capacità di fare innovazione dirompente. Aziende che non hanno dovuto mai sottostare alla “guerra dei prezzi” perché il mercato ha sempre riconosciuto al loro brand valori di innovazione assoluta e di design.

Introdurre un metodo di gestione dell’innovazione strutturato ad aprirsi (Open Innovation 4.0) a soluzioni innovative che arrivano dal mondo della ricerca o da settori lontani dal vostro, può dare vita a fenomeni simili, anche se in scala più ridotta. 

Fare innovazione partendo dalle persone

Benché l’innovazione abbia a che fare con la scoperta e non sia semplice stabilirne il punto di arrivo a priori, quando si sviluppano nuove idee o è in corso un forte cambiamento.

Oppure è necessario che ci sia coerenza con il piano strategico dell’impresa che definisce gli obiettivi di lungo termine.

Il punto di raccordo tra strategia e innovazione sono le persone che, attraverso i propri comportamenti, possono costruire un’organizzazione dinamica.

Un’ organizzazione dove la collaborazione per risolvere problematiche di business avviene sulla base delle competenze individuali e dell’allineamento reciproco.

Dove l’apertura al mondo esterno mantiene l’impresa preparata ad affrontare i cambiamenti di contesto.

Dove la sperimentazione rappresenta il modo attraverso il quale testare l’efficacia della strategia e individuare buone pratiche da diffondere a tutti i livelli dell’organizzazione.

Cosa significa fare Open Innovation?

Fare innovazione aperta non significa cestinare l’innovazione sviluppata internamente (magari dall’R&D) e gettarsi a perdifiato nella ricerca di innovazioni “pret-a-porter” fuori dai confini dell’azienda.

Al contrario, Open Innovation 4.0 significa costruire un vero e proprio processo in cui da un lato l’azienda costruisce un esteso ecosistema di innovazione al quale partecipano attori esterni.

Dall’altro lato serve coinvolgere tutti i dipendenti dell’azienda (con modalità di coinvolgimento diverse a seconda delle loro competenze) nello sviluppo delle progettualità con spirito imprenditoriale e approccio orientato alla sperimentazione pratica.

Solo la costruzione del nuovo processo di innovazione aperto e coinvolgente mantiene l’impresa preparata ad affrontare il futuro.

Oggi le risorse economiche nelle imprese sono spesso impegnate per far fronte alla spesa corrente. Occorre quindi smettere di attendere ciò che manca e ripartire da ciò che c’è e che deve diventare la risorsa principale su cui far leva per innovare: le persone.

 Il tema connesso alle persone che ricorre sottotraccia riguarda la mancanza di competenze di innovazione interne alle grandi organizzazioni.

Nel contesto attuale, in cui le competenze di innovazione sono difficilmente reperibili sul mercato del lavoro e spesso molto costose, questo passaggio è indispensabile.

Significa individuare i collaboratori che le posseggono e metterli in condizione di poterle esercitare nel contesto lavorativo. Questo anche attraverso Assessment e iniziative mirate a conoscere meglio le vere competenze nascoste dei propri dipendenti.

Il passo successivo riguarda la progettazione e il lancio di iniziative di Open Innovation (dalle Call4Ideas alle community interne d’innovazione) che possano far leva su un vasto ecosistema di “innovatori”.

Una piccola nota, infine, per le piccole e medie imprese: avere un ecosistema d’innovazione non significa solo “possederlo” (che peraltro è un’attività onerosa).

Per una Pmi è di valore anche far parte di ecosistemi di innovazione governati da altri, come ad esempio quelli costruiti dalle grandi imprese già attive su questi fronti, purché rilevanti ai fini del business.

Vantaggi dell’open innovation 4.0

I benefici di questa strategia sono molteplici:

  • condivisione di costi e rischi. I progetti innovativi sono solitamente molto rischiosi poichè il tasso di insuccesso è molto alto così come le risorse e le energie da contribuire e profondere. Accordarsi con un’altra parte crea vantaggi da questo punto di vista poichè divide gli oneri e le eventuali perdite
  • lancio più veloce dell’idea sul mercato. Numerosi casi pratici hanno confermato come l’open innovation abbrevi i tempi dello sviluppo e la commercializzazione dell’idea bruciando le tappe molto più rapidamente.
  • nuove frontiere di guadagno. Attraverso l’open innovation, l’azienda potrebbe scoprire delle potenzialità e delle idee che non sapeva di avere e dalla realizzazione di queste trarre profitti.

Inoltre, questo approccio permette non solo che le nuove tecnologie e conoscenze entrino in possesso dell’azienda ma anche che questa venga esposta all’attenzione di soggetti esterni che possano valorizzare idee usate poco o per nulla e renderle una fonte di entrate come detto sopra.

Innovazione aperta vs innovazione chiusa

Per molto tempo il modello di innovazione si è focalizzato sulle risorse e le potenzialità delle singole aziende: tecnologie e conoscenze avanzate, metodi di selezione delle idee rigorosi e risorse umane altamente qualificate.

Il modo di operare, la prospettiva e le tempistiche differiscono per questi due approcci su diversi livelli:

  • come trovare le idee. Per la closed innovation la soluzione è quella di impiegare i migliori professionisti e specialisti disponibili sul mercato. Mentre in uno scenario di open innovation gli input provengono da un pubblico molto più vasto che, nel complesso, contribuisce un’idea di alta qualità
  • controllo dell’innovazione. Nel primo caso, il metodo migliore per innovare è quello di curare l’intero processo all’interno dell’azienda stessa vigilando costantemente in ogni passaggio. Nel secondo solo parte dell’innovazione avviene all’interno dei confini dell’impresa e in ogni caso viene coordinata con gli stimoli e i flussi di informazioni provenienti dall’esterno.
  • tempistiche di innovazione. Se in passato era fondamentale essere i creatori dell’idea e primi nel presentarla sul mercato dopo averla sviluppata internamente, ora la paternità dell’idea non è così rilevante ma è più funzionale comprare licenze e stringere accordi strategici con aziende innovatrici.

La rete di aziende ovvero il network è un elemento chiave per il successo poichè permettono di massimizzare le potenzialità delle singole aziende e migliorare la prestazione.

Anche tu vuoi approfittare di questo trampolino di lancio per innovare e differenziare la tua azienda? Ti piacerebbe poterti affidare ad un team di professionisti esperti in materia?

Allora compila il form qui sotto e prenota la tua consulenza gratuita: avrai a disposizione uno dei nostri esperti con cui studiare il percorso migliore rendere la tua azienda innovativa e differenziante grazie all’implementazione dei nostri prodotti.

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A Natale Fatti un regalo! Scopri come aumentare il tuo fatturato https://blog.alzarating.com/a-natale-fatti-un-regalo-scopri-come-aumentare-il-tuo-fatturato/ https://blog.alzarating.com/a-natale-fatti-un-regalo-scopri-come-aumentare-il-tuo-fatturato/#respond Wed, 23 Dec 2020 11:47:31 +0000 https://www.alzarating.com/?p=2632 Il Natale, la festa tanto attesa di questo mese, dove tutti fanno shopping (quest’anno principalmente online vista la situazione causata dal Covid – 19); una vera e propria corsa ai regali anche negli ultimi giorni. E tu che regalo vorresti per Natale? Sei uno di quegli imprenditori che ha avuto un anno davvero difficile con…

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Il Natale, la festa tanto attesa di questo mese, dove tutti fanno shopping (quest’anno principalmente online vista la situazione causata dal Covid – 19); una vera e propria corsa ai regali anche negli ultimi giorni.

E tu che regalo vorresti per Natale?

Sei uno di quegli imprenditori che ha avuto un anno davvero difficile con fatturati altalenanti e mesi da incubo?

Oppure, nonostante la situazione, sei riuscito a mantenere dei fatturati costanti o al di sopra della media?

Se fai parte di quegli imprenditori che hanno dovuto arrampicarsi sugli specchi per arrivare a fine anno e, al pensiero di cosa li aspetta nel nuovo anno non ci dormono la notte, allora per questo Natale voglio farti io un regalo.

Certo non sarà magari un qualcosa che potrai scartare alla vigilia insieme alla tua famiglia. Per quel tipo di regalo mi auguro ci abbiano pensato le persone che ami.

È più un regalo proiettato nel futuro, un regalo per te e la tua azienda; tra un po’ scoprirai di cosa si tratta.

Anche perché mi rendo conto che se la situazione economica aziendale non è messa bene anche tu non riesci a viverti a pieno queste feste.

Già ci pensa la pandemia a farci vivere un Natale anomalo. Poi ci si mette anche la crisi, dove ci sono imprenditori che vorrebbero fare dei regali ai dipendenti, premiarli con dei soldi in più ma visto com’ è andato l’anno, NON POSSONO!

Questo li fa sentire frustrati perché vedono un futuro incerto e non sanno se e quando ne verranno fuori.

Allora ecco il mio regalo che spero possa essere un trampolino di lancio per l’anno nuovo e che possa farti vivere un Natale un po’ più sereno.

A Natale puoi…..scoprire le strategie per far decollare il tuo fatturato

La crescita e il successo di un’azienda non derivano mai da azioni casuali sul mercato, bensì da specifiche strategie per aumentare il fatturato.

L’obiettivo è quello di acquisire nuovi clienti e di fidelizzare quelli preesistenti, assicurandosi un maggior numero di vendite.

Stai già promuovendo la tua attività per incontrare nuove opportunità commerciali ma vorresti dare nuovo slancio alla tua strategia?

Non hai ancora applicato azioni concrete in questo senso e vorresti acquisire maggiore visibilità e stabilità sul mercato?

Sfrutta al massimo il tuo sito per farti trovare

L’arrivo di internet ha rivoluzionato la vita delle persone. Basti pensare alla possibilità di fare la spesa online e di riceverla direttamente a casa, di guardare sul divano un film appena uscito, di prenotare le vacanze con un semplice click.

Fino a qualche anno fa, tutto ciò non era nemmeno concepito; oggi, è pura realtà. Anche le abitudini del consumatore sono state inevitabilmente influenzate dal mondo digitale.

Ti è mai capitato di interpellare Google per conoscere informazioni su un determinato argomento o prodotto?

Ti sei mai lasciato influenzare dalle recensioni su TripAdvisor prima di prenotare in un albergo?

Hai mai conosciuto e apprezzato un brand in base a ciò che pubblica sui social network?

Che lo si voglia o meno, i canali digitali oggi sono parte integrante delle nostre vite e incidono anche sui nostri acquisti.

Proprio perché il consumatore utilizza sempre più spesso internet non solo come passatempo, ma anche per i propri acquisti.

Pensa solo in questo periodo di Natale quanti siti sono stati visitati e quanti acquisti sono stati fatti online

Di conseguenza è fondamentale essere presenti laddove il nostro target compie ricerche.

Ed è proprio per migliorare la visibilità online della nostra azienda che vengono strutturate e applicate le strategie di web marketing.

L’obiettivo è quello di sfruttare la popolarità di internet per raggiungere nuove opportunità commerciali.

A Natale puoi… (e non solo!) essere attivo su molteplici motori di ricerca

Grazie alle strategie di marketing possiamo essere presenti online in maniera attiva ed efficace sui seguenti canali:

Sito web.

Il punto di partenza per ottenere una migliore presenza online è sempre la realizzazione di un sito web efficace che funge da biglietto da visita della nostra azienda. È qui che possiamo raccontare chi siamo, cosa facciamo, qual è la nostra storia. Quali sono i valori che ci muovono nella creazione dei prodotti e nella fornitura dei servizi. Tutto questo  ci permette di entrare in empatia con il consumatore, avvicinandolo ulteriormente alla nostra impresa.

Motori di ricerca.

Grazie a specifiche azioni strategiche, il nostro sito raggiunge le prime posizioni su Google. Questo grazie alle parole chiave che il nostro target di riferimento digita in merito a un bisogno che possiamo soddisfare. Per esempio, se vendiamo macchinari destinati alle falegnamerie, potremo ottenere visibilità per keyword quali “seghe circolari”, aspiratori”, “bordatrici”. Le strategie che si focalizzano sui motori di ricerca sono la SEO (Search Engine Optimization) e la SEM (Search Engine Marketing).

Social network.

A oggi, sono moltissimi gli utenti che si connettono quotidianamente sui canali social. Non solo nei momenti di noia, ma anche in quelli in cui ricercano nuovi prodotti e servizi. Pubblicare contenuti interessanti e persuasivi in maniera costante e strategica permette di raggiungere e fidelizzare il proprio target, acquisendo di conseguenza nuove vendite.

E-mail.

Costruire una relazione duratura con i clienti (o potenziali clienti) con cui intraprendiamo rapporti commerciali ci permette di massimizzare le vendite. Di conseguenza  possiamo ottenere la massima redditività da ogni nostro contatto. L’e-mail marketing ha come obiettivo quello di segmentare il database dei clienti. Questo permette di offrire a ogni utente il prodotto, lo sconto, l’informazione migliore in base alle sue esigenze. Grazie a una visione ampia e strategica, inviare una newsletter non è più sinonimo di “SPAM”, ma significa educare e dare al consumatore la risposta che stava cercando.

Il web ed il valore dei contenuti

Considerando l’elevato numero di imprese che attualmente popolano il Web, come per i canali tradizionali è essenziale oggi dare spazio alla creatività e proporre contenuti che creino valore.

L’obiettivo per differenziarsi è sempre quello di essere originali.

In che modo? Per esempio, una realtà gastronomica potrebbe realizzare i video tutorial di ricette nuove e intriganti.

Un’agenzia turistica potrebbe ideare un podcast che racconta viaggi e tradizioni; un fotografo potrebbe creare un corso di fotografia online.

in questo modo, potremo dare vita a una community che ruota attorno al nostro brand. Queste persone non solo acquisteranno i nostri prodotti e servizi, ma diffonderanno anche i nostri valori, attivando un efficace e redditizio passaparola.

Grazie a una mentalità strategica e a contenuti originali, sarà possibile incrementare notevolmente il parco clienti della nostra azienda, che non sarà più relegato ai nostri confini geografici.

Sul Web possiamo conquistare l’attenzione di chiunque, a prescindere da dove si trovi. In questo modo, le possibilità di incontrare nuove opportunità commerciali si moltiplicano a dismisura.

Con queste strategie l’incremento del fatturato è assicurato.

Ma non finisce qui….questo Natale per te deve essere sereno…andiamo avanti

Nell’articolo di ieri ho voluto spiegarti l’importanza del Customer Lifetime Value ossia l’importanza di dare il massimo valore ai clienti già esistenti. Questo perchè instaurare relazioni commerciali durature nel tempo permette di aumentare costantemente il fatturato e di raggiungere così una maggiore stabilità.

Un altro importante benefit di queste azioni strategiche è che i clienti divengono “promotori” della nostra azienda, consigliandoci ad amici e parenti. Questi risultati si ottengono con un effort di gran lunga inferiore rispetto a quello impiegato nell’acquisizione di nuovi clienti.

L’articolo di ieri era fondamentalmente un anticipo del regalo che volevo farti oggi! Perché instaurare relazioni durature con i clienti ed avere la capacità di fidelizzarli aumenterà sicuramente i tuoi fatturati.

Ma andiamo avanti! Cos’altro possiamo fare?

A Natale puoi…..scoprire le strategie per spingere i tuoi clienti ad acquistare

Tra le strategie per aumentare il fatturato più efficaci troviamo anche upselling e cross-selling. Di cosa si tratta?

L’obiettivo perseguito da queste 2 importanti strategie è quello di ottenere la massima redditività dal singolo acquisto.

Nel primo caso attraverso l’upselling invogliamo il consumatore ad acquistare un prodotto o un servizio su cui abbiamo una maggiore marginalità.

Nel caso del cross-selling, invece, accostiamo a un prodotto un articolo a esso correlato a un prezzo minore rispetto alla somma dei due.

Vediamo un paio di esempi per comprenderne al meglio il funzionamento.

Ti è mai capitato di voler prenotare una camera standard su Booking, la nota piattaforma di prenotazione degli alloggi, e di ricevere infine la proposta di un “upgrade”?

In pratica, con una piccola differenza rispetto al budget iniziale avresti potuto prenotare una stanza luxury. Ebbene, questo è il modo con cui Booking fa upselling: ti propone un prodotto, la camera dell’hotel, di qualità superiore rispetto a ciò che desideri, con una maggiorazione di pochi euro.

Per quanto riguarda il cross-selling, possiamo invece fare l’esempio di Mc Donald’s il fast food più famoso al mondo. Fino a diversi anni fa proponeva l’acquisto del singolo panino, separato dalle patatine fritte e dalla bibita.

Per invogliare il consumatore a un acquisto più sostanzioso, la catena di fast food ha quindi realizzato i menu che, ad un prezzo inferiore rispetto alla somma degli alimenti presi singolarmente, ti permettono di avere un pasto completo. L’idea è stata un successo, non solo a livello economico, ma anche a livello di immagine.

Questo perchè Mc Donald’s non viene più visto come un luogo dove mangiare un panino al volo per merenda, bensì come il fast food in cui ordinare anche il pranzo e la cena, fermandosi più a lungo.

Il tuo brand è unico e differenziato? Se la risposta è no devi creare un’immagine univoca.

Quando pensi a Nike, la tua mente vola immediatamente a una virgola nera che caratterizza calzature di qualità.

Se pensi a Mc Donald’s, accosti subito il brand a una M arrotondata e ai colori rosso e giallo. È così? Succede perché il marchio ha applicato una strategia basata sull’immagine coordinata: con questo termine, intendiamo tutti quegli elementi che definiscono l’identità di un’impresa per mezzo della comunicazione visiva.

L’immagine aziendale ha un ruolo di primaria importanza nella costruzione di un brand e nell’acquisizione di nuovi clienti.

È a partire da questa che il nostro marchio viene associato a colori, elementi e valori che ci permettono di distinguerci sul mercato.

Per fare in modo, però, di diffondere la nostra immagine è necessario che ci sia coerenza tra un canale e l’altro, creando così una strategia omnichannel univoca.

 Il messaggio che vuoi lanciare dev’essere quindi ben chiaro attraverso il logo aziendale, la carta intestata, il sito web, gli elementi grafici in brochure, i profili social, le newsletter e tutto quanto ruota attorno al tuo brand.

È necessario quindi definire fin dal principio la mission e la vision della tua azienda, cosicché l’utente possa identificarsi nei nostri valori e farli suoi.

Ma come puoi realizzare e, soprattutto, diffondere la tua immagine aziendale? Considera che nella maggior parte dei casi il consumatore non acquista un articolo, bensì la tua storia, il valore emotivo che sei grado di trasmettergli.

È per questo che Simon Sinek, ideatore del modello del cerchio d’oro e scrittore e saggista inglese, sostiene che è necessario puntare non tanto sul “cosa” e sul “come”, bensì sul “perché”, sul motivo che ti spinge a immettere il prodotto sul mercato.

In virtù di questo, non è sempre il miglior prodotto o servizio a vincere sulla concorrenza.

Nella maggior parte dei casi, l’azienda che riesce a conquistare il mercato è quella che sa comunicare meglio la storia e l’emozione nei suoi prodotti e servizi. Ecco perché il tuo brand è così importante.

Spero davvero che questo post sia stato per te un piccolo regalo di Natale, un estratto di strategia di marketing su cui riflettere durante questi ultimi giorni dell’anno e sui cui lavorare per l’anno nuovo.

Sappi però che se vuoi essere affiancato in questo percorso avresti la possibilità di affidarti ad un team di esperti in materia.

Insieme a noi potresti programmare le strategie da implementare al tuo business per far decollare il tuo fatturato.

Ti basta compilare il form qui sotto e richiedere la tua consulenza gratuita.

Insieme studieremo e metteremo in atto il percorso per rilanciare la tua azienda.

Nel mentre io e il mio team ne vogliamo approfittare per farti i nostri migliori auguri!!

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Lo sviluppo sostenibile: cos’è e quali sono i vantaggi? https://blog.alzarating.com/lo-sviluppo-sostenibile-cose-e-quali-sono-i-vantaggi/ https://blog.alzarating.com/lo-sviluppo-sostenibile-cose-e-quali-sono-i-vantaggi/#comments Wed, 25 Nov 2020 10:33:00 +0000 https://www.alzarating.com/?p=2586 Lo sviluppo sostenibile è la capacità della nostra specie di riuscire a vivere, in maniera dignitosa ed equa per tutti, senza distruggere i sistemi naturali da cui traiamo le risorse per vivere e senza oltrepassare le loro capacità di assorbire gli scarti e i rifiuti dovuti alle nostre attività produttive. Parlando di sviluppo sostenibile e aziende…

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Lo sviluppo sostenibile è la capacità della nostra specie di riuscire a vivere, in maniera dignitosa ed equa per tutti, senza distruggere i sistemi naturali da cui traiamo le risorse per vivere e senza oltrepassare le loro capacità di assorbire gli scarti e i rifiuti dovuti alle nostre attività produttive.

Parlando di sviluppo sostenibile e aziende è molto importante affrontare questo argomento se un’azienda vuole lavorare nel rispetto dell’ambiente perché parliamo di una produttività che si interessa nel prendersi cura delle risorse umane e dell’ambiente stesso. 

Sviluppo sostenibile: il principio di sostenibilità e la carta dei valori

È chiaro che il principio della sostenibilità, rapportato alla vita aziendale, è perfettamente sovrapponibile con la ricerca della soddisfazione delle attese degli stakeholder.

In quanto, solo in questo modo, la sopravvivenza è assicurata in un ottica di lungo periodo.

Il successo non deve essere considerato, dunque, solo in termini quantitativi di breve periodo, ma sulla base del contributo che l’azienda offre al raggiungimento di obiettivi qualitativi dei soggetti che le gravitano attorno e ne alimentano il successo stesso nel presente e nel futuro.

In questo modo si può puntare ad uno “sviluppo sostenibile” per l’azienda che al tempo stesso può  ottenere un vantaggio competitivo.

Il successo aziendale di lungo termine è possibile solo se vengono soddisfatte le aspettative di tutti i portatori di interesse.

Un primo strumento che formalizza i principi su i quali un’azienda dovrebbe fondare la propria crescita è la carta dei valori.

Questo è un documento nel quale l’organizzazione dichiara la sua vision e la sua mission, elencando i valori condivisi dalla struttura e su cui si basa la sua cultura.

Rappresenta una guida ai comportamenti dell’azienda nei confronti dei suoi interlocutori, attraverso una breve spiegazione del significato di ciascun valore, rendendo così esplicito in primis verso l’interno, ma anche all’esterno, ciò in cui l’organizzazione crede.

La carta dei valori, è il mezzo che getta le basi per costruire e far funzionare un’organizzazione in un clima di rispetto reciproco e di trasparenza.

Vi possono essere due approcci per costruire la carta dei valori:

  • il primo segue una logica top-down, secondo la quale è il vertice aziendale a stabilire dei valori che vengono calati ai livelli più bassi;
  • il secondo, invece, segue un percorso di generazione che parte dal basso, facendo partecipare ciascun lavoratore alla definizione della carta dei valori.

In entrambi i casi, tuttavia, si corre il rischio di portare alla luce una serie di valori generici e troppo “universali” nei quali tutti i membri possano identificarsi e riconoscersi.

Sviluppo sostenibile: come ogni realtà aziendale può essere sostenibile?

Quando si parla di sviluppo sostenibile non si può non pensare ai temi ecologici.

Data l’allarmante situazione del nostro pianeta, stanno arrivando risposte concrete: sia da parte di alcuni leader mondiali che di realtà piccole. Ma ovviamente questo non basta. 

Per questo è necessario che ognuno di noi si muova in questa direzione.

Nello specifico, se possiedi un’azienda,  da una fabbrica di calzature o un ufficio di comunicazione, dovresti ripensarne l’impatto ecologico. In questo modo darai un messaggio forte non solo in materia di rispetto dell’ambiente, ma anche per preservare la salute di umani e animali. 

Se possiedi un’azienda che si occupa di abbigliamento potrai iniziare a prendere accordi con fornitori che non utilizzano, o comunque limitano, processi chimici durante la fase di lavorazione. Sull’altro fronte le aziende produttrici di vestiti e scarpe dovranno adottare politiche che ne garantiscono un minore impatto ambientale.

Come è noto la lavorazione del pellame e dei tessuti sono alcuni dei processi più inquietanti a livello macroaziendale. 

Tuttavia ci sono anche altre piccole cose da poter fare per impattare l’ambiente in modo meno negativo. Una di queste è dire no alla plastica all’interno dei luoghi di lavoro.

In che modo? Utilizzando posate e bicchieri riciclati e riciclabili. 

Questo fa capire come ogni azienda può mettere in pratica azioni che sono a favore dell’ambiente ma al tempo stesso può essere produttiva e competitiva sul mercato. Non dobbiamo dimenticare che un’azienda sostenibile vanta una reputazione migliore anche agli occhi dei clienti e di coloro che potrebbero diventarlo.

Sviluppo sostenibile e lavoratori

I dipendenti sono la forza trainante di qualunque realtà lavorativa. È compito dunque dell’azienda,  qualunque azienda, valorizzarne le capacità umani e professionali.

In quest’ottica è chiaro che un corretto investimento sul piano ecologico non andrà a preservare soltanto l’ambiente, ma anche tutti coloro che lo abitano. 

Il raggiungimento di un buon risultato su questo fronte è dato da investimenti giusti e spesso danarosi, ma che vale la pena effettuare per giungere a una produttività sostenibile a 360 gradi. 

Sappiamo infatti che un lavoratore soddisfatto della propria posizione e della realtà in cui opera, sarà molto più produttivo e spronato rispetto a quello insoddisfatto.

Per fare questo è necessario che l’azienda lavori sul valore dei propri dipendenti facendoli sentire parte di un tutto. 

Questo tipo di idea può applicarsi in molti modi diversi, in base ovviamente al tipo di azienda. Come accennato, se la filosofia aziendale sceglie di promuovere un’alimentazione a chilometro zero presso i propri punti ristoro i lavoratori si sentiranno parte di un processo di valore che migliora le loro condizioni in quel contesto. 

Altri aspetti da considerare per uno sviluppo sostenibile sono dare vita a un sistema che rinunci alla novecentesca catena di montaggio, per una sinergia che fa delle capacità umane la propria forza motrice. In questo senso sarà giusto concedere ai dipendenti le giuste pause, rispettando gli orari di lavoro come da contratto, proponendo stipendi calibrati realmente sulle loro capacità e concordando periodi di ferie.

Sviluppo sostenibile: quali sono i vantaggi competitivi per le aziende?  

L’azienda del futuro che sceglie di essere sostenibile è un’azienda con una visione. Un’azienda con uno scopo, capace di ispirare altre aziende oltre che le persone.

E non quindi un’azienda che decide di essere sostenibile solo per rispettare le normative, o per trovare una differenziazione.

Ma quali sono i vantaggi competitivi che hanno le aziende ecosostenibili che sposano questa visione?

Creazione di una proposta di valore e fidelizzazione

Oggi i consumatori sono più informati e sono anche preoccupati per le questioni ambientali, il commercio equo e l’eguaglianza sociale. E vogliono acquistare i loro beni e servizi da aziende sensibili a queste tematiche.

Secondo il rapporto Nielsen, società leader nelle indagini di mercato, il 52% dei consumatori dichiara che è disposta a spendere di più se il brand adotta delle politiche di sostenibilità.

In questo rapporto si evidenzia come i marchi che sono in grado di connettersi strategicamente (sostenibilità) al comportamento dei consumatori aumentano le aspettative e la domanda dei consumatori. Altra cosa molto importante è che le dichiarazioni di sostenibilità sulle confezioni dei prodotti devono anche riflettere sul modo in cui un’azienda opera dentro e fuori.

In altre parole, i clienti vogliono prodotti sostenibili da aziende sostenibili.

E questo include ogni aspetto aziendale, dalle modalità lavorative all’impatto ambientale della produzione.

Del resto ricordati sempre che le persone credono che le loro decisioni di acquisto siano basate su scelte razionali, ma la maggior parte dei consumatori decide cosa acquistare e da chi acquistare, in base alle proprie emozioni.

Prova a pensarci anche tu.

Compreresti una cornice perché “è creata artigianalmente in argento” o perché “è creata per incorniciare i momenti speciali della tua vita”.

La stessa cosa vale per le scelte sostenibili. Sono spesso guidate dai sentimenti ma, soprattutto, dai propri valori.

Comprendere a fondo ciò che i clienti desiderano e credono veramente è fondamentale per stabilire una proposta di valore che attiri la loro attenzione.

Allineando la tua strategia di business e di marketing per soddisfare la domanda di sostenibilità, otterrai più successo sul mercato ed un importante vantaggio competitivo.

Aumento del valore della produzione e dell’occupazione

L’offerta di beni e servizi con l’obiettivo di proteggere l’ambiente e portare avanti politiche sostenibili è in continua crescita. E sono i dati a confermarlo.

Nel 2017 in Italia questo settore ha generato un valore della produzione per 78 miliardi di euro. Nello stesso anno l’occupazione nelle aziende ecosostenibili ha raggiunto le 388mila unità.

In quattro anni, fra il 2014 e il 2017, è stata registrata una crescita del 4,6% delle unità di lavoro e dell’11% del valore aggiunto. Infine il valore della produzione è aumentato nello stesso periodo del 3,6%.

La sostenibilità ambientale appare sempre di più come un elemento strategico. Un elemento, in grado di innescare nuove dinamiche competitive e di giocare un ruolo cardine nella competizione.

Aziende ecosostenibili: la comunicazione delle politiche di sostenibilità

La strategia di sostenibilità va comunicata all’esterno.

Un ultimo aspetto che rende la sostenibilità un forte strumento di competitività aziendale è la sua integrazione nella strategia di marketing.

Dopo aver visto quanto è alta l’attenzione dei consumatori su queste tematiche, è fondamentale basare la strategia di vendita aziendale su questo vantaggio competitivo.

Un esempio ci viene offerto dalla nota gelateria Grom.

Elemento distintivo di questa realtà è la naturalezza dei suoi prodotti. In linea con questo elemento Grom certifica che tutta l’attività di produzione venga realizzata con particolare attenzione alla sostenibilità. Coppette, cucchiai e tovaglioli sono infatti biodegradabili.

Una politica di questo tipo rafforza il marketing offrendo al pubblico un’immagine di coerenza rispetto alla strategia aziendale.

Questo significa rafforzare la propria credibilità ottenendo maggiori vendite e di conseguenza in un vantaggio competitivo sui concorrenti.

Sviluppo sostenibile e finanza: l’esempio di Banca Mediolanum

Il settore bancario si trova a lottare quotidianamente con la fiducia dei consumatori nei confronti nell’interno sistema.

Il Gruppo Mediolanum ha avuto però una visione strategica e, soprattutto, sostenibile.

Iniziamo dalla strategia: tutti ricordiamo lo slogan tanto pronunciato “Costruita intorno a te” dove il rapporto con i clienti viene messo al centro di ogni attività del brand.

Perché sostenibile? All’interno del Bilancio di Sostenibilità aziendale sono riportate tutte le attività svolte dalla banca nel 2018.  La lettura del bilancio è un’attività molto interessante per ogni imprenditore che voglia aumentare l’appeal del proprio brand.

Nello specifico emergono delle strategie precise per ciascuno dei cinque pilastri su cui è composta la sostenibilità:

  • Dipendenti: “i dipendenti vengono “accompagnati” in percorsi di sviluppo professionale finalizzati a far emergere talento e competenze e sono destinatari di politiche di Welfare aziendale inclusive”.
  • Solidità finanziaria: “Il Gruppo Mediolanum alla data del 31 dicembre 2017 ha continuato a registrare un valore di Common Equity Tier 1 Ratio (CET 1 Ratio) incrementale rispetto agli anni precedenti”.
  • Clienti: “importanza di garantire un elevato livello di soddisfazione, attraverso soluzioni sempre più flessibili e all’avanguardia”.
  • Collettività: “Fondazione Mediolanum Onlus”.
  • Ambiente: “attenzione all’ambiente e al consumo di risorse”.

Spero che questo articolo e questi esempi ti siano stati d’aiuto nel farti comprendere l’importanza della sostenibilità ambientale all’interno di un azienda.

Investire in questo settore non è più solo una scelta di nicchia legata solo a motivazioni etiche, ma comporta anche concreti vantaggi a livello finanziario.

A chiedere sempre più prodotti in linea con l’ambiente sono gli stessi mercati, ormai consapevoli che questo trend è stato inserito in modo efficace da investitori e consumatori.

A questo proposito se vuoi saperne di più su come diventare un’azienda sostenibile e maggiormente competitiva sul mercato compila il form qui sotto e prenota la tua consulenza gratuita.

Potrai confrontarti con uno dei nostri esperti in materia che, dopo una prima analisi aziendale, ti mostrerà anche attraverso i nostri prodotti, come ottimizzare la tua azienda orientandola verso uno sviluppo sostenibile.

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Recovery fund: come superare la crisi economica del 2020 https://blog.alzarating.com/recovery-fund-come-superare-la-crisi-economica-del-2020/ https://blog.alzarating.com/recovery-fund-come-superare-la-crisi-economica-del-2020/#respond Thu, 24 Sep 2020 09:30:54 +0000 https://www.alzarating.com/?p=2417 Il Recovery fund è un argomento di cui sentiamo parlare spesso ormai da mesi sia in televisione che sui giornali ma in quanti sanno realmente cos’è è quali impatti e benefici avrà sull’Italia? Cos’è esattamente il Recovery Fund e quanto spetta all’Italia? Il Recovery Fund, è un nuovo strumento europeo per la ripresa approvato, dopo…

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Il Recovery fund è un argomento di cui sentiamo parlare spesso ormai da mesi sia in televisione che sui giornali ma in quanti sanno realmente cos’è è quali impatti e benefici avrà sull’Italia?

Cos’è esattamente il Recovery Fund e quanto spetta all’Italia?

Il Recovery Fund, è un nuovo strumento europeo per la ripresa approvato, dopo quattro giorni di negoziato, dal Consiglio europeo straordinario del 21 luglio 2020.

I Capi di Stato e di governo europei hanno previsto di incrementare il bilancio su base temporanea tramite nuovi finanziamenti raccolti sui mercati finanziari per un ammontare pari a 750 miliardi di euro.

La quota destinata all’Italia nel suo complesso è di circa 209 miliardi ripartiti in 81,4 miliardi in sussidi e 127,4 miliardi in prestiti.

Il resto dei sussidi saranno canalizzati attraverso altri pilastri dell’operazione anticrisi tra cui React Eu, sviluppo rurale, Just transition fund.

I Piani di ripresa e di resilienza dovranno essere inviati dai Governi alla Commissione Europea entro fine aprile 2021.

L’obiettivo del governo Italiano è quello di inviarlo prima di quella scadenza ossia all’inizio del prossimo anno. Bruxelles ha comunque incoraggiato gli Stati membri a sottoporle i programmi preliminari da metà ottobre.

Una volta presentato alla Commissione europea il Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr), Bruxelles avrà a disposizione fino a 8 settimane per esaminare e proporre al Consiglio Ecofin l’approvazione del Piano. L’Ecofin dovrà approvare quindi il piano a maggioranza qualificata entro 4 settimane.

Quali sono le modalità di raccolta delle risorse destinante al Recovery Fund?

Le modalità di raccolta di tali risorse sono uno degli aspetti più innovativi dell’accordo del Consiglio Europeo.

Questo perché in sostanza si è deciso di emettere debito comune, a livello europeo, per finanziare le misure contro la crisi causata dalla Covid-19. 

Il Consiglio europeo, nelle sue conclusioni del 21 luglio, ha voluto comunque ricordare che il nuovo provvedimento rappresenta una risposta eccezionale a una situazione estrema ma temporanea, con chiari limiti di entità, durata e raggio d’azione.

La Commissione Ue emetterà obbligazioni (con scadenza da tre a 30 anni) sui mercati finanziari per conto dell’Ue. L’emissione di questo “debito comunitario”, permesso dal Consiglio fino alla fine del 2026, sarà garantita dal bilancio pluriennale dell’Ue. 

Qual è il meccanismo di condizionalità?

Per accedere al programma l’Italia dovrà presentare un piano nazionale alla Commissione europea. La condizione preliminare per una valutazione positiva della Commissione è “l’effettivo contributo” del piano alla “transizione verde e digitale”.

Ma il punteggio più alto nella valutazione deve essere ottenuto per quanto riguarda la coerenza con le raccomandazioni specifiche per Paese.

Quelle raccomandazioni che annualmente la Commissione detta ad ogni stato membro sono ovviamente più o meno cogenti a seconda del rispetto di parametri e impegni presi.

Nel caso dell’Italia, com’è noto, innanzitutto la riduzione del rapporto deficit/Pil strutturale e del debito pubblico.

Tra le misure suggerite ci sono:

  • le imposte sugli immobili;
  • il taglio delle agevolazioni fiscali e delle aliquote Iva ridotte;
  • il contrasto dell’evasione fiscale e della corruzione;
  • le riforme delle pensioni, del lavoro, della giustizia.

Insomma, le famose “riforme strutturali”.

La valutazione del piano nazionale fatta dalla Commissione dovrà essere approvata dal Consiglio europeo, a maggioranza qualificata. 

Quali progetti saranno finanziati?

La lista di progetti è bella lunga ma quelli che occupano le prime posizioni sono:

  • la proroga di tre anni per superbonus del 110% e sisma bonus;
  • la proroga di cinque anni per il Piano 4.0;
  • l’irrobustimento delle buste paga dei lavoratori con la detassazione degli aumenti;
  • lo stop all’uso del contante e la riforma della riscossione.

Ci saranno inoltre ulteriori interventi per la ripresa, come quelli riguardanti il 5G, il green e la sanità.

Parlando di sanità l’obiettivo del ministero della Salute è investire 34,4 miliardi di euro in 6 anni. In che modo? Utilizzando le risorse del Recovery Fund che serviranno per migliorare:

  • il patrimonio edilizio attraverso la costruzione o la riqualificazione di ospedali;
  • l’adeguamento sismico e antincendio mediante la realizzazione di interventi coerenti con i protocolli di sostenibilità ambientale e di efficienza energetica.

È previsto inoltre l’ammodernamento complessivo del parco tecnologico ospedaliero, sia in termini di attrezzature di alta tecnologia sia di infrastrutture digitali.

Due miliardi e mezzo di euro in 5 anni dovrebbero essere utilizzati per potenziare l’assistenza e le cure domiciliari.

Per poter realizzare tutto questo l’elenco dei progetti e delle riforme da finanziare deve essere credibile e rispondere a tutte le richieste Ue.

Il calendario però deve essere realistico perché se non si rispetta la tabella di marcia i fondi saranno interrotti.

Per l’Italia, è quindi arrivato il momento di mettere in cantiere le riforme che Bruxelles le ha raccomandato nel 2019 e 2020.

Una volta che i piani saranno pronti, la Commissione dovrà valutarli e poi anche il Consiglio dovrà mettere il suo timbro.

Se i piani dovessero essere inviati a gennaio come si aspetta Bruxelles, i fondi potrebbero anche arrivare prima del secondo semestre.

Perché il Recovery Fund  è così importante per il rilancio delle aziende italiane?

Perché se analizziamo bene la situazione attuale il Recovery Fund rappresenta per l’Italia una straordinaria occasione per tornare a crescere, rimuovendo ostacoli di carattere strutturale che penalizzano da troppo tempo lo sviluppo delle attività economiche e la qualità della vita. 

La condizione è quella di  impiegare le rilevanti risorse (in termini reali superiori a quelle del Piano Marshall del secondo dopoguerra) in interventi in grado di generare un impatto duraturo.

Bisogna evitare di ripetere gli errori del passato nell’utilizzare i fondi strutturali e non bisogna dispere le risorse in tanti rivoli senza capitalizzarne i benefici.

Occorre selezionare obiettivi e concentrarsi su progetti che richiedono mezzi cospicui in tempi ristretti.

Più in dettaglio le risorse devono essere indirizzate “agli investimenti in infrastrutture, capitale umano e programmi di riforma”.

Quindi:

  • ammodernamento e potenziamento delle reti infrastrutturali;
  • valorizzazione del patrimonio artistico e culturale, scuola e università;
  • sostegno agli investimenti privati;
  • efficientamento della pubblica amministrazione per dotarla di strumenti e competenze adeguati e diventare fattore di sviluppo e non più freno all’iniziativa privata.

Non meno rilevante sarà la capacità di connettere gli investimenti al mondo produttivo che in Italia è composto in larga parte da micro e piccole imprese.

In questa logica è necessario che le piccole imprese siano destinatarie di interventi specifici come ha riconosciuto la stessa Commissione europea.

Per la CNA occorre potenziare il Piano Transizione 4.0 così come il credito d’imposta per attività di formazione 4.0.

Le priorità di Patuanelli

Le priorità disegnate dal Ministero dello Sviluppo Economico per il Recovery Fund sono la transizione digitale e ambientale e il rafforzamento del sistema produttivo. Sulla critica relativa all’ l’eccessiva frammentazione degli interventi allo studio del suo Ministero (si parla di circa 300 schede) Patuanelli risponde spiegando che “per lavorare su poche aree a grande impatto occorre declinare le priorità su schede puntuali e definite”, necessarie “per capire il percorso che si dà alle diverse aree di impatto per arrivare nei settori produttivi”. 

Sulle priorità della transizione digitale e ambientale l’obiettivo è quello di “far crescere il nostro Paese al livello dei nostri competitori europei, in modo sostenibile, perché “salvare il mondo dal punto di vista ambientale può diventare un motore economico forte”.

La convinzione del Ministro è che “aumentare la produttività significa avere la capacità di investire non soltanto nell’innovazione dei processi ma anche in quella dei prodotti”, che lui stesso definisce “la parte più complicata” da guidare attraverso transizioni “gentili e non traumatiche”.

Sul fronte dell’innovazione sarà sicuramente reso strutturale e potenziato il Piano Transizione 4.0 che incentiva gli investimenti in tecnologie innovative.

L’orizzonte del piano deve essere “almeno triennale” e ci deve essere una totale decontribuzione degli utili reinvestiti in azienda  se reinvestiti in innovazione, nuove tecnologie, trasformazione di processi e prodotti.

 Dare stabilità agli strumenti già esistenti per Patuanelli è la chiave per dare certezze agli imprenditori, al contrario dei bonus e dei nuovi strumenti.

Quale effetto leva avrà in Italia?

Sia che il Recovery Plan dispieghi al massimo potenziale attuale (1.500 miliardi veri, di cui almeno 200 per l’Italia) o anche molto meno, il Paese presto inizierà a ricevere nuove somme tali da raddoppiare o anche moltiplicare per cinque gli investimenti pubblici.

Succederà dalla seconda metà di quest’anno o al più tardi dei prossimi due e ciò pone già una serie di implicazioni.

Questa diventa un’occasione irripetibile per l’Italia anche sotto l’aspetto della crescita dei redditi e del lavoro dal momento che investendo in tecnologia, infrastrutture e innovazione, come prevede il Recovery Plan questo porterà un aumento della capacità produttiva e di conseguenza un aumento dell’occupazione.

Mi auguro che questo post ti abbia chiarito le idee sul Recovery Fund e su quali possono essere le opportunità di crescita e innovazione per le aziende grazie a questi fondi.

Anche il team di AlzaRating oltre ad utilizzare un metodo certificato per migliorare il tuo rating è sempre aggiornato su queste tematiche e ti può guidare su come poter usare questi fondi a tuo favore investendo nell’innovazione nel green e nella digitalizzazione.

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Genova San Giorgio: il ponte in acciaio forgiato dal vento https://blog.alzarating.com/genova-san-giorgio-costruito-in-acciaio-ma-forgiato-nel-vento/ https://blog.alzarating.com/genova-san-giorgio-costruito-in-acciaio-ma-forgiato-nel-vento/#respond Wed, 05 Aug 2020 09:30:00 +0000 https://www.alzarating.com/?p=2234 Queste sono le bellissime parole dette da Renzo Piano durante il suo discorso nella giornata di lunedì 3 agosto 2020, durante l’inaugurazione del Ponte Genova San Giorgio. Ho voluto riportare qui di seguito le parole più belle del suo discorso, quelle che segnano, la rinascita, l’unione, la solidarietà e la passione che hanno mostrato tutti…

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Queste sono le bellissime parole dette da Renzo Piano durante il suo discorso nella giornata di lunedì 3 agosto 2020, durante l’inaugurazione del Ponte Genova San Giorgio.

Ho voluto riportare qui di seguito le parole più belle del suo discorso, quelle che segnano, la rinascita, l’unione, la solidarietà e la passione che hanno mostrato tutti coloro che hanno contribuito alla costruzione di questo ponte.

“Il ponte Genova San Giorgio è figlio di una tragedia e le tragedie non si possono dimenticare”.

Inizia proprio così il discorso di Renzo Piano l’architetto che ha progettato il nuovo ponte Morandi. 

ponte Genova-San-Giorgio-Renzo-Piano-Alzarating

Le tragedie si elaborano, si metabolizzano, ma restano imprigionati nelle nostre coscienze. Diventano l’essenza stessa di quello che noi saremo.

In questo posto ci siamo tutti smarriti due anni fa, nello sgomento di una tragedia, e qui oggi ci ritroviamo anche per ringraziare chi ha costruito questo ponte, per l’energia che ci ha messo con rapidità ma senza fretta.

Io ho dato l’idea di un ponte che attraversa la valle, piano piano, quasi chiedendo il permesso.

Come se fosse una nave, un grande vascello bianco che attraversa la valle”.

È proprio qui è uscita la forza di questo straordinario Paese.

Più di mille persone hanno lavorato per ricostruire il ponte Genova San Giorgio, a cominciare dai commissari fino ai più modesti manovali.

Una cosa straordinaria, il più bel cantiere che abbia mai avuto in vita mia.  Alla fine di una grande fatica, ciascuno di noi si aspetta una piccola perla come premio.

E che questa piccola perla sia la riconoscenza.

In questa giornata siamo sospesi tra, il cordoglio di quella tragedia e l’orgoglio di aver ricostruito questo ponte.

Questo non è stato un miracolo. È successa semplicemente una cosa bellissima: c’è stata una grande competenza, energia e generosità da parte di tutti, nessuna lamentela, tutti uniti per un unico obiettivo riunire Genova.

Costruire un ponte è un qualcosa di straordinario. Mentre il ponte prende forma, giorno per giorno, nasce un’altra magia che è quella della forza di squadra, del cantiere.

Un cantiere ricco di persone unite, solidali, con la voglia di ricominciare. La gente dimentica le differenze: il colore della pelle, lo statuto. Prevale l’orgoglio, la solidarietà, la voglia di ricominciare, la passione, l’amore nel farlo insieme.

Questo è il vero miracolo.

Riguardo a questo ponte pur essendo l’erede di una tragedia, io gli auguro di essere amato, di essere adottato dalla gente e che diventi, rapidamente parte della loro esistenza quotidiana.

Credo che sarà amato questo ponte perchè è semplice e forte come lo è Genova. Il ponte Genova San Giorgio sarà amato perché gioca con la luce del mare. Dovete sapere che quando si arrivava, e si arriva su questo ponte dal nord si scopre la luce del mediterraneo.

Una poesia bellissima rappresenta questo ponte. La poesia di un poeta che amava Genova, Giorgio Caproni, che ha scritto: Genova di ferro e aria.

Io vorrei che questo ponte fosse visto proprio così: di ferro e aria. Un ponte costruito in acciaio ma forgiato nel vento.

Lunga vita al Ponte Genova San Giorgio!

Proprio così ha terminato il suo discorso Renzo piano, in un tripudio di applausi e commozione, in un giorno, dove Genova finalmente rinasce.

Non dimentica ma rinasce.

A seguito di Renzo Piano è intervenuto il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e voglio riportare qui sotto quelle che secondo me sono le parole più significative di questo discorso.

Il nostro commosso pensiero è rivolto alle 43 vittime e ai loro familiari che con coraggio e tenacia continuano a mantenere vivo e fecondo il ricordo dei loro cari nella memoria collettiva della nostra unità nazionale.

Questo ponte ci restituisce un’immagine di forza e di leggerezza: 18 piloni ben radicati al suolo e 43 lampioni, ognuno per ogni vittima del crollo del ponte Morandi, che si elevano fino a dominare il mare, 43 steli altissimi, che si accenderanno ogni notte….

Per non dimenticare….

Questo ponte è frutto della forza lavoro del genio italico, di questo cantiere che ha lavorato con tenacia, passione e senza sosta.

Una squadra che ha lavorato con competenza, tenacia e fiducia, mossa dalla necessità di reagire alla tragedia e di costruire un’opera che assume il valore di un riscatto.

Il ponte che oggi inauguriamo è figlio di questa forza d’animo e della volontà di ricomporre ciò che è stato spezzato ma anche delle competenze e dei talenti.

Genova deve ripartire e lo fa da qui oggi! Questo ponte è anche il frutto di una collaborazione tra politica, amministrazione, impresa e lavoro.

La rinascita del Ponte Genova San Giorgio ci insegna che si possono raggiungere grandi risultati quando tutte le risorse umane agiscono in sinergia, con spirito collaborativo per perseguire l’interesse comune.

Ringrazio tutti coloro che con competenza e con passione, hanno partecipato alla realizzazione di questo ponte. Nonostante la pandemia, hanno lavorato senza sosta con tenacia e determinazione creando un modello operativo molto efficace nel pieno rispetto delle regole.

Oggi Genova riparte, forte della sua fiera operosità, così come ha fatto in tanti momenti della sua gloriosa storia, confidando soprattutto nella forza del lavoro.

Genova è la dimostrazione che il nostro paese, al contrario di tanti stereotipi, sa rialzarsi, sa affrontare tante difficoltà e sa tornare a correre.

Questo ponte è il simbolo dell’immagine della vita che riprende, della ritrovata unità morale dopo un periodo di profonda crisi.

Mai più – ha detto il governatore Totidei nostri concittadini devono morire perché si sbriciola un ponte nel nostro Paese. Non deve accadere mai più.

Dobbiamo fare sì che questo sacrificio non sia stato vano. Oggi le due sponde sono di nuovo collegate e questo ponte segna la strada. E allora rimettiamoci in cammino, per la Liguria e per l’Italia.

Queste invece sono le parole del sindaco di Genova e commissario straordinario per la ricostruzione, Marco Bucci.

Genova ha oggi costruito un modello di successo, Genova e questo cantiere lanciano un messaggio di fiducia e di speranza per il futuro.

Signor Presidente, abbiamo fatto di Genova un modello per l’Italia, noi vogliamo che l’Italia diventi un modello per l’Europa e per il mondo.

Ognuna di queste autorità ha voluto ricordare la tragedia accaduta il 14 agosto 2018, ma al tempo stesso ha voluto dimostrare che uniti ci si può rialzare.

Si può ricominciare, più forti e più uniti di prima.

Non è un caso che questo ponte sia stato portato avanti nonostante la Pandemia perché anche in questo momento di difficoltà, l’Italia e Genova soprattutto, ha voluto dimostrare che con forza, volontà e determinazione le tempeste si superano, non si dimentica ma si cerca di andare avanti più uniti di prima e con la speranza nel cuore.

Un’inaugurazione sobria ma al tempo stesso ricca di emozione e soprattutto commozione specialmente nel momento in cui sono stati letti i nomi delle 43 vittime della tragedia di cui è figlio il nuovo ponte. 

L’inaugurazione si conclude con il taglio del nastro tricolore da parte del Presidente Giuseppe Conte affiancato dal Presidente della Regione Toti e dal Sindaco Bucci

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E con il Passaggio delle Frecce Tricolori.

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Perché ponte Genova San Giorgio?

A chi legge questo nome verrebbe spontaneo pensare che questo ponte è stato dedicato al patrono di Genova. Ma non è così: il patrono di Genova è San Giovanni Battista, le cui reliquie sono conservate nella cattedrale di San Lorenzo, la sua chiesa più importante.

Ma allora perché San Giorgio?

Perché Genova è profondamente legata al cavaliere che uccise il drago, tanto da ‘adottare’ proprio la croce di San Giorgio, rossa su fondo bianco, come vessillo della Repubblica di Genova. Pare che già fosse in uso nel 1096, ed è tuttora presente nel gonfalone ufficiale del Comune e in quello della Regione. La bandiera con la croce rossa e bianca è apparsa anche sul nuovo ponte durante i lavori di costruzione.

Nella tradizione popolare, San Giorgio è rappresentato nell’atto di uccidere un drago.

Secondo la leggenda era un giovane cavaliere che si trovò a passare nella città di Selem, in Libia, dove un mostro terrorizzava la popolazione chiedendo offerte umane per placare la sua fame. Gli abitanti tiravano a sorte tra i propri figli, e un giorno capitò alla figlia del re. Ma quel giorno arrivò il cavaliere, che promise di uccidere il drago se la popolazione si fosse convertita. E così fu.

La fama di san Giorgio e il suo vessillo circolarono in tutta Europa durante le crociate. Nel 1190, poi, l’Inghilterra chiese a Genova il permesso per utilizzare la bandiera rosso bianca per le sue navi. La flotta genovese era così potente che si dice bastasse mostrare le insegne da lontano per evitare gli scontri in mare e gli assalti di pirati. Poi dal 1277, a causa del suo uso sempre più diffuso, la croce di San Giorgio è diventata la bandiera ufficiale dell’Inghilterra, della città di Londra e della marina militare Royal Navy.

Il ponte Genova San Giorgio: non solo un simbolo della rinascita industriale ma anche dell’innovazione

Il ponte Genova San Giorgio è un simbolo del rilancio, dell’innovazione e di una valle che punta a diventare, nei prossimi anni, un importante polo tecnologico.

Un polo che si svilupperà intorno all’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT), che ha sede proprio nei pressi del ponte. Le attività riguarderanno soprattutto il settore della robotica, con la creazione di un hub per la realizzazione di robot.

Un’opera unica in Italia, intelligente, dotata di sensori e robot che ne verificheranno in tempo il reale lo stato di salute.

Un ponte realizzato in tempo record, per dare viabilità a una Regione che vive del traffico merci del porto di Genova. Il ponte San Giorgio ha comunque alcune caratteristiche innovative che, a oggi, lo rendono un unicum nel panorama italiano.

Sarà un’infrastruttura dotata degli ultimi ritrovati tecnologici, tra le prime in Italia, ad adottare sistemi di scansione robotizzata.

L’inaugurazione del ponte Genova San Giorgio ha rappresentato una giornata importante non solo per i Liguri ma per l’Italia intera che ha seguito l’evento sia nelle vicinanze del ponte sia grazie ai Media.

Una giornata che racconta il presente e il futuro di un paese che si rialza, di un paese che cambia pronto ad andare avanti più forte e unito di prima.

Ogni volta che uno di noi attraverserà quel ponte, avrà sicuramente i brividi e un senso di sconforto nel pensare alla terribile tragedia del 14 agosto del 2018 ma al tempo stesso potrà vedere il ponte Genova San Giorgio come un simbolo di speranza, di unione, solidarietà di un’Italia che è caduta più volte ma che sa sempre rialzarsi.

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Ennio Morricone e il suo viaggio nell’innovazione musicale https://blog.alzarating.com/ennio-morricone-lartista-geniale-che-ci-ha-fatto-emozionare/ https://blog.alzarating.com/ennio-morricone-lartista-geniale-che-ci-ha-fatto-emozionare/#respond Fri, 10 Jul 2020 09:30:00 +0000 https://www.alzarating.com/?p=2159 Ennio Morricone, un nome che verrà ricordato per sempre come l’artista geniale che  ci ha fatto sognare accompagnando bellissimi film con le sue colonne sonore. La sua vera passione era la musica sinfonica, la sperimentazione e l’innovazione musicale. Ci ha fatto emozionare, riflettere, scrivendo note memorabili che rimarranno indelebili nella storia della musica e del…

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Ennio Morricone, un nome che verrà ricordato per sempre come l’artista geniale che  ci ha fatto sognare accompagnando bellissimi film con le sue colonne sonore.

La sua vera passione era la musica sinfonica, la sperimentazione e l’innovazione musicale.

Ci ha fatto emozionare, riflettere, scrivendo note memorabili che rimarranno indelebili nella storia della musica e del cinema. Partendo dalla Colonna sonora di “Un pugno di dollari”.

Passando poi da “C’era una volta il west”, dove l’andamento enfatico e ossessivo dei temi musicali raggiunge vette sempre più virtuose, con ogni personaggio chiaramente caratterizzato da un motivo diverso.

Per non parlare di “C’era una volta in America” film del 1984, dove qui il compositore mette in piedi una varietà di suoni e suggestioni che ambiscono ad abbracciare un’intera nazione.

Ennio Morricone  2 - Alzarating

Il mitico film de “Gli Intoccabili” dove la colonna sonora fonde momenti di grande e struggente solennità e sperimentazioni più leggere e ritmate, a dare l’idea di una vicenda epica e frastagliata.

Chi non ha visto almeno una volta “Nuovo Cinema Paradiso” che racconta la storia del giovane  Salvatore, il suo amore per il cinema.

La forte amicizia con Alfredo, il proiezionista del piccolo teatro del paesino di provincia in cui vive, la scoperta degli affetti, la terra di Sicilia.

Dieci anni dopo la colonna sonora del film “Il pianista sull’oceano” viene premiata con il Golden Globe. Una composizione che si abbandona a sperimentazioni jazz  e contemporanee variegate, con contaminazioni che lo portano a collaborare con Roger Waters e Edward Van Hallen.

Naturalmente non finiscono qui; ho voluto citarti quelli più famosi.

Tutti film che ci hanno emozionato, accompagnati dalle sue splendide e coinvolgenti composizioni

Si lo so, ti può sembrare strano trovare un articolo su Ennio Morricone in un blog che parla di finanza d’impresa e aziende.

Non dobbiamo dimenticare prima di tutto che il Cinema è collegato anche all’innovazione ed Ennio Morricone in tutti questi anni è stato protagonista nel vedere il cinema crescere ed innovarsi nel corso degli anni.

Poi diciamocela tutta! Oltre ad ad essere un imprenditore che ama il suo lavoro, sono un’uomo che probabilmente come te si è emozionato nell’ascoltare le sue colonne sonore che hanno accompagnato film indimenticabili.

Anch’io voglio rendergli onore dal momento che purtroppo non c’è più, ma sarà sempre presente nei nostri ricordi, nei nostri cuori.  

Però al contrario di quello che ho visto e letto sui media in questi giorni, non ti parlerò della sua morte.

Voglio ricordarlo da vivo e raccontarti il suo percorso.

Ennio Morricone e la sua storia, il suo percorso

Ennio Morricone nasce a Roma il 10 novembre 1928, primo di 5 figli: il padre Mario è suonatore di tromba e la madre Libera Ridolfi, casalinga.

All’età di 10 anni inizia a frequentare il Conservatorio di S.Cecilia nella classe di Tromba di Umberto Semproni.

L’insegnante di Armonia complementare Roberto Caggiano intuisce le precoci doti del giovane Ennio e gli suggerisce lo studio della composizione, che inizierà nel 1944.

Due anni più tardi Ennio Morricone ottiene il diploma in tromba, e compone “Il Mattino”, per canto e pianoforte su testo di Fukuko, primo di una serie di 7 Lieder giovanili.

In questo periodo ottiene i primi ingaggi come strumentista e arrangiatore nel teatro di rivista.

Qualche anno più tardi inizia a frequentare in Conservatorio il terzo e ultimo anno del corso di musica corale e direzione di coro, ma si ritirerà prima dell’ottenimento del diploma.

Nel 1952 consegue il diploma in strumentazione per banda, compone “Barcarola funebre” per pianoforte e “Preludio a una Novella senza titolo”, oltre a scrivere le prime musiche di commento per radiodrammi.

Ma è nel 1955 che Ennio Morricone imbocca quella che riconoscerà come la sua vera strada, iniziando ad arrangiare musiche per il cinema.

Dopo la nascita del figlio Marco, avuto dalla moglie Maria Travia, cerca lavoro per le necessità che incombono.

Viene assunto dalla Rai in qualità di assistente musicale, ma si licenzia il primo giorno.

Il 1963 è ricordato da Ennio Morricone per la nascita del terzo figlio Andrea e per un sodalizio destinato a segnare un epoca: la collaborazione con Sergio Leone e il suo cinema western (“Per un pugno di dollari”, 1964 – “Il buono, il brutto e il cattivo”, 1966) che gli darà grande fama. Con Sergio Leone firmerà anche il pluripremiato “C’era una volta in America“.

Dopo essere presente nella giuria del XX Festival internazionale di Cannes, e dopo la nascita del quarto figlio, Morricone riduce sensibilmente l’attività di arrangiatore a vantaggio delle musiche per il cinema, di cui ne firmerà a decine nel giro di pochi anni.

Oltre 400 in tutta la sua lunga e prestigiosa carriera, che l’ha visto collaborare con importanti  registi italiani come Bernardo Bertolucci, Marco Bellocchio, Pier Paolo Pasolini e Dario Argento e registi stranieri come Brian De Palma e Oliver Stone.

Un ricordo particolare: il racconto di un giovane facchino

Voglio infatti ricordare il maestro Ennio Morricone per quello che è stato e la sua lunga carriera per quello che ha prodotto con onestà e affetto.

Un ricordo in particolare, prima di una sua esibizione all’auditorium dell’Università Tor Vergata, che da anni porta il suo nome.

Lo vidi da lontano e gli sguardi si incrociarono.

Lavoravo da poco come facchino, non avevo quindi familiarità con quell’ambiente e non sapevo bene la libertà che ci si poteva prendere per disturbare il maestro. 

Ci pensò lui a togliermi da ogni impaccio, allungò un poco il braccio e mi fece segno con la mano di avvicinarmi.

“Ho saputo che te sei il nuovo facchino, sei de ‘a Roma?” Faccio si con la testa. “Bene, perché si nun eri de ‘a Roma nun te ce volevo a lavora’ co me” ovviamente sorrido della mia buona sorte calcistica e lui continua “Leggi n’ po’ il nome sulla sala, che te c’hai l’occhi boni”.

Alzo la testa e leggo:“sala Ennio Morricone”. Lo guardo e dico “Maestro è intitolata a lei”

E lui disse: “E te pare normale? Le sale se intitolano ai morti, io so’ ancora vivo. Tie’” facendo le corna in direzione della targa con il nome della sala.

Un piccolo ricordo, che sicuramente non dimenticherò anche perché già allora, come molti,  conoscevo e apprezzavo moltissimo le sue composizioni per il cinema.

Dalle celebri colonne sonore per i western di Sergio Leone a quelle per il cosiddetto “cinema politico” degli anni ’70.

Ennio Morricone scrisse infatti le musiche per molti dei film recitati Gian Maria Volontè e diretti da Elio Petri. 

“Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto” – “La classe operaia va in paradiso” –  “La proprietà non è più un furto” – “Le mani sporche tra i più conosciuti”.

Ma la partecipazione più significativa fu forse quella ad uno dei film sui quali più di tutti si scagli l’opposizione della borghesia.

Tanto che la pellicola originale sparì a pochi mesi dall’uscita del film e ritrovata bruciata negli archivi di Cinecittà.

Il film è “Todo modo”, uscito nel 1976 nel pieno dei cosiddetti “anni di piombo” e metteva in scena una critica diretta e spietata contro la Democrazia Cristiana e suoi esponenti di primo piano.

Il maestro Ennio Morricone non mancò di fornire il proprio contributo, nonostante tutte le difficoltà che questo avrebbe comportato.

Ecco questo particolare me lo ha sempre reso simpatico, sono cosciente che non sia stato un comunista ma ho sempre riconosciuto in lui i tratti del carattere popolare.

Non farsi influenzare dalla convenienza del momento è sicuramente un tratto caratteriale proprio della cultura proletaria e non certamente di quella borghese.

Ecco, forse pensare ad un personaggio rilevante della cultura italiana come il maestro Ennio Morricone può farci riflettere su un elemento in particolare.

Sull’esistenza nella storia italiana di due culture contrapposte. Quella borghese e quella proletaria.

La prima storicamente ripiegata su se stessa con la sua eterna ipocrita doppiezza.

Con il suo terrore verso il progresso della società umana.

La seconda che invece, sull’onda di un combattivo e organizzato movimento dei lavoratori di cui era espressione, è stata il motore di tutto il progresso umano nel dopoguerra, in ambito artistico, letterario e sopratutto sociale.

Ennio Morricone lo ripeto, non era un comunista o un rivoluzionario, ma esprimeva molti degli elementi della cultura popolare dalla quale proveniva.

E lo faceva sia sullo spartito sia fuori nel modo in cui percepiva se stesso come artista e come uomo.

La sua scomparsa oltre a lasciarci tra le composizioni migliori mai ascoltate ci lascia anche la storia personale.

La Storia di un giovane nato in un quartiere popolare e cresciuto professionalmente negli anni di maggiore contrapposizione di classe nella storia del nostro paese.

Un ragazzo di Trastevere che ha avuto la possibilità di approfondire le sue grandi capacità, diventando uno dei più grandi senza perdere la sua umiltà. Senza astrarre la propria arte dalla realtà concreta ma facendola sempre avanzare.

Un ragazzo di Trastevere che chiudeva quasi tutti i suoi concerti in giro per il mondo con Here’s to you un pezzo dedicato a due emigranti italiani, giustiziati dalle istituzioni statunitensi per le loro idee politiche e il loro attivismo proletario. (Fonte: senza tregua di Ettore Rossini).

Chi dava l’approvazione finale alle composizioni di Ennio Morricone?

Questo è un qualcosa che oltre all’amore, rendeva unico e prezioso il rapporto con la moglie.

Devi sapere che per ogni film che proponeva nel corso degli anni, si rese conto che spesso i temi che i registi sceglievano erano quelli che a lui piacevano di meno.

Allora ha pensò di farli ascoltare a Maria, sua moglie. Se lei dava il suo ok, il tema arrivava al regista, altrimenti no.

In questo modo, anche se il regista avesse scelto quello che per lui era il tema peggiore, comunque era un tema passato dal vaglio di Maria, per cui ci era già un po’ più affezionato.

Maria ha sempre avuto forte potere su di lui.

Per la collaborazione con Tarantino, ad esempio, anche Maria ha letto il copione. La sua opinione era fondamentale, anche perché è una donna molto intelligente e curiosa.

Ennio Morricone e gli anni 90’

Negli anni ’90 Ennio Morricone ha ricevuto una serie infinita di riconoscimenti.

Proposto per il dottorato honoris causa all’Università di Goeteborg dal musicologo inglese Philip Tagg.

Nominato membro della Commissione artistica della Istituzione Universitaria dei Concerti di Roma.

Invitato a far parte della giuria della 49a Mostra del Cinema di Venezia.

Il Ministro francese della cultura Jack Lang gli ha conferito nel 1992 il titolo di Officier de l’Ordre des Arts ed des Lettres.

Nel 1994 è stato il primo compositore non americano a ricevere il premio alla carriera dalla SPFM (Society for Preservation of Film Music).

L’anno 2000: l’era che segna il suo ultimo percorso di vita e di carriera

Il 28 settembre 2002 dall’Arena di Verona è partita una nuova avventura e una nuova vita artistica per il Maestro Ennio Morricone.

Da allora si è dedicato in modo particolare alla direzione d’orchestra.

Nel 2004 proprio a Verona, nel più importante teatro all’aperto che il mondo conosce, l’11 settembre Morricone ha diretto un concerto “contro tutte le stragi della storia dell’umanità”.

Un concerto dove ha presentato per la prima volta la sua composizione “Voci dal silenzio”.

Nel 2007 l’Academy Awards americana conferisce ad Ennio Morricone il premio Oscar alla carriera.

Nove anni più tardi vince un nuovo Oscar: questa volta è per la colonna sonora del film “The Hateful Eight” di Quentin Tarantino.

Purtroppo qualche giorno fa (il 6 luglio 2020) Ennio Morricone ci ha lasciato all’età di 91 anni.

Le sue composizioni e le sue colonne sonore rimarranno sempre vive dentro di noi e ricche di emozioni ogni volta che guarderemo i film accompagnati da quelle note.

Il modo migliore per celebrarlo è quindi, a mio avviso, continuare a riempire il mondo con la sua musica.

A questo proposito ho deciso di chiudere questo articolo con questo video emozionante, girato nel periodo più brutto del 2020 a causa del Coronavirus.

Un video emozionante dove  Lena Yokoyama, violinista del Museo del violino, sul tetto dell’ospedale di Cremona ci ha regalato speranza suonando proprio le note di una colonna sonora del grande e indimenticabile Maestro.

Attraverso le note di questa colonna sonora, in ricordo del Maestro Ennio Morricone, io e il mio team AlzaRating ti auguriamo un buon weekend

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Coronavirus e prevenzione: come uscire dall’incubo del contagio ed iniziare a lavorare con serenità seguendo determinate regole di prevenzione.

Il grande focolaio è scoppiato a Wuhan tra novembre e dicembre. Le prime notizie al telegiornale mentre si parlava della Cina, sembravano parlare di un qualcosa di così lontano. Nessuno immaginava che sarebbe potuta scoppiare una pandemia.

Invece il 21 febbraio il Coronavirus affligge l’Italia con la notizia ufficiale del paziente 1 a Codogno in Lombardia. Nel giro di poco tempo l’Italia e, a ruota, il mondo intero si trova a fare i conti con questo maledetto virus che ha seminato paura, ansia e purtroppo morti.

Certo ci sono stati anche sopravvissuti ma l’esperienza raccontata dalle persone che hanno avuto il Covid-19 in forma pesante fa venire i brividi al solo pensiero.

Però nonostante l’incubo che abbiamo vissuto, la reclusione forzata, il bombardamento di notizie, la paura di combattere un qualcosa che non conosciamo, la crisi economica che stiamo cercando di affrontare siamo arrivati alla tanto attesa FASE 2.

Coronavirus e prevenzione: siamo pronti per la FASE 2?

Lunedì 18 maggio tante attività hanno finalmente aperto (altre attività purtroppo non hanno avuto questa fortuna), e per quanto mascherina e guanti saranno nostri compagni di viaggio per ancora tanto tempo, si RIPARTE. Ricomincia l’attività lavorativa. Si torna in azienda. Si rivedono i colleghi e riprendiamo in parte, la nostra vita di sempre.

Nonostante tutto, la paura e la consapevolezza che il coronavirus possa attaccarci di nuovo è dentro ognuno di noi.

A questo punto cosa possiamo fare per tornare ad una vita più o meno normale? Quanto è importante conoscere i sintomi del Coronavirus, le modalità di trasmissione e i mezzi di prevenzione? Scopriamolo in questo articolo.

Quali sono i sintomi del Coronavirus?

I sintomi più comuni di Covid-19, (fonte: Ministero della Salute aggiornato al 18 maggio ) sono febbre, stanchezza e tosse secca. 

Alcuni pazienti possono presentare indolenzimento e dolori muscolari, congestione nasale, naso che cola, mal di gola o diarrea. 

Questi sintomi, generalmente sono lievi e iniziano gradualmente. Nei casi più gravi, l’infezione può causare polmonite, sindrome respiratoria acuta grave, insufficienza renale e persino la morte.

Recentemente, l’anosmia/iposmia (perdita /diminuzione dell’olfatto), e in alcuni casi l’ageusia (perdita del gusto) sono state segnalate come sintomi legati all’infezione da Covid-19.

I dati provenienti dalla Corea del Sud, dalla Cina e dall’Italia mostrano che in alcuni casi i pazienti con infezione confermata da SARS-CoV-2 hanno sviluppato anosmia/iposmia in assenza di altri sintomi.

Coronavirus e prevenzione: quali sono le modalità di trasmissione?

Alcuni Coronavirus possono essere trasmessi da persona a persona, di solito dopo un contatto stretto con un paziente infetto, ad esempio tra familiari o in ambiente sanitario.

Anche il nuovo Coronavirus responsabile della malattia respiratoria COVID-19 può essere trasmesso da persona a persona tramite un contatto stretto con un caso probabile o confermato.

Il nuovo Coronavirus è un virus respiratorio che si diffonde principalmente attraverso il contatto stretto con una persona malata.

La via primaria sono le goccioline del respiro delle persone infette ad esempio tramite:

  • la saliva, tossendo e starnutendo;
  • contatti diretti personali;
  • le mani, ad esempio toccando con le mani contaminate (non ancora lavate) bocca, naso o occhi.

Normalmente le malattie respiratorie non si trasmettono con gli alimenti. Però anch’essi devono essere manipolati rispettando le buone pratiche igieniche ed evitando il contatto fra alimenti crudi e cotti.

Come gestire un contatto stretto di un caso confermato di COVID-19?

Sulla base delle Ordinanze ministeriali, le Autorità sanitarie territorialmente competenti devono applicare ai contatti stretti di un caso probabile o confermato la misura della quarantena con sorveglianza attiva. Le tempistiche sono di quattordici giorni.

Dopo aver fatto chiarezza su alcuni punti molto importanti relativi al Coronavirus andiamo a vedere il modo migliore per tutelarsi soprattutto sul posto di lavoro.

I comportamenti igienici corretti da osservare e la prevenzione da mettere in atto per combattere il Coronavirus in azienda

Il primo consiglio è quello di avere la massima cura della propria igiene. Come? Adottando i più normali comportamenti di tutela del contagio da coronavirus in azienda, prima di recarsi sul posto di lavoro.

Nel corso della giornata in ufficio o in azienda, bisogna lavarsi spesso le mani. Non bisogna toccarsi il viso, naso, occhi e bocca con le mani. Non si deve salutare stringendo le mani o abbracciando altre persone. Se si deve starnutire o tossire bisogna portare la bocca verso la piega del gomito. Se si parla ad una persona bisogna mantenere almeno 2 metri di distanza.

Coronavirus e prevenzione: come gestire i contatti sociali sul posto di lavoro coronavirus prevenzione.

Qualora si è certi di aver avuto rapporti sociali stretti o di lavoro con persone contagiate dal virus, allora ci sono importanti vari step di prevenzione al coronavirus da rispettare.

Il primo step contro il coronavirus in azienda è quello di informare, tramite telefono, il Datore di lavoro o altre figure come il Rls, Rspp o il medico aziendale.

È buona norma indossare con urgenza i dpi di terza categoria mascherina FFpp3. È importante lavarsi subito le mani con acqua calda e disinfettante, lasciare immediatamente il posto di lavoro e tornare a casa. Chiamare subito il numero 112 che saprà dare le corrette indicazioni su come comportarsi.

In caso di positività al coronavirus di un lavoratore in azienda il Datore di lavoro cosa deve fare?

L ‘Ats di competenza in caso di positività al coronavirus di un lavoratore, informerà il datore di lavoro.

L’ Azienda Territoriale Sanitaria eseguirà, le indagini epidemiologiche del caso in modo da identificare la possibile fonte di esposizione e ed i contatti stretti che la persona ha avuto con altre persone. Questo in modo tale da contenere il contagio.

Successivamente, sarà buona cura del datore di lavoro o del suo rappresentante, provvedere anche ad informare le aziende terze con cui si siano intrattenuti dei rapporti di collaborazione negli ultimi 40 giorni sentito il parere dell Ats e del medico aziendale.

In azienda saranno attivate le procedure prevenzione e di disinfezione previste dalla circolare del Ministero della Salute 5443 del 22/02/2020 per la sanificazione degli ambienti.

La decisione se sospendere in via temporanea l’attività di lavoro oppure attivare l’opzione di telelavoro è unicamente di competenza dell’azienda.

A patto che non arrivino indicazioni più precise a riguardo dalle autorità o enti pubblici.

Falsi miti coronavirus prevenzione in azienda.
  • Il freddo o la neve non uccidono il coronavirus.
  • È improbabile che il coronavirus rimanga infettante in idonea concentrazione a lungo sui pacchi o sulle lettere.
  • Ad oggi non c è evidenza scientifica che il coronavirus sia trasmesso dalle zanzare.
  • Gli asciugamani non ammazzano il coronavirus. Bisogna lavarsi spesso le mani!
  • Le lampade UV non devono essere utilizzate per sterilizzare le mani.
  • Gli scanner termici non rilevano la presenza di coronavirus ma solo un anomalia nella temperatura corporea. È  bene rimanere a casa in isolamento per temperature superiori ai 37,5 C°.
  • Ad oggi non c è evidenza scientifica che il corona virus sia trasmesso dagli animali domestici.
  • I vaccini contro la polmonite non prevengono il coronavirus.
  • Non ci sono prove sul fatto che mangiare aglio protegga dal coronavirus.
  • Gli antibiotici non sono efficaci sul coronavirus. Gli antibiotici possono essere utilizzati per tenere sotto controllo una eventuale coinfezione batterica.
Come lavarsi le mani in azienda?
Corona Virus e prevenzione Coronavirus e prevenzione

Coronavirus: i 5 errori da non fare quando si usa la mascherina

Coprire soltanto la bocca.

Sembrerebbe intuitivo, eppure in tanti non ci pensano: indossare la mascherina lasciandola un po’ a penzoloni, in modo che copra prevalentemente la bocca, ma non il naso, serve davvero a poco. Il rischio di ammalarci o far ammalare qualcun altro è molto alto se si sottovaluta questa cosa.

Spesso infatti respiriamo parzialmente o completamente attraverso il naso e possiamo quindi infettarci proprio attraverso le narici.

Nello stesso modo, se siamo contagiati, anche inconsapevolmente, e starnutiamo, possiamo spandere il virus per metri intorno a noi. 

A parte la zona che deve coprire, la mascherina non deve andare in contatto con altre parti del corpo o vestiti.

Se l’interno della mascherina entra in contatto con un’altra parte del corpo che è contaminata come capelli, fronte, mento, mani o vestiti  e poi viene rimessa su naso e bocca, la mucosa di queste zone può infettarsi.

Per mettere e togliere correttamente la mascherina, inoltre, non bisogna toccare la parte esterna. Invece di toccare direttamente la mascherina, bisogna rimuoverla attraverso gli elastici o gli agganci che la tengono sospesa alle orecchie.

Una volta rimossa, se non siamo ancora a casa e non possiamo procedere subito alla corretta disinfezione, occorre metterla in un sacchetto chiuso, meglio se con una zip. In questo modo eviteremo di spargere eventuali contaminazioni su altre superfici.

Fondamentale, poi, lavarsi le mani prima di indossare le mascherine e dopo averle rimosse. 

La mascherina non aderisce bene alle zone che deve proteggere

Quando indossate la mascherina fate molta attenzione nel mettere a riparo mucose e vie respiratorie (bocca e naso).

Questo perché l’obiettivo della mascherina è quello di creare una barriera che blocchi più aria possibile e dunque anche se non è possibile “sigillare” le mascherine chirurgiche o in stoffa, bisogna assicurarsi che siano ben tese. 
In questo caso, la barba può essere un problema. Più è morbida e voluminosa, meno la mascherina aderirà al viso: consigliato accorciarla il più possibile per permettere una protezione vera. 

 La mascherina copre solo la punta del naso

È  molto importante che la mascherina poggi alla radice del naso, perché possa sigillare il nostro respiro e filtrare correttamente. Meno aria passa ai lati, meglio è. Ecco perché alcune mascherine hanno una parte conformabile sul naso che serve per adattarle perfettamente al nostro viso. 

Non disinfettare correttamente la mascherina prima del riutilizzo

Se abbiamo in mente di riutilizzare la nostra mascherina, dobbiamo assicurarci che non diventi un’ ulteriore fonte di contaminazione.

Quelle in stoffa si possono lavare in lavatrice, mentre le altre possono essere disinfettate immergendole in una soluzione con alcool o amuchina. In assenza di entrambi, ormai difficili da trovare, la migliore soluzione secondo gli esperti è usare il vapore. Il consiglio, in questo caso, è di metterla dieci minuti sospesa su una pentola di acqua che bolle. Dovrà però essere perfettamente asciutta prima di essere riutilizzata.  

Quando la mascherina è stata usata per il numero di volte raccomandato, oppure è visibilmente sporca o danneggiata, infine, occorre disinfettarla un’ultima volta per liberarsene in sicurezza, oppure buttarla chiudendola in un sacchetto di plastica ben annodato. 

Mi auguro che tutte queste informazioni siano servite per una tua ripresa sia lavorativa che della tua vita in modo più sereno.

Questo perché è molto importante riuscire a vivere e superare (speriamo prima possibile) questo periodo di convivenza con il Coronavirus.

Dobbiamo farlo con testa, con coscienza, con le dovute precauzioni ma al tempo stesso eliminare tutte le paure e le ansie che ci hanno accompagnato durante la quarantena.

Alzarating è al fianco di tutte quelle persone e di quegli imprenditori che vogliono ripartire con la loro attività. Imprenditori ricominciare a lottare per quello che hanno creato in questi anni e supportarli in caso di necessità nel riavviare la loro attività.

Se mi segui su questo blog ti starai chiedendo perchè ho dedicato ben due articoli (prima e dopo la RIPARTENZA) su questi argomenti.

Perchè il team di Alzarating svolge un’attività che ha come obiettivo quello di aiutare la tua azienda a crescere e ad essere sana. Per questo motivo è fondamentale informare le persone sulle regole base a cui attenersi per evitare il contagio e soprattutto i rischi che si corrono se si sottovalutano queste regole. Regole sociali che permettano la continuità.

Questo articolo è una linea guida su come gestire la tua azienda e i tuoi dipendenti in sicurezza e serenità.

Hai qualche dubbio o perplessità nel ripartire con la tua azienda? Se temi che ci possano essere delle criticità che vuoi risolvere prima possibile, sappi che non sei solo.

Ti basta compilare il form qui sotto e richiedere la tua consulenza gratuita con un esperto del nostro team.

Insieme potrete analizzare sia i punti critici che i punti di forza della tua azienda e quali prodotti ti possono aiutare a far decollare nuovamente la tua azienda.

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