Ennio Morricone e il suo viaggio nell’innovazione musicale

Ennio Morricone, un nome che verrà ricordato per sempre come l’artista geniale che  ci ha fatto sognare accompagnando bellissimi film con le sue colonne sonore.

La sua vera passione era la musica sinfonica, la sperimentazione e l’innovazione musicale.

Ci ha fatto emozionare, riflettere, scrivendo note memorabili che rimarranno indelebili nella storia della musica e del cinema. Partendo dalla Colonna sonora di “Un pugno di dollari”.

Passando poi da “C’era una volta il west”, dove l’andamento enfatico e ossessivo dei temi musicali raggiunge vette sempre più virtuose, con ogni personaggio chiaramente caratterizzato da un motivo diverso.

Per non parlare di “C’era una volta in America” film del 1984, dove qui il compositore mette in piedi una varietà di suoni e suggestioni che ambiscono ad abbracciare un’intera nazione.

Ennio Morricone  2 - Alzarating

Il mitico film de “Gli Intoccabili” dove la colonna sonora fonde momenti di grande e struggente solennità e sperimentazioni più leggere e ritmate, a dare l’idea di una vicenda epica e frastagliata.

Chi non ha visto almeno una volta “Nuovo Cinema Paradiso” che racconta la storia del giovane  Salvatore, il suo amore per il cinema.

La forte amicizia con Alfredo, il proiezionista del piccolo teatro del paesino di provincia in cui vive, la scoperta degli affetti, la terra di Sicilia.

Dieci anni dopo la colonna sonora del film “Il pianista sull’oceano” viene premiata con il Golden Globe. Una composizione che si abbandona a sperimentazioni jazz  e contemporanee variegate, con contaminazioni che lo portano a collaborare con Roger Waters e Edward Van Hallen.

Naturalmente non finiscono qui; ho voluto citarti quelli più famosi.

Tutti film che ci hanno emozionato, accompagnati dalle sue splendide e coinvolgenti composizioni

Si lo so, ti può sembrare strano trovare un articolo su Ennio Morricone in un blog che parla di finanza d’impresa e aziende.

Non dobbiamo dimenticare prima di tutto che il Cinema è collegato anche all’innovazione ed Ennio Morricone in tutti questi anni è stato protagonista nel vedere il cinema crescere ed innovarsi nel corso degli anni.

Poi diciamocela tutta! Oltre ad ad essere un imprenditore che ama il suo lavoro, sono un’uomo che probabilmente come te si è emozionato nell’ascoltare le sue colonne sonore che hanno accompagnato film indimenticabili.

Anch’io voglio rendergli onore dal momento che purtroppo non c’è più, ma sarà sempre presente nei nostri ricordi, nei nostri cuori.  

Però al contrario di quello che ho visto e letto sui media in questi giorni, non ti parlerò della sua morte.

Voglio ricordarlo da vivo e raccontarti il suo percorso.

Ennio Morricone e la sua storia, il suo percorso

Ennio Morricone nasce a Roma il 10 novembre 1928, primo di 5 figli: il padre Mario è suonatore di tromba e la madre Libera Ridolfi, casalinga.

All’età di 10 anni inizia a frequentare il Conservatorio di S.Cecilia nella classe di Tromba di Umberto Semproni.

L’insegnante di Armonia complementare Roberto Caggiano intuisce le precoci doti del giovane Ennio e gli suggerisce lo studio della composizione, che inizierà nel 1944.

Due anni più tardi Ennio Morricone ottiene il diploma in tromba, e compone “Il Mattino”, per canto e pianoforte su testo di Fukuko, primo di una serie di 7 Lieder giovanili.

In questo periodo ottiene i primi ingaggi come strumentista e arrangiatore nel teatro di rivista.

Qualche anno più tardi inizia a frequentare in Conservatorio il terzo e ultimo anno del corso di musica corale e direzione di coro, ma si ritirerà prima dell’ottenimento del diploma.

Nel 1952 consegue il diploma in strumentazione per banda, compone “Barcarola funebre” per pianoforte e “Preludio a una Novella senza titolo”, oltre a scrivere le prime musiche di commento per radiodrammi.

Ma è nel 1955 che Ennio Morricone imbocca quella che riconoscerà come la sua vera strada, iniziando ad arrangiare musiche per il cinema.

Dopo la nascita del figlio Marco, avuto dalla moglie Maria Travia, cerca lavoro per le necessità che incombono.

Viene assunto dalla Rai in qualità di assistente musicale, ma si licenzia il primo giorno.

Il 1963 è ricordato da Ennio Morricone per la nascita del terzo figlio Andrea e per un sodalizio destinato a segnare un epoca: la collaborazione con Sergio Leone e il suo cinema western (“Per un pugno di dollari”, 1964 – “Il buono, il brutto e il cattivo”, 1966) che gli darà grande fama. Con Sergio Leone firmerà anche il pluripremiato “C’era una volta in America“.

Dopo essere presente nella giuria del XX Festival internazionale di Cannes, e dopo la nascita del quarto figlio, Morricone riduce sensibilmente l’attività di arrangiatore a vantaggio delle musiche per il cinema, di cui ne firmerà a decine nel giro di pochi anni.

Oltre 400 in tutta la sua lunga e prestigiosa carriera, che l’ha visto collaborare con importanti  registi italiani come Bernardo Bertolucci, Marco Bellocchio, Pier Paolo Pasolini e Dario Argento e registi stranieri come Brian De Palma e Oliver Stone.

Un ricordo particolare: il racconto di un giovane facchino

Voglio infatti ricordare il maestro Ennio Morricone per quello che è stato e la sua lunga carriera per quello che ha prodotto con onestà e affetto.

Un ricordo in particolare, prima di una sua esibizione all’auditorium dell’Università Tor Vergata, che da anni porta il suo nome.

Lo vidi da lontano e gli sguardi si incrociarono.

Lavoravo da poco come facchino, non avevo quindi familiarità con quell’ambiente e non sapevo bene la libertà che ci si poteva prendere per disturbare il maestro. 

Ci pensò lui a togliermi da ogni impaccio, allungò un poco il braccio e mi fece segno con la mano di avvicinarmi.

“Ho saputo che te sei il nuovo facchino, sei de ‘a Roma?” Faccio si con la testa. “Bene, perché si nun eri de ‘a Roma nun te ce volevo a lavora’ co me” ovviamente sorrido della mia buona sorte calcistica e lui continua “Leggi n’ po’ il nome sulla sala, che te c’hai l’occhi boni”.

Alzo la testa e leggo:“sala Ennio Morricone”. Lo guardo e dico “Maestro è intitolata a lei”

E lui disse: “E te pare normale? Le sale se intitolano ai morti, io so’ ancora vivo. Tie’” facendo le corna in direzione della targa con il nome della sala.

Un piccolo ricordo, che sicuramente non dimenticherò anche perché già allora, come molti,  conoscevo e apprezzavo moltissimo le sue composizioni per il cinema.

Dalle celebri colonne sonore per i western di Sergio Leone a quelle per il cosiddetto “cinema politico” degli anni ’70.

Ennio Morricone scrisse infatti le musiche per molti dei film recitati Gian Maria Volontè e diretti da Elio Petri. 

“Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto” – “La classe operaia va in paradiso” –  “La proprietà non è più un furto” – “Le mani sporche tra i più conosciuti”.

Ma la partecipazione più significativa fu forse quella ad uno dei film sui quali più di tutti si scagli l’opposizione della borghesia.

Tanto che la pellicola originale sparì a pochi mesi dall’uscita del film e ritrovata bruciata negli archivi di Cinecittà.

Il film è “Todo modo”, uscito nel 1976 nel pieno dei cosiddetti “anni di piombo” e metteva in scena una critica diretta e spietata contro la Democrazia Cristiana e suoi esponenti di primo piano.

Il maestro Ennio Morricone non mancò di fornire il proprio contributo, nonostante tutte le difficoltà che questo avrebbe comportato.

Ecco questo particolare me lo ha sempre reso simpatico, sono cosciente che non sia stato un comunista ma ho sempre riconosciuto in lui i tratti del carattere popolare.

Non farsi influenzare dalla convenienza del momento è sicuramente un tratto caratteriale proprio della cultura proletaria e non certamente di quella borghese.

Ecco, forse pensare ad un personaggio rilevante della cultura italiana come il maestro Ennio Morricone può farci riflettere su un elemento in particolare.

Sull’esistenza nella storia italiana di due culture contrapposte. Quella borghese e quella proletaria.

La prima storicamente ripiegata su se stessa con la sua eterna ipocrita doppiezza.

Con il suo terrore verso il progresso della società umana.

La seconda che invece, sull’onda di un combattivo e organizzato movimento dei lavoratori di cui era espressione, è stata il motore di tutto il progresso umano nel dopoguerra, in ambito artistico, letterario e sopratutto sociale.

Ennio Morricone lo ripeto, non era un comunista o un rivoluzionario, ma esprimeva molti degli elementi della cultura popolare dalla quale proveniva.

E lo faceva sia sullo spartito sia fuori nel modo in cui percepiva se stesso come artista e come uomo.

La sua scomparsa oltre a lasciarci tra le composizioni migliori mai ascoltate ci lascia anche la storia personale.

La Storia di un giovane nato in un quartiere popolare e cresciuto professionalmente negli anni di maggiore contrapposizione di classe nella storia del nostro paese.

Un ragazzo di Trastevere che ha avuto la possibilità di approfondire le sue grandi capacità, diventando uno dei più grandi senza perdere la sua umiltà. Senza astrarre la propria arte dalla realtà concreta ma facendola sempre avanzare.

Un ragazzo di Trastevere che chiudeva quasi tutti i suoi concerti in giro per il mondo con Here’s to you un pezzo dedicato a due emigranti italiani, giustiziati dalle istituzioni statunitensi per le loro idee politiche e il loro attivismo proletario. (Fonte: senza tregua di Ettore Rossini).

Chi dava l’approvazione finale alle composizioni di Ennio Morricone?

Questo è un qualcosa che oltre all’amore, rendeva unico e prezioso il rapporto con la moglie.

Devi sapere che per ogni film che proponeva nel corso degli anni, si rese conto che spesso i temi che i registi sceglievano erano quelli che a lui piacevano di meno.

Allora ha pensò di farli ascoltare a Maria, sua moglie. Se lei dava il suo ok, il tema arrivava al regista, altrimenti no.

In questo modo, anche se il regista avesse scelto quello che per lui era il tema peggiore, comunque era un tema passato dal vaglio di Maria, per cui ci era già un po’ più affezionato.

Maria ha sempre avuto forte potere su di lui.

Per la collaborazione con Tarantino, ad esempio, anche Maria ha letto il copione. La sua opinione era fondamentale, anche perché è una donna molto intelligente e curiosa.

Ennio Morricone e gli anni 90’

Negli anni ’90 Ennio Morricone ha ricevuto una serie infinita di riconoscimenti.

Proposto per il dottorato honoris causa all’Università di Goeteborg dal musicologo inglese Philip Tagg.

Nominato membro della Commissione artistica della Istituzione Universitaria dei Concerti di Roma.

Invitato a far parte della giuria della 49a Mostra del Cinema di Venezia.

Il Ministro francese della cultura Jack Lang gli ha conferito nel 1992 il titolo di Officier de l’Ordre des Arts ed des Lettres.

Nel 1994 è stato il primo compositore non americano a ricevere il premio alla carriera dalla SPFM (Society for Preservation of Film Music).

L’anno 2000: l’era che segna il suo ultimo percorso di vita e di carriera

Il 28 settembre 2002 dall’Arena di Verona è partita una nuova avventura e una nuova vita artistica per il Maestro Ennio Morricone.

Da allora si è dedicato in modo particolare alla direzione d’orchestra.

Nel 2004 proprio a Verona, nel più importante teatro all’aperto che il mondo conosce, l’11 settembre Morricone ha diretto un concerto “contro tutte le stragi della storia dell’umanità”.

Un concerto dove ha presentato per la prima volta la sua composizione “Voci dal silenzio”.

Nel 2007 l’Academy Awards americana conferisce ad Ennio Morricone il premio Oscar alla carriera.

Nove anni più tardi vince un nuovo Oscar: questa volta è per la colonna sonora del film “The Hateful Eight” di Quentin Tarantino.

Purtroppo qualche giorno fa (il 6 luglio 2020) Ennio Morricone ci ha lasciato all’età di 91 anni.

Le sue composizioni e le sue colonne sonore rimarranno sempre vive dentro di noi e ricche di emozioni ogni volta che guarderemo i film accompagnati da quelle note.

Il modo migliore per celebrarlo è quindi, a mio avviso, continuare a riempire il mondo con la sua musica.

A questo proposito ho deciso di chiudere questo articolo con questo video emozionante, girato nel periodo più brutto del 2020 a causa del Coronavirus.

Un video emozionante dove  Lena Yokoyama, violinista del Museo del violino, sul tetto dell’ospedale di Cremona ci ha regalato speranza suonando proprio le note di una colonna sonora del grande e indimenticabile Maestro.

Attraverso le note di questa colonna sonora, in ricordo del Maestro Ennio Morricone, io e il mio team AlzaRating ti auguriamo un buon weekend

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