Manovra 2022: ecco le novità a sostegno delle imprese

La manovra 2022 approvata il 28 ottobre 2021 dal Consiglio dei ministri ha come obiettivo quello di favorire lo sviluppo economico, e favorire la ripresa economica del periodo post pandemia.

Alcuni di questi obiettivi principali riguardano il taglio delle tasse, gli incentivi e gli investimenti per la crescita economica, anche nei prossimi anni.

Alcune misure prevedono un supporto particolare ai giovani e alle donne, soprattutto per il mondo del lavoro.

Andiamo a vedere in particolar modo gli incentivi a sostegno delle imprese.

Manovra 2022: transizione 4.0 e fondo 394

L’articolo 9 della bozza della Legge di Bilancio 2022 è interamente dedicato alle misure del Piano Transizione 4.0, con cui sono stati definiti gli incentivi pensati per agevolare le imprese che vogliono fare investimenti per ammodernare o digitalizzare i propri processi produttivi.

Il piano riconosce un credito d’imposta alle imprese che scelgono di fare investimenti:

  • in beni strumentali, materiali o immateriali;
  • in ricerca e sviluppo, innovazione tecnologica, innovazione ambientale e design;
  • nella formazione 4.0.

Con la nuova manovra, i principali crediti d’imposta del Piano Transizione 4.0 vengono prorogati per ulteriori tre anni e si prevedono drastiche rimodulazioni delle aliquote.

Alle imprese che effettuano investimenti in beni strumentali, il credito d’imposta è riconosciuto seguendo la seguente logica:

  • 20% del costo per la quota di investimenti fino a 2,5 milioni di euro;
  • 10% del costo per la quota di investimenti da 2,5 e fino a 10 milioni di euro;
  • 5% del costo per la quota di investimenti da 10 fino a 20 milioni di euro.

Questo a condizione che entro il 31 dicembre 2025 il relativo ordine risulti accettato dal venditore, e sia avvenuto il pagamento di acconti in misura almeno pari al 20% del costo di acquisizione.

Altra novità molto importante è il rifinanziamento del fondo 394, gestito da SIMEST, a supporto dell’internazionalizzazione delle imprese italiane. Ricordiamo che il fondo gode anche del sostegno del PNRR ed ha riaperto a fine di ottobre.

Il fondo rotativo 394 (art. 11 della manovra), per il sostegno all’internazionalizzazione delle imprese italiane, viene incrementato di 1,5 miliardi per ciascuno degli anni dal 2022 al 2026.  Con 150 milioni di euro annui per ciascuno degli anni dal 2022 al 2026 è poi rifinanziato il fondo perduto Fondo per la promozione integrata dell’export previsto dal Decreto Cura Italia.

Manovra 2022 e Fondo per la transazione industriale

Un Fondo ad hoc, con 150 milioni l’anno a partire dal 2022, per supportare la transizione industriale. Lo prevede la bozza della manovra che istituisce anche un Fondo italiano per il clima, gestito da Cdp, che nasce con una dotazione di 840 milioni l’anno dal 2022 al 2026.

Un fondo che potrà essere ulteriormente finanziato anche dai privati o con fondi europei e internazionali.

Il fondo per la transizione industriale potrà concedere “agevolazioni” alle imprese dei settori “ad alta intensità energetica”, per investimenti per l’efficienza energetica, il riutilizzo materie prime e di materie riciclate e per lo stoccaggio della Co2. (fonte MISE).

Manovra 2022 e contratti di sviluppo

Il Contratto di sviluppo è stato introdotto dall’articolo 43 del Decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112 ed è operativo dal 2011. Si tratta di uno strumento di sostegno dedicato a dei programmi d’investimento produttivi, strategici ed innovativi di grandi dimensioni.

La principale novità di quest’anno, introdotta nel Decreto del 17 settembre 2021 è la clausola per quelle imprese che si impegneranno, nel caso di un incremento occupazionale ad assumere in via prioritaria:

  • i percettori di interventi di sostegno al reddito;
  • disoccupati a seguito di procedure di licenziamento collettivo;
  • lavoratori di aziende coinvolte in tavoli di crisi attivi presso il Ministero.

L’obiettivo di questo percorso prioritario è mettere in campo uno degli obiettivi del Governo, ovvero la riconversione e reindustrializzazione di alcune aree del Paese. Questo attraverso la concessione d’incentivi e agevolazioni. A gestire i contratti di sviluppo è Invitalia, l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa S.p.A.

Per la programmazione 2014-2020, ai Contratti di sviluppo sono state assegnate risorse finanziarie per 4.525,3 milioni di euro.

A chi si rivolgono i contratti di sviluppo?

I programmi di sviluppo possono essere realizzati:

  • da una o più imprese, italiane o estere, di qualsiasi dimensione (compatibilmente con i regolamenti comunitari di volta in volta applicabili);
  • in forma congiunta anche mediante il ricorso allo strumento del contratto di rete di cui all’art. 3, comma 4-ter, del Decreto Legge 10 febbraio 2009, n. 5.

Nei Contratti di sviluppo i soggetti beneficiari delle agevolazioni sono articolati in:

  • soggetto proponente, ovvero l’impresa che promuove il programma di sviluppo ed è responsabile della coerenza tecnica ed economica. Deve presentare spese ammissibili non inferiori a 10 milioni di euro per quanto riguarda i programmi di sviluppo industriali e per la tutela ambientale; non inferiori a 3 milioni di euro per quelli che riguardano esclusivamente attività di trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli. I programmi non devono avere costo inferiore a 5 milioni di euro per il settore delle attività turistiche. La cifra deve essere pari a 3 milioni di euro per i programmi di sviluppo delle attività turistiche che riguardano le aree interne del Paese o il recupero e la riqualificazione di strutture edilizie dismesse.
  • imprese aderenti, ovvero le eventuali altre imprese che realizzano progetti di investimento nell’ambito del programma di sviluppo. Gli investimenti proposti dai soggetti aderenti (compresi i programmi di ricerca, sviluppo e innovazione) devono presentare spese non inferiori a 1,5 milioni di euro.

Cosa finanziano i contratti di sviluppo?

i contratti di sviluppo finanziano i programmi

  • per lo sviluppo industriale, compresi i programmi riguardanti l’attività di trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli;
  • sviluppo per la tutela ambientale;
  • sviluppo di attività turistiche che possono comprendere, per un importo non superiore al 20% degli investimenti complessivi da realizzare, programmi destinati allo sviluppo delle attività commerciali.

L’importo complessivo delle spese e dei costi ammissibili alle agevolazioni non deve essere inferiore a 20 milioni di euro, ovvero a 7,5 milioni di euro qualora il programma riguardi esclusivamente l’attività di trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli.

Le imprese si impegnano a realizzare i programmi in 36 mesi. Con il Decreto MISE del 13 novembre 2020 poi, è stato confermato il termine di ultimazione dei progetti a 36 mesi dalla concessione delle agevolazioni.

È stata anche prevista la possibilità di una proroga che può avvenire con una motivata richiesta dell’impresa beneficiaria, per un periodo massimo di 18 mesi.

Manovra 2022 e gli investimenti nel digitale

Oltre 200 milioni in due anni per l’editoria digitale e quasi 8 miliardi per l’industria 4.0.  con la Manovra 2022 è stato istituito il “Fondo straordinario per gli interventi di sostegno all’editoria”, stanziando 90 milioni di euro per il 2022 e 140 per il 2023.

Il fondo è volto a incentivare gli investimenti delle imprese editoriali, dedicati all’innovazione tecnologica e alla transizione digitali, e a sostenere l’ingresso di giovani professionisti nel campo dei nuovi media.

Manovra 2022 e Fondo Garanzia PMI

L’obiettivo del Fondo Garanzia è quello di garantire nuova liquidità alle imprese: questo è il motivo per cui il Governo ha intenzione di rifinanziarlo nella Manovra 2022 per 3 miliardi di euro.

Lo strumento continuerà a essere un punto di riferimento per le imprese che necessitano credito, probabilmente semplificando le procedure di accesso. In questo modo si aumenta la platea di beneficiari.

La manovra 2022 potrebbe intervenire sulle percentuali di copertura, rimodulandole in base ai settori di attività e alle tipologie di operazione.

Inoltre, la possibilità di trasformare le Deferred Tax Assets (DTA) in crediti d’imposta viene estesa fino al 30 giugno 2022, senza cambi di percentuale e con un tetto massimo per singola operazione.

Manovra 2022: quali sono gli incentivi per l’imprenditoria femminile?

Si chiama Fondo Impresa Donna ed ha una dotazione di 40 milioni di euro. Obiettivo? Lo sviluppo dell’imprenditoria femminile in Italia.

Il Fondo Impresa Donna è istituito con un finanziamento iniziale di 40 milioni di euro, ai quali si aggiungeranno altri 400 milioni. Il progetto costituisce un intervento cardine inserito tra le linee di intervento del Ministero dello sviluppo economico nel Piano nazionale di Ripresa e Resilienza nell’ambito della missione “Inclusione e coesione”.

Sono due le misure di sostegno per l’imprenditoria femminile previste dal decreto firmato dal ministro Giorgetti:

  • prestiti agevolati
  • contributi a fondo perduto

Gli obiettivi del bando sono molteplici:

  • incentivare la partecipazione delle donne al mondo delle imprese,
  • supportare le loro competenze e creatività per l’avvio di nuove attività imprenditoriali e la realizzazione di progetti innovativi, attraverso contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati.

In Italia il rapporto tra donne e lavoro vive di luci e ombre: da un lato c’è un forte tasso di disoccupazione, soprattutto nella popolazione femminile over 30. Mentre, dall’altro lato, il mondo dell’imprenditoria femminile sta diventando sempre più popoloso.

Sono cinquanta, ad esempio, le donne più influenti al momento in Italia nel settore digitale. In Europa, solo due lavori su dieci sono occupati da donne. Nel nostro paese stando ai dati recenti, appena il 18,9% delle laureate ha scelto discipline scientifiche, matematiche e tecnologiche.

Eccoti tutte le novità in merito agli incentivi della Manovra 2022 per quanto riguarda l’imprenditoria.

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