Il conto economico: qual è la sua funzione principale?

Il conto economico di un’azienda ha come funzione principale quella di mostrare le entrate derivanti dalla vendita di prodotti o servizi, le spese derivanti dalla vendita di prodotti o servizi e il profitto netto che rimane dopo le spese sostenute.

L’obiettivo del conto economico è quello di rappresentare il risultato annuale di una collettività conformemente alla realtà dei fatti.

Capire come funziona il conto economico è di vitale importanza per un’impresa. È composto da diverse parti, come le entrate, il costo del venduto, l’utile lordo, le spese operative, il reddito operativo, gli elementi non operativi, l’EBT (Utile prima delle imposte), l’utile netto, e ognuna ha una sua specifica funzione.

Nel conto economico, i costi vengono confrontati con i ricavi. La differenza (saldo) di questo confronto indica se l’azienda ha realizzato un profitto o una perdita. Il conto economico mostra quindi il successo dell’azienda in un determinato periodo di tempo (solitamente un esercizio).

Com’è strutturato il conto economico?

La struttura del conto economico possiamo dire sia formata da 3 sezioni fondamentali per l’imprenditore:

  • Ricavi: risultato prodotto dall’azienda nel corso di un esercizio;
  • Costi di Produzione: costi direttamente proporzionali ai ricavi necessari per produrre prodotti e servizi;
  • Costi Produttivi: costi fissi non proporzionali ai ricavi che l’azienda deve sostenere per operare a prescindere dagli stessi.

Poi abbiamo:

  • Proventi e oneri finanziari: componenti di reddito fuori dalla gestione ordinaria e frutto di operazioni finanziarie compiute nell’esercizio;
  • Rettifiche di valore di attività finanziarie: rivalutazioni e svalutazioni di titoli, immobilizzazioni e partecipazioni in altre società;
  • Proventi e oneri straordinari: avvenimenti che nulla hanno a che fare con il ciclo produttivo dell’azienda, ma che creano un movimento nel Conto Economico.

Troppe voci e troppi numeri che non tutti gli imprenditori sono in grado di leggere e interpretare.

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Quanti tipi di conto economico possiamo avere?

Analisi dettagliata di un conto economico

I modelli di calcolo del conto economico basati su più livelli servono a mettere in evidenza quale settore di un’impresa migliorare. Infatti, grazie a questa tipologia di calcolo, avrete sempre ben identificati i risultati intermedi, che vi aiuteranno a capire il livello di performance della vostra attività economica.

Inoltre, attraverso questa metodologia gli stakeholders e i clienti interessati avranno una visione chiara del rendimento dell’attività. Ciò significa che sarà più facile valutare se investire dei capitali o no nell’impresa.

Infine, questo approccio è maggiormente apprezzato dall’agenzia delle entrate, che predilige dei registri contabili ordinati in cui ogni elemento è associato al giusto codice. Nel caso di revisioni esterne, una tale ripartizione eviterà che l’ufficio tributario decida di riesaminare nuovamente la contabilità.

Conto economico: quali indicazioni sono importanti?

Per fare in modo che il bilancio di fine anno venga riconosciuto nella sua interezza dai revisori dei conti per il conto economico a più stadi ci sono delle indicazioni chiare che devono venir rispettate.

È fondamentale prestare attenzione a quale forma sia la più adatta, in modo che non sorgano incomprensioni dal punto di vista dell’interpretazione dei risultati/profitti

Per fare in modo che tutti i calcoli siano riconoscibili a colpo d’occhio, l’accertamento dei relativi numeri di riferimento deve venir effettuato nel modo giusto, marcando chiaramente le posizioni intermedie. Per far questo può per esempio venir utilizzato un trattino doppio oppure una marcatura a colori, che evidenzi le singole postazioni e le renda visibili.

In particolare, nel caso di revisioni esterne per una verifica annuale del bilancio è molto importante essere particolarmente ordinati, in modo che l’ufficio delle finanze non decida di esaminare nuovamente la contabilità.

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Il conto economico a più stadi

Presentato sotto forma di tabella (o di lista), il conto economico può essere ripartito in diversi livelli o stadi, con un risultato intermedio per ciascuna di queste parti.

Il conto economico a due stadi, ad esempio, è quello usato più di frequente dalle imprese, benché non sia richiesto dalla legge. Esso separa le poste e le transazioni dette “aziendali” dalle poste dette “neutrali”.

Il primo stadio presenta i costi e i ricavi variabili, legati alle merci (quali i costi di merce, i costi del personale, i costi degli affitti, gli ammortamenti, contrapposti ai ricavi di merce e ai ricavi da interessi). Questa parte della tabella si conclude con un saldo intermedio chiamato “utile d’esercizio”.

Il secondo stadio comprende i costi e gli utili neutrali (quali i costi immobiliari, i costi straordinari, le imposte dirette, contrapposti ai ricavi straordinari). Quest’ultima parte della tabella si conclude con l’”utile d’impresa”.

Possono anche essere inseriti altri stadi, aggiungendo diversi livelli di complessità, ma anche informazioni supplementari (quali il risultato ante oneri finanziari).

Un esempio di conto economico con informazioni complementari può essere il seguente.

A tre stadi

Questo metodo di calcolo del conto economico è composto da tre livelli:

  • il settore aziendale
  • il settore neutro
  • il settore commerciale

Livello 1

Il livello 1 corrisponde al settore commerciale, ovvero la differenza tra i ricavi e i costi delle merci. Il risultato di questa sottrazione fornisce il margine commerciale. Questo indicatore ci permette di valutare l’operato manageriale dell’azienda, in quanto si basa solo sulle performance di produzione, non essendo influenzato da altre costanti.

Livello 2

Nel secondo livello, al margine commerciale vengono aggiunte tutte quelle voci che abbiamo citato nel livello 1 del modello di calcolo a due livelli. Alla fine di questo stadio, avremo un risultato indicante il profitto o la perdita della società

Livello 3

Il terzo livello è rappresentato dal settore neutrale, in cui vengono calcolati gli elementi che abbiamo esaminato nel livello 2 del modello di conto economico a due livelli.

Il risultato che otterremo sarà il risultato finale, al netto di tutti gli elementi facenti parte del registro contabile.

Quali sono le differenze tra il conto economico e lo stato patrimoniale?

Lo stato patrimoniale presenta la situazione finanziaria dell’impresa alla fine di un anno fiscale.

È una “fotografia” della situazione finanziaria dell’impresa in una determinata data.

Lo stato patrimoniale registra ciò che una società deve (passivo) e ciò che possiede (attivo) in un certo momento.

Il conto economico, invece, analizza i cambiamenti che si sono verificati tra lo stato patrimoniale dell’anno N-1 e dell’anno N, evidenziando un utile d’esercizio positivo o negativo in base all’andamento dell’impresa nel corso dell’anno.

A differenza dello stato patrimoniale, è diviso in due categorie: i ricavi, ovvero le entrate della società, e i costi di produzione, ovvero le uscite che l’impresa ha sostenuto durante l’anno per produrre del plusvalore.

Il conto economico è un rendiconto finanziario degli incrementi di valore di attività finanziarie.

E se vuoi capire la reale differenza tra margini e profitti?

Conto economico a valore aggiunto

Il conto economico a valore aggiunto mira a evidenziare il valore che l’azienda crea, ossia se produce ricchezza reddituale. Il valore aggiunto rappresenta il maggior valore imputabile a fattori quali remunerazione del capitale finanziario di terzi e proprio, imposte dirette, costo
del lavoro, consumo dei beni capitali (e.g. macchinari).

Il valore aggiunto esprime, quindi, la differenza tra il valore della produzione e i costi esterni, consente così di coprire i costi interni e altri oneri derivanti da altre
gestioni aziendali.

Il valore aggiunto indica la quantità di ricchezza da ripartire tra i vari stakeholder: personale dipendente (retribuzioni), Stato (tasse e imposte), soci conferenti capitale di rischio (dividendi), finanziatori (interessi passivi) e autofinanziamento all’impresa. Il metodo a valore aggiunto è il metodo più diffuso, poiché le informazioni contenute nel bilancio d’esercizio sono sufficienti, per l’analista esterno, a eseguire la riclassificazione.

Si parte dai ricavi operativi netti e a essi si sommano o sottraggono le variazioni del magazzino di prodotti finiti o semilavorati.

L’insieme dei ricavi per la vendita di beni e servizi (gestione caratteristica), insieme a variazioni del magazzino, variazioni dei lavori in corso di ordinazione, variazioni immobilizzazioni prodotte internamente e ad altri proventi della gestione caratteristica, danno come risultato il “valore della produzione tipica”.

Ad essa vanno sottratti i costi della gestione caratteristica, ossia i costi per l’acquisto di materie prime, sussidiarie e di consumo, costi per servizi, costi per godimento beni di terzi, variazioni delle materie prime, sussidiarie e di consumo, infine gli altri oneri della gestione tipica.
L’insieme di questi costi prende il nome di “costi esterni”.

Cos’è il Valore Aggiunto?

Il valore aggiunto è il valore creato dal surplus tra costi e ricavi, ossia il risultato tra
Valore della produzione tipica – costi esterni = valore aggiunto.

Una volta trovato il valore che l’impresa riesce a creare con la sola attività caratteristica, si sottrae allo stesso il costo dei prestatori di attività lavorativa: così facendo si ottiene il “margine operativo lordo” (MOL) o EBITDA ossia il margine prima del calcolo di ammortamenti, svalutazioni, accantonamenti e delle altre gestioni complementari a quella caratteristica.

Il MOL è il risultato della differenza tra ricavi e costi monetari collegati alla sequenza “acquisto-trasformazione-vendita”. Il MOL rappresenta l’indicatore reddituale più assimilabile a una grandezza finanziaria poiché, rispetto all’EBIT, esso risulta influenzato solo da componenti di reddito “monetari”.

Il successivo passo consiste nel sottrarre all’EBITDA gli ammortamenti (ossia il valore di consumo dei beni capitali), le svalutazioni e gli accantonamenti. Si ottiene così il valore EBIT (“Earnings Before Interests and Taxes”), detto anche “reddito operativo” (o risultato operativo).

Sottraendo dal MOL gli ammortamenti si ottiene il Risultato Operativo, corrispondente alla quota di risultato che la gestione operativa rende disponibile per la remunerazione del capitale finanziario, proprio (dividendi) o di credito (interessi passivi).

Aggiungendo o sottraendo i vari risultati della gestione patrimoniale e straordinaria si giunge al “risultato prima delle imposte” (EBT).

Come trovare il reddito netto

Per trovare il “reddito netto” è, a questo punto, sufficiente sottrarre le imposte dovute.
La distinzione tra costi interni ed esterni del conto economico a valore aggiunto è basata su una finzione. Si suppone che nel momento dell’inizio dei cicli produttivi l’azienda abbia predisposto le strutture tecniche rappresentate dagli impianti, e le strutture organizzative, rappresentate dal personale dipendente.

Questi due tipi di fattori, pertanto sono considerati fattori preesistenti rispetto alla produzione, ovvero fattori interni. Detto questo, per iniziare i cicli di produzione l’azienda ha necessità di approvvigionarsi di tutti gli altri fattori complementari: le materie prime e tutti gli altri servizi operativi.

Questi due tipi di fattori sono considerati fattori esterni poiché acquisiti dall’esterno della combinazione aziendale.

Se sei arrivato fino a qui vuol dire che hai trovato interessante sapere quanto è importante una corretta redazione di un Conto Economico e quanti tipi di Conto Economico ci possono essere per avere maggiori informazioni sullo stato di salute della tua azienda.

Ma come ti ripeto è fondamentale, insieme al bilancio una corretta redazione di questo documento.

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