Rating di sostenibilità: cos’è e come gestirlo nel 2021

Il rating di sostenibilità rappresenta un giudizio finale sulla solidità di un’azienda, un fondo o un’organizzazione.

Un giudizio che nasce da un’attenta analisi che tiene conto dell’aspetto sociale, ambientale e governance. Stiamo parlando dei famosi criteri ESG.  

I Criteri ESG sono parametri utilizzati in ambito economico finanziario per esaminare un investimento sotto la lente della sostenibilità.

Si tratta di valutare il rischio o il rendimento di tale investimento. In che modo? Valutando nello specifico sia gli aspetti economico finanziari ma soprattutto quelli che riguardano il lato sociale ambientale e di governance.

Ecco perché avere al giorno d’oggi un buon rating di sostenibilità può essere una leva a favore di un’azienda.

Rating di sostenibilità: è possibile misurarlo all’interno di un’azienda?

Per misurare il rating di sostenibilità esistono degli indicatori chiamati KPI della sostenibilità suddivisi in 5 livelli di valutazione.

Nello specifico sono:

  • Conformità: questo livello contiene tutti gli indicatori relativi alla conformità dell’azienda alla normativa locale, nazionale e internazionale e agli standard d settore.
  • Effetti: un livello che serve per valutare gli effetti relativi all’impatto che un’azienda ha sull’ambiente naturale e umano.
  • Materiali e performance: questo livello si riferisce a quegli indicatori capaci di definire i risultati dell’azienda in termini energetici, idrici di rifiuti ed emissioni.
  • Supply chain: in questo livello rientrano tutti quei fattori che sono esterni all’azienda e che includono la supply chain, la distribuzione, l’uso e lo smaltimento dei prodotti.
  • Sistema sostenibile: questolivello include tutti gli indicatori che misurano la performance aziendale in termini di impatto sulla qualità della vita, l’uso delle risorse idriche in base al grado di rigenerazione del territorio.

Le aziende che decidono di migliorare il loro rating di sostenibilità scelgono di essere parte attiva del progetto agenda 2030. Questo vuol dire essere capaci di contribuire al raggiungimento degli obiettivi fissati dalle Nazioni Unite.

Migliorare le proprie performance ESG vuol dire per un’azienda attirare l’attenzione sia di investitori che di stakeholder coinvolti. Inclusi fornitori e consumatori.

Le PMI possono davvero fare qualcosa di concreto per fare in modo che le agenzie di rating diano una buona valutazione nel misurare i criteri di sostenibilità di un’azienda.

Come migliorare il rating di sostenibilità di un’azienda?

Bisogna prima di tutto definire una policy di sostenibilità aziendale partendo dalla mappatura di tutti gli aspetti potenziali legati alla sostenibilità.

Successivamente devono essere definiti gli obiettivi di miglioramento da perseguire che sono volti alla minimizzazione delle risorse e alla massimizzazione del valore.

A questo segue l’applicazione di tutti gli interventi utili per raggiungere gli obiettivi prefissati.

In uno step successivo sarà poi possibile monitorare le prestazioni secondo l’osservazione degli indicatori di sostenibilità. In questo modo sarà possibile rendere pubbliche le policy aziendali ed i risultati conseguiti al fine di supportare le attività delle agenzie di Rating ESG.

Sostenibilità e la creazione di valore all’interno di un’azienda

L’impegno delle aziende per la sostenibilità non è più soltanto un’attività di imprenditori illuminati. Non è nemmeno soltanto una fredda variabile necessaria al calcolo dei rating da parte di banche e altre istituzioni finanziarie.

Sotto l’acronimo ESG, che declina la sostenibilità nelle sue tre anime ambientale, sociale e di governance, si cela oggi un vero e proprio mondo e una precisa strategia in grado di incidere anche sulle performance e sulla competitività dell’impresa.

Lo hanno ben compreso molte aziende italiane, anche in ambito manifatturiero. Imprese che stanno investendo risorse per mettere a punto politiche e report di sostenibilità, da cui trarre valore per l’azienda.

Possiamo citare come esempio Streparava, azienda che produce soluzioni per il settore automotive. Una “famiglia dal 1951”, come la definisce Paolo Streparava, erede dell’impegno di tre generazioni.

Dal 2016 Streparava pubblica il suo dettagliato Report di Sostenibilità, che è “un momento di sintesi del nostro operato oltre che uno strumento molto importante. Uno strumento che certifica il nostro profilo etico e legittima il ruolo che intendiamo svolgere nei confronti della comunità in cui siamo inseriti. Questo non solo in termini economici, ma soprattutto morali”.

In Streparava infatti, accanto alle dimensioni ‘classiche’ ambientale e sociale, la sostenibilità viene declinata anche nei suoi aspetti etici ed economici. (fonte Innovation post)

Nel report l’azienda si racconta all’insegna della trasparenza nella convinzione che la sostenibilità sia il driver di un processo di miglioramento continuo. Un processo che garantisce risultati nel tempo e il rafforzamento della propria performance economica, reputazione e salute e sicurezza dei suoi lavoratori. Questo gli consente di raggiungere i suoi obiettivi in ambito ambientale, sociale e di governance.

Quali sono i benefici che comporta l’adozione di una strategia ESG?

L’implementazione di leve strategiche non finanziarie (o di sostenibilità) a medio-lungo termine permette di generare benefici operativi in grado di produrre impatti finanziari positivi”, spiega ancora Amelio.

Sono diverse le dimensioni su cui una strategia ESG va a impattare: capitale umano, relazione con i clienti, società, ambiente, innovazione e corporate governance. Tutti ambiti per quali esistono precisi parametri che permettono alle aziende di misurarne l’impatto.

Dal punto di vista finanziario i beneficiari sono: valore del brand, efficienza operativa, costo del capitale e gestione del rischio.

Crescono le imprese che investono in sostenibilità

Le imprese che quest’anno investiranno in sostenibilità sono in crescita di 11 punti percentuali. Se nel 2020, infatti, questo tipo di investimenti aveva riguardato il 29% dell’industria varesina, nel 2021 tale quota crescerà fino ad arrivare al 40%.

Nel 65% dei casi le risorse verranno stanziate in processi produttivi green, nel 43% in nuove tipologie di prodotti compatibili con l’ambiente. Costante l’attenzione per le politiche sostenibili nelle grandi aziende che coinvolge il 73% dei siti produttivi varesini. Ma il fenomeno riguarda sempre di più e trasversalmente le aziende di qualsiasi taglia.

Nelle medie imprese nel corso del 2021 si assisterà ad una crescita delle realtà coinvolte di 8 punti percentuali, mentre nelle piccole tale aumento toccherà i 13 punti percentuali.

La sostenibilità ormai è una non scelta, una via obbligata di sviluppo per qualsiasi impresa e per qualsiasi istituto di credito o finanziario.

Dal sistema bancario ci si aspetta sollecitazioni e iniziative affinché gli investimenti sostenibili possano tradursi in un più fluido percorso di concessione del credito. Questo a condizioni più favorevoli e con un conseguente miglioramento del merito creditizio aziendale e, perché no, del rating.

Rating di sostenibilità e novità introdotte dalla UE: quale impatto avranno sulle PMI?

Molte aziende del territorio stanno già oggi sperimentando come i temi e le strategie ESG (Environment, Social, Governance) abbiano ormai un impatto rilevante sui modelli di business.

Un’accelerazione che richiede, per difendere le proprie capacità di stare sul mercato e di presidiare le supply chain. Richiede di adeguarsi alla transizione in atto con un arco temporale di mesi, non certo di anni. Contemporaneamente, sulla spinta regolatoria della Banca Centrale Europea,  il mondo finanziario sta velocemente implementando ‘kit’ di sostenibilità per le aziende.

PMI che dovranno adeguarsi cogliendo le opportunità nel breve e gestendo il rischio di maggiori difficoltà di finanziamento nel medio periodo.

Queste novità impatteranno su ogni azienda. Anche su quelle che si collocheranno sotto i limiti dimensionali previste dalle nuove normative, in quanto parte delle catene del valore e delle filiere produttive.

Ciò impone a qualsiasi impresa di impostare strategie di sostenibilità. Una sostenibilità, però, vera e misurabile.

Il green-washing, ovvero la finta sostenibilità o la sostenibilità di facciata, sarà sempre più difficile da presentare.

Oltre che essere pericolosa per la credibilità dell’azienda e l’imprenditore nei confronti non solo del mondo bancario ma anche verso i propri clienti.

La sostenibilità è per le imprese una opportunità per guadagnare posizioni di competitività e capacità di innovazione.

L’evoluzione delle esigenze informative degli investitori, le spinte normative e la crescente attenzione degli stakeholder verso i temi della sostenibilità, rendono necessaria per le aziende l’integrazione dei temi ESG nelle proprie strategie di business e nel modus operandi, fornendo al tempo stesso una comunicazione adeguata agli stakeholder sulle relative performance di rispetto delle tematiche sociali e ambientali.

Perché la sostenibilità è rilevante per le PMI

Rendicontare la sostenibilità è una leva di crescita per le PMI. Non solo per accedere più facilmente a prestiti e finanziamenti, ma anche per individuare e misurare quelle dinamiche che permettono loro di stare sul mercato, estraendone flussi di cassa, e adottando comportamenti virtuosi che possono massimizzare profitti e impatti positivi. 

Le banche e gli investitori possono essere per le PMI degli importanti facilitatori. Promuovendo l’adozione di strumenti di rendicontazione socio-ambientale, portano questi temi all’attenzione di realtà che spesso, per loro natura, sono già allineate a obiettivi di sostenibilità, ma che non sono portate a esplicitare il proprio impegno e le proprie performance.

Mostrando i vantaggi connessi all’uso di questi strumenti, le aiutano inoltre a prepararsi alla prossima transizione, che nel giro di pochi anni renderà la misurazione e valutazione degli impatti un requisito essenziale per tutte le aziende.

La tua azienda è allineata con i criteri di valutazione relativi al rating di sostenibilità?

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