Robotica e Industria 4.0 a braccetto verso il futuro

La Robotica rappresenta ormai una sorta di mantra per piccole e grandi imprese. Il futuro dell’industria sarà sempre più collegato ai robot che giocheranno un ruolo importante in quasi tutti i settori.

Cos’è esattamente la robotica?

La robotica è una scienza interdisciplinare che si occupa della progettazione e dello sviluppo dei robot.

Nella progettazione di questi ultimi sono coinvolte tante discipline. Questo perché alla realizzazione di un androide lavorano tanti professionisti di diversa formazione.

Solo pochi decenni dopo, la robotica sarebbe entrata nelle nostre vite e prima ancora in quelle delle aziende.

Chissà se il noto scrittore Isaac Asimov, il primo a parlare di robotica in un racconto di fantascienza del 1942, avrebbe mai immaginato una cosa del genere.

Robotica industriale                            

La robotica industriale si propone di dispensare l’uomo da lavori faticosi e ripetitivi.

Quando parliamo di robot industriali facciamo riferimento soprattutto a bracci robotizzati, controllati da software, che dotati di giunti, attuatori e sensori.

Questi possono essere utilizzati per il trasporto, lo smistamento e il confezionamento delle merci o per l’assemblaggio e la saldatura di materiali.

Largamente diffusi nel settore automobilistico e manifatturiero, secondo la Federazione Internazionale di Robotica (IFR) sono 1,3 milioni i robot industriali nel mondo.

Robotica e industria 4.0 a braccetto verso il futuro

Attualmente si parla molto di “industria 4.0”, termine coniato circa un decennio fa dal governo tedesco, in ambito politico, economico e sociale.

È possibile parlare di una quarta rivoluzione industriale?

Secondo molti esperti del settore sì. L’utilizzo delle tecnologie digitali per la produzione di beni fisici, la robotica, la tecnologia cloud, l’Internet of Things, l’impiego di intelligenze artificiali e la flessibilizzazione del mercato del lavoro avvieranno questa rivoluzione. Quali sostanziali cambiamenti porterà nella società e nei modi di produzione? Analizziamo il fenomeno.

L’ industria 4.0

Per parlare di industria 4.0 bisogna tenere presente il concetto di smart factory che è composto da tre elementi fondamentali:

  • the smart production;
  • smart services;
  • smart energy.

La produzione intelligente comprende tutte le nuove tecnologie produttive che permettono una collaborazione efficiente tra tutti gli elementi della produzione (operatori, macchine e strumenti).

L’integrazione e la collaborazione di tutte le strutture, interne ed esterne all’azienda, costituiscono gli smart services.

L’attenzione ai consumi energetici e lo sviluppo di sistemi in grado di ridurre gli sprechi e aumentare le prestazioni rientrano nel concetto di smart energy.

La robotizzazione, parte integrante dell’industria 4.0, viene spesso demonizzata perché vista come minaccia e causa di una futura crescita della disoccupazione.

In realtà non è ancora possibile fare delle previsioni, come non è possibile dire con certezza se stiamo vivendo o meno una vera e propria quarta rivoluzione industriale.

Quel che è certo è che siamo agli albori di qualcosa di importante.

Le previsioni in Europa

Da 10 anni l’industria europea, in particolare quella italiana, sta vivendo un periodo di grande crisi.

Il potenziale industriale italiano infatti è diminuito del 19,5%, mentre quello tedesco è aumentato del 6,5%.
Secondo un report effettuato da “Accenture Institute for high performance”, allo stato attuale dell’industria e dei processi produttivi, la crescita nel 2035 sarà di un punto percentuale.

Applicando però i concetti dell’industria 4.0 e l’intelligenza artificiale, la crescita potrebbe potenzialmente raddoppiare, quindi toccare l’1,8%.
Un valore comunque inferiore di quello di altri paesi europei come Germania (3%), Spagna (2.5%), Francia (2,9%), Austria (3%), Olanda (3,2%).

La robotica

Quando si pensa alle fabbriche dei Paesi Asiatici, come Giappone e Cina, vengono subito in mente i robot presenti nelle catene di montaggio.

Proprio nei suddetti Paesi, negli ultimi anni, le vendite delle macchine robotizzate hanno registrato un incremento di circa tre volte rispetto al resto delle altre nazioni.

Ad esempio in Corea del Sud sono presenti 4 robot ogni 100 operai e molti processi produttivi sono ormai totalmente automatizzati.

Questi dati possono in qualche modo infondere timore ai lavoratori che percepiscono l’inserimento dei robot come una minaccia all’occupazione.

Come però ci insegna la storia, ci sono molti altri fattori da prendere in considerazione.

Le precedenti rivoluzioni industriali infatti, nonostante i grandi cambiamenti, hanno mostrato come le società si siano comunque rimodulate.

Hanno modificato, e in alcuni casi hanno addirittura perfezionato, il modo di vivere e di lavorare.

Seppure i robot, che si trovano nelle fabbriche, siano sempre stati percepiti come dei sostituti dell’uomo: in realtà non è proprio così.

Allo stato attuale queste macchine non godono di una loro autonomia: per funzionare hanno bisogno di “collaborare” con l’uomo.

Questi robot collaborativi sono definiti “cobot”: automi capaci di interagire con il loro collega umano reagendo alla sua presenza e imparando da lui grazie alla tecnologia watch and learn.

I robot presenti in tutto il mondo sono quasi 2 milioni, per la precisione 1,8milioni di unità; il 70% del totale viene utilizzato solo in 5 Paesi: Germania, USA, Cina, Giappone e Corea del Sud.

Nel 2002 le unità vendute sono state 69mila, nel 2010, 121mila e si prevede che nel 2018 i robot acquistati dalle aziende saranno 400mila con un incremento del 500% delle vendite globali.

In Asia la domanda di robot è tre volte superiore rispetto al resto del mondo: le cifre previste per il 2018 riportano una richiesta di ben 275mila unità solo nel continente asiatico.

L’Europa e gli Stati Uniti invece si fermano rispettivamente a 66mila e 48mila.

Entro il 2099 il 70% degli attuali lavori sarà totalmente automatizzati.

I robot aumentano la sicurezza sul lavoro e la produttività: negli Stati Uniti 1,5 milioni di posti di lavoro sono stati creati dai robot nel settore automotive.

I cobot saranno presenti nella nostra vita in numerose circostanze. Esistono automi in grado di disinfettare camere d’ospedale in 10 minuti ed automi capaci di dirigere un’orchestra composta interamente da altri robot.

La Germania è il terzo mercato per robotica e la disoccupazione è in forte calo: il trend 2009-2015 registra un aumento dell’impiego di robot del 27% ed un calo della disoccupazione del 37%.

L’aumento della produttività italiana, da qui al 2035, sarebbe del 12 per cento. Superiore all’11% spagnolo, ma inferiore al 20% francese e al 29% tedesco.

Questa differenza trova una sua origine nella diversa capacità che i Paesi hanno di integrare e assorbire le innovazioni tecnologiche.

I robot e l’occupazione: cosa succederà

Robotica - Alzarating

Da vari anni si diffondono ipotesi preoccupanti sulla disoccupazione di massa che sarebbe creata dallo sviluppo delle tecnologie informatiche e dall’intelligenza artificiale.

La rivoluzione tecnologica comporta dei cambiamenti radicali e, nel breve periodo, produce vincitori e vinti.

Occorre quindi chiedersi cosa debbano fare i governi e le agenzie pubbliche per mitigare le conseguenze del cambiamento ed evitare che esso sia vissuto come una grande paura.

Che cosa dicono i dati

Una semplice analisi dei dati ci dice che non vi è correlazione fra il tasso di automazione e la disoccupazione tra Paesi diversi. Ad esempio, l’Italia è il Paese con il più alto tasso di disoccupazione e ha uno dei tassi più bassi di “densità di robot”.

Al contrario, i Paesi con i più alti tassi di densità dei robot, Corea del Sud, Germania, e Giappone, sono anche quelli che hanno i tassi di disoccupazione più bassi. In questi Paesi infatti, la disoccupazione non supera mai il 4 percento.

Ovviamente questi dati richiedono molte qualificazioni, ma sono sufficienti per mettere in dubbio l’idea semplicistica.

Ossia che un alto tasso di automazione porti quasi inevitabilmente ad una disoccupazione elevata.

Per approfondire il ragionamento, bisogna innanzitutto partire dalla differenza tra posti di lavoro distrutti e tipologie di lavoro distrutte.

È bene notare che una non implica l’altra: è possibile che nonostante alcuni tipi di occupazioni scompaiano, il livello generale dell’occupazione rimanga invariato. Questo avviene quando nascono nuove occupazioni oppure quando le rimanenti sono più richieste di prima.

La ragione per cui fino ad oggi il progresso tecnologico non ha creato disoccupazione di massa è data dallo svilppo della tecnologia.

Questo sviluppo rende necessaria la nascita di nuove figure professionali.

Tende ad aumentare la produttività, a stimolare l’economia e a creare nuovi posti di lavoro nei settori in espansione che beneficiano delle innovazioni.

Un’ultima cosa che voglio mettere in chiaro su questo argomento è che sia la robotica, sia la forza lavoro umana sono fondamentali per le aziende che investono in Ricerca & Sviluppo.

Questo perchè, negli ultimi anni, grazie alla legge di bilancio del 2015 lo Stato offre loro agevolazioni, fruibili fino al 2023.

Ma cosa c’entra la Robotica con Ricerca & Sviluppo?

C’entra eccome! Le aziende sfruttano la robotica per creare nuovi prototipi e nuovi design e per sponsorizzare i prodotti alle Fiere.

Tutto questo grazie a dei processi in continua evoluzione e grazie ai dipendenti che fanno funzionare i macchinari. La robotica toglie ai dipendenti lavori faticosi e ripetitivi, ma consente loro, al tempo stesso, di specializzarsi e rendersi indispensabili.

Perché ti dico questo? Perché tu sappia che incrementare l’automazione non vuole in nessun modo dire che tu debba a fare a meno dei tuoi dipendenti.

Come avrai ben capito dall’articolo, automazione e lavoro umano vanno a braccetto e non possono fare a meno uno dell’altro.

Ora che ti ho chiarito questo argomento sei curioso di sapere come sfruttarlo a tuo vantaggio? Potresti partire da un’analisi aziendale per scoprire se fai effettivamente Ricerca & Sviluppo e soprattutto quali vantaggi potresti trarre dalle agevolazioni di legge.

Se accetti il mio consiglio e hai bisogno di un aiuto per cambiare il futuro della tua azienda compila il form qui sotto e richiedi la tua consulenza gratuita.

Io e il mio Team saremo felici di guidare la tua azienda verso il futuro e l’innovazione.

 

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