Il default bancario è una condizione in cui nessuna azienda vorrebbe trovarsi.
Questo perché si rischia di essere definito come “cattivo pagatore” e si rischia di compromettere la posizione di un’azienda in Centrale Rischi.
Tanto più che dal 1° gennaio 2021 le condizioni che definiscono un credito in default si irrigidiscono.
Ma prima di andare a capire nel dettaglio cosa tenere sotto controllo per evitare che un credito vada in default bancario cerchiamo di capire esattamente di cosa si tratta.
Table of Contents
ToggleCos’è un Default Bancario?
C’è DEFAULT quando si verificano una delle seguenti condizioni:
- La banca giudica improbabile il recupero del credito senza l’escussione delle garanzie;
- Il debitore presente insolvenze da oltre 90 giorni su esposizioni “rilevanti”.
Cosa succede quando vieni dichiarato in default?
- Inizialmente il debito sarà definito come un’operazione scaduta o deteriorata. Si tratta, ad esempio di un finanziamento a scadenza, come un fido di cassa, che non venga saldato integralmente. Oppure un finanziamento rateale che non venga pagato con regolarità.
- Inadempienze probabili. Dopo che si è superato il primo livello la banca ritiene che il debitore abbia scarse possibilità di rimborsare. A questo punto il suo debito verrà catalogato come “improbabile incasso” riferito alle somme a credito (interessi e capitale).
- Sofferenza. Dopo essere stati catalogati come inadempienza probabile la banca catalogherà il credito e il debitore stesso “in sofferenza bancaria”. Questo vuol dire l’avere un credito sul quale è impossibile pronosticare il momento di incasso.
Come puoi immaginare queste tre catalogazioni portano automaticamente ad una posizione di rischio assoluta.
Questo perché con un default bancario avrai possibilità pari a zero di poter ottenere ulteriori somme di denaro da quella e da altre banche.
Con il passare del tempo, se il debitore non sarà in grado di rimborsare il debito nei tempi previsti, la banca procederà con l’aggredire il debitore e i fideiussori, vale a dire il patrimonio personale del debitore e quello dei fideiussori.
Default bancario e soglia di rilevanza: quali sono le differenze nel 2021?
Riguardo alla soglia di rilevanza sullo sconfino nel 2020 il Cliente veniva classificato a default se presentava arretrati per oltre 90 giorni consecutivi pari ad almeno il 5% del totale delle esposizioni del cliente verso la banca.
Da gennaio 2021 il cliente viene classificato a default se supera entrambe le seguenti soglie di rilevanza per oltre 90 giorni consecutivi:
- in termini assoluti: euro 100 per le esposizioni al dettaglio (Persone Fisiche e PMI) ed euro 500 per le altre esposizioni;
- in termini relativi: 1% dell’importo complessivo di tutte le esposizioni del cliente verso la banca.
Queste prime regole che ti ho evidenziato ti fanno capire quanto devi stare attento in questo nuovo anno.
Potrebbe bastare uno sconfinamento superiore ai 100 euro per essere classificato in default bancario e compromettere il tuo futuro accesso al credito.
Il motivo di questo cambiamento è legato alle nuove regole europee in materia di classificazione dei debitori in default.
Legato in particolare, al Regolamento delegato n. 171 del 19 ottobre 2017, che ha fissato nuovi parametri della soglia di rilevanza per il sistema bancario.
Parametri decisamente più rigidi rispetto a quelli adottati in questi anni dalle banche italiane.
Pur mantenendo invariata la tua situazione debitoria dunque, con queste nuove regole più rigide, la tua impresa potrebbe improvvisamente ritrovarsi in una condizione di default.
Ecco cosa cambia nel 2021
Le nuove regole non ammettono più la compensazione tra diverse posizioni del debitore.
Quindi, superate queste soglie di rilevanza, la banca dovrà classificare l’impresa in default.
Questo anche se disponi presso lo stesso istituto di altre linee di credito per poter sanare il tuo debito.
La norma sembra non lasciare spazio ad interpretazioni. Sei segnalato a default anche se, per assurdo, hai le rate del finanziamento impagate ma hai disponibilità nel fido di conto corrente, per pagare la rata.
Il rischio della classificazione in default bancario è l’effetto domino che questo riconoscimento potrebbe avere sulle altre esposizioni della tua impresa.
Se la tua impresa dovesse essere classificata in default bancario su una singola esposizione infatti, in automatico lo sarebbero tutte le tue altre esposizioni nei confronti dello stesso intermediario finanziario.
Diversa è la situazione per le piccole e medie imprese. In questo caso la banca può applicare il default solo sulla linea di credito in cui si verifica il past due.
Ma cosa significa esattamente “Past Due”? Semplicemente, in base alla definizione di Basilea, identifica i crediti scaduti o sconfinanti da più di 90/180 giorni, che rientrano nel novero delle posizioni in default.
In entrambi i casi però, la situazione di default rischia di portare conseguenze negative anche ai soggetti connessi alla tua impresa. Soprattutto nel caso di cointestatari di mutui o di società partecipate.
Sarà la stessa banca a effettuare delle verifiche per identificare i casi in cui il default possa inficiare la capacità di rimborso di un altro nominativo collegato.
In ogni caso tu devi considerare che una segnalazione di default bancario si propaga anche agli altri soggetti collegati (quali ad esempio i soci).
Nel 2021 si allungano i tempi per rientrare dal default bancario
Un altro cambiamento importante apportato dalle nuove regole riguarderà la fase di rientro dal default bancario, per la quale si allungano le tempistiche.
Negli anni passati bastava semplicemente sanare i propri arretrati per far decadere lo stato di default.
Dal 2021 sarà necessario attendere almeno 90 giorni dal momento in cui si è regolarizzato lo sconfinamento per poter finalmente uscire da questa situazione.
Passati i tre mesi, se la banca reputerà la tua situazione di nuovo stabile con un miglioramento permanente della qualità creditizia, potrà riclassificare la tua impresa fuori dallo stato di default.
Le imprese classificate in default dopo aver ricevuto misure di tolleranza il periodo di monitoraggio, usciranno dallo stato di default dopo almeno un anno.
Ora vado a rispondere a delle domande che potresti porti con queste nuove regole.
Se con la banca con cui ho il problema di pagamento ho anche delle altre posizioni a credito è possibile compensare lo stato di default?
La risposta è no: non si possono prendere in considerazione le altre posizioni di credito o altre posizioni attive. Se esiste un finanziamento o un’esposizione che non è gestita correttamente e contemporaneamente esistono delle somme su un altro conto corrente che potrebbero compensarle, non è possibile tenerne conto per risanare il default. Si guarda esclusivamente la posizione che ha l’errore.
Se per caso vado in default su una posizione con la mia banca, le altre posizioni, in essere presso quello stesso istituto di credito, che conseguenze subiscono?
Una posizione che va in default con un istituto di credito porta in default tutte le esposizioni che ha il debitore con quella banca.
Faccio un esempio se hai un finanziamento che paghi in maniera irregolare e si cataloga in default, questo porta in default anche il fido di conto corrente, un secondo mutuo e così via.
Se per caso il debitore è titolare di più di una società e una di queste va in default, succede qualcosa alle altre?
Società diverse collegate però allo stesso debitore in uno stato di default portano un effetto cosiddetto “contagio”.
Entità separate ma collegate dal debitore possono essere catalogate in default a vari livelli (il debitore principale collegato deve essere definito in default).
Voglio darti ancora un’informazione.
L’uscita del default può essere anche rapida. 90 sono i giorni di verifica per tutti gli stati di erronea gestione del credito.
Sono i 90 giorni in cui dobbiamo mantenere un comportamento corretto perché la banca possa togliere lo stato di default e far tornare la posizione in bonis.
Un’azienda è definita “In bonis” quando è solvibile, cioè in grado di restituire un prestito secondo le modalità prestabilite e concordate con l’istituto di credito.
Default Bancario e nuove regole: come mi devo comportare per non correre rischi?
Viste le regole di default ancora più stringenti sarà ancora più importante rispettare il piano di rimborso dei propri debiti ed essere puntuali con le scadenze di pagamento previste dal contratto, anche quando si tratta di importi modesti.
Da un punto di vista operativo sarà necessario tenere sotto controllo tutte le informazioni che riguardano il nostro credito, in particolare è bene concentrare l’attenzione sulla Centrale Rischi di Banca d’Italia che offre un monitoraggio preciso e puntuale sulle posizioni a rischio.
Verifichiamo sempre che il ritardato pagamento di rate esista davvero e contiamo i giorni del ritardo. Se per caso sono dichiarati superiori ai 90 giorni ma tale informazione non risulta corretta, bisogna immediatamente comunicarlo alla banca e alla Banca d’Italia.
Gli sconfini di conto corrente per essere gravi devono perdurare anch’essi 90 giorni. Il monitoraggio tramite il conto corrente, lo scalare trimestrale e la Banca d’Italia ci permette di poter dimostrare se eventualmente ci siano stati dei momenti, nel corso dei 90 giorni, in cui in realtà il rapporto era regolare.
Questo, ovviamente, interrompe il conteggio dei 90 giorni necessario per la dichiarazione di default.
Tramite la banca d’Italia controlliamo anche l’andamento di tutte le posizioni che eventualmente stiamo garantendo.
Questo perchè per il principio del contagio, eventuali posizioni a cui abbiamo dato fideiussione e che vengano dichiarate a sofferenza, possono contagiarci e trascinare anche noi in uno stato di default involontario.
Altra cosa molto Importante e da non sottovalutare.
Nel caso in cui si stia per entrare nella zona di default perché si stanno per superare i 90 giorni è bene sempre aprire un dialogo con i funzionari dell’istituto presso cui sono in essere i nostri rapporti per cercare di capire se esistano delle soluzioni, prima che intervenga la dichiarazione di default.
Anticipare queste soluzioni è un vantaggio per voi ma è anche un vantaggio per il sistema bancario che ha necessità di non avere a bilancio delle posizioni inadempienti.
La crisi economica dovuta alla Pandemia Covid-19 sta cambiando il modo di lavorare, di acquistare e di relazionarci con le altre persone.
Anche le tue banche, “terrorizzate” da questa situazione economica, si aspettano che tu, come imprenditore, faccia un’attenta analisi della situazione finanziaria della tua azienda e metta in discussione anche il tuo modello di business per adeguarti a questa “strana”situazione che si è venuta a creare.
A questo proposito io e il mio team di professionisti ed esperti in materia siamo qui per aiutare imprenditori come te che vogliono affrontare queste nuove regole senza correre rischi.
A questo punto ti consiglio di compilare il form qui sotto e prenotare la tua consulenza gratuita con uno dei nostri professionisti.
Dopo un attenta e dettagliata analisi sulla tua situazione finanziaria, valuterete insieme come modificare/adeguare il modello di business alla mutata situazione economica.
Ottimizzandolo grazie anche all’implementazione dei nostri prodotti, mirati a migliorare eventuali criticità e potenziare le tue leve aziendali.