L’analisi di Bancabilità e lo stato di salute della tua azienda

L’analisi di bancabilità al giorno d’oggi risulta fondamentale all’interno di un’ azienda per fare in modo che l’imprenditore acquisisca maggiore consapevolezza sui criteri adottati dalla banca nella valutazione del merito creditizio.

Questo gli permette di dotarsi di strumenti per misurarsi ad armi «quasi pari» con il sistema bancario evidenziando quali sono i punti di forza e con la consapevolezza di quali invece siano le debolezze.

Quando va fatta l’analisi di Bancabilità e perché?

L’analisi bancabilità viene richiesta quando un’azienda necessita di rinnovare le linee di fido.

Se per motivi commerciali e dunque da una contrazione delle vendite, e da problemi di liquidità, non si rispettano gli equilibri, possono nascere dei problemi.

Questa condizione può verificarsi nel momento in cui le aziende si trovano a dover affrontare la problematica di clienti non solventi.

Sempre più frequentemente, le mancate entrate compromettono gli investimenti e la naturale movimentazione del denaro.

A volte, questo problema riguarda aziende che hanno effettuato investimenti importanti ma che non sono riuscite a rientrare di quanto hanno investito nel tempo previsto.

L’analisi serve a verificare se la propria attività, non tanto industriale, quanto piuttosto finanziaria, è bancabile: ovvero tale da non compromettere il proprio rapporto con i creditori, in modo particolare le banche, in quanto ente creditizio.

L’indebitamento bancario è spesso la prima delle condizioni che richiedono un’analisi bancabilità.

Gli enti creditizi vogliono capire quali sono gli asset che generano flussi finanziari positivi dell’azienda che hanno finanziato e come rientrare del proprio investimento fermo restando che il primo interesse di tutti banca compresa, è che l’azienda in debito continui a lavorare, produrre e possibilmente creare moneta.

Quando un’azienda è realmente Bancabile?

Un’ azienda è realmente bancabile quando:

  • ha maggiori possibilità di ricevere credito dagli istituti finanziari (finanziamenti, fidi, anticipi su portafoglio…);
  • agli occhi dei potenziali investitori, banche e stakeholders l’ azienda è vista solida della media del tuo settore;
  • quando, nel tempo migliora il rating bancario e si riduce la probabilità di default nei confronti della media del settore economico di appartenenza.

Quindi l’azienda si presenta sul mercato finanziario con una maggiore credibilità e un migliore rating.

A chi serve l’analisi di bancabilita?
  • Aziende che hanno difficoltà di accesso al credito e che vogliono presentarsi in banca con le carte in regola.
  • Aziende che vogliono ottenere maggiori fidi e finanziamenti alle migliori condizioni.
  • Alle aziende in cerca di un equilibrio finanziario che gli consenta di migliorare la loro liquidità.
  • Alle aziende che vogliono pianificare investimenti utilizzando gli strumenti più idonei a rafforzare la loro solidità nel tempo.

Quali problemi può risolvere l’analisi di bancabilità?

Uno dei problemi può essere il pregiudizio sull’ accesso al credito

Solitamente si dice che le banche danno i soldi solo a chi li ha”. In realtà gli istituti finanziari concedono finanziamenti solo a chi sa come presentarsi bene e con le carte in regola, cioè a quelle aziende che dimostrano di avere un rischio moderato di default e una adeguata  capacità di rimborsare il debito nei termini pattuiti-

Molto spesso l’imprenditore conosce l’amico direttore di banca,  e avendo piena fiducia si affida a lui per farsi consigliare al meglio.

Ma il compito del direttore è quello di proporre i prodotti che  la sede centrale gli ordina di piazzare e sicuramente sono destinati ad ottenere il maggior profitto possibile per la banca e non quello di fare gli interessi del cliente.

È palese quindi che gli interessi dell’ istituto finanziario e quelli dell’ imprenditore non possono mai coincidere.

Questo perché se stiamo a vedere il vero cliente della banca non è colui a cui presta denaro, ma l’azionista, che a fine anno pretende utili soddisfacenti.

 Il basso potere del cliente nella trattativa
  • il cliente solitamente ha l’urgenza di sistemare i propri affari e deve sottostare alle condizioni dettate dagli istituti di credito suo malgrado;
  • il cliente presta poca attenzione alla forma di finanziamento che gli viene proposta dall’ istituto di credito, così come non presta nemmeno  attenzione alle clausole contrattuali, ai servizi aggiuntivi, agli oneri accessori e al costo dell’ istruttoria;
  • quasi sempre firma il contratto di finanziamento senza conoscerne il contenuto che gli viene presentato contestualmente all’erogazione;
  • raramente l’ottenimento di un certo tipo di finanziamento piuttosto che un altro  viene valutato con attenzione da parte del cliente, in quanto la sua priorità è l’ottenimento del denaro che gli serve in subordine, eventualmente, il tasso di interesse nominale che sarà ben diverso dal tasso effettivo;
  • in queste condizioni, il cliente dà poca priorità alle condizioni contrattuali, ai costi aggiuntivi ed accessori, ai servizi aggiuntivi che la banca gli impone;
  • quasi sicuramente Il cliente non conosce il proprio RATING Bancario e forse non capisce e non sa interpretare  i documenti che presenta alla banca, non si presenta all’instituto senza un PIANO FINANZIARIO che gli consenta di dimostrare la propria capacità di restituire il debito.
Quali sono i fattori che costituiscono l’analisi di bancabilità?

Tra i fattori in gioco relativi all’analisi di bancabilità di un azienda ci sono la capacità massima di indebitamento che deve essere strettamente legata alla capacità di creare reddito e flussi monetari positivi.

Questo dato misura, quanto un’impresa sia in grado di esporsi sotto l’aspetto creditizio senza penalizzare il valore dell’azienda stessa.

A volte l’unico modo per generare reddito è continuare a sostenere il debito fino a che l’azienda non sarà a regime con la richiesta del mercato.

Altre volte le banche, o comunque i creditori (possono anche essere soci investitori all’interno dell’azienda oggetto dell’analisi) chiedono verifiche periodiche.

Quasi sempre il termine di paragone è il piano trimestrale, che consente di ottenere il DSCR (Debt Service Cover Ratio), il fattore che indica la capacità dell’azienda di onorare il rimborso di capitale di cui ha usufruito.

Quasi sempre le banche richiedono una verifica della bancabilità per tutta la durata del credito.

In questo caso interviene un nuovo coefficiente, LLCR (Loan Life Cover Ratio) che sintetizza il rapporto tra il valore dei flussi di cassa e il debito residuo.

Si tratta di argomenti non semplici da sviluppare in poche parole e qualche paragrafo: dietro al concetto di bancabilità ci sono studi molto approfonditi di economisti ed esperti.

Qualsiasi azienda, piccola o grande che sia, anche una semplice ditta individuale, prima o poi potrebbe doversi confrontare con questi quozienti.

Per analizzare la capacità di un impresa di far fronte ai propri impegni finanziari è necessario valutare la capacità di produrre flussi di cassa operativa in relazione agli impegni verso i propri creditori. 

DSCR, indicatori di bancabilità e capacità di indebitamento incrementale consentono di valutare se e come l’impresa è in grado di sostenere gli impegni attuali e futuri verso il sistema.

Cosa sono gli indicatori di Bancabillità?

Gli indicatori di Bancabilità, indicano la capacità dell’azienda di rimborsare le Rate del Finanziamento nei confronti di Istituti Finanziari, tramite i Flussi Finanziari della Gestione Operativa.

Tra questi abbiamo come menzionati anche sopra il DSCR e l’LLCR ma ora andiamo nello specifico

DSCR – Debt Service Coverage Ratio

L’indicatore di Bancabilità DSCR (Debt Service coverage Ratio) è il rapporto tra i flussi di cassa disponibili nell’anno e la Rata del Finanziamento. I valori devono essere maggiori di 1 , in quanto indicano la capacità dell’investimento ogni anno di pagare la rata, tramite i flussi di cassa disponibili;

L’indicatore ci indica quindi la capacità sull’anno di far fronte al pagamento della rata, tramite i flussi finanziari operativi.

In termini pratici, se consideriamo una Start Up, i primi anni sono ammissibili anche valori inferiori ad 1, in quanto una Start Up inizialmente (non essendo ancora andata a regime) difficilmente presenta flussi di cassa operativi positivi.

Il Calcolo del DSCR, è divenuto di primaria importanza come indicatore di Alert di Crisi, con l’entrata in vigore del “Nuovo Codice della Crisi”. In questo caso le modalità di Calcolo (elaborate dal CNDEC) del DSCR differiscono da quelle standard.

LLCR – Loan Life Coverage Ratio

LLCR  è il rapporto su ogni anno tra il valore attuale netto dei flussi di cassa generati durante il periodo di vita del Finanziamento.

Anche qui il valore deve essere maggiore di 1, in quanto indica la capacità dell’investimento di produrre flussi finanziari per il periodo residuo del debito, in grado di ripagare il debito residuo alla data.

In questo caso il valore deve essere assolutamente maggiore di 1, in quanto rappresenta la capacità dell’azienda con i flussi finanziari futuri (l’arco temporale è il periodo di durata del finanziamento) di remunerare il debito residuo alla data.

Il valore attuale viene attualizzato al tasso che corrisponde al costo medio ponderato del capitale (cmpc) , che tiene conto della costo del finanziamento stesso (oneri finanziari) e della remunerazione del capitale di rischio.

Cosa non bisogna trascurare quando si parla di analisi di bancabilità delle imprese?

Detto questo è importante sapere che l’impresa di suo, deve diventare l’attore protagonista prima di tutto impadronendosi delle conoscenze che riguardano la valutazione delle imprese da parte delle banche, per poter parlare poi un linguaggio comune migliorando il sistema di comunicazione.

Per arrivare a questo bisogna conoscere la propria azienda, avere un valido e definito progetto imprenditoriale, attuare scelte consapevoli. Solo così si facilita la dimostrazione della credibilità e solidità della propria strategia aziendale.

Occorre quindi presentarsi alle banche con un approccio migliore, come un vero e proprio partner deve fare. Le banche devono essere più vicine al sistema produttivo e dare sostegno alle aziende sulla base di analisi appropriate di merito creditizio.

Ci si riferisce ai “rating” con i quali si valuta l’impresa. È quindi di vitale importanza che le aziende sappiano come si attribuisce il rating, quali sono i criteri, ma soprattutto quale è il loro rating perchè solo così potranno migliorare ed avere un migliore accesso al credito.

In realtà i sistemi di rating, pur nei diversi gradi di sofisticazione di ciascuno, non fanno altro che “pesare” i tipici profili economici-patrimoniali-finanziari-reddituali, integrando tuttavia l’analisi quantitativa con valutazioni di tipo qualitativo.

I sistemi di rating rimangono in ogni caso fondamentalmente basati sulla valutazione di elementi strutturali dell’impresa che in molte aziende, per lo più quelle di minori dimensioni, per troppo tempo hanno trascurato:

Patrimonializzazione.

La struttura molecolare del sistema imprenditoriale italiano e in particolare regionale, costituita da imprese piccole e piccolissime, non ha sufficientemente sviluppato nelle aziende la consapevolezza, la necessità e l’opportunità di promuovere il rafforzamento della struttura del passivo e l’ottimizzazione delle fonti finanziarie aziendali.

Come? Mediante aumento di capitale sociale o versamento dei soci in conto capitale.

La conseguenza è che le aziende basano la propria attività essenzialmente su capitali di debito, per definizione onerosi, che incidono negativamente sulla struttura patrimoniale e sul conto economico.

Equilibrio delle fonti finanziarie.

Al pari della necessità di mantenere in equilibrio le fonti finanziarie, tra mezzi propri e capitali di terzi, vi è quella di sostenere le attività aziendali approvvigionando finanza in maniera coerente con la tipologia delle attività stesse.

Spesso le aziende finanziano gli investimenti con indebitamento a breve termine, sottraendo sostegno all’operatività corrente e assumendo maggiori oneri finanziari.

Pianificazione e controllo.

La pianificazione del business, fondamentale per ogni impresa, rappresenta un valore importante anche per le banche finanziatrici, chiamate a valutare non il passato ma i progetti futuri.

Accanto alla programmazione dello sviluppo aziendale dovrà trovare adeguata collocazione anche un’attenta pianificazione finanziaria. Affinchè i bugdet e i piani a medio termine siano credibili dovranno essere individuate specifiche attività di monitoraggio e di controllo del raggiungimento dei risultati raggiunti nonché i motivi degli eventuali scostamenti.

Sviluppo sostenibile.

La banca, ma prima ancora l’azienda stessa, sottoporranno i budget a stress test, al fine di misurarne la sostenibilità, sia con riferimento alla struttura finanziaria, sia a quella organizzativa.

L’attenzione degli imprenditori verso questi valori contribuirà a migliorare la relazione tra banca ed impresa e a realizzare l’interesse sia delle imprese che delle banche di condividere tutte le informazioni rilevanti per consentire la migliore valutazione del merito creditizio. 

Dopo averti presentato un quadro sulla situazione, relativo alla bancabilità di un’azienda viene da se che per gestire tutto questo e presentarsi solvibile agli occhi di una banca occorre affidarsi a degli esperti di settore.

Se vuoi approfondire maggiormente questo argomento non devi fare altro che compilare il form qui sotto e prenotare la tua consulenza gratuita.

Un professionista del nostro team ti spiegherà qual è il percorso migliore per la tua azienda per avere un buon rating e presentarsi in banca senza problemi.

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