Rating e agenzie di rating: quali sono e a cosa servono

Prima di parlare di agenzie di rating mi sembra giusto spiegare cos’è il rating di una società. In parole povere si potrebbe definire come un giudizio su quanto una società sia affidabile.

In effetti, è il consiglio degli analisti relativo all’opportunità di vendere, acquistare o mantenere un titolo.

Ed è anche un giudizio sulla capacità aziendale di ripagare i propri debiti.

Quindi, è un indicatore vero e proprio sul rischio di investire su una determinata società.

Ma chi esprime il rating delle società? Le agenzie di rating, diventate talmente importanti da smuovere i mercati con i loro giudizi.

Quando è nato?

L’origine del rating viene fatta risalire alla pubblicazione del documento History of Railroads and Canals in the United States, pubblicato nella seconda metà ‘800 da Henry Varnum Poor.

Avvocato e imprenditore statunitense, getta le basi per la nascita dell’agenzia di rating Standard & Poor’s.

Egli si batte affinché le aziende vengano obbligate a rendere pubblici i propri bilanci, in particolare ai possibili investitori.

Il figlio Henry William, insieme a Luther Lee Blake, un analista finanziario, idea per questo scopo indici finanziari chiari e trasparenti, fino a fondare l’agenzia di rating Standard & Poor’s.

Ad inizio ‘900, invece, il giornalista economico John Moody, anch’egli paladino della trasparenza finanziaria delle aziende, pubblica nel 1900 il Manual of Industrial Securities e otto anni dopo fonda l’agenzia Moody’s.

I vari tipi di rating

Ci sono diversi tipi di rating, poiché esistono varie tipologie di giudizi:

  • Rating di credito: è il giudizio sulla solvibilità di un’azienda. Pertanto, in base ad essa, un investitore può capire, prima di acquistarne le obbligazioni, se l’emittente potrà ripagare l’ammontare a scadenza.
  • Rating di credito internazionale: questo tipo di giudizio riguarda rischi e costi del trasferire titoli esteri nel proprio paese di appartenenza e nella propria valuta.
  • Rating sul debito delle nazioni: anche gli Stati possono essere giudicati tramite rating dato che emettono obbligazioni. Pertanto, più alta è la sua capacità di ripagare i propri debiti, più il rating conferito dalle agenzie sarà migliore. In seno all’Ue, se la Germania è quella che beneficia del rating migliore, la Grecia si trova all’ultimo posto.
  • Country ceiling rating: il giudizio riguarda rischi e costi di un investimento effettuato all’estero. In particolare, ad essere giudicate sono le possibili misure che uno Stato potrebbe mettere in campo per bloccare l’esodo di capitali.

Le classi di Rating

Il rating è espresso in classi. In realtà ogni agenzia di rating utilizza un suo metro di giudizio e tipi di classi. In genere, comunque, la lettera A viene utilizzata come posizione migliore.

Un esempio da utilizzare è quello di S&P, acronimo di Standard & Poor’s. Una delle agenzie di rating più influenti e che abbiamo imparato a conoscere durante lo scandalo dei derivati del 2008.

Questa agenzia americana utilizza le prime tre lettere dell’alfabeto: A, B e C. Espresse tre, due e una volta.

Ecco cosa significano:
  1. (AAA): esprime eccellenti capacità di onorare le obbligazioni assunte.
  2. (AA+): rischio molto basso, ma più suscettibile nel lungo periodo di chi fa parte del rating superiore.
  3. (AA): esprime ottime capacità di onorare le obbligazioni assunte.
  4. (AA-): le differenze sono minime rispetto al grado precedente.
  5. (BBB+, BBB e BBB-): vi rientrano le società capaci di rispettare gli obblighi finanziari. Malgrado il fatto che, condizioni economiche avverse o cambiamenti di altre condizioni, siano più facilmente associabili ad una minore capacità di adempiere agli obblighi finanziari assunti.
  6. (BB+, BB e BB-): le società collocate in questo giudizio sono meno vulnerabili nel breve periodo, al cospetto di quanti hanno incassato un rating inferiore. Ma si trovano in questa categoria poiché il dover fronteggiare condizioni di incertezza economica, finanziaria, amministrativa, potrebbe inficiare il soddisfacimento degli obblighi assunti.
  7. (B+, B e B-): sebbene siano meno affidabili delle società sopra elencate, hanno tutto sommato ancora le capacità per rispettare gli impegni finanziari. Salvo imprevisti che potrebbero ridurre la loro capacità e volontà di adempiere agli obblighi presi.
  8. CCC+, CCC e CCC-: società vulnerabili, dalla capacità di assolvere i propri obblighi ancora incerta.
  9. CC: soggetti finanziari molto vulnerabili e dall’incerta capacità di assolvere ai propri obblighi.
  10. C: casi estremo di vulnerabilità, si sospetta bancarotta o ritardo nel rientro dei debiti. I quali, nonostante tutto, vengono ancora effettuati.
  11. CI: non è pervenuto il pagamento degli interessi.
  12. R: la società è sottoposta in Amministrazione controllata/Liquidazione. In questa fase, gli obbligati potrebbero pagare solo una parte dei creditori.
  13. SD: acronimo di Default Selettivo. Ciò significa che alcune obbligazioni non sono state affatto rimborsate.
  14. D: stato di Default/Insolvenza di buona parte, se non tutte, delle obbligazioni emesse.
  15. NR: società non valutata.

Agenzie di rating: scopriamo il loro ruolo

Rating - Alzarating 51

Per molti rappresentano enti pericolosi, pieni di conflitti d’interessi e corresponsabili di una crisi sistemica mondiale. Per altri l’ambasciatore non porta pena e queste società non hanno fatto altro che mettere nero su bianco la reale situazione economica degli enti analizzati.

Le agenzie di rating sono società private che hanno il compito di fornire un giudizio sintetico nei confronti degli enti che emettono titoli azionari. Enti come lo Stato, aziende, società pubbliche e investitori privati o istituzionali.

Questa valutazione riguarda la solidità finanziaria attuale e prospettica dell’emittente. In sostanza la sua capacità di pagare le cedole e restituire il capitale ai creditori. Le principali agenzie internazionali sono Moody’s, Standard & Poor’s e Fitch che insieme controllano circa il 95% del mercato globale del rating.

Essenzialmente, esse offrono un servizio agli investitori. Chi ad esempio vuole investire in titoli di Stato o azioni societarie ha a disposizione un parametro che può dargli un’idea sulla solvibilità della controparte, e quindi dei rischi legati all’investimento, specialmente in campo obbligazionario.

Chi finanzia le agenzie di rating?

Per gli amanti delle teorie complottiste, le domande più rilevanti ruotano intorno al “Chi paga le agenzie di rating?” o la più gettonata “Chi c’è dietro le agenzie di rating?”.

In effetti, sono agenzie private di consulenza, per lo più legate a società d’investimento statunitensi come Berkshire Hathaway, Vanguard, e T. Rowe Price tra gli altri (ad eccezione di Fitch posseduta al 60% dai francesi di Fimalac e della Hearst Corporation).

Sono anche gli unici enti in grado di emettere un giudizio sulla solvibilità del credito, un giudizio richiesto dalle stesse società emittenti i titoli azionari (solo per gli Stati il giudizio viene formulato gratuitamente e in automatico).

Nei casi in cui gli investitori e le istituzioni finanziarie internazionali non hanno familiarità con un Paese o una società, può infatti essere utile un sistema di rating centralizzato.

Tale sistema fornisce importanti informazioni per verificare la bontà di credito della controparte. Un’analisi imprescindibile per il funzionamento del sistema finanziario.

Nondimeno, il giudizio emesso potrebbe essere troppo semplicistico e basato su alcune considerazioni qualitative non meglio specificate dalle stesse agenzie.

In ogni caso, le informazioni che producono e forniscono rimangono importanti e non possono essere sostituite.

Sono comunque valutazioni “ex post”, che utilizzano dati passati per calcolare una situazione futura quasi sicuramente influenzata dalle stesse società che vengono giudicate.

Ora che abbiamo finalmente svelato l’entità di queste agenzie, ci rendiamo conto di quanto sia importante questo giudizio di solvibilità.

Si parla di importanza del Rating. Ti ricordi all’inizio quando volevo svelarti una cosa: hai mai pensato che il Rating potesse essere UTILE? Ebbene si e ora ti spiego il perché.

Perché il rating è utile?

Il rating aiuta il mercato finanziario a stabilire un giudizio sintetico sul soggetto analizzato. Questo perché analizza tanti dati, sia quantitativi (dai bilanci a delle statistiche macro di un Paese) sia dati qualitativi (notizie aziendali, reputazione, management, qualità del Governo).

Il risultato del giudizio è inversamente proporzionale alla probabilità di default dell’istituto analizzato.

Un maggior rating equivale a una minore probabilità di default; dal lato degli investitori equivale a richiedere un premio al rischio minore. Premio che giustamente aumenta man mano che il rating di questa si fa più basso, in quanto è più rischioso investire.

Quando il rischio di insolvenza di un’impresa o di uno Stato aumenta, ad aumentare sarà anche il tasso di interesse richiesto dal mercato per l’investimento, per la teoria del rischio/rendimento.

D’altronde, chi vorrebbe investire in un’attività più rischiosa senza richiedere una maggiore compensazione?

Credo di averti fatto una mini guida su quello che c’è da sapere sul rating e sulle agenzie di rating.  Il mio obiettivo è quello di chiarirti meglio le idee su questo argomento tanto nominato e tanto temuto dalle aziende.

E tu cosa ne pensi in merito? Stai leggendo serenamente questo articolo perché la tua azienda non teme confronti con la banca? Oppure hai iniziato a capire perché ogni volta che parli con il tuo direttore di Banca, lui inventa mille scuse e non ti concede quel benedetto finanziamento?

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